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Autore: Akemi_Kaires    30/08/2011    5 recensioni
[Billshipping, Viola/Barry]
Le separazioni sono sempre dolorose, dopotutto.
E al cuore non si può comandare: è lui che guida verso un percorso già deciso e delineato a suo tempo. Contrastarlo è totalmente inutile...
(Dedicata a TeddyBiBBy, la mia sorellina, e a tutti i fan della Bill!!!)
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
- Questa storia fa parte della serie 'With You, My Love'
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{Oggi mi sono svegliato in un sogno
Per il freddo (causato) dall’immobilità, e ho appoggiato i miei piedi freddi sul pavimento Dimenticando tutto di ieri
Ricordando che sto fingendo di essere dove non sono più
Il sottile sapore dell’ipocrisia
E sono rimasto, come conseguenza dell'errore, lento a reagire
anche se tu mi sei così vicino
sei tuttavia così distante, e non posso riportarti indietro.}



L’aveva sognata nuovamente, cosa che ormai avveniva da notte intere come se fosse un rituale, e si era beato della sua fugace e misteriosa figura per tutta la durata del sogno, pregando che quelle immagini non potessero mai finire, che quei momenti magici non potessero terminare improvvisamente, abbandonandolo alla cruda e fredda realtà.
La sua figura si era stagliata nella sua mente, rendendo ancor più dolce e malinconico al contempo il suo sogno.
Era bella come non mai, nelle sue vesti da Regina e nel suo comportamento così regale e composto. La sua voce melodiosa risuonava nella sua mente stanca e sopraffatta dalla tristezza. Gli cantava parole dolci, rassicuranti, confortanti come quelle di una madre nei confronti del proprio figlio.
Il vento spirava sul suo dolce viso, smuovendo i capelli color della notte, irradiando di luce i suoi occhi viola magnetici e stupendi, profondi e misteriosi.
Purtroppo, si trattava solamente di un sogno, un frutto della sua immaginazione corrotta dalla solitudine asfissiante e morbosa.
Se tutto ciò non corrispondeva alla realtà, in fin dei conti, era solo per colpa sua e dell’esuberanza che caratterizzava il suo essere. E dire che, se aveva deciso di ritornare a Sinnoh e battere la Lega Pokèmon, era solamente per sentirsi finalmente degno di porsi al fianco della giovane Viola Moon, sua Maestà di Piumia.
Era stato lui a decidere le sorti del suo futuro, a giocare a dadi con la vita, iniziando a percorrere quella strada che, forse un giorno, lo avrebbe portato alla tanto bramata gloria. Eppure, quella decisione lo aveva condotto distante da lei, l’amore della sua vita.
Barry, immerso nel gelido e ostile buio della sua stanza, spostò istintivamente lo sguardo verso una fotografia che giaceva accanto al suo letto. Eccola, sorridente e maestosa come non mai, affiancata dal suo fedele Umbreon. Poteva quasi percepire la sua presenza accanto a sé, come se gli fosse vicino.
Per un attimo, si sentì come un infante abbandonato a sé stesso, piangente, spaurito, smarrito e abbandonato tra le spire mortali della solitudine, così opprimente e insopportabile come non lo era mai stata.
Le mancava da impazzire. Prima o poi, sarebbe impazzito alla sola idea di non poterla più incontrare per un enorme e, all’apparenza, infinito lasso di tempo.
Ironia della sorte, era stato proprio lui stesso a costruire quella situazione, a compromettere il loro futuro assieme.


