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Autore: LeDuePazze    29/08/2011    2 recensioni
Ecco che cosa succede ad unire il magico Signore degli Anelli con il nostro gruppo musicale preferito, immaginando che il bassista del gruppo e Faramir fossero fratelli gemelli.
Dal capitolo 1:
-Non mi berrò tutto quello che ci dice nostro padre solo perché lui crede di essere sempre nel giusto. E se per le mie idee dovrò combattere lo farò fino alla fine, anche a costo di perdere tutto il potere che un domani potrei avere.-
Per la prima volta Boromir si rese conto che i suoi fratellini, nonostante la loro età e i loro giochi ancora infantili, si stavano trasformando pian piano in degli uomini degni di diventare dei veri Cavalieri di Gondor.
Genere: Comico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boromir, Denethor, Faramir, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prima fan fiction scritta a quattro mani! PRESENTAZIONE!!!

Merry: Puongiorno!! Siamo qui riuniti oggi per sconfiggere Penji Price e fargli 10 goal!!

Pip: guarda che così i lettori scappano… e poi questa è una fan fiction sul Signore degli Anelli! Hai presente? Il nostro libro e film preferito??

Merry: Il Signore degli Anelli? Quindi questo vuol dire che ci sarà anche…

Pip: BOROMIR!!!! Le fan del comandante supremo di Gondor potrebbero offendersi se sapessero come lo chiamiamo!!

Merry: MA ANCHE IO SONO UNA SUA FAAAAANN!!! LA NUMERO UNO!!!!

Pip: Si,si, lo sappiamo! *fate finta di saperlo, chiunque stia leggendo questa fan fiction (se qualcuno la sta leggendo!)* e cerchiamo di introdurre la cavola… cioè, la fan fiction!

Merry:Questo vuol dire fare le serie?

Pip: teoricamente… SI!!

Merry: ok, proviamoci!! Allora, la prima cosa da dire è che noi non intendiamo assolutamente offendere il grande Tolkien con questa storia, è il nostro scrittore preferito e questa fan fiction è solo opera delle nostre menti malate.

Pip: giusto, e precisamente l’idea che Faramir avesse un fratello gemello, e che questo gemello sia un bassista a caso… Ecco che cosa succede ad unire il magico Signore degli Anelli con il nostro gruppo musicale preferito!!

Merry: cavolate assicurate, colpi di scena e situazioni impossibili!! Ma soprattutto, tanti fagiol…..

Pip: COMUNQUE!! Non vogliamo annoiarvi e speriamo vi piaccia! Critiche e commenti sono ben accetti! Buona lettura!!

Merry: ma perché mi hai interrotta??

Pip: BUONA LETTURA!! *va a calmare Merry*

 

 

 

LA VERA RAGIONE DELLA PAZZIA DI DENETHOR

 

Prologo.

 

Erano le otto del mattino di una soleggiata mattinata nel regno di Gondor. Il piccolo di casa era ancora immerso nel mondo dei sogni quando Ioreth, la sua governante, lo svegliò con una lieta notizia.

-Si svegli, signorino, sua madre ha partorito.-

Il bambino si stropicciò gli occhi ancora assonnati e allungò la braccia, in una muta richiesta di essere preso in braccio.

-Quindi le si è sgonfiata la pancia?- chiese con uno sbadiglio.

-Si, vuol dire che la mamma non ha più quel pancione!

Il bambino sembrò dispiaciuto.

-Uffa, volevo bucargliela con uno spillo!!-

-Questo significa anche che potrai giocare con qualcuno!-

Il volto del bambino si illuminò e scese per terra mettendosi a saltare.

-VOGLIO VEDERE IL MIO FRATELLINO, VOGLIO VEDERE IL MIO FRATELLINO!!-

Ioreth sorrise divertita.

-Il tuo fratellino? Veramente..

Ma il bambino era già scappato verso la camera della madre, saltando e urlando felice.

-DOV’è IL MIO FRATELLINO???- Chiese saltando sul letto della madre.

-Piano, Boromir, i tuoi fratellini sono qui.- rispose la madre sorridendogli.

