_One word too
many
Le
risate potevano essere percepite anche fuori dal ristorante dell’albergo,
nonostante la sala che aveva prenotato il cast fosse una di quelle interne ed
occorresse attraversarne almeno altre tre per raggiungerla.
Ovviamente
quel chiasso assurdo – e anche inadeguato, considerato il posto – non poté che
peggiorare l’umore già nero dal principio che avvolgeva Darren come una nuvola
pronta a scatenare tempesta alla prima provocazione.
Quando
spinse la porta di vetro, scorgendo finalmente i colleghi, ci mancò poco che
quest’ultima non andasse in frantumi, sbattendo contro il carrellino di un
cameriere; questi lanciò un’occhiata di disappunto all’attore che, però, quasi
parve non accorgersi di quello che era successo, ma tirò dritto per la sua
strada.
«Oh,
oh! Ecco Darren, gente! Ora siamo al completo!» esclamò Mark con entusiasmo,
accompagnato dagli applausi di Naya e Dianna.
Darren
non si chiese da dove venisse tutto quell’entusiasmo o l’energia che,
nonostante la giornata di riprese, non aveva abbandonato nessuno dei colleghi:
ormai era abituato alla normale follia che coinvolgeva tutto il cast e già si
era chiesto più volte se li avessero scelti apposta senza mettercene uno
normale.
Senza
dire nulla né salutare, arrivò fino al tavolo con passo rigido e si fermò
davanti a Chris. Questi lo guardò con ancora lo strascico di un sorriso che gli
illuminava il volto, ma che si spense non appena incontrò gli occhi chiari di
Darren tanto freddi.
Trattenne
il fiato. Non erano mai stati tanto
freddi.
«Ch’è
successo?» chiese con serietà forzata, ma presente.
«Devo
parlarti» rispose l’altro laconico, prima di prendergli il polso con forza e
tirarlo dalla sedia quasi con malagrazia.
Chris
spalancò gli occhi quasi sconvolto.
«Darren
che diavolo fai? Lasciami, ti sto seguendo, non c’è bisogno di tirarmi! Dove
stiamo andando?» quasi gridò, risentito, ma non ottenne altro che maggiore
fretta e in breve entrambi furono fuori dalla sala, un ultimo sguardo del
soprano rivolto ai compagni che guardavano la scena allibiti.
Neanche
quando furono in ascensore il riccio lasciò la presa quasi violenta che
intrappolava il polso del più piccolo.
«Mi
dici che stiamo facendo?» insistette quest’ultimo, cercando di incontrare gli
occhi dell’amico, senza successo «Siamo in un ascensore: anche volendo, non
potrei andare da nessuna parte»
Darren
però sembrava non ascoltare nessuna delle parole che Chris gli stava
rivolgendo, o almeno così dedusse questi, dato che il suo polso rimase
bloccato. Mentre l’ascensore arrivava al quinto piano, ebbe alcuni istanti per
guardare con attenzione il suo migliore
amico e notò con uno strano tremore che, a dirla tutta, non seppe definire
– o ebbe paura di farlo – che ogni
muscolo di quel corpo di poco più basso del suo era teso come mai aveva visto
prima d’ora.
Era
tutto completamente assurdo – irreale. Quello neanche sembrava Darren e una
strana paura si stava insinuando nel suo stomaco con incredibile rapidità.
Quando
furono sul piano, Chris si rese conto che puntavano alla sua camera, ma non
seppe se potersi rilassare o meno e si concentrò solo sul tenere il passo del
collega che camminava a grande falcate, minacciando di farlo cadere se fosse
rimasto indietro.
Solo
quando furono finalmente in camera il maggiore lo lasciò finalmente andare.
«Sei
impazzito?! Ma che diavolo…? Mi hai fatto male!» gridò tra la rabbia e il
panico Chris, massaggiandosi il polso su cui era apparso un cerchio che dal
pallido stava vistosamente passando al rosso.
«Cosa
ti è saltato in mente?» parlò – no, gridò, anche lui – finalmente Darren «Join the club? Sul serio?!»
