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Autore: Alchbel    31/08/2011    9 recensioni
Darren non si chiese da dove venisse tutto quell’entusiasmo o l’energia che, nonostante la giornata di riprese, non aveva abbandonato nessuno dei colleghi: ormai era abituato alla normale follia che coinvolgeva tutto il cast e già si era chiesto più volte se li avessero scelti apposta senza mettercene uno normale.
Senza dire nulla né salutare, arrivò fino al tavolo con passo rigido e si fermò davanti a Chris. Questi lo guardò con ancora lo strascico di un sorriso che gli illuminava il volto, ma che si spense non appena incontrò gli occhi chiari di Darren tanto freddi.
Trattenne il fiato. Non erano mai stati tanto freddi.

CrissColfer.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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_One word too many

 

 

Le risate potevano essere percepite anche fuori dal ristorante dell’albergo, nonostante la sala che aveva prenotato il cast fosse una di quelle interne ed occorresse attraversarne almeno altre tre per raggiungerla.

Ovviamente quel chiasso assurdo – e anche inadeguato, considerato il posto – non poté che peggiorare l’umore già nero dal principio che avvolgeva Darren come una nuvola pronta a scatenare tempesta alla prima provocazione.

Quando spinse la porta di vetro, scorgendo finalmente i colleghi, ci mancò poco che quest’ultima non andasse in frantumi, sbattendo contro il carrellino di un cameriere; questi lanciò un’occhiata di disappunto all’attore che, però, quasi parve non accorgersi di quello che era successo, ma tirò dritto per la sua strada.

«Oh, oh! Ecco Darren, gente! Ora siamo al completo!» esclamò Mark con entusiasmo, accompagnato dagli applausi di Naya e Dianna.

Darren non si chiese da dove venisse tutto quell’entusiasmo o l’energia che, nonostante la giornata di riprese, non aveva abbandonato nessuno dei colleghi: ormai era abituato alla normale follia che coinvolgeva tutto il cast e già si era chiesto più volte se li avessero scelti apposta senza mettercene uno normale.

Senza dire nulla né salutare, arrivò fino al tavolo con passo rigido e si fermò davanti a Chris. Questi lo guardò con ancora lo strascico di un sorriso che gli illuminava il volto, ma che si spense non appena incontrò gli occhi chiari di Darren tanto freddi.

Trattenne il fiato. Non erano mai stati tanto freddi.

«Ch’è successo?» chiese con serietà forzata, ma presente.

«Devo parlarti» rispose l’altro laconico, prima di prendergli il polso con forza e tirarlo dalla sedia quasi con malagrazia.

Chris spalancò gli occhi quasi sconvolto.

«Darren che diavolo fai? Lasciami, ti sto seguendo, non c’è bisogno di tirarmi! Dove stiamo andando?» quasi gridò, risentito, ma non ottenne altro che maggiore fretta e in breve entrambi furono fuori dalla sala, un ultimo sguardo del soprano rivolto ai compagni che guardavano la scena allibiti.

Neanche quando furono in ascensore il riccio lasciò la presa quasi violenta che intrappolava il polso del più piccolo.

«Mi dici che stiamo facendo?» insistette quest’ultimo, cercando di incontrare gli occhi dell’amico, senza successo «Siamo in un ascensore: anche volendo, non potrei andare da nessuna parte»

Darren però sembrava non ascoltare nessuna delle parole che Chris gli stava rivolgendo, o almeno così dedusse questi, dato che il suo polso rimase bloccato. Mentre l’ascensore arrivava al quinto piano, ebbe alcuni istanti per guardare con attenzione il suo migliore amico e notò con uno strano tremore che, a dirla tutta, non seppe definire – o ebbe paura di farlo – che  ogni muscolo di quel corpo di poco più basso del suo era teso come mai aveva visto prima d’ora.

Era tutto completamente assurdo – irreale. Quello neanche sembrava Darren e una strana paura si stava insinuando nel suo stomaco con incredibile rapidità.

Quando furono sul piano, Chris si rese conto che puntavano alla sua camera, ma non seppe se potersi rilassare o meno e si concentrò solo sul tenere il passo del collega che camminava a grande falcate, minacciando di farlo cadere se fosse rimasto indietro.

Solo quando furono finalmente in camera il maggiore lo lasciò finalmente andare.

