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Autore: Demolition    31/08/2011    1 recensioni
Ian/Brendon.
Dopo una prima occhiata, tuttavia, Ian ha capito cosa è realmente quella cosa; e lo tenta, oh, se lo tenta terribilmente.
Il diario di Brendon Urie. Tutti i segreti, i ricordi, i pensieri della diva più isterica che Ian conosce.
Ian si passa una mano tra i capelli perché non è possibile, non è possibile che la curiosità lo porti a fare una cosa così sbagliata, così immorale, così.. al diavolo, Ian prende il diario e, guardandosi intorno, lo porta alla sua cuccetta, con una strano sguardo tra il folle e il trionfante.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Brendon Urie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo:

I led the revolution in my bedroom.

Genere:

Slash (strano!)

Disclaimer:

PURTROPPO non mi appartengono.

Pairing:

IANDEN, signore e signori;
e accenni di Ryden,
perché il triangolo aleggia su tutto. ▲

Tutto quello che Ian Crawford vuole, è un po’ di freddo. Un po’ di freddo che gli permetta di alzarsi dalla sdraio su cui è incollato da ore, che gli permetta di camminare, di fare qualsiasi cosa, un po’ di freddo che allontani quell’afa insopportabile.

Ian è insolitamente calmo, tuttavia. Questo è dovuto all’ assenza del suo cantante che, per l’amor del cielo, per un giorno ha rinunciato ad assediare il povero Ian con richieste assurde quali ‘comprami i biscotti’, ‘imboccami’ e ‘ truccami come solo tu sai fare ’.

A dire il vero Ian sopporta silenziosamente le strane manie del suo cantante, dal momento che è piuttosto grato a Brendon per avergli trovato posto, seppur temporaneamente, nei Panic!

A Ian non dispiace neanche il modo in cui Brendon arpiona il suo collo, ogni volta che gli cammina a meno di mezzo metro di distanza, il che, beh, accade abbastanza spesso. Gli fa perfino piacere sentire la mano di Brendon che passa tra i ricci, spettinandolo; gli piace quando Brendon lo guarda, con un sorriso e poi, non appena Ian si volta, distoglie lo sguardo, pur mantenendo una smorfia compiaciuta.

Tutto questo è talmente soddisfacente, per Ian, che sente di poter sopportare anche un paio di richieste un po’ originali.

Bene, comunque, nel caldo pomeriggio estivo Ian Crawford è disteso su una sdraio, insolitamente solo, in attesa dell’inizio del soundcheck in vista il concerto della sera. Si sente così tranquillo e rilassato, lontano dagli agguati inaspettati di quel mentecatto di Brendon, eppure –Ian avverte una stretta allo stomaco quando questo pensiero lo coglie- ha una gran voglia di sentire la sua risata infantile.

Così Ian rifiuta di chiedersi dove sia finito Brendon e soprattutto non vuole immaginare cosa stia facendo, da solo –oh mio Dio, fa che sia solo-, chissà dove.

Solo quando, con una stretta allo stomaco particolarmente violenta, Ian è colto dal folle e improbabile pensiero che Brendon possa essere in compagnia di Ryan Ross, il ragazzo decide finalmente di alzarsi da quella malefica sdraio.

Sì perché il tutto sta diventando abbastanza patetico e preoccupante.

Così Ian decide di entrare sul bus, si dirige verso la sua cuccetta per leggere un libro, sfogliare una rivista, fare qualsiasi cosa che non comprenda Brendon Urie e beh, in realtà non arriva mai alla sua cuccetta. No, Ian resta per almeno un minuto fermo, di fronte a quella che sa benissimo essere la cuccetta di Brendon, perché lo sguardo gli è caduto su quello che a prima vista gli era sembrato un semplice libro dalla copertina rigida e rossa.

Dopo una prima occhiata, tuttavia, Ian ha capito cosa è realmente quella cosa; e lo tenta, oh, se lo tenta terribilmente.

Il diario di Brendon Urie. Tutti i segreti, i ricordi, i pensieri della diva più isterica che Ian conosce.

Ian si passa una mano tra i capelli perché non è possibile, non è possibile che la curiosità lo porti a fare una cosa così sbagliata, così immorale, così.. al diavolo, Ian prende il diario e, guardandosi intorno, lo porta alla sua cuccetta, con una strano sguardo tra il folle e il trionfante.

