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Autore: UkyTwitch    31/08/2011    3 recensioni
« Frankie, volevo ringraziarti per prima, per i complimenti. Sai, sei il mio migliore amico, è importante che approvi quello che faccio.» Frank sorrise amaramente.
Migliore amico.
« Proprio non te ne accorgi, eh?»
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Frank odiava andare a scuola. L’aveva sempre odiato e anche ora che ne era fuori avrebbe continuato ad odiarlo. Ma quella sera era diverso. Quella sera era felice di trovarsi lì, davanti a quei cancelli malmessi.

La scuola di notte assumeva un aspetto inquietante, con il portone chiuso e il cortile deserto pareva un edificio abbandonato. Se fissavi a lungo una finestra poteva sembrarti di vedere un’ombra passare dietro di essa. I graffiti sui muri si riempivano di significato, le luci soffuse dei lampioni illuminavano le pareti rovinate dal tempo. Frank trovava tutto ciò affascinante. Anche Gerard adorava la “versione notturna” della scuola. Ecco perché, quella sera, aveva infilato nella sua borsa qualche bomboletta spray, aveva trascinato il suo amico fin lì, aveva lasciato che si mettesse comodo, seduto sul muretto che dava sul cortile, e aveva iniziato a disegnare proprio a fianco alle sue gambe penzoloni. Diceva di aver bisogno di “qualcosa di nuovo” per aiutare il suo estro artistico, così si era dato ai murales. E aveva coinvolto anche il piccolo chitarrista, che pareva l’unico che gli desse retta.

« Grazie, Frankie, tu sì che ci sei sempre. »

« Figurati, tanto stasera non avevo niente di meglio da fare. »

Gerard gli sorrise contento, poi tornò alla sua opera d’arte: voleva disegnare loro quattro, se stesso, Frank, Mikey e Ray, in versione supereroi, così che tutti, passando là davanti, pensassero: Wow, mi piacerebbe essere come loro. I suoi occhi brillavano mentre passava il primo spruzzo di bomboletta sul muro.

Non ti sei mai chiesto perché non riesco a dirti di no, vero?

Frank osservava ogni piccolo movimento dell’amico, ammirava quelle iridi verdi, al suo sguardo avido non sfuggiva neanche un centimetro della pelle del suo viso. Ecco qual era il perché. Lui era il perché. Quell’essere vivente così diverso da tutti gli altri, quel ragazzo che viveva nel piccolo mondo che la sua mente aveva creato appositamente per lui. E questo era il problema. Viveva in un mondo tutto suo, in cui ogni cosa aveva un suo posto, e ogni piccolo cambiamento avrebbe potuto portare al caos più completo. Frank, in quel mondo, era il suo migliore amico. Difficilmente sarebbe potuto diventare qualcosa di più. Il chitarrista non sapeva se Gerard davvero non si accorgesse di niente o facesse finta di non vedere che avrebbe voluto essere più di un amico per lui. Sapeva solo che quel suo viso incorniciato dai capelli neri, quella sua espressione perennemente assorta, lo facevano sembrare così innocente e ingenuo che non sarebbe mai riuscito a fare il primo passo, per paura di distruggere quell’equilibrio, per paura di farlo soffrire. Per ora si limitava a stare con lui il più possibile e a lamentarsi col povero Mikey, che quando aveva scoperto i sentimenti che Frank provava per il fratello non si era scomposto più di tanto, perché sosteneva di averlo già intuito da tempo.

 

 

- Non lo so, Mikey, è come se non se ne accorgesse… Non lo capisco. –

- Gerard è fatto così, Frank… Probabilmente si auto convince che tu sia ancora il suo migliore amico, che nulla sia cambiato da quando eravate bambini… -

- Ma perché, dici che invece se n’è accorto?-

- Dio, Frank, ma lo sai come lo guardi?!-

 

 

Probabilmente come lo stava guardando adesso: sguardo sognante, corpo del tutto rilassato, bocca sigillata per paura di fare la figura dell’idiota. Osservava i suoi capelli lisci che si agitavano di qua e di là mentre il loro possessore spruzzava un po’ di rosso sangue sui visi dei suoi supereroi, per poi poggiare la bomboletta sul muretto e rivolgere lo sguardo verso l’amico, non senza aver controllato prima come stesse procedendo l’opera.

« Si sta facendo tardi, se sei stanco puoi anche andare a casa… Io tornerò da solo.»