Boromir guardò i due fagottini in braccio a Finduilas con gli occhi spalancati.

-Ma sembrano dei rospi!!!- esclamò, poco convinto. La madre rise e gli diede un bacio.

-Vedrai che ti piaceranno.

Boromir sembrava ancora poco convinto.

-Ma poi… non doveva essere uno??

La madre rise di gusto.

-Si, ma vedi, la pancia era cresciuta così tanto…

Boromir mise il broncio.

-Lo sapevo che dovevo bucargliela io la pancia!!-

 

Capitolo primo

 

-Coraggio, colpiscilo!!-

-Attento, questo è un esplosivo potente!! Mettiamo al riparo! BAM!!

-Io miro alla coda, tu miri alla testa!!

-Centrato!!! Un’altra gloriosa vittoria per Faramir e Iramir, valorosi condottieri di Gondor!!! YUUHUU!!!-

I ragazzini di tredici anni guardarono soddisfatti il trono del Sovrintendente, una volta immacolato, ricoperto di pomodori marci.

-Sta arrivando qualcuno, nascondiamoci!!!

I ragazzini corsero velocemente dietro una colonna.

Denethor, Sovrintendente di Gondor  e loro padre, entrò dal fondo della sala, sedendosi sul suo trono attendendo l’arrivo dei nobili con cui avrebbe dovuto incontrarsi quel giorno.

Una volta arrivati gli ospiti, Denethor tenne un lungo discorso sulla guerra contro Mordor, durante il quale Faramir e Iramir rischiarono più volte di addormentarsi. Quando finì di parlare, fece cenno ai nobili di seguire un’ancella che avrebbe condotto loro in sala da pranzo dove il suo primogenito e orgoglio stava aspettando. Il sovrintendente uscì per ultimo, mostrando ai due bambini il suo mantello macchiato di pomodoro marcio.

I due gemelli si scambiarono un occhiata terrorizzata.

-E adesso??

-Ci uccide! Questa volta ci uccide!!

-No, se chiediamo aiuto a Boromir! Vieni con me!!!

Come scoiattoli sui rami, i due si fecero strada tra le vie del castello, raggiungendo prima del corteo la sala da pranzo.

-Fratellone! Fratellone!!! FRATELLONEEE!!!- urlarono Faramir e Iramir saltando sui piedi di Boromir.

Il diciottenne alzò gli occhi al cielo guardando le stelle che provenivano dai suoi piedi.

-Che cosa avete distrutto questa volta?- chiese esasperato.

-LA REPUTAZIONE DI NOSTRO PADRE SE TU NON CI AIUTI!!!- ulularono insieme, guardandolo supplicanti.

A queste parole, Boromir si preoccupò seriamente.

-Che cosa avete combinato, rospi?

-Abbiamo sconfitto il Drago…- cominciò Faramir.

-Ovvero il trono di nostro padre…- specificò Iramir.

-… con degli esplosivi magici!-

-Ovvero dei pomodori marci!-

-Poi nostro padre si è seduto sopra! Ed ha tenuto il discorso coi nobili!!

-E adesso sta venendo qui con il mantello tutto sporco!!

Boromir guardò scettico i suoi fratellini.

-E io cosa dovrei fare adesso?- chiese seccato.

-Salvare la reputazione di nostro padre!-

-Nonché la nostra vita!!!-

-Va bene, andatevene però adesso, staranno arrivando!- ringhiò Boromir mentre le porte si aprivano facendo entrare l’elite della nobiltà di Gondor.

Boromir accolse il padre con un sorriso smagliante, mettendosi dietro di lui e cercando di coprire il lercio mantello.

Nel frattempo, Denethor elencava le lodi e le capacità del suo amato primogenito.

Non aveva ancora finito di elogiare le sue capacità atletiche,quando il ragazzo inciampò nel famoso mantello nel tentativo di nasconderlo alla servitù.

Il ragazzo si rialzò, tornando dietro al padre mentre borbottava:

-Io quei due prima o poi li ammazzo! Dimmi te se per salvare la reputazione di nostro padre, nonché il loro fondoschiena, devo rimetterci la mia!!-

Con grande sollievo di Boromir, Denethor arrivò al suo posto e si sedette.

