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Autore: ale_97    30/08/2011    1 recensioni
Tom si alzò più tardi del solito quella mattina. Non aveva nessuna voglia di alzarsi poiché quella luce fioca che penetrava dalla finestra era stranamente dolce.
Genere: Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tom si alzò più tardi del solito quella mattina. Non aveva nessuna voglia di alzarsi poiché quella luce fioca che penetrava dalla finestra era stranamente dolce. Una volta in piedi andò in cucina, dove non trovò nessuno. Strano. Ogni mattina in cucina c’era sua madre che gli preparava la colazione dopo averlo svegliato. Fece un breve giro della casa, ma non vide l’ombra di nessuno. “Saranno usciti” pensò. Mentre consumava la colazione, notò che vi era un messaggio registrato nella segreteria telefonica. “Tom, sono Frank, oggi tua madre e tuo padre mi hanno chiesto di prendermi cura di te visto che avevano degli impegni. Passerò da casa tua verso le 11:00 e pranzerai con noi”. Il tempo passò molto in fretta. Alle 11:00 in punto l’auto dello zio sostò davanti alla casa e, mentre Tom stava uscendo, notò il cellulare della madre, sopra un mobile. “Mia madre porta sempre il suo telefono con sé” ma tagliò corto convincendosi che se lo era semplicemente dimenticato. Entrò nell’auto e non scambiò neanche una parola con suo zio. In effetti non lo conosceva molto bene, e non era mai stato a casa sua. Appena arrivò notò che la casa era veramente malridotta e che assomigliava ad una di quelle case che di vedono nei film di fantasmi.  Frank parcheggiò e uscirono dall’auto. Gli venne subito incontro sua zia, Marilda, molto più simpatica e ospitale di suo zio. “Da quanto tempo che non ci vediamo Tom! Ti ricordi di me?”  Tom annuì ma in realtà non si ricordava affatto chi fosse quella donna, come del resto non si ricordava il volto dello zio. Appena entrò in casa, sentì un brivido lungo la schiena. Vi erano un sacco di ragnatele sulle pareti. C’era uno strano profumo all’ingresso di quella casa, un profumo molto familiare. “ Ti mostro la camera dove alloggerai questa notte” disse Marilda. “che vuol dire? Non sapevo di dover dormire qui, mia madre non mi ha avvisato” rispose Tom un po’ infastidito. “Ah se ne sarà dimenticata…non ti preoccupare, mi ha detto che doveva andare in un posto con tuo padre e che non sarebbe ritornata prima di domani”. La sua camera si trovava al piano di sopra in fondo ad un lungo e tetro corridoio per niente illuminato dal Sole. “Tra un’ora scendi giù, sarà pronto a tavola”. La zia se ne andò, e lasciò Tom da solo. Non era un granché quella stanza. Si sedette sul letto, e pensò. Era successo tutto così in fretta, il messaggio, lo zio, la casa e il resto. Sembrava tutto poco reale…i suoi pensieri vennero interrotti dalla voce della zia, che lo stava chiamando per dirgli che era pronto a tavola. Mentre usciva dalla stanza, Tom notò una piccola scala a chiocciola, che sicuramente portava in soffitta. Ma non si soffermò a guardarla e scese giù. Tom si mise a mangiare silenziosamente con i suoi zii. Visto che gli zii non erano dei gran chiacchieroni, decise di rompere lui il ghiaccio. “dove porta quella scala a chiocciola di sopra?” esitarono a rispondere entrambi, finché Marilda non gli rispose: “da nessuna parte di interessante… porta in soffitta, un luogo pieno di polvere e di vecchiumi vari”. Finirono di mangiare e la zia consigliò a Tom di andare a riposare in camera sua. Tom obbedì, anche se non aveva alcuna voglia di “riposare” visto che aveva dormito tutta la mattina. Aveva invece intenzione di andare in soffitta. Salì le scale a chiocciola rapidamente, e aprì una piccola porta che lo condusse in quel luogo che suscitava tanto mistero in lui. Ad un certo punto lo sentì di nuovo, sentì di nuovo quel profumo, e riuscì a ricordarsi che era lo stesso identico profumo che il padre regalò alla madre il giorno di Natale. Forse era solo una coincidenza. O forse no. Cosa ci faceva il profumo della madre nella soffitta polverosa degli zii? Non seppe spiegarselo. Notò una fila di ragnetti che si muoveva verso un grosso armadio. Li seguì. In fondo alla soffitta vide che l’armadio era leggermente spostato in avanti da un lato. La sua curiosità lo portò a guardare cosa ci fosse dietro. Cosa ci poteva stare? Un semplice muro. Ma…non era così. Era una porta camuffata.
 Man mano che andava avanti tutto si faceva sempre più strano. Il profumo, i ragni, la porta dietro l’armadio… morì dalla voglia di aprirla. Dietro quella porta non c’era niente, se non un buio impenetrabile e lo stesso profumo di prima. Ma c’era anche qualcos’altro. Sentì dei mugugni provenienti forse dalla fine della stanza. Prese una torcia dalla soffitta e fece luce in quella orribile stanza. “ O mio dio”. C’erano i genitori in fondo alla stanza, intrappolati in una gigantesca tela di ragno. “Noooooooooo, Tom scappa è una trappola” Urlò il padre. La madre sembrava essersi addormentata. L’armadio venne spostato di colpo in modo da non poter permettere l’uscita, mentre Tom era terrorizzato alla vista dei genitori in quello stato e dei ragni che stavano entrando in quella stanza da piccole fenditure. In poco tempo quella stanza si riempì di ragnetti che gli arrivarono fino al collo. E ad un certo punto vide il più grosso e il più orribile. Era nel panico. Capì che sarebbe morto, insieme ai suoi genitori e insieme alle speranze di salvarli. Si sentiva impotente, inghiottito da tutti quei ragni. Non poté fare niente. Si limitò a chiudere gli occhi, e aspettò la fine.
Fu allora che si svegliò. Una luce fioca gli accarezzava il volto. Era stato solo un sogno, o meglio, un incubo. Si sentì molto sollevato di essere a casa sua, nel suo letto. Andò in cucina. Ma non vide nessuno. “Questa scena l’ho già vissuta” pensò. “mamma! Papà! Siete a casa?” ma nessuno gli rispose. No. Non poteva accadere di nuovo. Si voltò, e vide che c’era un messaggio registrato nella segreteria telefonica. Con le mani tremanti schiacciò il pulsante che lo fece sobbalzare dalla paura: era suo zio. 
  
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