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Autore: jocchi_jojo    28/08/2011    0 recensioni
Yamamoto Ryou. Matsuda Takahiro. Due mondi così distanti, il filo rosso del destino ad unirli. >>
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Takahiro! Hiro-kun! Da quanto tempo…-
-Scusami, chi sei?-
Quella sera avevo finito di lavorare tardi, così avevo deciso di recarmi in quel locale aperto fino a tardi. In realtà ci ero passato davanti un sacco di volte, ma era la prima volta che ci entravo.
-Come, non ti ricordi di me? Sono Yamamoto Ryou, abbiamo frequentato la stessa classe all’ultimo anno di scuola superiore. Davvero non ti ricordi?- Dissi un po’ deluso.
-Oh sì, Yamamoto Ryou. Cosa posso portarti?-
-Un caffè, dovrò restare qui a lavorare al computer per un po’. Non è un problema vero?-
-No, molta gente lo fa. Posso portarti altro?-
-Uhm, no grazie.-
-D’accordo, arrivo subito.-
-Hiro-kun!-
-Sì?-
-Ehm, è stato un piacere rincontrarti.-
-Uhm.-
Non mi aspettavo di rivedere Hiro a Tokio. Dopo il diploma io avevo iniziato a lavorare nell’azienda di mio padre, e non avevo più sentito nulla di Hiro. In realtà non era un tipo molto loquace, a scuola non aveva molti amici e stava sempre sulle sue. Anche quando cercavo di avvicinarmi a lui e parlargli, era sempre molto schivo. Nessuno in classe aveva una buona opinione di lui, tutti credevano che fosse troppo presuntuoso, ma io non la pensavo così; mi pareva di scorgere nei suoi occhi qualcosa di diverso, una strana solitudine. Ecco perché mi ero sempre sforzato di fare amicizia con lui, con scarsi risultati: Hiro sembrava non aver bisogno di nessuno.
Dopo aver lavorato al computer un paio d’ore sentii gli occhi bruciare, così decisi di uscire fuori a prendere una boccata d’aria. Seduto alla panchina davanti al locale, Hiro stava fumando una sigaretta. Andai a sedermi accanto a lui.
-Non sapevo che fumassi. Lo facevi anche ai tempi delle superiori?-
-No, ho iniziato quando mi sono trasferito qui, dopo la scuola.-
-E come mai ti sei trasferito qui?-
Hiro mi guardò per un attimo, ma poi mi rispose:
-Ho pensato che avrei avuto più opportunità di trovare un lavoro.-
-Davvero? E ti piace lavorare qui?-
-Non è esattamente il mio sogno ma mi va bene.-
-Capisco. E qual è il tuo sogno?- Hiro mi fissò di nuovo.
-Perché tutte queste domande?-
-Eh? Beh sono anni che non ci vediamo, sono solo curioso. Se non vuoi parlare di te, parlerò io di me!-
-Come preferisci.-
-Dopo essermi laureato ho deciso di trasferirmi a Tokio, per lavorare nella sede principale dell’azienda di mio padre…Oh meglio,  è stato mio padre a deciderlo per me. Ad ogni modo adesso sono qui. Non è strano che ci siamo incontrati in una città grande come Tokio? Magari è stato il destino!-
Hiro sorrise, poi disse:
-Io non ci credo in queste cose.-
-Davvero? Io si invece. Conosci la storia del filo rosso? Si dice che da quando nasciamo a quando moriamo ognuno di noi è legato con un filo rosso ad una sola persona e qualsiasi cosa noi facciamo, quello è il nostro destino.-
-Che sciocchezza.-
-Come sei cinico. Non sei cambiato molto da come ti ricordavo.-
-Già.- Aveva finito di fumare la sua sigaretta. –Io torno al lavoro adesso. Oggi lavoro fino al mattino. Ci vediamo.-
-Va bene. Credo di venire qui spesso, è davvero vicino a dove lavoro io! Quindi ci rivedremo di sicuro.-
  
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