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Autore: londra555    28/08/2011    7 recensioni
Quattro anni dopo il liceo. Protagoniste sempre Santana e Brittany quello che è successo dopo il diploma.
In un certo senso il seguito di "more than words".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Santana Lopez
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note: nuovo capitolo. Come sempre grazie a tutti!

 

CAPITOLO 11

 

Si svegliò d'improvviso accorgendosi di essere sola. Allungò la mano dall'altra parte del letto e lo trovò freddo. Lei doveva essersi alzata da tempo. Riuscì a concentrarsi per riuscire a leggere l'ora nella sveglia digitale sul comodino. Era tardissimo, non si ricordava di aver mai dormito tanto in tutta la sua vita, ma, in fondo, era comprensibile. Il suo corpo e la sua mente avevano estremo bisogno di riposarsi. Si alzò lentamente e, una volta resasi conto che Brittany non era in casa, si diresse in bagno per concedersi una doccia prima di mangiare qualcosa.

Finalmente ristorata e definitivamente sveglia, arrivò in cucina dove trovo un biglietto: sono in teatro, torno stasera. Ti ho preparato qualcosa per pranzo, devi solo scaldarlo. Ci vediamo dopo.

Santana si accorse di avere un sorriso abbastanza ebete disegnato sul viso ma non riusciva proprio a cancellarlo. Guardò di nuovo l'ora e vide che ormai erano quasi le due, decise per tanto di riscaldare il suo pranzo, pregando in cuor suo che Brittany avesse imparato a cucinare in questi anni. Sul tavolo della cucina trovò un giornale che, evidentemente non era stato ancora letto, e iniziò a sfogliarlo distrattamente mentre masticava. Era quasi arrivata alla fine quando una foto di Brittany e un lungo articolo sullo spettacolo attiro la sua attenzione. Iniziò a leggerlo sorridendo per la recensione entusiastica. Ma, quasi alla fine, qualcosa che lesse le fece spalancare gli occhi, la forchetta che teneva nella mano destra le cadde al suolo per poter afferrare il giornale con entrambe le mani. Poi lo abbandonò aperto sul tavolo e iniziò a camminare nervosamente avanti e indietro. Non ci poteva credere. Tutti i pezzi del puzzle incassarono di colpo nella sua testa. Lo strano comportamento di Kurt, il sorriso divertito di Brit. Aveva ragione, le avevano nascosto qualcosa. Si fermò di colpo nel centro del salotto. Di nuovo, per l'ennesima volta nella sua vita, si trovava divisa tra ciò che le diceva la sua testa e ciò che le diceva il cuore. Si ricordava distintamente le parole di Brittany della notte precedente, ma non era sicura di quale fosse a cosa giusta da fare. Aveva sbagliato tante volte e adesso aveva solo paura di fare un passo falso. Resistette all'impulso di chiamare Kurt per dirgli che sapeva tutto, non voleva sentire la sua voce, aveva bisogno di prendere una decisione da sola. Testa o cuore? Chiuse gli occhi un attimo e respirò profondamente, quando li riaprì seppe cosa doveva fare. Prese la borsa controllando di avere i documenti e la carta di credito che le sarebbero serviti. Poi uscì da quella casa fermando il primo taxi che si trovò davanti.

Qualche ora dopo Brittany tornava stanca dalle ultime prove, era stata una giornata lunga soprattutto perchè voleva vedere Santana. Era incredibile quanto le mancasse. Le parole della notte precedente erano state come un balsamo su ferite mai rimarginate. Ballare poi le aveva permesso di sgombrare la mente e permetterle di pensare chiaramente. Adesso l'unica cosa che desiderava era spiegarle che voleva stare con lei, sempre. Inoltre avrebbe potuto dirle che non sarebbe dovuta andare a vivere a Los Angeles. Quando entrò in casa però tutti i pensieri positivi che affollavano la sua mente svanirono all'istante, c'era troppo silenzio. Qualcosa non andava bene. Sentì un piccolo nodo stingerle la gola. Non ebbe nemmeno la forza di chiamarla, sapeva che la casa era vuota ma, ugualmente, provò in tutte le stanze. Quando arrivò in cucina la sua attenzione fu catturata dalla forchetta nel pavimento e poi dalla sua foto sul giornale. Il nodo alla gola si strinse più forte quasi a impedirle di respirare. Lesse tutto l'articolo e chiuse gli occhi, che iniziarono a riempirsi di lacrime, disperata. Poteva immaginarla saltare alle sue solite conclusioni sbagliate. Prese il telefono e provò a chiamarla ma le rispose solo la segreteria. A quest'ora doveva essere già su un aereo di ritorno a New York. Pensando a quella città decise di chiamare Kurt.

-Ciao Brit. Almeno tu mi chiami visto che Santana non fa nemmeno finta!

-Kurt, c'è un problema.

Il ragazzo si accorse subito del tono disperato della donna e temette il peggio.

-Cos'è successo?

-Stamattina sono andata alle prove e l'ho lasciata a casa. Solo che nel giornale di oggi c'era un articolo sullo spettacolo e non lo sapevo.

-Non dirmi che ha scoperto che lasci la compagnia così!

-Ha scoperto anche che lo faccio per aprire una scuola di ballo a New York, spiegano anche che Mike sarà il mio socio. E io che volevo farle una sorpresa.

-No, non può essere. Dov'è adesso? Sei riuscita a parlarle?

-Sono appena tornata e lei non c'è, non aveva le chiavi quindi quando è uscita sapeva che non sarebbe potuta rientrare. E il telefono è spento.

-Pensi che sia andata via?