-

-Ian!

-Non sono stato io!

Ian fissa Brendon con aria chiaramente colpevole.

- Cosa?

Ian si guarda intorno in maniera piuttosto stupida, poi si accorge che anche Brendon è piuttosto confuso. Questo vuol dire che non ha scoperto il furto. Bene, molto ma molto bene.

- Niente, scusa.

Ian ignora bellamente Brendon che lo fissa con un pacchetto di caramelle in mano e l’espressione ferita; anzi, si alza e corre alla sua cuccetta, dove è nascosto il suo segreto.

La copertina rossa è lì, dove l’ha lasciata, sotto il cuscino, così terribilmente invitante.

Ian controlla che il cantante non l’abbia seguito e poi apre il diario sulla prima pagina. E’ costretto a chiudere gli occhi e riaprirli per un paio di volte, prima di potersi abituare ai colori accecanti con cui Brendon ha decorato la carta. Quando riesce finalmente a mettere a fuoco, vede che, con almeno una decina di penne di colori diversi, il cantante ha tappezzato la pagina di un unico nome.

Ian si morde le labbra, supera quella sfilza di RYAN, reprimendo un’immensa voglia di vomitare e volta pagina. Questa volta Brendon si è limitato a scrivere con una scintillante penna verde e ciò Ian lo apprezza enormemente.

Tuttavia, quella pagina altro non è che una pseudo poesia in onore di Ross e a quel punto Ian inorridisce e comincia a sfogliare istericamente il diario. Tutte le date, annotate a bordo pagina con una calligrafia poco ordinata, risalgono a qualche anno prima e sono tutte accompagnate da qualche stupido pensiero di Brendon riguardo il suo chitarrista. Ian chiude il libretto, sbuffando per il nervosismo. Non è giusto, non è assolutamente giusto, ecco. Non voleva trovare quello, no di certo.

Non che si aspettasse altro, ma ecco, aveva avuto la piccola speranza che ci fosse nominato, da qualche parte, il suo nome, su quel diario.

Ma ha scritto questo diario prima del mio arrivo nella band. –pensa, con un moto di speranza crescente- e ciò Ian lo apprezza enormemente.

E così, con un ritrovato buonumore, Ian nasconde nuovamente il libricino e si stende sul suo letto.

Questo finchè una voce minacciosa non interrompe i suoi pensieri.

-CRAWFORD.

Ian salta su dalla sua cuccetta, sbatte la testa rischiando un trauma cranico e fissa Brendon che si trova proprio di fronte a lui, imbronciato.

- Ian Crawford, intendi prestarmi attenzione o no?

Ian socchiude gli occhi, come a voler cancellare dalla mente quella figurina esile, in piedi, davanti di lui, con le mani piantate sui fianchi e un insopportabile broncio. Eppure quando li riapre, Brendon è ancora lì, con la stessa espressione e la stessa posa da donna ferita nel suo orgoglio.

- Ah, che c’è?

Brendon gli arpiona un polso, costringendolo a sedersi sul letto.

- CARAMELLE, IAN.

Ok, non che a Ian faccia dispiacere, ma Brendon gli salta letteralmente addosso, avvinghiandosi al suo collo, cominciando a sussurrare all’orecchio del suo chitarrista.

-Dammi le caramelle, tante caramelline dolci, Ian, tutte nel mio pancino, per favore.

Brendon si batte una mano sul ventre, e a Ian non dispiace ammirare il suo pancino magro –ahhh, è veramente adorabile, davvero- ma Brendon gli fa davvero paura.

Ian sente qualcosa nel suo stomaco sobbalzare, soprattutto quando il cantante stringe le mani attorno ai suoi polsi.

- Caramelle, ORA.- gli sussurra all’orecchio.

Ian sente il volto avvampare, sente il fiato di Brendon sul collo, sulla guancia, sempre più vicino alle sue labbra.

Quello che succede nei successivi venti secondi è qualcosa di talmente confuso che Ian si chiede come sia stato possibile.

E’ una catena di Ian che spinge Brendon lontano da sé, Brendon che cade, Brendon con gli occhi sbarrati, Brendon che salta addosso a Ian, Ian che scappa fuori dal bus, urlando istericamente.

Il tutto coronato da Spencer Smith che afferra Brendon per impedirgli di picchiare selvaggiamente Ian.