Mentre i nobili si sedevano, sotto al tavolo c’era un insolito movimento…

-Ahia, chi mi ha tirato un calcio nel fondoschiena?- si lamentò Faramir.

-Zitto, e guarda lì!- replicò Iramir indicando una torcia –se gli bruciamo il mantello papà dovrà di sicuro toglierselo!- spiegò il ragazzino come se fosse una cosa ovvia.

-Io non ci voglio avere niente a che fare!- rispose Faramir sconvolto.

-Con me o contro di me fratellino!- rispose Iramir iniziando a sgattaiolare fuori dal tavolo.

-Perché so che me ne pentirò?- borbottò Faramir seguendo il gemello.

Al sicuro da sguardi indiscreti Iramir prese la torcia e tornò sotto al tavolo, cominciando ad attraversarlo per raggiungere il sedile del padre.

-3… 2… 1… fuoco!- bisbigliò Iramir, mentre Faramir si tappava gli occhi.

Dopo pochi secondi, Boromir iniziò a sentire puzza di fumo, si girò verso il padre e si accorse che stava andando a fuoco. Istintivamente, il ragazzo afferrò una caraffa di acqua e la rovesciò addosso al padre, poi, nello scompiglio generale, alzò la tovaglia e vide i suoi peggiori timori confermati.

-E’ stata una mia idea!- esclamò con orgoglio Iramir, mentre Faramir annuiva convinto.

Il viso paonazzo di Denethor fece capolino sotto il tavolo, furioso.

-VOI? COSA CI FATE QUI?- tuonò il sovrintendente.

-Sono in missione suicida.- borbottò Boromir, appoggiandosi una mano sulla fronte.

-Ti salviamo la reputazione!- spiegò Iramir.

-Nelle stalle, SUBITO! Pulirete i cavalli e spalerete letame per tutto il pomeriggio! Della punizione seria parleremo questa sera! Boromir, accompagnali nelle scuderie e accertati che facciano ciò che ho detto!-

 

-Si può sapere cosa vi è saltato in mente?- domandò Boromir esasperato.

-Beh alla fine nessuno si è accorto che il manto era sporco no? Cerca di essere positivo fratellone!- esclamò Iramir.

Boromir lo fulminò con lo sguardo.

-Certo, e nostro padre non è neanche morto bruciato vivo! Dovete darvi una calmata! Ormai mancano solo due anni alla vostra cerimonia, dovete cominciare a comportarvi da veri Cavalieri di Gondor!-

-Se diventare Cavaliere significa essere soggiogati dal potere e sottomettere i più deboli come fa nostro padre io preferisco rimanere così come sono.-

Boromir guardò Iramir severamente, stupito dal ragionamento serio del fratello e preoccupato per le idee che il ragazzino stava maturando.

-Se ti sentisse nostro padre ti diserederebbe. Queste idee sono pericolose e non ti porteranno a nulla. Quanto sei disposto a perdere per difenderle?-

Gli occhi che gli risposero erano quelli di un uomo:

-Non mi berrò tutto quello che ci dice nostro padre solo perché lui crede di essere sempre nel giusto. E se per le mie idee dovrò combattere lo farò fino alla fine, anche a costo di perdere tutto il potere che un domani potrei avere.-

Per la prima volta Boromir si rese conto che i suoi fratellini, nonostante la loro età e i loro giochi ancora infantili, si stavano trasformando pian piano in degli uomini degni di diventare dei veri Cavalieri di Gondor.

Intanto erano arrivati alle stalle e Faramir e Iramir presero una pala a testa mentre Boromir  stava sulla porta a supervisionare.

-Saresti anche disposto a spalare letame per tutta la tua vita?- disse il più grande dei fratelli sorridendo ironico.