-Probabilmente ha preso il primo aereo che ha trovato.

-Cosa pensi di fare? Appena arrivo ci parlo io, insomma in fondo non è successo niente. Basta spiegarle.

-Entrambi sappiamo che è inutile. Si sarà sentita tradita e presa in giro e avrà pensato che la volessi solo ferire per vendetta. Non posso vivere con il terrore che lei scappi via da me per ogni cosa. Anche se pensa che sia la cosa giusta da fare.

-Brit per piacere non piangere.

-Lo so, solo pensavo che questa volta era tutto perfetto. Kurt, devo chiederti un favore.

-Qualunque cosa per te.

-Prenditi cura di lei.

-Non ti arrendere per favore.

-Aspetta hanno appena suonato alla porta, magari è il mio vicino.

Brittany si trascino per aprire e immediatamente si trovò davanti una sorridente Santana, ma il sorriso di quest'ultima si spense al solo guardare il viso della ballerina rigato di lacrime. Vide che stringeva il cellulare e pensò che la colpa di quella tristezza fosse la telefonata. Per un attimo vide tutto nero mentre una rabbia sorda saliva prepotentemente sino al cervello impedendole di pensare a nient'altro che a difendere quella donna. Le strappò il telefono e iniziò a sbraitare come un'ossessa.

-Senti un po' chiunque tu sia, sono appena arrivata e trovo Brit in un mare di lacrime. Tu adesso le chiedi scusa perchè io posso trovarti in qualunque...

-Santana?

-Kurt? Cosa le hai detto? Appena torno li giuro che questa me la paghi.

-Cosa le ho detto io? Sta piangendo per te! Ma cos'ho fatto di male per meritarmi Santana Lopez come amica?

-Per me? Ma cos'ho fatto?

-Non ti ha trovata a casa e ha pensato fossi andata via dopo aver letto l'articolo. Ma perchè te lo sto spiegando io? Parla con lei, no?

-Ah giusto.

Riattaccò il telefono senza salutare, del resto aveva cose più importanti a cui pensare. Guardò Brittany che stava immobile con quegli occhi pieni di lacrime e una mano davanti alla bocca. Non sapeva cosa dirle quindi la strinse forte a se sussurrandole parole di conforto per cercare di calmarla mentre le accarezzava dolcemente la schiena e la portava a sedersi sul divano. Passarono diverso tempo abbracciate senza dire niente finchè la ballerina si riprese per poterle dire:

-Pensavo fossi andata via. Hai letto l'articolo?

-Si l'ho letto. Perchè non me l'hai detto?

-Eri così tenera quando hai detto che ti saresti trasferita per me, avevo bisogno di sapere se, questa volta, facevi sul serio. Poi volevo farti una sorpresa! Ma quando non ti ho trovata ho avuto paura.

-Decisamente la sorpresa è riuscita!- affermò ridendo Santana, poi la guardò con aria inquisitrice- E Kurt lo sapeva! Da quando?

-Dalla mattina che mi sono precipitata a casa sua.- rispose con un sorriso colpevole.

-Devo confessarti una cosa.

L'altra deglutì con ansia e annuì affinchè potesse poseguire.

-Quando l'ho letto sono stata male. La mia testa mi diceva di scappare, che me l'avevi nascosto perchè non ti importava più di me. Per giocare con me e farmi soffrire come io ti avevo fatto soffrire. Ma il mio cuore mi diceva un'altra cosa.

Brittany la guardava incantata, sentiva un forte desiderio di sapere cosa dicesse quel cuore, sentiva che ne andava della sua stessa vita. Ma l'altra non proseguiva, all'improvviso sembrava indecisa, quasi timorosa, allora le chiese con un filo di voce:

-Cosa ti diceva?

Santana la guardò negli occhi mentre si mordeva il labbro inferiore, cosa che indicava un certo nervosismo.

-Perchè non lo chiedi direttamente a lui?

Brittany fu sorpresa e non sapeva bene cosa fare, poi lentamente sollevò la mano destra e la portò sul petto di una Santana che tratteneva il respiro da ormai troppo tempo. Quando il palmo della sua mano fu all'altezza del cuore dell'altra sentì come stesse battendo all'impazzata, ma la cosa che davvero la incuriosì fu la sensazione che ci fosse qualcosa di piccolo e freddo sotto la maglietta. I suoi occhi azzurrì non nascondevano la curiosità e cercarono quelli scuri dell'altra per sapere cosa doveva fare. Questa la incoraggiò con un lieve cenno del capo a proseguire. Allora la mano di Brittany salì sino a percorrere il collo scoprendo una sottile catena d'oro che, era sicura, la notte prima non c'era. La sfilò lentamente e vide cos'era quel piccolo oggetto. Un espressione stupita si disegnò sul suo volto per qualche secondo cercò di comprendere cosa significasse ma alla fine dovette cedere e chiese:

-Cos'è?

Santana si tolse la catena dal collo prima di spiegarle quello che, in fondo, sapeva già.

-Sono stata troppo a lungo senza di te. Se tu vorrai io, da questo momento, condividerò ogni singolo attimo della mia vita con te. Perchè io, senza te, non sono completa. Questo è l'anello con il quale vorrei chiederti di sposarmi.

Aveva pronunciato quelle parole lentamente, per fare in modo che l'altra le potesse assimilare in tutto il loro significato. Con la stessa lentezza le prese la mano sinistra per sollevarla, dandole tutto il tempo del mondo per allontanarsi e rifutare. Ma mentre la guardava negli occhi seppe che non sarebbe mai successo, poteva leggervi quella risposta positiva che le sue labbra non riuscivano a liberare.

 

  
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