Il
soprano non sapeva cosa dire: era questo, quindi? Aveva fatto un’entrata simile
e lo aveva trascinato via fino alla sua camera, al quinto piano, per questo? Qual era la novità? Era solo
l’ennesima frase-da-fraintendere che
ogni tanto si lasciavano scappare per poi vedere i fans impazzire on-line.
Che
poi lui quella cosa – e tutte le precedenti – la pensasse davvero… beh, era una
questione a parte. Da risolvere, ma non ora. Non con gli occhi del tenore
ancora tanto freddi puntati addosso e la rabbia che minacciava di travolgerlo.
«La
cosa non dovrebbe sorprenderti, avanti! Lo facciamo sempre più spesso ormai! E
poi, hai visto che cosa si è scatenato? Ma tu.. non è tutta una montatura?
Darren Criss, se è uno dei tuoi stupidi scherzi,
giuro che stavolta non la passi liscia!»
Idiota!
Solo un idiota poteva inventarsi tutto quello solo per il gusto di spaventarlo!
Eppure…
la rabbia e la freddezza di Darren non accennavano a sparire e i lineamenti non
provavano nemmeno a distendersi, tesi com’erano a causa di sentimenti che mai avrebbe pensato potessero
essere rivolti a lui.
«Non
sto scherzando, Chris! Sei andato oltre stavolta!»
Il
giovane ebbe l’impressione che il suo cuore avesse appena perso un colpo. Prese
a fissarlo come se non riuscisse a capire le sue parole e in un certo senso era
così: non capiva. Non capiva quel nervosismo, quella rabbia. Non capiva cosa avesse
sbagliato ed istintivamente non aveva smesso di massaggiare il polso, senza
riuscire più a definire quello che stava provando.
Non
avevano mai litigato loro due. Certo, avevano avuto diverbi – e neanche molti –
ma non erano mai durati più di tanto, non erano mai stati così freddi e soprattutto non erano mai
andati oltre le parole.
«Darren…
io davvero non capisco…» sussurrò, sperando che il tuo tono di voce basso
coinvolgesse anche l’altro.
Pura
illusione.
«Te
lo spiego subito» riprese, infatti, quello che – ormai Chris ne era certo – non
era il suo Darren «Stavolta hai esagerato! Sposarmi? Cosa ti è saltato in
mente?! Tanto valeva che informassimo il mondo intero della data delle nozze, il
paese in cui avremmo organizzato la cerimonia e la lista degli invitati!»
Chris
sbottò in una risata chiaramente isterica e non seppe con quale forza riprese
parte della “risposta pronta” che caratterizzava la sua indole: quella
situazione era talmente surreale e assurda che, se non l’avesse vissuta così da
vicino, si sarebbe permesso davvero di ridere per la comicità che sicuramente
trasudava la scena.
Ma
era troppo vicino.
«Eh,
beh! Dovevi pensarci prima! Sei stato tu, se non sbaglio, a proporre la cosa!
Allora non sembrava darti così tanto fastidio!»
La
frase suonò molto più arrabbiata e meno sarcastica di quello che l’attore
avrebbe voluto e in effetti, con quegli occhi che trasudavano freddezza e
rancore come non mai – e soprattutto senza un motivo che fosse vagamente
comprensibile – non avrebbe potuto essere diversamente.
«Le
mie erano banali e trascurabili supposizioni, nulla di serio o vincolante! Solo
un mucchio di ipotesi dette apposta
per far sballare un po’ i forum e i fans!»
«Ed
il mio, invece, cos’era? Non mi pare di essermi messo a distribuire partecipazioni
di matrimonio o a provare vestiti per l’occasione! Darren hai bevuto o cosa?
Stasera sei assurdo: non mi sembri tu!» continuò a controbattere il minore,
mentre combatteva contro inappropriate lacrime di rabbia che minacciavano di
bagnargli il viso pallido.
Una
nuova scintilla di rabbia attraversò gli occhi chiari di Darren che mai prima
d’ora avevano spaventato tanto Chris. Il tenore prese con forza la spalla del
soprano e lo spinse con violenza contro la porta di legno della stanza, tanto
che il grosso pomello dorato, urtando la schiena del minore, minacciò di
togliergli il fiato.
«Come al solito non capisci nulla!»
riprese a gridare mentre le forze dell’altro scemavano nello sgomento più
totale «Io ne ho abbastanza di tutto questo!»