-

Ian è disperato. Brendon non gli rivolge la parola da due giorni e ha perfino smesso di inseguirlo sul palco per abbracciarlo. Il che è grave, molto grave.

Ian è disperato e non fa nulla per nasconderlo, tanto che intenerisce perfino Spencer, il cui nuovo hobby, nel pomeriggio, consiste nel battere distrattamente la mano sulla spalla di uno Ian in lacrime, mostrando tutta la sua comprensione.

Dallon trova il tutto assurdo – ma solo perché non conosce abbastanza Brendon- e chiede a Ian di riprendersi parecchie volte, mostrando sempre meno pazienza.

Ian non ha pianto molte volte in vita sua. Non quanto Brendon almeno. Spencer ricordava tutte le volte in cui aveva dovuto consolare il suo cantante: quando si era ubriacato fino a vomitare l’anima, quando era scoppiato in pianto di fronte a una stupidissima telenovela, quando non riusciva più a trovare la sua maglietta preferita e, preso dall’isteria aveva cominciato a incolpare Ryan di avergliela nascosta e- si, perchè diamine era stato davvero quel cretino a nascondergliela.

Questa volta il problema è tutto un altro. Non è una maglietta, non è alcool, non è una telenovela e soprattutto non è Brendon a piangere.

Dallon non aiutava la situazione.

- Ian, stai buttando sul patetico.

Spencer getta un’ occhiata adirata al bassista e poi continua a dare pacche esasperate a Ian.

- E’ perché tu non sai cosa vuol dire essere ignorati da Brendon, credimi!

Dallon alza un sopracciglio, poi decide di lasciare perdere e se ne va scuotendola testa.

Brendon, entrato nella stanza in quel dannato momento, getta un’occhiata di rimprovero verso Spencer come a dire ‘ah, traditore, lo consoli anche?’

A Spencer quella situazione non piace affatto, per cui, con un’ultima occhiata preoccupata verso Ian, si avvicina a Brendon.

-Non puoi perdonarlo?

-Mi ha gettato a terra.

-Lo stavi letteralmente stuprando.

-Dettagli.

Tuttavia, Brendon lancia uno sguardo nervoso verso Ian.

- Spencer, ne va del mio orgoglio.

- Non fa altro che contorcersi consumando fazzolettini.

Questo forse convince Brendon, perché, non senza gettare a Spencer uno sguardo arrabbiato, si avvicina al divano dove Ian aveva cominciato a borbottare cose senza senso.

-Smettila e imboccami.

Sembra che Ian non aspetti altro da due giorni perché si getta addosso a Brendon che, Spencer lo nota benissimo anche dalla sua posizione, arrossisce compiaciuto.

-

-Sei palese, Urie.

Brendon distoglie lo sguardo dalla camicia che sta tentando di allacciare e guarda Spencer, con sguardo interrogativo.

-Sei palese, sì. Tu e Ian, intendo.

Brendon ritorna alla sua camicia, senza proferire parola.

-Diglielo, tentare di saltargli addosso non migliorerà la situazione.

-Da quando sei diventato un consulente amoroso?

-Da quanto ti piace Ian?

Brendon schiocca le labbra e si scioglie in un sorrisone.

-Un po’. Sarà per i riccioli, mi piacciono così tanto, ahhh!

-O forse è il fascino del chitarrista che ti piace.

Brendon borbotta qualcosa e, poiché ha terminato di allacciare entrambi i polsini della camicia, si alza.

-Bene, ora vado e ti sarei grato se la smettessi di guardarmi così.

-Così come?

-Come se conoscessi la verità assoluta.

E’ poco dopo che Spencer decide di psicanalizzare Ian ed è per questo che si dirige saltellando verso di lui.

-Ciao.

Ian è evidentemente imbarazzato. Sì, evidentemente, perché le sue guance sono rosse e l’espressione è incredula, come di qualcuno che viene sorpresa a compiere un atto illecito.

Spencer si chiede cosa abbia e quando vede che Ian stringe tra le mani un libricino, diventa a sua volta rosso in viso e chiude gli occhi, come a voler cancellare quello spettacolo.

-Dimmi che non è un porno, Crawford.

Ian lo fissa a bocca aperta perché Spencer non può essere così stupido, no, davvero.

