Note di Alexiel: Questa è una fanfiction che Kuruccha mi ha commissionato per il drabble!meme. Non è una drabble, come al solito, ma se non altro rispetta il prompt :D
Zuko/Mai: You can be better than that.
Inutile dire che amo la coppia e che spero di averli resi abbastanza
IC.
E' ovviamente dedicata a Kuruccha. E ci allego anche un augurio di
pronta guarigione. <3 Baci,
Alexiel.
La moglie di Zuko
Quando le sue amiche squittivano, eccitate, che lei era la moglie del
Signore del Fuoco, Mai rispondeva con uno sguardo annoiato e una
leggera scrollata di spalle; solitamente, sarebbe bastata solo la
prima reazione, ma Zuko le aveva fatto notare che la gente aveva
bisogno di qualcosa di più per recepire certi messaggi altrimenti
incomprensibili.
La scrollata di spalle andava bene, quindi, considerò Mai.
Soprattutto per rispondere ad un'affermazione ovvia e stupida come
quella: era la moglie del Signore del Fuoco.
Sai che novità, alla festa di matrimonio era stato invitato il mondo
intero; non è che lei, nel frattempo, fosse rimasta svenuta al
fianco di suo marito. Lo sapeva chi diamine era, non c'era bisogno
che ogni giorno le venisse ricordato come se fosse un evento
soprannaturale e mitico.
Lei era la moglie di Zuko, prima di ogni altra cosa. Che poi fosse il
signore del Fuoco, be', lei non poteva farci niente. Che avesse
passato gli ultimi anni a riorganizzare e salvare dalla rovina il
loro paese, di nuovo, non era qualcosa che l'aveva spinta a
sceglierlo tanti anni prma. Era venuto tutto dopo, con il tempo,
perché lei aveva prima perso la testa per un ragazzino impacciato,
mammone e solitario che, a quel tempo, era paragonabile a un cerino
bagnato. Altro che Signore del Fuoco. Da bambina non si era mica
soffermata a riflettere: “Oh, ma sono sicura che tra qualche anno
diventerà il dominatore del Fuoco migliore del Paese. Succederà a
suo padre e farà risplendere la nostra terra. Inoltre, dopo aver
cercato di ammazzarlo e/o rapirlo qualche centinaio di volte,
fallendo miseramente, diventerà migliore amico dell'Avatar.”
A Mai, di quanto Zuko sarebbe migliorato nel tempo, non era mai
sembrato un motivo per amarlo di più o amarlo di meno. Anzi, non si
era neanche posta il problema. Se si era innamorata di lui quando
ancora si faceva mettere i piedi in testa da Azula e quando il suo
mondo aveva le dimensioni di una farfallatigre, allora significava
che lui, piccolo o grande che fosse, in quel mondo poteva starci
senza problemi e farla sentire un po' meglio, senza avere la perenne
sensazione di stare soffocando. La illuminava un po', anche se il
massimo che riusciva a fare era bruciacchiarsi le sopracciglia.
Dopo era cresciuto ancora, così tanto che il mondo di Mai aveva
smesso di essere sufficiente. Si era allontanato da lei, diventando
solo l'ombra di ciò che era stato, ed era andato via. L'aveva visto
partire, entrare in un mondo più oscuro, mentre lei era rimasta a
soffocare nella noia, tra aspettative e ricevimenti; tra doveri e
capelli lunghi. Se Mai si sforzava di accontentare i suoi genitori,
senza mostrare alcuna forma di entusiasmo, allora Zuko si spingeva
fin oltre i suoi limiti di essere umano per rendere orgoglioso suo
padre.
Non l'aveva odiato quando era andato via – troppo faticoso e
abbastanza stupido, dal momento che lui non aveva idea di quello che
lei provasse. E poi era quello il loro destino, no? Fare cose stupide
per le loro stupide reputazioni. Non è che i sentimenti potessero
mettersi in mezzo come nelle favole. Si chiamava dovere e Mai doveva
sottostarci come tutti. Intanto, poteva ricordarsi di quel sentimento e
continuare a coltivarlo, senza sapere che tutto quello che lei sarebbe
diventata grazie a lui sarebbe dipeso in maniera incredibile da quel
piccolo segno di ribellione.
Dopo un po', però, il suo mondo era diventato un po' più grande,
pieno di missioni assurde, di inseguimenti sfiancanti e battaglie.
Non sapeva quanto fosse meglio rispetto alla vita a palazzo, ma se
non altro poteva dimenticarsi un po' di tenere in ordine i capelli o
inchinarsi all'ennesimo signore venuto a trovare lei e la sua
famiglia per un matrimonio combinato. Meglio cavalcare una lucertola
gigante e sentire le urla stridule di Azula che essere esposta alla
vista signori di mezza età o rampolli di famiglie nobili, intenti a
squadrarla da capo e piedi come fosse merce.
Mai, anche se sotto gli ordini di Azula, si era sentita solo un po'
più libera. Aveva imparato a capire cosa significasse migliorare o
peggiorare, crescere oppure prendere la decisioni sbagliate, seguire
orme già segnate su un sentiero dritto e sicuro e crearne un altro
molto più pericoloso ma decisamente più suo.
Mai aveva imparato a ribellarsi e, a poco a poco, Zuko l'aveva
raggiunto davvero. L'aveva raggiunto nel momento in cui si erano
ritrovati su campi opposti, quando era diventato suo nemico, quando
l'ultima cosa che avrebbe dovuto fare era proteggerlo e salvarlo.
Quando amarlo sembrava una contraddizione. Non lo amava di più perché
era più forte e capace di sostenere gli attacchi di Azula. Non lo amava
di meno perché aveva combattuto contro di lei e l'aveva tradita per
seguire i suoi ideali e i suoi scopi.
Lo amava con la forza che l'aveva portata fin lì, con il suo ricordo
nel cuore, simile a un fuoco che si dibatte e cresce inesorabilmente,
fino a che non si libera in tutta la sua potenza. Era stupido amarlo di
più o amarlo di meno. Ma era bellissimo e sconvolgente scoprire che lo
amava in qualsiasi situazione, al di là di doveri e ordini.
Non era importante quanto lo amasse, ma che grazie a quell'amore
potesse raggiungerlo ancora una volta.
L'aveva raggiunto, quando Zuko era tornato a essere il bambino che
correva e inciampava nei giardini della Signora del Fuoco. Quello
privo di astio e rancore, quello che avrebbe saputo mandare giù una
foresta a forza di urla ma che avrebbe a malapena dato fuoco a una
foglia. Certo, ora avrebbe potuto fare entrambe le cose, ma la forza,
pensò Mai, stava in altro.
Era tornato il principe che, come primo obiettivo, si era posto
quello di diventare migliore.
E lei si era sentita improvvisamente lontanissima, si era resa conto
di quanto gli mancasse e di quanto avesse bisogno di lui. Ma prima di
ogni altra cosa, Mai si era resa conto di quanto avesse bisogno di se
stessa e del suo respiro.
“Puoi essere migliore, Mai. Basta un gesto o una parola.”
Mai era la moglie del Signore del Fuoco. Ed era orgogliosa di lui.
Ma era la moglie di Zuko, prima di tutto. E lo amava.