«Sei impazzito?! Ma che diavolo…? Mi hai fatto male!» gridò tra la rabbia e il panico Chris, massaggiandosi il polso su cui era apparso un cerchio che dal pallido stava vistosamente passando al rosso.

«Cosa ti è saltato in mente?» parlò – no, gridò, anche lui – finalmente Darren «Join the club? Sul serio?!»

Il soprano non sapeva cosa dire: era questo, quindi? Aveva fatto un’entrata simile e lo aveva trascinato via fino alla sua camera, al quinto piano, per questo? Qual era la novità? Era solo l’ennesima frase-da-fraintendere che ogni tanto si lasciavano scappare per poi vedere i fans impazzire on-line.

Che poi lui quella cosa – e tutte le precedenti – la pensasse davvero… beh, era una questione a parte. Da risolvere, ma non ora. Non con gli occhi del tenore ancora tanto freddi puntati addosso e la rabbia che minacciava di travolgerlo.

«La cosa non dovrebbe sorprenderti, avanti! Lo facciamo sempre più spesso ormai! E poi, hai visto che cosa si è scatenato? Ma tu.. non è tutta una montatura? Darren Criss, se è uno dei tuoi stupidi scherzi, giuro che stavolta non la passi liscia!»

Idiota! Solo un idiota poteva inventarsi tutto quello solo per il gusto di spaventarlo!

Eppure… la rabbia e la freddezza di Darren non accennavano a sparire e i lineamenti non provavano nemmeno a distendersi, tesi com’erano a causa di  sentimenti che mai avrebbe pensato potessero essere rivolti a lui.

«Non sto scherzando, Chris! Sei andato oltre stavolta!»

Il giovane ebbe l’impressione che il suo cuore avesse appena perso un colpo. Prese a fissarlo come se non riuscisse a capire le sue parole e in un certo senso era così: non capiva. Non capiva quel nervosismo, quella rabbia. Non capiva cosa avesse sbagliato ed istintivamente non aveva smesso di massaggiare il polso, senza riuscire più a definire quello che stava provando.

Non avevano mai litigato loro due. Certo, avevano avuto diverbi – e neanche molti – ma non erano mai durati più di tanto, non erano mai stati così freddi e soprattutto non erano mai andati oltre le parole.

«Darren… io davvero non capisco…» sussurrò, sperando che il tuo tono di voce basso coinvolgesse anche l’altro.

Pura illusione.

«Te lo spiego subito» riprese, infatti, quello che – ormai Chris ne era certo – non era il suo Darren «Stavolta hai esagerato! Sposarmi? Cosa ti è saltato in mente?! Tanto valeva che informassimo il mondo intero della data delle nozze, il paese in cui avremmo organizzato la cerimonia e la lista degli invitati!»

Chris sbottò in una risata chiaramente isterica e non seppe con quale forza riprese parte della “risposta pronta” che caratterizzava la sua indole: quella situazione era talmente surreale e assurda che, se non l’avesse vissuta così da vicino, si sarebbe permesso davvero di ridere per la comicità che sicuramente trasudava la scena.

Ma era troppo vicino.

«Eh, beh! Dovevi pensarci prima! Sei stato tu, se non sbaglio, a proporre la cosa! Allora non sembrava darti così tanto fastidio!»

La frase suonò molto più arrabbiata e meno sarcastica di quello che l’attore avrebbe voluto e in effetti, con quegli occhi che trasudavano freddezza e rancore come non mai – e soprattutto senza un motivo che fosse vagamente comprensibile – non avrebbe potuto essere diversamente.

«Le mie erano banali e trascurabili supposizioni, nulla di serio o vincolante! Solo un mucchio di ipotesi dette apposta per far sballare un po’ i forum e i fans!»

«Ed il mio, invece, cos’era? Non mi pare di essermi messo a distribuire partecipazioni di matrimonio o a provare vestiti per l’occasione! Darren hai bevuto o cosa? Stasera sei assurdo: non mi sembri tu!» continuò a controbattere il minore, mentre combatteva contro inappropriate lacrime di rabbia che minacciavano di bagnargli il viso pallido.

