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Autore: MomoBee    01/09/2011    1 recensioni
Erano finiti i cinque lunghi ed estenuanti anni di scuola superiore e tutto quello che mancava era una vacanza senza pensieri e senza uomini. Ma un falò con la classe, distrusse tutto il "lavoro" che Angie aveva fatto per dimenticare Chris. Riuscirà a riprendere le distanze da lui e a non pensarci per il resto della sua vita dopo quello che succederà?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un'estate tutta nuova

 

 

«Dai vieni!» la mia amica Liz cercava di convincermi ad andare al falò che avremmo fatto la sera del giorno successivo con la classe del quinto.

«No, non mi va di rivedere Christian e quella donna - la sua ragazza - ora che sono riuscita a scrollarmelo dalla testa!».

 

Ma non fu così. Liz era riuscita in qualche modo a farmi andare a quel maledetto - perché già sapevo che sarebbe stato maledetto - falò. Così me la ritrovai in casa mia il sabato sera mentre mi sceglieva gli abiti, dato che, quelli che avevo indosso, erano "troppo casti" - sue testuali parole.

Tirò fuori un top nero - che con il push-up che mi aveva dato, faceva sembrare che portassi almeno una seconda abbondante - ed una gonna - un po' troppo svolazzante per i miei gusti - a scacchi bianca e nera. Grazie alla sabbia, non mi aveva costretto ad indossare i tacchi, quindi presi un paio di sandali bianchi.

Non ero il tipo di persona che per un semplice falò, mi sarei vestita come se fossi dovuta andare ad un galà. Infatti la mia proposta era stata di indossare una t-shirt e un paio di pantaloni corti, ma non feci neanche in tempo a pensarla, che fu letteralmente abolita.

«Veloce Angie, che è tardi!» disse tirandomi il vestiario sul letto.

Poco più tardi tornò il padre della mia amica, per portarci alla spiaggia.

 

Arrivate a destinazione, mi accorsi che la maggior parte della classe era lì, così cominciammo a salutare senza sosta. Chris non era ancora nei paraggi, quindi avevo ancora un po' di tempo per prepararmi psicologicamente.

Christian - meglio conosciuto come Chris - era un ragazzo che frequentava la mia stessa classe del quale mi ero stupidamente innamorata che, però, si era fidanzato con un'altra ragazza - la più odiosa e gettonata di tutta la classe. Ed ora che ero riuscita ad eliminarlo dalla faccia di questa terra, spunta fuori questo dannato falò, distruggendo tutto il lavoro fatto dalla fine della scuola.

Ad un certo punto mi voltai e lo vidi avvicinarsi come in uno di quei film con la canzone degli AC/DC "Back in black" e quella perfetta camminata ondulatoria.

Cominciò a salutare i maschi con il cinque e delle pacche sulle spalle - tipico atteggiamento maschile - e le ragazze con due baci sulle guance. Poi ci vide e ci venne incontro. Ci baciò sulle guancie. E fin lì non successe nulla.

«Come va ragazze?» disse puntando i suoi occhi neri verso di noi.

«Bene, bene!» rispondemmo all'unisono Liz ed io «Tu?» riprese la mia amica

«Abbastanza bene!» rispose l’unico uomo della conversazione «Allora, come avete trascorso queste vacanze?»

«Mah... mare, mare e mare! E prossimamente andremo in vacanza, ma ancora non sappiamo dove! Tu?» era la mia amica che rispondeva per entrambe

«Io sono andato in vacanza con i miei amici verso la prima settimana di luglio, poi ho preso a lavorare in officina da mio padre!»

«Quindi non farai niente nei prossimi giorni?»

«Solo sano e puro lavoro! Evviva!» esclamò ironicamente con un'espressione che sapeva di tutto tranne che di felicità

«Beh... potresti venire con noi! Non ti preoccupare, non saremo solo donne, quindi avrai una buona compagnia! Ma ribadisco, ancora non sappiamo dove andremo!»

