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Autore: SilentWings    01/09/2011    1 recensioni
Il mito di Zazie è sempre stato Jiggy Pepper... ma se Zazie e la sorella del bee per le consegne espresse si incontrassero? Titolo spirato a "City of the damned" dei Green Day.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un'altra fanfiction su letter bee prodotta nel cuore della notte u.u insonnia is the way! Awwn, stavolta mi occuperò di Zazie, il personaggio che amo di più in questo manga.
Mi ci è voluto un sacco di tempo per scriverla. Spero che almeno apprezziate i miei sforzi! Buona lettura! ^w^


-Davvero? L'hai incontrato davveeeero?-
Zazie fremeva di eccitazione, mordendo famelico un grosso pezzo di pane.
-Ancora? Ti ho detto di sì!- rispose Lag per la centesima volta, esasperato.
-Non ci creeedo! Che fortuna sfacciata! Io pagherei oro per poterlo conoscere. Il grande Jiggy Pepper, in sella a quella sua moto strepitosa e in compagnia di quel suo falco -sospirò Zazie con aria sognante.
Pensando alla sorella minore di Jiggy, Nery, incontrata nella città di Kyrie- Dead end, a Lag scappò un sorrisino.
Accorgendosene, l'altro bee lo guardò con sospetto. -Perché te ne stai lì ridendo da solo come un cretino?
-Oh, niente, niente- rispose l'Albis ancora sorridendo -E' solo che pensavo a quanto Jiggy e sua sorella si somigliano, tutto qui.-
A Zazie per poco non schizzarono gli occhi fuori dalle orbite -Il signor Pepper ha una sorella? Ed è una tua amica?-
-Beh, sì.- rispose Lag con un certo imbarazzo -Si chiama Nery, e sembra un ragazzo. Vive nella città di Dead End, al confine tra Yodaka e Yusari. Ha cercato di rubarmi il permesso per attraversare il ponte.-
-Uffa, sempre la solita fortuna sfacciata. Non solo conosci il mio idolo e ti sei fatto un giretto in moto con lui, ma hai anche fatto amicizia con tutti i suoi parenti.- replicò seccato il bee amante dei gatti, inarcando un sopracciglio.

************

Durante la notte, Zazie non riuscì a chiudere occhio.
Pensava continuamente a come sarebbe potuta essere Nery. La immaginava come una ragazzina in abiti umili, ma con uno sguardo dolce e un sorriso amichevole.
Il continuo sospirare del bee infastidì Wasiolka, la sua pantera -dingo che dormiva accanto a lui, e che per protesta gli morse una mano.
Zazie strillò di dolore, e dopo aver sgridato per bene la sua dingo ed essersi disinfettato i buchetti sanguinanti lasciati dai denti aguzzi nella carne morbida, finalmente riuscì ad addormentarsi.