-Non lasceremo che qualcuno decida per noi quella che sarà la nostra vita.- a rispondere era stato Faramir –Nostro padre può anche decidere di lasciar cadere Minas Tirith, ma non ha il potere di scelta sulla nostra vita e su quella degli altri.-

-Ma non vi rendete conto che così state rinnegando tutto quello che ci hanno sempre insegnato? I valori in cui crediamo!- disse Boromir spaventato: non gli piaceva la piega che il discorso stava prendendo. Sapeva che Denethor non avrebbe tollerato un simile atteggiamento e avrebbe punito duramente i due ragazzini.

-Nostro padre non può obbligarci a condividere le sue idee.- risposero in coro i due fratelli.

-Vi conviene riflettere bene su ciò che state dicendo. Quando si diventa Cavalieri vengono richiesti dei giuramenti che vincolano per il resto della vita e che sono in contrasto con questo vostro modo di pensare.- detto questo Boromir se ne andò, colpito e turbato dall’indipendenza che i gemelli stavano dimostrando.

-Sì, bei cavalieri, con una pala al posto della spada.- borbottò Faramir.

-Eh sì, Boromir ha proprio ragione!- esclamò Iramir dalla cima di una montagna di letame –Dobbiamo crescere, quindi viviamo al meglio questi due anni che ci restano e dimostriamo che abbiamo una nostra indipendenza… BATTAGLIA DI LETAMEEEEE!!!- urlò il ragazzino mirando al fratello.

Mai le scuderie di Gondor erano state così pulite.

Mai, due figli del Sovrintendente erano stati così sporchi!

 

L’ora di cena si avvicinava, e Boromir era in bagno. Stava provando la quiete e la pace che può dare un bagno caldo dopo una giornata così movimentata. Suo padre era ancora arrabbiato, e ci voleva una ricarica prima dell’incontro di quella sera.

Si lasciò sprofondare ancora di più nella vasca, in uno stato di quiete massima, che finì non appena la porta si spalancò.

-Fratellone indovina cosa abbiamo combinato!- esclamarono i due gemelli.

Prima che il suo cervello connettesse, due terremoti saltarono nella vasca, schizzando dappertutto.

-NON SONO SICURO DI VOLERLO SAPERE, MICROBI!- urlò Boromir leggermente alterato.

-Il letto il letto il letto!- urlò Iramir

-Ci siete saltati ancora sopra?-

I ragazzini annuirono.

-Andiamo a rifarlo prima che se ne accorga.- sbuffò il fratello maggiore.

-E perché mai dovremmo farlo?- chiesero i due stupiti.

Boromir li guardò incredulo:

-Non l’avrete mica fatto apposta?!-

-Veramente l’abbiamo anche sporcato.- spiegò Faramir.

-E di cosa?- Boromir spalancò gli occhi.

-Letame…- disse con orgoglio Iramir.

Solo in quel momento, il diciottenne si accorse dello strano colore che aveva assunto l’acqua e represse un conato di vomito.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!!!!- un urlo disumano squarciò l’apparente quiete del palazzo –CHE COSA è SUCCESSO AL MIO LETTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO?????????????????-

Istintivamente, Boromir spinse i fratelli sott’acqua.

-Perché devo essere sempre io a tirarli fuori dalla merda?- borbottò prendendo l’asciugamano.

-Boromir!- urlò Denethor entrando in bagno –Dove sono i tuoi fratelli!-

-Nella merda fin sopra ai capelli…- borbottò il ragazzo sottovoce.

In quel momento, due figure melmose riemersero dalla vasca col fiatone.

– Ciao papà! Ti è piaciuto lo scherzetto?- disse Iramir con un sorriso disarmante.

-E’ stata una mia idea! Qual buon vento ti porta qui?- esclamò Faramir.

-Vento di guerra e di sciagura per voi! Figli indegni! Questo scherzo vi costerà molto caro! Passerete i prossimi mesi nell’armeria di Gondor, ad osservare gli addestramenti dei soldati e, quando riprenderete le vostre lezioni, dovrete aggiungere due ore al giorno di studio di uno strumento. E per un mese mangerete da soli! E ora filate in camera vostra!-

 

Il giorno seguente… prima lezione di musica: scelta dello strumento.