Ma che razza di proposte si metteva a fare Liz?? Era pazza? Mi voleva morta? Forse voleva seppellirmi nei meandri di una delle spiagge in cui saremmo andate!

L'uomo in questione incrociò i suoi occhi neri con i miei e per un attimo credetti che mi sarei sciolta di lì a poco se avesse continuato a guardarmi in quel modo.

Per mia fortuna dopo quel lungo ed interminabile minuto riprese a parlare con la mia amica riportando lo sguardo su di lei: «Mi piacerebbe, ma dovrei parlarne con mio padre, ormai dice che sono un lavoratore a tempo pieno!» roteò gli occhi al cielo.

«Allora ti prende sul serio!» dissi incontrando nuovamente quel dannato sguardo suicida.

«Io pensavo che avrei fatto ciò che volevo!»

Avevo fatto male ad aprir bocca perché aveva ripreso a guardarmi negli occhi.

Signore ti prego fammi sostenere il suo sguardo senza cadere nelle grinfie di Eros, ti prego! Non ce la faccio.

Distolsi lo sguardo per qualche secondo, ma poi ripresi la forza e tornai a guardarlo negli occhi, scoprendo che non si era mosso di una virgola.

Ma perché Madre Natura ti ha donato questo corpo così bello, quegli occhi da peccato mortale e questa testa da sfracello? Perché sei sempre così dannatamente bello ma stronzo? Ma la domanda principale è: perché sei venuto nella mia classe a macchiarmi la vita con quel petrolio che hai negli occhi per poi rovinarmi l'esistenza? Bella, bellissima domanda!

Stavo per dare di matto quando Liz, guardando oltre la spalla di Chris, esclamò: «Ragazzi sarà meglio che andiamo, altrimenti ci lasceranno solamente le ossa come cibo!»

Infatti vidi la classe avvicinarsi alla spiaggia. I primi della fila tenevano della legna in mano, altri avevano della carne, e il resto se ne fregava altamente di quello che succedeva nel mondo esterno.

Quando furono vicino alla riva, alcuni maschi cominciarono ad accendere il fuoco con dei fiammiferi - si erano attrezzati bene per essere degli uomini fannulloni! - altri si preparavano con la carne da mettere sul fuoco, mentre le ragazze chiacchieravano tra di loro, qualcuna guardava il mare e altre ancora elogiavano il proprio ragazzo che accendeva il falò - perché sì, quella di Christian e Cindy non era l'unica coppia della classe, come un altro esempio Liz che era fidanzata con Andrew.

Liz, appunto. Che fine aveva fatto? Due minuti prima era vicino a me e ora non la vedo neanche nel giro di 50 metri!

«Jolie!» l'unico che poteva chiamarmi così era Andrew. Mi girai e, infatti, me lo trovai davanti «Come stai Angolina mia?!»

Ancora si ostinava a chiamarmi con questi soprannomi orrendi?

«Bene, bene!» risposi lasciando stare, per questa volta, i commenti sui modi in cui doveva chiamarmi «Tu?»

«Bene, ora che ti rivedo!» mi fece una linguaccia

«Almeno mi torturi recuperando i giorni che non sei riuscito a chiamarmi con questi soprannomi assurdi?»

«Certo!» rispose felice.

Gli feci un smorfia e mi girai verso Liz: «Ma dove diavolo l'hai pescato questo?»

«A scuola?!»

Ci si metteva pure lei a rispondere spiritosamente?

«Basta! Mi arrendo!» esclamai allontanandomi da loro.

Non ce la facevo a sopportare due tizi così spiritosi! Così mi avvicinai al fuoco, sedendomi vicino a dei compagni che non vedevo da troppo tempo.

 

Finalmente arrivò tutta la classe e i ragazzi cominciarono a cuocere tutto quello che avevano preso. Liz e Andrew si avvicinarono e si sedettero vicino a me. Mangiammo tutta la carne, che a dir la verità era davvero buona! Non li facevo dei gran cuochi questi omaccioni, e invece, si riscoprirono dei loro segreti nascosti.