************

La mattina dopo, all’Alveare, Aria Link stava distribuendo le istruzioni per le consegne del giorno.
-Lag Seeing e Niche... oggi per voi la consegna è a Blues Notes Blues.-
-Moc Sullivan? Sullivan, tu consegnerai questo pacco al monastero di Veritably, nella città di Lament.-
-Connor Cuhl? Connor, dove sei? Ah, qui dietro. Tu invece recapiterai queste lettere alla città di Pierce. E pulisciti quelle mani sporche di cioccolato, prima di prenderle.-
-E infine Zazie...- Aria si guardò intorno, non notando la presenza del ragazzino moro e della sua pantera.
-Sarà mica rimasto addormentato?- Si chiese la signorina Link, perplessa.
In quel momento, il pesante portone di bronzo dell’Alveare si aprì, lasciando entrare Wasiolka e Zazie.
Gli altri fissarono, sconvolti, il bee appena arrivato: capelli più scarmigliati del solito, camicia abbottonata male, scarpe slacciate, occhi mezzi chiusi dal sonno e due occhiaie che gli conferivano un aspetto da panda.
-S...scusate- si giustificò lui, con la voce impastata dalla stanchezza -Sono rimasto addormentato e Wasiolka non mi ha svegliato.-
La pantera ringhiò. A giudicare dal pelo opaco e la coda che si muoveva a scatti, nemmeno lei doveva sentirsi molto riposata.
Affabile come sempre, Aria sorrise -Non importa, ormai sei qui. Ecco Zazie, tu hai una consegna a Dead End.- disse mettendogli in mano una piccola busta bianca.
A sentire il nome di quel luogo, il ragazzo assonnato spalancò gli occhi e restò boccheggiante per qualche minuto, con i bulbi oculari che sembravano sul punto di schizzargli fuori dalle orbite, ansimando.
Il silenzio piombò tra i portalettere, che lo guardavano con un misto di sconcerto e preoccupazione.
La signorina Link fu la prima a rompere il silenzio. -Ahem...Zazie? Stai bene?-
Il ragazzo restò nella sua fase di estasi mistica per ancora un paio di secondi e poi, con un movimento improvviso si sbilanciò in avanti, quasi perdendo l’equilibrio.
Cinque paia di occhi lo stavano fissando, scioccati.
Cercando di sorridere, Aria appoggiò una mano sulla spalla di Zazie.
-Ehi, sei sicuro che sia tutto apposto? Forse è meglio se per oggi ti riposi un po’. Non credo sia il caso di avventurarsi in una consegna così impegnativa se sei stanco.-
Zazie la guardò come se avesse appena sputato una vipera.
Poi, con uno scatto fulmineo, afferrò la coda di Wasiolka con una risata sguaiata e la trascinò verso l’uscita.
-Stanco? Stanco chi? Ahah! Non sono mai stato più pronto in vita mia! Cosa stiamo aspettando? Io parto eh? Buona giornata e buon lavoro a tutti!- con quelle parole imboccò la porta a velocità supersonica e sparì alla vista.
Basiti, gli altri cinque impiegati statali, continuarono a fissare il punto dove il ragazzo era scomparso, per poi scambiarsi un’occhiata smarrita.
Zazie non era mai stato completamente sano di mente, ma ora cominciava davvero a farli preoccupare.

