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Autore: Koori_chan    30/08/2011    0 recensioni
Austria e Genova.
Raccolta su due personaggi che hanno in comune molto più di quanto non immaginino.
Pensieri, frammenti di vita e ricordi di due persone che prima o poi impareranno a capirsi. E forse, perchè no? Anche ad accettarsi...
[Presenza OC: Genova]
Genere: Introspettivo, Slice of life, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Eccezioni

Marina odiava Roderich.
Odiava i suoi folti capelli castani sempre ordinati.
Odiava il suo viso sempre pulito.
Odiava le sue mani curate, gli abiti di bella fattura, i suoi occhialetti rettangolari.
Odiava le sue buone maniere, la sua pazienza, la sua vasta cultura.
Non sopportava il fatto che vivesse in una magnifica casa ricca di mobili di valore, detestava l’idea che avesse la facoltà di dare ordini a chiunque desiderasse senza mai dover muovere un muscolo per ottenere qualcosa.
Non capiva come Veneziano fosse riuscito ad affezionarsi al ragazzo che l’aveva reso praticamente uno schiavo.
Roderich odiava Marina.
Odiava i suoi occhi color del mare così profondi per una bambina.
Odiava il suo accento stretto e incomprensibile, che riusciva a trasformare anche un complimento in qualcosa di sgradevole.
Odiava i suoi stivali sempre impolverati e sporchi di fango.
Non riusciva a capacitarsi di come non si fosse ancora rassegnata all’idea di essere un suo dominio, era colto dai brividi quando sentiva il rumore dei suoi preziosi piatti di porcellana che si infrangevano sul pavimento. Sapeva che lo faceva apposta, e la odiava ancora di più.
Proprio non poteva comprendere come Sacro Romano Impero la trovasse così simpatica…
Aveva cercato di farsela andare a genio in ogni modo, ma era come se fra loro due ci fosse stato un muro invalicabile.
E nessuno dei due aveva intenzione di sprecare le proprie energie per tentare di scavalcarlo e guardare oltre: preferivano utilizzarle tutte nella degna occupazione di detestarsi a vicenda.
Se capitava loro di incontrarsi era difficile che mantenessero un comportamento decoroso, era più forte di loro, non potevano impedirsi di battibeccare, lanciarsi frecciatine velenose, insultarsi apertamente, proprio come una vecchia coppia.
Era come se fossero d’accordo, dopo le prime battute di circostanza ognuno dava libero sfogo ai suoi pensieri, chi tramite discorsi forbiti, chi con un vocabolario decisamente più colloquiale.
Erano come cane e gatto, e nessuno poteva farci niente.
Eppure la lussuosa casa di Roderich gli sembrava troppo grande, le innumerevoli stanze inutili senza qualcuno ad abitarle.
Durante le lunghe e buie sere d’inverno, quando la neve cadeva a grossi fiocchi fuori dalle finestre, sentiva la mancanza di quella vocetta orgogliosa che raccontava storie come nessun altro sapeva fare. Viaggi in terre lontane, avventure mozzafiato in balia di venti e maree… in quei frangenti Austria dimeticava completamente il suo terrore per il mare, lasciandosi trasportare dalle parole della giovane navigatrice.
Non era rimasto che il ricordo di quelle serate passate tutti insieme davanti al caminetto, e a lui non restava che sedersi sulla sua vecchia poltrona con un libro tra le mani, finchè il sonno non prendeva il sopravvento.
D’altro canto, Zena si irrigidiva sempre nel sentire delle note al pianoforte, riportavano alla mente vecchi ricordi che aveva creduto di aver bandito per sempre dalla sua memoria. Cercava di far finta di niente, ma si vedeva ogni volta l’espressione delusa sul suo volto nel non trovare Roderich seduto davanti allo strumento.
Si voltava ancora per le strade quando percepiva quell’odore morbido e piacevole di torta al cioccolato e di marmellata di albicocche. Si guardava intorno, strizzando gli occhi che scorrevano rapidi i volti dei passanti, come se davvero avesse creduto di potervi scorgere quello severo e intelligente dell’austriaco.
Si guardava bene dal confessare che il suo dolce preferito era la Sachertorte.
Se qualcuno avesse fatto notare loro quelle piccole debolezze entrambi si sarebbero affrettati a smentire ogni cosa, perché come potevano due persone come loro andare d’accordo? Com’era possibile che sentissero la mancanza l’uno dell’altra quando in reciproca presenza si poteva vedere l’odio che scorreva fra di loro come scariche elettriche?
Ma l’odio è un sentimento davvero troppo facile da provare, un sentimento così cupo da adombrare tutti gli altri, mascherandoli di nero. Un’ottima scusa per nascondere qualcosa di diverso, di inaspettato, forse.
Parole al vento, nessuno di loro avrebbe mai osato guardarsi dentro e interrogarsi su ciò che davvero pensavano dell’altro.
O forse era proprio perché vi avevano scorto qualcosa che non si sarrebero mai aspettati che ostentavano tutto      quell’astio?
No, era impossibile.
Non significava niente il fatto che Roderich abbandonasse ogni sua occupazione solo per ascoltare la ragazza cantare mentre faceva le pulizie, erano del tutto indifferenti le premure che Marina aveva nei suoi confronti quando si ammalava.
Le volte in cui lui si avvicinava in punta di piedi al sofà sul quale era crollata adormentata per sistemarle la coperta sulle spalle, o quando lei si nascondeva dietro la porta per sentirlo suonare non erano affatto da tenere in considerazione.
Non c’entrava nulla con il loro rapporto.
Roderich e Marina si odiavano.
Quelle erano solo piccole, trascurabili eccezioni

  
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