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Autore: MadKikky    29/08/2011    2 recensioni
Tratto dal capitolo 9.
"Ale?
"Si? Dimmi Vale."
"No.. No niente."
Alessandro prese il mio viso fra le sue mani e mi guardo negli occhi per attimi interminabili.
"Piccola, dimmi a cosa stai pensando."
"No, nulla.. E' che.. Ale, mi sono innamorata di te."
Lui non disse niente. Continuò a stare fermo davanti a me, lasciandomi specchiare nei suoi grandi occhi castani. Ecco, avevo sbagliato a dirglielo. Ora che sarebbe successo? Sarebbe scomparso dalla mia vita, proprio come era entrato? No, non poteva. Ormai lui faceva parte della mia vita.
"Vale.."
"Si?"
"Tu non sei la tipia ragazza. Tu.. Tu sei diversa. Sei..Speciale. O almeno, lo sei per me."
Rimasi confusa dalle sue parole. Una tempesta esplose dentro di me. Allora non ero una semplice amica?
Le sue mani portarono il mio volto vicino al suo. Sempre più vicino, così vicino..
"Piccola Valentina.. Io ti amo."
Persa, io ero persa. Persa nei suoi occhi che si fecero più lucidi. Persa nelle sue labbra, che accarezzarono le mie. Un bacio diverso da quelli che mi aveva dato fino ad allora. Un bacio dolce, si, ma che nascondeva desiderio.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 'La più grande gioia nella vita è la convinzione di essere amati.'
-Victor Hugo- 

 

Tratto dal capitolo 9.
"Ale?
"Si? Dimmi Vale."
"No.. No niente."
Alessandro prese il mio viso fra le sue mani e mi guardo negli occhi per attimi interminabili.
"Piccola, dimmi a cosa stai pensando."
"No, nulla.. E' che.. Ale, mi sono innamorata di te."
Lui non disse niente. Continuò a stare fermo davanti a me, lasciandomi specchiare nei suoi grandi occhi castani. Ecco, avevo sbagliato a dirglielo. Ora che sarebbe successo? Sarebbe scomparso dalla mia vita, proprio come era entrato? No, non poteva. Ormai lui faceva parte della mia vita.
"Vale.."
"Si?"
"Tu non sei la tipia ragazza. Tu.. Tu sei diversa. Sei..Speciale. O almeno, lo sei per me."
Rimasi confusa dalle sue parole. Una tempesta esplose dentro di me. Allora non ero una semplice amica?
Le sue mani portarono il mio volto vicino al suo. Sempre più vicino, così vicino..
"Piccola Valentina.. Io ti amo."
Persa, io ero persa. Persa nei suoi occhi che si fecero più lucidi. Persa nelle sue labbra, che accarezzarono le mie. Un bacio diverso da quelli che mi aveva dato fino ad allora. Un bacio dolce, si, ma che nascondeva desiderio

 

 

***

 

 

PREFAZIONE

Da piccola mi chiedevo spesso cosa fosse l'amore. Ne sentivo parlare ovunque, di quanto fosse bello, di quanto fosse tutto così perfetto.
Sono cresciuta rimanendo incantata a guardare i miei cartoni preferiti, a vedere Biancaneve che si risvegliava solamente dopo aver ricevuto il bacio del principe, Peter Pan che non voleva che Wendy se ne andasse via, Anastasia che lasciava sua nonna per stare con Dimitri, la Bestia che si liberava dall'incantesimo quando Bella gli diceva che lo amava,..
Mi sembrava tutto così facile. Mi ero innamorata dell'idea dell'amore stesso. Ero affascinata dalla gente che incontravo per strada che si teneva per mano, che si baciava. Forse mi faceva anche un po' schifo, ma mi brillavano gli occhi ogni volta. Pensavo che quando sarei cresciuta avrei avuto anche io un fidanzato bellissimo, che ci saremmo sposati e che saremmo stati insieme per sempre.
Ho sempre vissuto in un mondo fatto dei miei sogni, fino a quando non ho aperto gli occhi alla realtà e mi sono resa conto che l'amore non è come quello delle favole. L'amore non è una cosa che capitada un giorno all'altro, e da lì in poi non finisce più. L'amore, quello vero, non è una cosa facile: quasi non te ne accorgi quando arriva, si fa grande a poco a poco, impossessandosi di tutti i tuoi sensi. Ti fa stare bene, certo, ma ti fa anche soffrire.