«Fino
a ieri non era così…» sussurrò Chris, gli occhi ormai lucidi.
«Questa
è stata l’idea peggiore che abbia mai avuto! Da quando abbiamo cominciato
questo finto flirt credono tutti che
io sia davvero gay e scusami, ma dopo un po’ la cosa stanca!»
Per
l’ennesima volta nella serata Chris era senza fiato. Era questo allora quello
che pensava veramente di tutta quella storia? E gli veniva in mente solo ora? No, non riusciva a vedere
logica in tutta questa scenata. Il groppo alla gola continuava ad aumentare e
il suo autocontrollo non l’avrebbe tenuto a bada ancora per molto, lo sapeva.
«Non
capisco davvero cosa ti sia successo…»
Era
stato di nuovo un sussurro, sottile e tremante, a venir fuori dalle sue labbra,
mentre senza più forze, si lasciava scivolare lungo il legno fino al pavimento
freddo.
«Mi
sono svegliato, Chris: ho aperto gli occhi» Darren non stava più urlando, ma la
sua voce atona era ancora peggio «Non mi va più che pensino che stiamo insieme.
Ormai lo danno per scontato, aspettano solo il definitivo coming
out per poter dire “lo sapevamo da mesi!”
e a me la cosa non piace. Tu non hai idea di come ci si senta»
«Ti
ricordo che io sono gay»
Non
lo guardava più negli occhi ora, non si soffermava sulle sue parole – o,
almeno, avrebbe voluto non farlo, ma era troppo abituato a non perdere neanche
un sussurro di quello che diceva, semplicemente perché era lui a dirlo, che ora era impossibile estraniarsi dalle sue parole.
«Allora
dovresti capirmi! Capire che non lo sono e che non mi vada che lo pensino. Il
gioco è bello quando dura poco e questo è durato anche troppo. Tu, invece,
sembri divertirti!»
Divertirsi?! Chris
si divertiva a far finta di flirtare
con l’uomo che si era reso conto di amare
e che, a quanto pareva, non si era accorto di nulla?
Alzò
di scatto gli occhi pregando che lo sguardo che era scattato verso Darren fosse
abbastanza furioso, ma consapevole, in fondo, che ci sarebbe stato solo dolore.
La verità era che non avrebbe mai potuto odiarlo davvero, neanche volendo.
«Sei
tu che non capisci nulla, come al solito.
Divertirmi, io? La verità, razza di stronzo, è che ti amo! Ti amo più di quanto
abbia mai amato nessuno!»
Stavolta
aveva gridato, scattando rapidamente in piedi… e cavolo, aveva confessato
tutto! Adesso non aveva paura di guardalo, adesso respirava anche troppo
velocemente mentre, davanti a lui, aspettava una qualsiasi reazione.
La
verità era saltata fuori dalle sue labbra quasi fosse un sistema di autodifesa:
si era sentito minacciato da quelle parole, dalla freddezza di Darren ed aveva
giocato il tutto per tutto, aveva scoperto le carte senza pensare alle
conseguenze.
In
quel momento aveva solo una fottuta paura di perderlo. E non poteva. Non poteva per nulla al mondo.
Di
fronte a lui, Darren era rimasto senza fiato. Non se l’aspettava. L’aveva
sempre sospettato, ma non si sarebbe mai aspettato una simile dichiarazione,
proprio ora. Per un momento dubitò che Chris avesse ascoltato quello che aveva
detto finora: gli aveva gridato che non voleva più fare nulla per alimentare le
dicerie sul loro conto e lui gli confessava di essersi innamorato davvero?
Era
troppo.
«Chris,
ma che cavolo… no! Non puoi essere innamorato di me!» sbottò ancora con un po’
di sorpresa nella voce.
«Vorresti
saperlo meglio di me?» ribatté risentito il soprano «Ti amo»
«Smettila»
«Ti
amo, Darren»
«Ti
ho detto di smetterla Chris! Sta zitto!»
«E
perché dovrei? Perché?!»
«Perché
ora è davvero finito tutto»
Quelle
poche parole ebbero la forza di distruggere il più piccolo dall’interno,
smantellando pezzo a pezzo il suo cuore e diramandosi poi a tutto il corpo. Non
c’era una fibra di lui che non avesse preso a soffrire e allora non fu più
capace di trattenere le lacrime.