Una nuova scintilla di rabbia attraversò gli occhi chiari di Darren che mai prima d’ora avevano spaventato tanto Chris. Il tenore prese con forza la spalla del soprano e lo spinse con violenza contro la porta di legno della stanza, tanto che il grosso pomello dorato, urtando la schiena del minore, minacciò di togliergli il fiato.

«Come al solito non capisci nulla!» riprese a gridare mentre le forze dell’altro scemavano nello sgomento più totale «Io ne ho abbastanza di tutto questo!»

«Fino a ieri non era così…» sussurrò Chris, gli occhi ormai lucidi.

«Questa è stata l’idea peggiore che abbia mai avuto! Da quando abbiamo cominciato questo finto flirt credono tutti che io sia davvero gay e scusami, ma dopo un po’ la cosa stanca!»

Per l’ennesima volta nella serata Chris era senza fiato. Era questo allora quello che pensava veramente di tutta quella storia? E gli veniva in mente solo ora? No, non riusciva a vedere logica in tutta questa scenata. Il groppo alla gola continuava ad aumentare e il suo autocontrollo non l’avrebbe tenuto a bada ancora per molto, lo sapeva.

«Non capisco davvero cosa ti sia successo…»

Era stato di nuovo un sussurro, sottile e tremante, a venir fuori dalle sue labbra, mentre senza più forze, si lasciava scivolare lungo il legno fino al pavimento freddo.

«Mi sono svegliato, Chris: ho aperto gli occhi» Darren non stava più urlando, ma la sua voce atona era ancora peggio «Non mi va più che pensino che stiamo insieme. Ormai lo danno per scontato, aspettano solo il definitivo coming out per poter dire “lo sapevamo da mesi!” e a me la cosa non piace. Tu non hai idea di come ci si senta»

«Ti ricordo che io sono gay»

Non lo guardava più negli occhi ora, non si soffermava sulle sue parole – o, almeno, avrebbe voluto non farlo, ma era troppo abituato a non perdere neanche un sussurro di quello che diceva, semplicemente perché era lui a dirlo, che ora era impossibile estraniarsi dalle sue parole.

«Allora dovresti capirmi! Capire che non lo sono e che non mi vada che lo pensino. Il gioco è bello quando dura poco e questo è durato anche troppo. Tu, invece, sembri divertirti!»

Divertirsi?! Chris si divertiva a far finta di flirtare con l’uomo che si era reso conto di amare e che, a quanto pareva, non si era accorto di nulla?

Alzò di scatto gli occhi pregando che lo sguardo che era scattato verso Darren fosse abbastanza furioso, ma consapevole, in fondo, che ci sarebbe stato solo dolore. La verità era che non avrebbe mai potuto odiarlo davvero, neanche volendo.

«Sei tu che non capisci nulla, come al solito. Divertirmi, io? La verità, razza di stronzo, è che ti amo! Ti amo più di quanto abbia mai amato nessuno!»

Stavolta aveva gridato, scattando rapidamente in piedi… e cavolo, aveva confessato tutto! Adesso non aveva paura di guardalo, adesso respirava anche troppo velocemente mentre, davanti a lui, aspettava una qualsiasi reazione.

La verità era saltata fuori dalle sue labbra quasi fosse un sistema di autodifesa: si era sentito minacciato da quelle parole, dalla freddezza di Darren ed aveva giocato il tutto per tutto, aveva scoperto le carte senza pensare alle conseguenze.

In quel momento aveva solo una fottuta paura di perderlo. E non poteva. Non poteva per nulla al mondo.

Di fronte a lui, Darren era rimasto senza fiato. Non se l’aspettava. L’aveva sempre sospettato, ma non si sarebbe mai aspettato una simile dichiarazione, proprio ora. Per un momento dubitò che Chris avesse ascoltato quello che aveva detto finora: gli aveva gridato che non voleva più fare nulla per alimentare le dicerie sul loro conto e lui gli confessava di essersi innamorato davvero?

Era troppo.

«Chris, ma che cavolo… no! Non puoi essere innamorato di me!» sbottò ancora con un po’ di sorpresa nella voce.

«Vorresti saperlo meglio di me?» ribatté risentito il soprano «Ti amo»

«Smettila»

«Ti amo, Darren»

«Ti ho detto di smetterla Chris! Sta zitto!»

«E perché dovrei? Perché?!»