 

 

***

 

 

 

CAPITOLO 1 - AN IMPORTANT DAY

"Vale, la smetti di agitarti? Non è il tuo primo concerto! Vedi di calmarmi, o me ne torno subito a casa".
Ventun giugno 2011: dicerto non avrei mai più scordato quella data. Ero davanti al Palaolimpico da circa cinque ore, in attesa che le cancellate si aprissero. Portai davanti agli occhi il biglietto che tenevo stretto fra le mani e lessi a voce alta "Marco Mengoni".
"Ecco, ci risiamo. Vabbene, ho capito che è il Mengoni a cantare. Ma ti sembra il caso di tremare? Cioè, sei andata a vedere Ligabue, i Green Day, la Pausini e non so chi altro grande della musica e adesso sembra stia per finire il mondo perchè fra poco vedrai... questo. Bah."
La ragazza dai lunghi capelli neri che si stava lamentando era Giulia. L'avevo trascinata a questo concerto con la forza. Lei, che odiava il Re Matto. Lei, che adorava il rock. Lei, la mia migliore amica.
Ci conoscevamo da quando andavamo alle elementari. In realtà non eravamo subito diventate amiche, anzi! I primi tre anni li avevamo passati a fare a gara a chi prendeva i voti più alti, o a fare gruppetti con le altre compagne e a 'sfidarci' a battaglie di 'Strega tocca color'. Poi, diventate un poco più grandi, ci siamo accorte che, nell'essere così diverse, lei un po' maschiaccio, io la tipica bambina timida e impacciata, avevamo molto in comune. Ne è nata, così, una splendida amicizia.
Giulia era come una sorella per me. Sapeva ogni piccolo dettaglio della mia vita, e io della sua.
"Giuro che se continui a stare zitta e a farti i viaggi mentali scappo via."
"Dai, Giù, non fare la scema. Senti, ma che ore sono."
"Le nove e trentacinque", disse lei, guardando sullo schermo del suo nikia fuxia.
"Che palle però, avevano detto che sarebbe iniziato a quest'ora. I cancelli dovrebbero essere aperti già da ore.."
Nell'attimo in cui dissi queste parole un urlo generale si diffuse nella piazza. Vidi la gente che era intenta a comprare panini correre verso la direzione in cui mi trovavo io. Mi girai e mi misi in punta dei piedi, per vedere che cosa stava succedendo. Per fortuna ero molto vicina alla recinzione, così notai immediatamente i tizi della sicurezza che cercavano di farsi spazio nella folla per aprire le porte laterali, proprio davanti a me. Presi la mano di Giulia e le parlai velocemente, quasi urlando.
"Non mi lasciare la mano. Oh, e appena entri...Corri!"
Sentii la gente dietro di me cominciare a spingere. In un attimo fui letteralmente trascinata avanti, contro alle transenne. Questa era la parte più dolorosa di un concerto. Dolorosa, si, nel vero senso della parola.
La mano sudata di Giulia scivolo dalla mia, e lei rimase indietro. La guardai, ma non dissi niente, perchè un uomo vestito di nero mi chiese di dargli il biglietto.
Appena me lo restituì, dopo aver strappato una parte, diedi un'ultima occhiata indietro alla mia amica, mi voltai e iniziai a correre.
In un attimo mi ritrovai nel grande teatro e, non facendo in tempo a rallentare dopo la scalinata in discesa, andai a sbattere violentemente contro una transenna. Non ci potevo credere: ero riuscita ad arrivare alla prima fila!
Alzai il capo e guardai il palco che era proprio davanti a me. Gli strumenti erano già lì. Posai il mio sguardo prima sulle chitarre sul lato sinistro, poi sul basso, sulla batteria, sul pianoforte ed, infine, sul microfono.
