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Autore: itsbrie    01/09/2011    3 recensioni
Elettra non è innamorata, è solo che ha tanta paura. Elettra ha solo diciotto anni, cosa potrebbe mai fare? La storia di una ragazza alla ricerca di stessa, un viaggio nelle radici più profonde della sua vita. L'origine della sua paura e della sua ossessione. Ci saranno Matthew, Phedra, Ector e Nora ad aiutarla, e lei se li farà bastare. Amore e amicizia per aiutarla ad aprire gli occhi e sorridere. In fondo Elettra non è innamorata di suo padre. E questo lei lo sa, da sempre. Gli vuole solo troppo bene.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Sono Maria Letizia, e si può dire che sono una novellina di questa sezione :)
Ho anche pubblicato una storia a quattro mani qui, ma non è sul mio account, quindi..!
Bene, la storia che vi propongo non è facile, per me è ancora un mistero tutto da scoprire, sono ancora all'inizio, ma spero che la gradiate lo stesso.
Parla di Elettra, una ragazza afflitta da qualcosa di strano, un sentimento che la scombussola tutta. Non sa cosa sia. Non è amore, forse però, una sorta di ossessione.
Una storia nella vita di questa ragazza, nel suo "io" più profondo.
Attraverso l'amicizia e l'amore, riuscire a sconfiggere i fantasmi che la tormentano.
Spero con tutto il cuore di avervi incuriositi almeno un pò, fatemelo sapere!
Se riesco l'aggiornamento sarà settimanale, altrimenti.. Appena posso:)
Grazie dell'attenzione,
un abbraccio a tutti.

Maria Letizia.

A tutte le persone che credono un pò in me.
Grazie di cuore.

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Prologo.

 
Bianco.
Nero.
Alternava la visione di quei due colori.
E poi una luce, fortissima, nei suoi occhi.
Si portò una mano sulla fronte.
C’era solo quella maledettissima luce.
Come avrebbe voluto che tutto finisse..
Subito.
<< Dietro di me Elettra Randall che ci suonerà
Sonata per violino e pianoforte, in questo caso solo di violino, in Fa maggiore di Edvard Grieg >>
Ad Elettra venne un conato di vomito.
Luce bianchissima, chiudeva gli occhi, buio nero.
Le mani le tremavano, l’archetto le cadde.
<< Cazzo >> borbottò con il fiato in gola.
Il pubblico applaudì.
Si sentì maledettamente agitata, guardava a destra e sinistra, il suo respiro aumentava, affannava, ansimava. Gli occhi diventarono lucidi.
Strinse i denti.
Di fronte a lei c’erano sua madre, sua sorella, suo fratello.
Suo padre non c’era.
Voleva mollare lì lo strumento e rifiutarsi di suonare.

Suo padre non c’era.

Ma tutta quella gente la guardava speranzosa, e lei gli avrebbe dato la migliore performance alla quale avessero mai assistito.
Non voleva che l’avesse vinta.
No, non su di lei.
Non quella volta.
Tanto già sapeva che non sarebbe venuto.
Ma suo padre non c’era lo stesso.
Già da tempo.
--

<< Ele, per favore, sali un attimo per prendere a Phedra i suoi occhiali? >> domandò Theresa, mentre, seduta alla sua scrivania, parlava con sua sorella.
 La quindicenne non aspettava altro.
Elettra si alzò dal divano con sguardo vitreo, ma sapeva perfettamente cosa avrebbe fatto dopo.
Quando scese, porse gli occhiali a sua sorella, poi si diresse verso la cucina, con il suo violino in mano. Intonò soltanto un paio di note, poi lo sbattè a terra.
Lo spezzò.
Completamente.
Fece cadere una sedia e si ferì leggermente con l’archetto.
Erano le stesse note del concerto al quale suo padre non si presentò per la prima volta.
Come aveva potuto?
Voleva solo che le cose potessero tornare come prima.
Perché non poteva? Ci aveva provato così tante volte, oramai.
Fuori pioveva.
Buona ribelle, come pioggia, non le importava del sole.

In quegli istanti, distesa sul pavimento, si rese conto di non stare bene.
Chiuse gli occhi.
Perché suo padre aveva voluto un’altra vita?
Quando sua madre e sua sorella la videro impallidirono, cercando di alzarla.
Nessuna di loro poteva immaginare cosa fosse successo davvero.
Non volevano immaginarlo.
Il suo cuore era stato spezzato, e l’angoscia che aveva dentro la lacerava.
Pensò che doveva liberarsi di del dolore.
Sarebbe stato tutto più facile.
Elettra versò una lacrima, Phedra se ne accorse.
<< Dite a papà che ho smesso di suonare >>

   
 
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