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Autore: DanP    01/09/2011    1 recensioni
Missing moment e AU che fanno parte della serie "Love.Be afraid."
1.La famiglia Stilinski. 2.Hale & Stilinski. 3.Hale e i piccoli 4.Stilinski padre e figlio (in corso...)
"Era Stiles, che comunque, odiava il suo vero nome esattamente come lui aveva previsto." (capitolo 1)
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love. Be afraid.'
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Rainbow Connection

Evidentemente il ruolo del baby sitter non calzava a pennello, ad uno come lui.
Ma il fatto che all'asilo di Beacon Hills fosse tanto popolare, con quei cinque piccoli batuffoli, lo riempiva di orgoglio.
Per questo, seduto su una delle attrazioni principali del parchetto della scuola, stringendo un libro con “le migliori raccolte di favole per bambini”o qualcosa di simile, che l'autore spacciava per distrazione e intrattenimento per i più piccini, Derek Hale immaginò che rimanere nel bosco vicino casa sua, in solitaria, fosse comunque un'opzione molto più attraente della sua attuale posizione.
C'era Jackson Whittemore, una sorta di bimbo egoisticamente legato a sé stesso che, sporadicamente, degnava d'interesse un'altra bimba, Lydia, bellissima come una bambola di porcellana, cesellata e fine, seduta compostamente con una gonna che era svolazzi e tulle, con le mani affondate nel rosa brillante dell'abitino, giocando con delle biglie brillanti alla luce del sole che picchiava su di loro.
Più in ombra, impegnato ad escogitare qualche gioco e attirare l'attenzione di un'adorabile fanciullina con boccoli neri di nome Allison, che aiutava l'amica a separare le palline di vetro più belle da quelle “passabili” stava Scott con il solito sorriso speranzoso e pieno d'aspettativa. Ma se avesse dovuto dare qualche medaglia per la presenza più sconvolgente di quei pomeriggi pieni di risate fanciullesche e piagnistei irritanti, l'avrebbe senz'altro affibbiata a Stiles. Stiles Stilinski era, probabilmente, il bambino più intelligente del creato e anche il più spietatamente arguto.
Non c'era possibilità che biechi ricatti di merendine e dolciumi vari potessero scalfirlo, costringerlo a fare qualcosa, qualsiasi cosa, era paragonabile a scatenare una reazione a catena che avrebbe condannato i suoi nervi ad una fine certa e coscienziosa.
Era uno spirito di puro chiarore, lontano dalle menzogne e dalle imposizioni dei genitori, e per questo, era anche più difficile metterlo all'angolo.
C'erano dei momenti però, che anche lui -bambino di nove anni ma già mentalmente maturo per affrontare qualsiasi genere di conversazione adulta- in cui Stiles era così incredibilmente adorabile da stringergli il cuore e doveva frenare quel terribile istinto che lo colpiva quando il piccoletto puntava su di lui due occhioni da cerbiatto indifeso, e doveva combattere per non abbandonare il suo libro di turno e affondare il mento tra i suoi capelli, stringendolo con tutta la forza che possedeva, possibilmente spupazzandoselo poi a dovere, come un bambolotto di pezza.
Era strano, molto, ma aveva una predilezione particolare per quel mostriciattolo.
Che ora, mentre Derek teneva sulle ginocchia un grande libro dalla copertina rigida, poggiava la testolina sui fogli colorati, davanti a lui, inginocchiato, cosi vicino alle pagine che il riflesso dei colori batteva sui cuoi occhi, creando un arcobaleno magico e rideva ogni qual volta finiva una pagina e lo obbligava ad alzare il mento per girare su una nuova storiella.
Qualche volta gli rivolgeva attenzione, mentre la sua voce si incrinava un poco quando lo sorprendeva a fissarlo e sorridere di sottecchi, come un gattone che si mette a spiare il padroncino mentre svolge i suoi compiti. Lui non aveva gatti a casa, data la situazione particolare della sua famiglia, ma Stiles gli aveva raccontato che erano una comoda distrazione per eludere lo studio di figurine geometriche e numeri bruttissimi.
C'erano dei pomeriggi in cui si metteva ad ascoltare lui stesso i racconti dei bambini, che lo sorprendevano infarcendo la storia della loro vita con elementi da sogno e fantasiosi, facendogli dubitare sulla veridicità delle vicende. Era comunque bello, starsene lì ad ascoltare le loro vocette d'angelo.