«Perché ora è davvero finito tutto»

Quelle poche parole ebbero la forza di distruggere il più piccolo dall’interno, smantellando pezzo a pezzo il suo cuore e diramandosi poi a tutto il corpo. Non c’era una fibra di lui che non avesse preso a soffrire e allora non fu più capace di trattenere le lacrime.

«Perché…?» sussurrò tra i singhiozzi.

«Perché io non amo te e non potrò mai, Chris! Dovresti saperlo. Ora è finito tutto. Tutto. Sistemerò io ogni cosa»

Non dovette neanche fare forza per spostare il soprano dalla porta e lo lasciò lì, solo, distrutto.

Chris si accasciò definitivamente a terra, le lacrime ed i singhiozzi che lo scuotevano senza il minimo pudore e il cuore che sanguinava. “Sistemerò io ogni cosa”. Che intendeva? Non gli avrebbe più rivolto la parola, non si sarebbe più fatto vedere? I suoi sguardi, i suoi sorridi, i suoi gesti, il suo semplice essere così com’era… era tutto perduto? Non avrebbe mai più visto nulla di tutto ciò che rendeva Darren semplicemente ed unicamente Darren?

Non l’avrebbe sopportato. Era troppo. Lui moriva lì, quella sera, su quel freddo pavimento.

Senza di lui.

 

***

 

La prima cosa che sente quando spalanca gli occhi nel buio è il fiato mozzato e l’impossibilità di respirare, come se qualcuno lo avesse compito con qualcosa di pesante nello stomaco. Annaspa, la bocca aperta, i capelli zuppi di sudore e l’oscurità che pare voglia divorarlo. Con gesti spasmodici stringe le lenzuola che lo coprono fino a metà petto, cercando di concentrarsi su nient’altro se non la respirazione.

Poi una luce nel buio.

La salvezza.

«Amore, che succede?»

Quella voce, la sua voce. A Chris sembra quasi di stare meglio, nonostante faccia ancora fatica a respirare. Quella voce è sufficiente.

«Chris» ora il tono è allarmato «Chris! Respira, piano, sono qua»

Darren gli prende una delle mani e gli accarezza la fronte imperlata di sudore. Solo così, dopo poco, tutto sembra tornare alla normalità. Il soprano si stringe con bisogno al suo petto, cercando di togliersi dalla mente le assurde immagini di quell’incubo, l’ennesimo.

«Quante volte ancora dovrò ripeterti che sono qui con te e non me ne andrò?» gli sussurra intanto il tenore, messosi a sedere sul letto, mentre lo tiene sul suo petto: come al solito, nulla di ciò che riguarda Chris sembra potergli sfuggire, neanche i suoi assurdi incubi.

«Dillo ancora una volta. Non odiarmi…»

«Non potrei, lo sai! Non potrei mai, mai! E sono qui, sempre»

Le braccia lo stringono forte, le mani lo accarezzano con dolcezza, le labbra poggiano lievi baci sui capelli bagnati, per poi asciugare le lacrime e giungere fino alla bocca in un bacio salato e meraviglioso.

Non si rendono conto del tempo, non si rendono conto del fatto che l’alba li colga ancora nella stessa posizione, insieme.

Darren sapeva che quando Chris era preso dalle sue insicurezze aveva bisogno del suo sostegno ed aveva giurato che ci sarebbe stato, sempre.

 

 

 

 

 

 

 

_________________________________________

Oook… le due persona che hanno letto o ascoltato in anteprima la trama di questa storia… mi hanno odiato/tentato-di-infilzarmi-con-un-appendiabiti, quindi – non sapendo se sia anche la vostra reazione – da ora mi guarderò le spalle con attenzione.

Non so da dove sia uscita questa cosa senza senso, probabilmente è stata una reazione del tutto naturare al tanto fluff che ho scritto con la mia controparte Pachelbel nella "Klaine Songs". Boh…

Ringrazio da ora i folli angeli che hanno prestato attenzione a questa cosa, in particolare quelli che recensiranno (insomma, non avete voglia di mandarmi a quel paese? Fatelo! Lasciate un commento xD). E boh.. –di nuovo – è stata la mia prima CrissColfer

Vabbè, mi eclisso.

Un bacio, magari ci si rivede! A presto.

 

-*Alchbel

  

 

   
 
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