« Ma sei scemo?! – esclamò Frank, spostandogli una ciocca di capelli dietro l’orecchio – Non ti lascio qua, che poi ti scambiano per una ragazzina e ti stuprano.» Risero entrambi.

« Guarda che mi so difendere!»

« Sì,sì, esattamente come un bambino... O un vecchietto. »

Gerard mise il broncio, poi ridacchiò di nuovo. Frank adorava anche quella sua risatina. Adorava tutto di lui.

Perché non te ne accorgi?

Non poteva fare a meno di chiederselo. Avrebbe dato qualsiasi cosa per stare con lui, com’era possibile che gli fosse così indifferente? Non riusciva a capacitarsene.

Passò un altro quarto d’ora, e Gerard finalmente aveva concluso il suo capolavoro. Poggiò la bomboletta a terra, indietreggiò e invitò Frank a fare lo stesso. Il ragazzo scese di malavoglia dal muretto e si affiancò a lui, rimanendo sconvolto da quello che gli si presentava davanti: lui e i suoi tre migliori amici, con costumi tendenti al punk/gotico e macchiati di sangue, si trovavano ora su quel muro. Si addicevano perfettamente all’atmosfera che la loro vecchia scuola creava di notte.

« Wow… Che dire, Gerard? Hai un talento naturale, è bellissimo.» Si sporse verso di lui e gli diede un leggero bacio sulla guancia. « Bravo.» Era tutto quello che poteva fare. Quante volte aveva sognato di complimentarsi con lui stampandogli un dolce bacio sulle labbra? Ormai aveva perso il conto. Per ora doveva accontentarsi di un sorriso contento di rimando. Gerard raccolse le sue bombolette, le rimise nella borsa e si incamminò, il chitarrista al seguito. Un leggero venticello iniziò a soffiare sui loro visi, e Frank si sfregò le mani sulle braccia.

«Ehi, ma tremi?»  Il ragazzo passò un braccio intorno alle spalle dell’amico e lo strinse a sé. « E poi sono io quello deboluccio… Dai, facciamo in fretta.» Il chitarrista ringraziò che fosse buio e che Gerard non potesse vedere quanto rosse erano diventate le sue guance. Si strinse a lui, respirando profondamente mentre nelle sue narici penetrava il suo profumo. Era dipendente da quel miscuglio di caffè e tabacco che seguiva il ragazzo ovunque andasse.

Sei la mia droga. Perché io non posso essere la tua?

« Frankie, volevo ringraziarti per prima, per i complimenti. Sai, sei il mio migliore amico, è importante che approvi quello che faccio.» Frank sorrise amaramente.

Migliore amico.

« Proprio non te ne accorgi, eh?»

« Di cosa?»

Merda. L’aveva detto ad alta voce. Gli era sfuggito, in un momento di esasperazione. Quanto avrebbe retto ancora, se già il suo cervello non gli obbediva più? Cosa avrebbe fatto, una volta che sarebbe stato il cuore a ribellarsi?

« … Del… Del fatto che non hai bisogno della mia approvazione per essere un grande artista. Ne so molto meno di te.» Per fortuna, Frank era uno che aveva sempre la risposta pronta. Gerard sorrise imbarazzato, poi tornò a guardare davanti a sé, stringendo leggermente di più l’amico. Proprio in quel momento quest’ultimo notò un piccolo cagnolino che li guardava. Aveva un’espressione quasi comprensiva, osservava Frank come se capisse cosa stava provando. Il ragazzo gli fece l’occhiolino e gli sorrise, e il cane abbaiò, facendo saltare Gerard come una ragazzina. Il chitarrista scoppiò a ridere di gusto, gli scompigliò i capelli neri e lo abbracciò.

« Vedi perché non me ne sono andato? Sei un disastro. Non posso lasciarti solo.»

Non ci riesco.  

 

***

Woooh, alla fine il Frerard ha colpito anche me! X'D Mi piaaaacciono le one-shot *^* È la prima Frerard che scrivo, spero che vi sia piaciuta... Povero, piccolo Frank. Non so perché, ma dà così tanto l'impressione di una persona fedele e che quando ama dà tutto, proprio come il suo animale preferito :'3 Ecco perché ho deciso di descrivere un po' i suoi pensieri, le sue paure e i suoi sogni... :D Ovviamente non intendo rappresentare il vero carattere di questa persona né offenderla in alcun modo e bla bla bla :3

Spero vi sia piaciuta, un grazie a tutti quelli che l'hanno letta e che recensiranno :D Alla prossima!

Uky ♥

  
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