***********

Quando Zazie aveva sentito il nome della città di Kyrie, aveva chiaramente percepito il risveglio di tutte le cellule del suo corpo dal loro stato letargico.
Dead End uguale Nery. Nery uguale Jiggy Pepper. Matematico.
Lungo la strada, al bee sembrava di camminare a mezzo metro da terra.
Con un colpo di fortuna, forse, avrebbe finalmente incontrato il suo idolo. Il portalettere che girava Amberground su una moto di grossa cilindrata alimentata solo dalla forza del suo cuore. Jiggy Pepper, il sovrano indiscusso delle consegne espresse.
Sul far della sera, Zazie stava attraversando il ponte che collegava Yusari a Yodaka. Ad un tratto, l’aria cominciò a riempirsi del suono cupo e ovattato delle campane di una chiesa.
Finalmente la meta era vicina.
Il ragazzo controllò l’indirizzo sulla busta.
Signor Christopher Main. Un nome che non gli diceva assolutamente nulla. Beh, pazienza, né il contenuto della lettera né  gli affari personali del destinatario erano affar suo.
Una volta entrato in città, l’impiegato statale si sorprese di quanto vuota e silenziosa essa fosse..
Solo qua e là, gruppetti di barboni sostavano assieme ai margini della strada polverosa, per proteggersi dal freddo della notte perenne di Amberground.
-Attento!-
Qualcosa di morbido e pesante cadde addosso a Zazie, facendolo rovinare a terra.
Terrorizzato, il bee si voltò per capire cosa diamine gli fosse piombato sulla schiena. Tentò di balbettare qualcosa , ma non ci riuscì.
Un ragazzino con abiti da lavoro ed un cappello calcato in testa, impolverato all’inverosimile, si stava pulendo le mani sulla camicia, con aria soddisfatta. Sotto il suo piede, un uomo di mezz’età dall’aria malconcia, giaceva stordito al suolo.
Lo sconosciuto ridacchiò e sputò a terra davanti all’uomo. -Cretino! Non hai ancora capito che i bee non si fanno fregare i permessi di passaggio tanto facilmente?- si girò, osservando Zazie con un sorrisino beffardo stampato in volto. -Anche se tu hai un’espressione così da babbeo che dai l’impressione di essere facilmente derubabile.- sibilò il giovane con cattiveria.
Zazie si riscosse, piccato. -Ma babbeo sarà tuo fratello! Come ti permetti, faccia da melanzana?!-
-Non insultare mio fratello, sai? Se lui viene qui ti cava gli occhi con un coltello e ti strappa la pelle con delle pinze arrugginite, somaro!-
-Pff, sai che paura. La mia dingo se solo vede tuo fratello da lontano, gli salta addosso e ne fa polpette!-
- Mio fratello, MIO CARO, è niente meno che Jiggy Pepper. Persino un bee rimbecillito ed ignorante come te dovrebbe saperlo!-
A Zazie cascò la mascella.
Accidenti.
Aveva insultato il suo idolo senza saperlo.
Cercando di riprendere fiato, il bee amante dei gatti mormorò -Ma... quindi... tu sei Nery?-
Non poteva crederci. Quella che aveva scambiato per un ragazzo era davvero la sorella di Pepper?
La ragazza alzò un sopracciglio, sorpresa. -Proprio io, in carne ed ossa. E tu chi diamine saresti? E come fai a sapere il mio nome?-
-Io... sono un letter  bee e mi chiamo Zazie... ah, a proposito, potresti dirmi dove abita il signor Main? Ho una lettera per lui.-
Nery rise - Christopher Main? Beh, al momento si sta prostrando ai tuoi piedi.-
Sconvolto, il bee si girò verso l’uomo ancora impegnato a riprendersi dallo scontro con la ragazza.
Con delicatezza, asciugandosi con la mano alcune goccioline di sudore dalla fronte, Zazie infilò la lettera tra le dita storte dell’uomo. Accidenti, che razza di consegna.
-Posta per lei... ahem... signor Main. Solo una firmetta qui, per la ricevuta...- Il ragazzo infilò una penna stilografica in mano all’uomo, che, con espressione allucinata, segnò una “X” nello spazio dedicato alla firma per la ricevuta. Poi si abbandonò di nuovo al suolo, privo di forza.
Recuperando la penna, Zazie si chiese quanto diavolo fosse potente quella ragazzina, per aver conciato a quel modo un omone del genere.
In quel momento, la voce di Nery squillò nelle orecchie ronzanti del portalettere.
-Ehi tu! Ancora non mi hai risposto! Come mai mi conosci? Parliamone con calma, dai. Vieni da me.-E così dicendo, la terrificante ragazzina si avviò fischiettando verso casa.