«Perché…?»
sussurrò tra i singhiozzi.
«Perché
io non amo te e non potrò mai, Chris! Dovresti saperlo. Ora è finito tutto. Tutto.
Sistemerò io ogni cosa»
Non
dovette neanche fare forza per spostare il soprano dalla porta e lo lasciò lì,
solo, distrutto.
Chris
si accasciò definitivamente a terra, le lacrime ed i singhiozzi che lo
scuotevano senza il minimo pudore e il cuore che sanguinava. “Sistemerò io ogni cosa”. Che intendeva?
Non gli avrebbe più rivolto la parola, non si sarebbe più fatto vedere? I suoi
sguardi, i suoi sorridi, i suoi gesti, il suo semplice essere così com’era… era
tutto perduto? Non avrebbe mai più visto nulla di tutto ciò che rendeva Darren
semplicemente ed unicamente Darren?
Non
l’avrebbe sopportato. Era troppo. Lui moriva lì, quella sera, su quel freddo
pavimento.
Senza di lui.
***
La
prima cosa che sente quando spalanca gli occhi nel buio è il fiato mozzato e
l’impossibilità di respirare, come se qualcuno lo avesse compito con qualcosa
di pesante nello stomaco. Annaspa, la bocca aperta, i capelli zuppi di sudore e
l’oscurità che pare voglia divorarlo. Con gesti spasmodici stringe le lenzuola
che lo coprono fino a metà petto, cercando di concentrarsi su nient’altro se
non la respirazione.
Poi
una luce nel buio.
La
salvezza.
«Amore,
che succede?»
Quella voce,
la sua voce. A Chris sembra quasi di
stare meglio, nonostante faccia ancora fatica a respirare. Quella voce è
sufficiente.
«Chris»
ora il tono è allarmato «Chris! Respira, piano, sono qua»
Darren
gli prende una delle mani e gli accarezza la fronte imperlata di sudore. Solo
così, dopo poco, tutto sembra tornare alla normalità. Il soprano si stringe con
bisogno al suo petto, cercando di togliersi dalla mente le assurde immagini di
quell’incubo, l’ennesimo.
«Quante
volte ancora dovrò ripeterti che sono qui con te e non me ne andrò?» gli
sussurra intanto il tenore, messosi a sedere sul letto, mentre lo tiene sul suo
petto: come al solito, nulla di ciò
che riguarda Chris sembra potergli sfuggire, neanche i suoi assurdi incubi.
«Dillo
ancora una volta. Non odiarmi…»
«Non
potrei, lo sai! Non potrei mai, mai!
E sono qui, sempre»
Le
braccia lo stringono forte, le mani lo accarezzano con dolcezza, le labbra
poggiano lievi baci sui capelli bagnati, per poi asciugare le lacrime e
giungere fino alla bocca in un bacio salato e meraviglioso.
Non
si rendono conto del tempo, non si rendono conto del fatto che l’alba li colga
ancora nella stessa posizione, insieme.
Darren
sapeva che quando Chris era preso dalle sue insicurezze aveva bisogno del suo
sostegno ed aveva giurato che ci sarebbe stato, sempre.
_________________________________________
Oook…
le due persona che hanno letto o ascoltato in anteprima la trama di questa
storia… mi hanno odiato/tentato-di-infilzarmi-con-un-appendiabiti,
quindi – non sapendo se sia anche la vostra reazione – da ora mi guarderò le spalle
con attenzione.
Non
so da dove sia uscita questa cosa senza senso, probabilmente è stata una
reazione del tutto naturare al tanto fluff che ho scritto con la mia
controparte Pachelbel nella "Klaine Songs".
Boh…
Ringrazio
da ora i folli angeli che hanno prestato attenzione a questa cosa, in
particolare quelli che recensiranno (insomma, non avete voglia di mandarmi a
quel paese? Fatelo! Lasciate un commento xD). E boh..
–di nuovo – è stata la mia prima CrissColfer…
Vabbè,
mi eclisso.
Un
bacio, magari ci si rivede! A presto.
-*Alchbel ♥