-Veramente no.

Spencer apre gli occhi e fissa il diario di Brendon tra le mani di Ian come se potesse prendere fuoco da un momento all’altro.

-Cos’è, dunque?

-Sai tenere un segreto?

Spencer alza un sopracciglio.

-Credo.

Ian gli spiega brevemente del furto e di ciò che ha trovato nel diario.

-..voglio dire, ha tappezzato ¾ di diario con il nome di Ross e quando non scrive di quella.. persona, è un tripudio di cuoricini per i suoi gilet.

Spencer ride, più rilassato.

-Non penso dovresti preoccuparti, è un diario vecchio.

-Ma non ne tiene uno su di me.

Per un momento Spencer crede di non aver sentito bene. Poi si morde un labbro e si alza, gettando Ian nel panico più profondo.

-Oh, non dirgli niente, non.. hey, dove vai?

Spencer scuote la testa e si allontana. C’è qualcosa di perverso in quella band, davvero, si respira un’aria malsana, un’aria certamente tossica perché non è possibile che tutti i suoi componenti devono in qualche modo essere interessati gli uni agli altri.

Spencer è dunque in crisi e cerca di riflettere, mentre guarda Dallon ingozzarsi di patatine, ignaro della lotta interiore che si scatena dentro al batterista.

-Dallon.

Il bassista si volta, guardando Spencer e sorseggiando birra.

- Ti devo fare una domanda.

-Spara.

Spencer si morde le labbra.

-Ok. Se io ti dicessi che.. che mi piaci, tu..

Dallon lascia cadere la lattina. Una macchia di birra si allarga ai suoi piedi.

-IO SONO SPOSATO.

Spencer si porta una mano alla bocca, sconvolto.

-Era per dire, ok? Era una supposizione. Allora mettiamo, così, a caso, che Brendon e Ian..

Quello è davvero troppo per Dallon che si copre le orecchie con le mani e corre via.

Spencer, desolato, resta a mangiare le patatine dimenticate dal bassista, chiedendosi perché capitano tutte a lui.

Se lo chiede anche quando vede Brendon avvicinarsi di soppiatto alla cuccetta di Ian e stuzzicargli la pancia con un dito. Quando il cantante si accorge della presenza indiscreta di Spencer, però, emette un gridolino che sveglia Ian e corre via.

Quella di Ian non è solo una speranza, a dirla tutta. Quella di Ian è un’intuizione. Se Brendon ama, nel tempo libero, aggrapparsi a lui in continuazione, ci deve essere per forza qualcosa dietro.

E qui subentra la speranza, naturalmente, perché Ian spera davvero che Brendon scriva il suo nome sul diario. Il che è impossibile, dal momento che il diario rosso è ancora sotto il cuscino di Ian.

Eppure una mattina Ian si avvicina alla cuccetta di Brendon e lo trova chino su un libricino terribilmente somigliante al suo diario, intento a scrivere qualche cosa.

-Cosa scrivi?

-Le mie memorie!

-Ah quindi sei cosciente di far venire al 70% della popolazione mondiale manie omicide?

Brendon sorride e Ian sente una morsa allo stomaco.

- Quello è.. un diario?

Brendon preme la penna contro le labbra.

- Già.

- E.. da quanto lo hai?

Brendon socchiude gli occhi, assumendo un’aria –con sommo terrore di Ian- piuttosto sospettosa.

Poi torna a sorridere e con aria noncurante invita Ian a sedere nel letto accanto a lui. Brendon gli passa un braccio attorno alle spalle.

- Ian.. non è che hai visto un diario uguale a questo, ultimamente?

La morsa allo stomaco si stringe.

- N-no, perché?

Brendon lo spinge giù, a sdraiarsi sul letto, poi scivola sopra di lui, portano il viso estremamente vicino a quello dell’altro.

- Perché non trovo più il mio vecchio diario, il primo che ho mai scritto.

Le guance di Ian diventano rosse, all’improvviso e Brendon, con un lampo di trionfo negli occhi, sale definitivamente a cavalcioni su di lui.

- Hai preso il mio diario! Tu, maledetto, birbante, tu..!

Ian cerca di coprirsi invano dai colpi che Brendon gli sferra con i suoi piccoli pugni.

- No, no, ti prego, volevo solo.. ahia!

