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Autore: Autumnsong    30/08/2011    5 recensioni
Basso e mingherlino, con grandi occhi nocciola e capelli castano scuro, Frank Iero sembrava tutto tranne che un pugile, ed ogni persona con cui parlava, glielo faceva notare - e pesare;
per sua fortuna era molto agile e veloce, e sgusciava tra le gambe degli avversari,
si arrampicava sulle corde attorno al ring e saltava.
E soprattutto, si sentiva vivo.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Body Snatchers
as he exchanges pain for pleasure

 


FRANK! FRANK! FRANK!” urlava la folla in delirio. 

La testa gli stava esplodendo, ma il suo corpo tremava di adrenalina pura, si sentiva forte. Strinse i pugni mentre l’energia attraversava il suo corpo: dalle gambe fino al petto, al cuore, e avanzò di alcuni passi. Attraversò lentamente il corridoio che portava al centro della sala, respirò profondamente e salì sul ring. 
Basso e mingherlino, con grandi occhi nocciola e capelli castano scuro, Frank Iero sembrava tutto tranne che un pugile, ed ogni persona con cui parlava, glielo faceva notare - e pesare; per sua fortuna era molto agile e veloce, e sgusciava tra le gambe degli avversari, si arrampicava sulle corde attorno al ring e saltava.
E soprattutto, si sentiva vivo.
Sentire il dolore fisico era quasi un sollievo, in quanto alleviava il dolore che provava dentro, le preoccupazioni, tutto. Era finito al pronto soccorso solo un paio di volte e comunque aveva bisogno di soldi, il ‘’lavoro’’ che aveva trovato non gli dispiaceva e lui stava bene così.
«Signori e signore, Frank Iero è pronto per voi, chi vuole sfidarlo? In palio stasera 500$! Coraggio, fatevi avanti!» Frank pregò che non fossero ragazzini ad offrirsi, e sospirò di sollievo quando vide un uomo sui trenta alzarsi ed avviarsi verso di lui con aria gasata e pugni serrati. Frank ammiccò all’avversario e si diresse verso un angolo del ring aspettando il via dell’arbitro. 
Un colpo secco di pistola annunciò l’inizio del match, e l’uomo gli si scaraventò addosso con un urlo roco. Frank si abbassò e rotolò a terra per poi rialzarsi dall’altra parte del tappeto, scoccò un’occhiata all’avversario e salì su un elastico. Aspettò che l’uomo fosse abbastanza vicino e gli saltò sulle spalle facendolo cadere, lo girò e gli appoggiò le mani sulle spalle. L’altro iniziò a prenderlo a calci e Frank gemette, ma nel frattempo l’arbitro aveva già battuto i tre colpi sul pavimento ed aveva fischiato la fine del match. 
«..E il nostro Iero vince ancora! Qualcun altro che vuole provare a distruggerlo?» Un altro uomo salì sul ring, e in pochi minuti Frank gli fu addosso, lo fece cadere e gli spinse le spalle al pavimento. E vinse. 
Succedeva sempre, e se qualcun altro si sarebbe montato la testa, a lui interessavano solo i soldi per la chitarra, per la macchina, per un appartamento, per una vita. Entrava e usciva dalla sala con la testa bassa, ed ogni volta sperava di poter vincere senza dover picchiare nessuno, perché veder soffrire le persone gli faceva pensare a suo padre e non ne aveva certo bisogno.

«Sono a casa.» Frank si buttò sul divano senza nemmeno togliersi le scarpe, e prese una sigaretta dal pacchetto appoggiato sul tavolino. La tv era spenta, e nella casa regnava il silenzio, ad esclusione del rumore di passi che si avvicinava dal pianerottolo dell’appartamento. «Ciao. E’ rimasta un po’ di pizza se vuoi, è in frigo.. Ci sono anche delle birre. Tutto ok?» un ragazzo spuntò dalla porta del corridoio e gli sorrise.
Le ciocche nere gli ricadevano sugli occhi verdi, e i vestiti neri e aderenti facevano risaltare la pelle diafana e la figura slanciata, le mani e gli avambracci erano ricoperti di vernice rossa che assomigliava vagamente a sangue e le labbra stringevano una sigaretta spenta. Frank gli fece un cenno. «Mh grazie, sì tutto bene. Tu? Ho 500 dollari comunque.» Gerard spalancò gli occhi sorridendo ancora ed esclamò: «500? Allora domani spesa, siamo senza cibo. Tutto bene, grazie. Vado a letto, sono stanco.. A domani.»
Gerard si avviò verso la camera da letto e Frank andò in cucina, prese pizza e birra e si sedette sul bancone.
L’appartamento puzzava di fumo e di chiuso, e i ragazzi vivevano perennemente nella penombra a causa del suo inquilino e del fastidio che provava verso la luce.
Era uno spazio piccolo e convivere non era molto facile per loro, sebbene fosse da quasi un anno che condividevano l’appartamento; spesso litigavano e i loro oggetti e vestiti si confondevano creando perenne caos in ogni stanza.
Frank si riprometteva di tenere un salvadanaio e di raccogliere tanti soldi da comperarsi un bilocale da solo, ma poi finiva per preferire la chitarra, o usarli per qualcos’altro.
Alla fine, almeno si facevano compagnia e Gerard alleviava la solitudine che riempiva il cuore di Frank quando abbandonava l’adrenalina del ring e tornava alla vita reale.





   
 
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