{E’ vero
La distanza che sento
è stata promessa dal tuo volto
Il suono della tua voce
Impresso nei miei ricordi
Anche se non sei con me}



Viola contemplò in silenzio la bellezza della luna piena, ormai alta in cielo, circondata da uno splendente firmamento dallo sfavillio mozzafiato.
Si inebriò totalmente in quel magnificente spettacolo della natura, cercando di soffocare i ricordi che, sopiti, attendevano il momento propizio per fare capolino nella sua mente e ghermirla con gli artigli oscuri del rimorso.
Se n’era andato via, stavolta per sempre. Nonostante la promessa che le aveva fatto, ossia quella che avrebbe fatto ritorno non appena avrebbe raggiunto il suo traguardo, era perfettamente consapevole che non sarebbe mai riuscito a mantenere tale giuramento.
E lei, come una sciocca, l’aveva lasciato fare, credendo fermamente che il suo Principe stesse scherzando come al suo solito. Ed ora non c’era più, ed era solamente colpa della sua sottovalutazione nei confronti dell’esuberante ragazzo.
Neppure le stelle, candide e lucenti, possedevano più quella bellezza che sentiva di poter tastare con i sensi, ogni qualvolta che entrambi si soffermavano a fissarle e riflettere su quante emozioni avevano provato nel corso della loro vita.
Poteva ancora sentirlo, accanto a sé.
Sorrise, non appena la fervida immaginazione disegnò al suo fianco la sua figura evanescente, sempre allegra ed esuberante, intenta a mostrarle chissà quale costellazione, anche a costo di sporgersi troppo e scivolare giù, cadendo nei cespugli sottostanti.
La Regina soffocò una risata amara, mentre una lacrima scivolava calda lungo il suo viso stanco.


{Io sono con te}



“Vivì, stai tranquilla. Anche se ci separano miglia, io ti sono sempre accanto”.
A suo tempo, aveva pronunciato quel giuramento col cuore, mettendoci tutto l’amore nutrito nei confronti della sua ragazza. Eppure ora, rivangando sul quel mesto ricordo, suonava alle sue orecchie così falsa, infantile, per nulla idonea alla situazione.
Le aveva spezzato il cuore. L’aveva abbandonata a quel destino opprimente, ad un futuro da regina senza alcun diritto, ad una solitudine perenne.
Quanto avrebbe dato per poter rimediare a quel tremendo errore…


{Tu/Ora vedo
Tenendo tutto dentro
Tu /ora vedo
anche quando chiudo i miei occhi}



Facendo affidamento a tutto il suo orgoglio e alla sua compostezza, la giovane cercò di trattenersi dallo scoppiare a piangere e gridare al suo popolo il dolore che ghermiva la sua anima con artigli oscuri.
Doveva essere forte e coraggiosa per tutte quelle persone che credevano ciecamente in lei, che riponevano vita e aspettative nei suoi confronti. Sebbene questa convinzione la spingesse a dare il massimo, ora più che mai si sentiva spoglia, invulnerabile di fronte agli occhi del destino avverso, suo nemico mortale sin dalla nascita.
Cercò di non infrangere la pace della sua regione con le sue pene d’amore, annullandosi ad esse. Eppure la vivida e nitida immagine del suo dolce Principe faceva sempre capolino nei suoi pensieri, ogni qualvolta chiudesse gli occhi per nascondersi al mondo e farsi cullare da quella agrodolce malinconia avvolgente e calda, perfino rassicurante.


{Ti colpisco e tu colpisci me
Noi cadiamo sul pavimento, il resto del giorno rimaniamo inerti
Sottile linea tra questo e quello
Quando le cose vanno per il verso sbagliato
faccio finta che il passato non sia reale}



Gli mancava proprio tutto di lei. Ogni cosa, ogni minimo dettaglio e azione, appariva ai suoi occhi stanchi e ricolmi di lacrime rapprese sfocato e irraggiungibile, inafferrabile e lontano.
Quanto avrebbe dato per poter udire nuovamente la sua voce carezzevole e morbida, il suo respiro dolce e caldo, e poter riassaporare tutti quei fugaci momenti vissuti al suo fianco, resi così speciali e unici solamente dalla sua presenza.
Perfino le continue e potenti Pallaombre che colpivano il suo corpo, sotto ordine della bella Viola, gli mancavano. Ancor più ricordava con rammarico come entrambi cadevano a terra, soddisfatti e divertiti da quel “botta e risposta” nel quale spesso si cimentavano.
“Guarda quelle nuvole. Cosa ti ricorda la loro forma?” gli sussurrava sempre all’orecchio, mentre entrambi, inerti e immobili, carezzati dalla brezza, fissavano il cielo turchino, godendo di quegli attimi semplici che donavano un pizzico di gioia ed euforia alle piatte giornate.
Barry digrignò i denti, non appena fu consapevole di quanto quei giorni lontani non si sarebbero più presentati alla sua vita. Il reale presente non sarebbe mai divenuto così speciale, senza lei.