-Benvenuti nel mondo della musica, dove suonare è arte, dove poesia è armonia, dove scoprirete la vostra dimensione e il vostro io interiore… Allora, pronti a scegliere un compagno per questa avventura?-

-Io scelgo mio fratello!- dissero insieme i ragazzini spaventati.

-Sono senza speranza…- disse Boromir esasperato battendosi una mano sulla fronte.

-Intendevo lo strumento!- disse severa l’insegnante.

-Abbiamo la lira, l’arpa, l’armonica, il flauto, la chitarra…-

SDLENG SDLENG SDLENG…

FIIIII FIIIII FIIIIII…

PLONG PLONG PLONG…

-Ma chi me l’ha fatto fare di accompagnarli…- reclamò Boromir faticando a credere che quei due erano gli stessi ragazzini che il giorno precedente gli tenevano testa in un discorso d adulti.

-Signorina si riprenda!- la maestra era caduta a terra in preda a crisi epilettiche con bava alla bocca.

-A te Faramir, consiglio la lira, mentre a te Iramir il delicato flauto per far emergere la dolcezza che di sicuro è nascoste dentro di te.- disse l’insegnante.

Davanti alla faccia schifata del fratello, Boromir si nascose il viso tra le mani per ridere.

-Io preferirei questa…- commentò Iramir indicando la chitarra.

-No, quello strumento è troppo rozzo per voi, vostro padre non approverebbe mai!-

-Motivo in più per imparare a suonarla!- borbottò Faramir beccandosi un’occhiataccia da Boromir.

 

6 mesi dopo…

Non era certo usuale che un sovrintendente di Gondor stesse sdraiato su letto di notte pestando i piedi e cercando di coprirsi le orecchie col cuscino, ma i recenti avvenimenti avevano sconvolto le usanze della casa di Denethor figlio di Ecthelion…

Iramir, dopo una lunga e combattuta lotta con la sua insegnante, aveva preso possesso della chitarra e la suonava in ogni momento del giorno e della notte…

Quest’ultima frase era da prendere alla lettera, in quanto erano le tre di notte e Iramir stava ancora suonando e cantando a squarciagola una canzone da lui composta…

Oltre ad aver scoperto uno strumento, Iramir aveva scoperto anche di aver una voce bellissima…

-E buonanotte ai sognatori, sognatori di questa vita e buona notte ai perdenti perché vincano una partita, e buonanotte ai pescatori e alle loro lampare, a chi cammina per il mondo sempre avanti come il mare…-

-BUONA NOTTE UN CAVOLO!- urlò il sovrintendente con gli occhi lividi alzandosi e dirigendosi nella camera dei gemelli.

Intanto, Iramir aveva iniziato con un’altra canzone:

-Ti chiederai perché, io apro le finestre…-

-LA SOLA COSA CHE MI CHIEDO- fece Denethor irrompendo in camera –E’ PERCHè CONTINUI A SUONARE QUELL’INSULSO STRUMENTO!-

-Oh, ciao papà! Anche tu ancora sveglio?- gli domandò Iramir con un sorriso innocente.

-Se vuoi ti facciamo un concertino per conciliare il tuo sonno notturno!-

-Un sovrintendente deve riposare molto per svolgere al meglio gli ardui compiti che gli vengono affidati durante il giorno!- Concluse Iramir convinto.

-BOROMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIRRRR!!!!!!!- ormai nel castello non c’era più nessuno che dormiva.

A parte una persona….

-BOROMIIIIIIIIIRRR!!!!- tuonò Denethor per la seconda volta. Ma il figlio non rispose.

-BOROMIIIIIIIIR!!!-il sovrintendente si diresse verso la camera del primogenito a grandi falcate, spalancando la porta.

-BOROOOMIIIIIRRR!!!!!-

Il ragazzo sbadigliò nel sonno, agitando la mano come se qualcosa l’avesse disturbato e girandosi dall’altra parte.

-BOROOOOMIIIIIIIIIRRR!!!!!- il sovrintendente cominciò ad agitare il figlio, scrollandolo per le spalle.

Boromir si svegliò di soprassalto a quegli scossoni, e credendo di essere sotto attacco, istintivamente urlò e agì da soldato di Gondor.