Stiles dopo qualche secondo, ancora appoggiato al libro, chiese:
“Cosa ci è dall'altra parte del 'baleno?”
Jackson alzò il nasino, rispondendo per primo a quella domanda per lui scontata.
“Un tesoro!E' pirati butti che lo difendono!” esclamò compito allargando le braccia.
Lydia scosse la testolina, facendo sobbalzare qua e là i morbidi ricci rossastri.
“Nooo, ci è un castello rosa, e una principessa che si pettina i capelli luunghi lunghi e poi arriva un principe che la sposa!”
Allison, impegnata a prendersi cura della chioma della sua bambolina la guardò, immaginandola come quella principessa.
“Con un drago che vuole tenerla prigioniera, però!” aggiunse la bambina mora, annuendo e dando ragione alla sua miglior amica.
Scott fece le boccacce a quella prospettiva, come quando lo obbligavano ad ingurgitare qualche disgustosa medicina o quando Jackson lo privava del suo gioco più bello. Principesse...che stupidaggine!
“Io dico alieni!Ci sono sicuramente gli alieni!Sono dallo spazio e hanno le astronavi grandi!” si mise a gambe incrociate, le mani sulle ginocchia ed un'espressione convinta sul visetto incorniciato da riccioli scuri e selvaggi, che puntavano in ogni direzione.
Derek sbuffò, non poteva aspettarsi null'altro, da quegli indisciplinati marmocchi, poi la sua attenzione ricadde su Stiles, che storceva le labbra incerto su tutte quelle opzioni.
“Tu che dici?” chiese Derek al piccolo.
Allorché il piccolo Stilinski alzò gli occhi su di lui, continuando a rimuginare un poco.
“Magari c'è la mia mamma.”

Jackson aveva sempre pensato che Derek, il loro amico più grande che faceva già le elementari, fosse molto strano, pieno di misteri e magari nascondesse qualche altro segreto che un giorno a l'altro lui avrebbe smascherato -giocare ai detective era in assoluto quello che gli piaceva fare di più, specie quando lui e Danny si divertivano a disturbare i giochi di Scott e quell'altro dal nome bizzarro- però trovava ancora più curioso il fatto che, spesso e volentieri, Stiles lo mettesse in situazioni imbarazzanti, come in quel momento. Mentre il bambino dagli occhietti castani lo guardava chiedendogli cosa avesse e lui, si schiaffava una mano sulla fronte cercando di resistere all'impulso di abbracciarlo.
“Strani.” disse il piccolo egocentrico al suo migliore amico, che lo stava aiutando a costruire un castello di sabbia.
“Chi?” domandò Danny curioso.
“Quei due...sono poooprio strani.” disse, puntando il mento nella direzione desiderata.
Danny inclinò la testa come un gatto, e alla fine replicò serioso.
“Io penso che sono carini.”

Fine
 

NdA: Stavolta molto breve...ma intensa?No, non direi...
Sembra che Stiles sappia bene come sfruttare il suo fascino e conosca bene Derek, sfruttando quel povero cucciolotto a sua insaputa!Spero abbiate apprezzato!Un bacio e chi leggerà e commenterà!
Il titolo e la quasi totalità della fic è ispirata al dolcissimo :Rainbow Connection di Weezer ft Hayley Williams (dove c'è lei ci sono io)

Dan 

   
 
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