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Autore: FaithJ    29/08/2011    7 recensioni
Le avrebbe raccontato di come quando era con lei, quando l'abbracciava,qualcosa dentro di lui iniziava a gonfiarsi - l'amore, o la felicità, o euforia, o semplicemente i pezzi del loro piccolo mondo finalmente al suo posto-
E amava quella sensazione di completezza.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 11, Rose Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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She was
 
 
Ricordi sbocciavan le viole, 
con le nostre parole. 
"Non ci lasceremo mai, mai e poi mai", 
 
Vorrei dirti ora le stesse cose. 
Ma come fan presto, amore, ad appassire le rose, 
Così per noi. 
[Fabrizio De Andrè. Canzone dell'amore perduto]
 
 
 
 
-E...com'era lei? Eh, Dottore? Com'era Rose?-
Il Dottore guardò la testolina rossa al suo fianco e rifletté, accarezzandole la spalla.
Seguì un momento di silenzio, cosa avrebbe dovuto dirle?
 
Avrebbe potuto dire che era allegra, si.
Era decisamente la persona più allegra che avesse mai visto, o forse era il modo in cui rendeva allegro lui, quando la guardava.
Il modo in cui quel suo sorriso timido, quel suo modo di far sporgere la lingua tra i denti, gli scaldava il cuore in una maniera decisamente unica.
 
Avrebbe potuto dirle di come, quando era con lei, qualsiasi cosa facesse,provava sempre quella sensazione di benessere che ora tanto gli mancava.
Di come si sentiva da nomade, da senzapatria quale era, finalmente al posto giusto.
Casa, Rose Tyler era diventata la sua casa.
 
Le avrebbe raccontato di come quando era con lei, quando l'abbracciava,qualcosa dentro di lui iniziava a gonfiarsi - l'amore, o la felicità, o euforia, o semplicemente i pezzi del loro piccolo mondo finalmente al suo posto-
E amava quella sensazione di completezza.
 
Lei era coraggiosa, questo poteva dirlo.
Era pronta a tutto per il "suo Dottore" Lo diceva così, come se fosse normale.
"Il mio Dottore", diceva, lo faceva così spesso che, senza accorgersene, lui lo era diventato davvero.
Era diventato davvero, davvero, suo.
 
Gli aveva scavato dentro, era arrivata ben più in profondo di quanto nessuno avesse mai osato.
Aveva trovato un posto, nei suoi cuori, nella sua anima, dentro di lui e vi si era stabilita.
Ed ora che se ne era andata era rimasto quel grosso buco vuoto invece di lei.
 
Le avrebbe dovuto raccontare di come, quel giorno, quando le aveva chiesto quanto sarebbe rimasta con lui, gli aveva afferrato la mano e con quegli occhi, quello sguardo che abbatteva qualsiasi cosa incontrasse, glielo aveva detto. Seria, decisa, "per sempre", aveva detto.
E lui le aveva creduto, sentendosi rinascere. Aveva creduto a quel desiderio impossibile.
Senza accorgersene erano diventati una cosa sola, un "noi" unico e bellissimo.
 
Avrebbe avuto il coraggio di raccontarle del modo brusco in cui erano stati divisi?
Avrebbe potuto parlarle del loro addio feroce, veloce, devastante?
Oppure, avrebbe dovuto dirle della sua codardia?Di quel "ti amo" a cui credeva, che le aveva però negato?
Le avrebbe detto di come, stupidamente, lasciava sempre un posto vuoto al suo fianco, come se la aspettasse ancora, come se potesse tornare da un momento all'altro. Che non aveva mai toccato la sua stanza, l'aveva lasciata così come l'ultimo giorno in cui lei c'era stata, nel flebile desiderio impossibile di vederla tornare.
 
Ogni volta che la portava in un nuovo posto, lei correva ad aprire le porte del TARDIS e guardava, senza parole.
-E' meraviglioso-, diceva, osservando qualsiasi panorama.
E quando lo diceva, quando quell'espressione di pura gioia le si dipingeva sul volto, facendole spalancare gli occhi, facendole mordere le labbra e sorridere così tanto, lui annuiva guardandola affascinato.
-Si, lo è.-, diceva -E' davvero meraviglioso-
L'avrebbe portata ovunque, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vederla sorridere così.
 
-Allora?-
Una mano gli scosse la spalla e lui la guardò.
Sospirò, aggiustandosi il cravattino già dritto e la guardò.
-Era...diversa,più forte di me, Pond.E lei c'era sempre- Disse, sentendo più che mai il vuoto che quella semplice umana aveva lasciato dentro di lui.
Incolmabile.



Sproloqui dell' "autrice"

Ooookay, lo so.
E' l'ennesima storia che scrivo su Eleven/Rose, lo so. Sto diventando monotona ._.
Ma vi prometto che la prossima sarà su qualcos'altro.
Dopo aver visto "Let's kill Hitler" , non posso non scriverci niente :3
Perciò aspettatevi presto una mia fanfiction su quella puntata v.v (si, era una minaccia)
In ogni caso, questa qui non mi ispira molto, ma avevo voglia di scrivere.
Sopportatemi.
La citazione è di una delle mie canzoni preferite, anche se non c'entra niente io amo Fab, perciò eccola.
Harete imasu

Ah, poi, ovviamente....




UNA RECENSIONE NON VI COSTA UN OCCHIO, SE NON RECENSITE VE LO CAVO IO!



 
  
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