Dio, quanto amavo cantare. Da un anno, ormai, frequentavo una scuola di musica, e avevo imparato a suonare discretamente il piano e gestire la mia voce. Il maetro aveva sempre detto che fossi davvero brava, così come i miei genitori. Ma, per colpa della mia timidezza, non mi ero mai fatta sentire da nessun altro, neanche da Giulia. Non avevo partecipato al saggio di fine anno, ne a quello di natale. Non avevo grande fiducia in me stessa, e mi sentivo incapace di cantare una canzone decentemente. Avevo paura di sbagliare, di non esprimere nulla a chi mi ascoltava. Avevo sempre invidiato i cantanti famosi. Loro erano riusciti a farsi ascoltare, ed erano in grado di far provare emozioni soltanto con la loro voce. Forse era per quello che adoravo così tanto il Mengoni. Lui era timido, ma riusciva a mettere da parte tutto appena saliva sul palco. Ci metteva tutto se stesso in ogni nota che faceva uscire dalle sue labbra, e.. Beh, di emozioni, lui me ne faceva provare assai.
"Vale! Oddio, siamo in prima fila! Oh, scusa se ci ho messo tanto, ma mi sono fermata a prenderti queste..". Giulia era arrivata tranquilla, facendosi largo fra i ragazzi che la guardavano male perchè gli era passata davanti. Mentre parlava mi porse una busta bianca, con sopra disegnato un cuore bianco e nero con una corona. La aprii, e vi trovai una fascia e una maglia del fanclub ufficiale di Marco.
"Nooo! Grazie Giuu! Ma io ti amo!" dissi, abbacciandola,
"No, sia mai! Ci mancherebbe soltanto che ti piacessero le ragazze. E, comunque, mi dispiace, sono felicemente fidanzata!".
Iniziammo a ridere tutte e due, e non ci fermammo fino a quando non sentimmo qualcuno urlare "Attenzione, lo spettacolo sta per iniziare...". Una voce registrata. Ecco, iniziava!
Fui colta dall'entusiasmo, e iniziai a saltare, a ballare, a piangere di emozione e di felicità, a cantare., Ad ogni nota il mio corpo prendeva quasi una leggera scossa. Stavo inpazzendo. Le luci ad intermittenza, la batteria, la voce di Marco. La testa era sempre più in confusione. Caddi.
Quando riaprii gli occhi fui sorpresa di non aver sentito il suolo duro sotto al mio sedere, fino a quando non mi resi conto di essere distesa sopra ad un ragazzo.
Confusa, finii di cantare la canzone che mi giungeva alle orecchie, la mia preferita, quasi sussurrandola. "Perchè tu sarai sempre il mio solo destino, posso soltanto amarti senza mai nessun freno."
Avevo gli occhi fissi sul volto del ragazzo. Bello, era davvero bello. Capelli biondo scuro, occhi color nocciola. Occhi dai quali non riuscivo a staccarmi..
Improvvisamente, le sue labbra si mossero.
"E così io sarei il tuo destino?"
"Oh, em..". Mi alzai velocemente, rossa d''imbarazzo. "Scusa!"
"No, macchè scusa! Stai tranquilla.. La musica ti fa un certo effetto, eh?! Beh, sarai felice a sapere che siamo in due.." Mi disse, facendomi vedere che le sue mani tremavano.
La sua voce era.. Non saprei definirla.
"Io..Scusa davvero.. Mannaggia, non so che dire.."
"Um.. potresti iniziare col dirmi il tuo nome." Mi sorrise, scoprendo denti bianchissimi e perfettamente allineati. "Piacere, io sono Alessandro."
"Valentina."
Un brivido mi percosse quando mi diede la mano.
Alessandro.
Ok, quel giorno l'avrei ricordato di sicuro. E, forse, non soltanto come 'il giorno del concerto'.


 


Ringrazio tutti voi che avete letto questo primo capitolo. Sono entusiasta di questa storia, forse perchè molti lati dei protagonisti sono presi dalla realtò, dalla mia vita.
A tutti coloro che non piace Marco Mengoni.. Beh, tranquilli, non si tratta di una fan fiction su artisti musicali, ma è una originale, quindi non c'entra molto con il resto della storia.
Fatemi sapere che ne pensate. :)

 

  
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