-PEER GONDOOORR!!!!!!!- urlò il ragazzo colpendo il padre con un pugno. Lo sfortunato sovrintendente svenne sul colpo, cadendo sul pavimento e trovando finalmente la pace interiore.

 

-Mi uccide!! Mio padre mi ucciderà!!!- il primogenito del Sovrintendente camminava a grandi falcate per la sua stanza, sul pavimento Denethor era ancora incosciente, e nessuno si era disturbato a toglierlo da lì, per ora.

Due ragazzini di tredici anni si affacciarono alla stanza del fratello maggiore, sbirciando curiosi.

-E’ morto?- domandò Iramir notando il padre steso a terra.

-No.- rispose Boromir -Ma lo saremo noi se non risolviamo subito la cosa!-

-Ma perché è svenuto?- chiese Faramir, avvicinandosi -Fino ad un momento fa stava sbraitando! Come hai fatto a non sentirlo, fratellone?-

Boromir fu convinto che il reprimere l'impulso di urlare e di sfogarsi coi suoi fratellini gli sarebbe valso un posto in paradiso.

-Perchè?? Perchè?? Perchè da quando voi 2 rospi avete cominciato a fare i vostri concerti notturni mi sono arrangiato, io!! E dovrebbe farlo anche nostro padre!- Rispose il diciottenne, mostrando ai ragazzini due tappi di stoffa che evidentemente erano necessari in quel castello se non si voleva fare la fine di Denethor.

-Fratellone, da quando vuoi diventare sarto?- gli domandò Iramir

Boromir alzò gli occhi al cielo:

-Sono tappi per le orecchie!- precisò -Ed ora aiutatemi a riportare nostro padre in camera sua!-

-Ma è pesanteeee!- fecero i gemelli lamentandosi, ma vedendo l'occhiata assassina del fratello si affrettarono ad obbedire.

-Ma quanto pesa nostro padre??- Iramir si sentiva schiacciare dal peso del braccio sinistro.

-Non stupirti, hai visto come mangia a tavola?? Sembra una porcello che non mangia da mesi!!-

-FARAMIR! IRAMIR! NON OSATE PARLARE COSì DI NOSTRO PADRE!!- urlò Boromir, cercando di sorreggere entrambe le gambe.

-Ma è pesanteeeeee!- reclamarono i gemelli - e poi non dire che non ti sei mai accorto anche tu di come mangia! Si sbrodola sempre tutto, mangia con le mani qualsiasi cosa!- disse Faramir

-Puoi dire tutto di noi, ma non che a tavola ci comportiamo peggio di lui!- ci tenne a precisare Iramir

Boromir alzò gli occhi al cielo, ma in fondo sapeva che su questo i suoi fratelli avevano ragione!

-Attenti alla port...-

SBAM!!!

Boromir non fece in tempo a finire la frase, che i due gemelli fecero sbattere la testa del padre contro lo stipite della porta

-OPS!!!_ commentarono

-Poco male!- Iramir fece spallucce.

-Ok,ok, staremo più attenti!!- aggiunse vedendo l'espressione del fratello.

-Tanto ha la testa dura!- commentò sottovoce Faramir rivolto al gemello.

Fortunatamente Boromir era impegnato a non far sbattere lo stomaco del padre contro una colonna e non lo sentì.

-Aprite la porta della sua camera!- disse Boromir ai fratelli.

                   Ma logicamente i due non sentirono, e la testa di Denethor andò a sbattere in pieno contro la porta, come se fosse un ariete che cercava di abbatterla.

     -Ops! scusa, la apriamo!!- dissero in coro, lasciando le braccia del padre e facendogli sbattere la nuca sul pavimento di marmo.

Il Sovrintendente di Gondor non ricordò molto di quella notte e di quelle successive, e ogni mattina osservava stupito nuovi lividi che gli erano venuti durante le ore di sonno.

Fu particolarmente grato a Boromir quando, per il suo compleanno, gli regalò dei tappi per le orecchie grazie ai quali tornò a dormire sonni tranquilli.              e riprese a

 

   
 
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