{Ora sono intrappolato in questo ricordo
E sono rimasto, come conseguenza dell'errore, lento a reagire
anche se tu sei vicino a me
sei tuttavia così distante, e non posso riportarti indietro.}



- Milady – mormorò la voce seriosa e rigida del suo maggiordomo, ridestando la Regina dal flusso imponente e impetuoso dei suoi ricordi.
Viola voltò leggermente il capo, guardando con aria inespressiva e assente il suo domestico. Per un attimo, si era illusa di poter ricevere la gradita notizia, attesa e bramata ormai da giorni, del ritorno del suo tanto amato Principe esaltato.
- I Guardiani di Cuorugiada la attendono per la spiegazione del relativo piano nei riguardi della regione – proseguì lui, congedandosi poco dopo aver recapitato la notizia, lasciando nuovamente la giovane assieme al rimorso e al rammarico.
Quell’annuncio pareva così lontano, inudibile, come se provenisse da un luogo remoto e lontano, piuttosto distante da lei. Lentamente, badando poco ai suoi rigorosi doveri, si lasciò trasportare dai ricordi, afferrando con mano inguantata quella sciarpa verde che precedentemente era appartenuta all’Allenatore. L’avvolse attorno al suo collo, inspirando profondamente l’odore del suo amato, inebriandosi di esso come se fosse una droga letale della quale provava profonda dipendenza. Quella sensazione la coccolava dolcemente, carezzandole il viso ormai rigato da profonde lacrime brucianti di passione.
Mai come allora lo aveva sentito così vicino e lontano al contempo. Mai si era accorta di quanto le mancasse infinitamente.
Era un Regina. Con uno schiocco di dita, poteva cambiare ogni cosa a suo piacimento. Eppure, nonostante tale potere e influsso, mai sarebbe riuscita a ricondurre il suo amato Barry al suo fianco.


{No, non importa fino a che punto siamo arrivati
Non posso aspettare di vedere domani
per stare con te.}



Barry osservò silenziosamente il frutto della sua fatica e del suo sacrificio. Squadrò con attenzione ogni medaglia ottenuta, lucidandola con dovuta cura, osservando con malinconia ciò che aveva ottenuto rinunciando al suo amore.
Davvero era valsa la pena rinunziare a coronare il suo sogno per un motivo così materiale e, oramai, futile? A pensarci bene, sembrava perfino insenato e illogico.
Con rabbia, gettò lontano quel suo premio pagato a duro prezzo, vanificando ogni suo gesto passato, gettando al rogo un suo possibile futuro da Campione.
Che senso aveva, però, divenire il più forte allenatore del mondo se non aveva la donna della sua vita al suo fianco?
- Empoleon… torniamo a casa.
Non poteva aspettare oltre. Il suo posto, dopotutto, non era lì, in quel luogo che considerava la sua “residenza”. Il suo ruolo era lì, a Piumia, accanto alla sua Regina, accanto a lei, per sempre.
E mai più avrebbe gettato al vento il suo destino, andando in senso opposto alla strada che l’amore aveva prefissato per loro. Avrebbe percorso quella via assieme al suo tesoro, a Viola, mano nella mano.
Nulla più li avrebbe separati.

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La canzone usata per questa shot è "With You" dei Linkin Park (traduzione in italiano). Spero sia di vostro gradimento. ^_^
Amy
  
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