*********

Chiamarla casa era un gran bel complimento.
L’abitazione di Nery altro non era che una stanzetta in mattoni, vuota e squallida, fredda ed intrisa di umidità.
Gli unici pezzi d’arredamento, se così si potevano chiamare, erano un pagliericcio mezzo distrutto appoggiato direttamente sul pavimento, un vaso da notte, una sedia dov’erano ammonticchiati assieme indumenti puliti e sporchi ed una grossa tinozza di legno.
La ragazza buttò i vestiti a terra e fece accomodare il bee sulla sedia, mentre lei prese posto a gambe incrociate sul pagliericcio.
-E così tu conosci quella lacrima ambulante di Lag Seeing, eh?- chiese lei, sorpresa.
-Già. E’ un mio amico e collega. In effetti è un po’ piagnucolone. Sempre con i lucciconi e il moccio al naso. Tipico di Lag. -constatò rassegnato Zazie. -Mi ha parlato molto di te, sai Nery?-
La ragazza ridacchiò -Ma pensa. Quel marmocchio si ricorda ancora di una poveraccia come me.-
Zazie si chiarì la voce. -Ahem, piuttosto, mi spiace di aver detto quelle cose, prima, nei confronti di tuo fratello. Il grande signor Pepper, a quanto pare. Non avrei mai voluto, scusa. A dire il vero, Jiggy è il mio idolo da sempre.- ammise il bee con un po’ d’ imbarazzo.
Nery rise, in maniera però poco convincente.
-Ma pensa tu... - e si zittì di colpo, giocherellando con una grossa scheggia di legno che, forse, si era staccata dalla tinozza.
Zazie si accorse del cambiamento d’umore della ragazza.
-Nery, tutto bene?-
Lei si strofinò il naso col dorso della mano e cercò di sorridere.
-Sì.. non preoccuparti. E’ che mi sento sempre un po’ giù quando penso a Jiggy. Dopo la sua partenza e la morte del mio fratellino Nero, sono sempre stata sola. E a volte la solitudine è pesante. Niente che tu possa comprendere, comunque. Avrai una famiglia che ti accoglie a braccia aperte quando torni a casa, cosa parlo a fare con te?- Nery fece un gesto vago con la mano, come a voler allontanare un pensiero triste.
-E’ qui che ti sbagli- sussurrò Zazie.
Perplessa, la ragazza alzò gli occhi -Come?-
-E’ qui che ti sbagli- ripeté il bee. -Io non ho nessuno. I miei genitori sono stati uccisi da un gaichu quando ero ancora un bambino, e da allora ho sperimentato eccome la solitudine... -
Zazie fissava il vuoto, con aria assente.
Imbarazzata, Nery gli si avvicinò e gli sfiorò una guancia.
-Scusa, io... non volevo...-
-Pazienza.- sorrise il ragazzo. -Beh, così siamo uno pari.-
La ragazza lo fissò. Non avrebbe mai detto che tanta sofferenza si celasse sotto quella scorza di durezza e strafottenza.
Però, com’era carino, con quegli occhi blu, quei capelli scuri spettinati, quell’espressione da  gattino... senza rendersi conto dei propri movimenti, Nery gli cinse il collo e lo baciò.
Un verso di sorpresa e gioia le si strozzò in gola.
Non solo il bee non si sottraeva a quel contatto, ma le sue labbra assecondavano ogni movimento di quelle della ragazza, rendendo quel momento sempre più pregno di passione.
Zazie, con una mano, circondò dolcemente il collo di Nery, mordicchiandole gentilmente il labbro inferiore.
Quando i due si separarono, si fissarono per un attimo negli occhi, scoppiando poi a ridere.
-Accipicchia, ragazzo! Fino a stamattina ero convinta che quasi tutti i bee fossero dei maledetti esseri viscidi e tirapiedi vendutisi al governo di Amberground, ma tu... mi lasci letteralmente senza parole!- rise lei.
Il ragazzo dagli occhi blu rise a sua volta, stringendola di nuovo, e aspirando quello strano odore di cuoio e polvere che Nery si portava addosso.

*********

La mattina dopo, Zazie era pronto per tornare a Yusari Central.
- Beh, adesso ho una scusa in più per offrirmi di consegnare lettere a Yodaka, eh?- sogghignò il bee.
Nery gli fece una linguaccia - Bleh, spiritoso. Fatevi vedere ogni tanto, tu e quel tuo gattaccio troppo cresciuto!-
Wasiolka, sentendosi chiamata in causa, soffiò leggermente verso la ragazza, come fanno tutti i felini, ma senza aggressività.
Zazie rise -Ma certo, mia cara faccia da melanzana!-
Nery gli tirò dietro una scarpa, ridendo. -E adesso muoviti, babbeo, che altrimenti all’Alveare ci arrivi l’anno prossimo!-
Con un sorriso e un ultimo bacio, Zazie riprese la sua strada.
Impaziente di sapere dove la prossima consegna lo avrebbe portato.

  
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