Brendon gli morde una mano, così Ian rovescia la situazione, costringendo Brendon sotto di lui.

- Smettila, ok, ho fatto una cosa orribile, lo ammetto ma volevo solo...

Ian arrossisce e borbotta qualcosa.

-Eh?

-Vdrstpiacencrryn.

Brendon lo fissa, confuso.

-COSA?

-Volevo.. –Ian tira un sospiro- ..volevo vedere se ti piace ancora…Ryan.

Ora le sue guance sono paonazze.

Brendon non risponde, ma spinge l’altro da una parte. Poi si alza e, sempre senza una parola, si dirige fuori dal bus, lasciando solo uno Ian piuttosto imbarazzato.

-

-Ho fatto una cosa orribile.

Spencer morde una patatina. Crunch.

-Sono un mostro, non mi perdonerà mai.

Crunch, altra patatina.

-Spencer, cosa posso fare?

Crunch, Spencer si rifiuta di parlare e si limita a guardare Dallon che, solo, in un angolo, sembra parecchio concentrato su un libro che tiene al contrario.

Perfino Ian, nonostante la sua disperazione, lo nota.

-Che gli è successo?

-È sposato.

Ian alza un sopracciglio, pieno di curiosità, ma quando vede l’espressione torva di Spencer, decide di tornare alle sue preoccupazioni.

Per fortuna passa da quelle parti Brendon che, mio Dio, è nudo.

A Spencer va di traverso una patatina, Dallon lascia cadere il suo libro e Ian, oh!, Ian emette un urlo soffocato e poi, senza nessuna dignità, rosso in viso, corre verso la sua cuccetta.

Brendon è soddisfatto e non si avvicina più a Ian fino alla sera. Ha ottenuto quello che vuole, ha scoperto che Ian, in effetti, ha una qualche reazione di fronte a lui. Specie se lui è nudo.

Questo gli basta, anche se si sente appagato anche quando vede Ian rintanato tra le braccia di uno sconvoltissimo Spencer.

Si sente appagato anche quando, durante il concerto di quella sera, si struscia addosso al suo chitarrista, per la gioia del pubblico. E soprattutto è contentissimo nel vedere che Ian è rosso in viso, sotto quei ricci disordinati.

E soprattutto, dopo il concerto, Brendon ha la brillante idea di avvicinarsi a lui, tutto madido di sudore; questo provoca già la reazione esasperata di Ian che decide di soffocare il viso nel cuscino. Ma quando riemerge, osserva terrorizzato Brendon sfilarsi la camicia, lentamente, leccandosi le labbra, come se dovesse fare sesso con ogni singolo bottone.

-No, ti prego.

Brendon sorride maliziosamente, sfilandosi quella maledetta camicia, mentre Ian comincia a sentire il sudore colargli sulla schiena.

E non sa come succede, ma Brendon lo spinge dentro la cuccetta e gli slaccia i pantaloni, piano, guardandolo negli occhi con un sorriso tutt’altro che tenero.

-Ti dedicherò un diario intero. Anche due.

Gli occhi di Ian si illuminano, poco prima che Brendon lo baci. Sente il suo sudore addosso e sta sudando parecchio anche lui, ma tutto ciò non gli dà fastidio, anzi, è abbastanza piacevole.

Ian sente le mani dell’altro scivolargli sulla schiena e per questo rabbrividisce, mentre, goffamente cerca di slacciare i pantaloni di Brendon.

-Oh, non.. riesco.

Brendon sorride, gli dà un altro bacio e lascia la schiena di Ian, per aiutarlo con i pantaloni. Quando vede che Brendon è in mutande, Ian arrossisce violentemente e lo guarda, con sguardo timido, con gli occhi spalancati, colmi di emozione.

-So che non è il momento ma..

Brendon gli sfila i pantaloni senza fatica, Ian si stringe a lui, al sicuro.

-..non sei più interessato a.. –Ian fa una smorfia- Ross.

Brendon sorride e passa una mano sotto le mutande dell’altro.

-Sono per le rivoluzioni, io.

Ian sorride e torna a godersi le mani del suo cantante ovunque.

A lui le rivoluzioni piacciono, decisamente.







Amo questa coppia, davvero, sta diventando la mia preferita.
Ringrazio, come sempre, in anticipo chi leggerà/commenterà/amerà questa storia ♥

  
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