Finimmo la carne e la gente cominciò a sparpagliarsi per la spiaggia, chi in coppia andava in riva al mare, chi suonava la chitarra con del "pubblico" che di tanto in tanto canticchiava il ritornello, chi invece, guardava le fiammette del fuoco volare in aria. Come me. Mi ero praticamente incantata a vedere le diverse scintille che faceva fuoco. Ripresi conoscenza delle mie capacità di movimento quando sentii delle mani battere per una canzone e mi alzai. Mi girai verso Liz per vedere che stava facendo e vidi che era abbracciata da Andrew da dietro la schiena. Rideva per qualcosa che probabilmente le stava dicendo quel pazzo. Non volevo disturbarla, quindi cominciai a passeggiare per la spiaggia senza dirle nulla. Mi sedetti e mi levai i sandali ormai pieni di sassolini. Raccolsi le ginocchia al petto e affondai i piedi tra la sabbia, lasciandomi passare i sassolini tra le dita ripensando alla serata appena trascorsa. Tra le chiacchiere e le risa che avevamo avuto, non sarei riuscita a dimenticarmi nuovamente di Chris con molta facilità.

Mi alzai. Non dovevo deprimermi, non ora e non così. Feci un sorriso talmente forzato che non mi convinsi nemmeno per pietà. Va be' passerà.

Improvvisamente sentii due mani cingermi la vita e un respiro caldo tra i capelli.

«Come mai sei qui sola soletta?» all'inizio pensai che fosse un maniaco che avrebbe voluto stuprarmi, ma poi riconobbi la voce. Era Christian. «Non vieni là con noi?»

«Volevo osservare un po' di paesaggio notturno! Tu come mai sei qui e non là?»

«Sono venuto a cercarti! Non ti vedevo più!»

E da quando in qua ti importa dove sono andata a finire?

«È bello qui, eh?!»

«Si, molto!» risposi sinceramente fissando il riflesso che la luna emanava sul mare.

Ma non riesce a lasciarmi stare per almeno cinque minuti? Se mi volesse morta, potrebbe pure dirlo!

«Come te! Con questa gonna, oggi...»

Cosa cosa cosa??? Aspetta, che cosa ha detto? Come te? Ma gli ha fatto male la carne o cosa?

Mentre mi perdevo in queste due parole, non recepii il resto del discorso, ma lo ritrovai a baciarmi avidamente una mia spalla scoperta. Per poi salire verso il collo e scendere nuovamente nel punto di prima.

Ma... mi sono persa qualche passaggio o lui era fidanzato?

«Aspetta!» presi le distanze da lui. «Ma tu non eri fidanzato?»

«Ero, hai detto bene!» disse mostrando quel maledetto sorriso con le fossettine a metà guancia che troppe volte mi aveva abbindolato.

«E ora?» se dovesse rispondere negativamente lo prendo a calci.

«L'ho lasciata...»

Ma io lo uccido! Si lascia con Cindy e poi viene a cercare me? Cos'è, si sente solo senza una donna al suo fianco?

«Per te!»

Per cosa? O meglio: per chi?

Era serio. Quindi, se avevo capito bene, diceva la verità? Sembrava di sì. E questo era grave. Io ero stata ben cinque anni - facciamo quattro, perché il primo anno a momenti nemmeno l'avevo visto - a logorarmi il fegato perché mi piaceva, mentre lui era fidanzato con la più gettonata della scuola. Che avevo io in comune con Cindy? Niente. E allora perché ora mi viene a dire che l'ha lasciata per me?

«Me ne sono accorto solo quando stavo con Cindy che non riuscivo a non pensare a te!»

E mi sembra che ti ci è voluto pure troppo per accorgertene!

«Allora perché ti saresti fidanzato con lei?»

«Per...»

Beh? Ha perso le parole? Lo guardai con aria interrogativa per farlo continuare.

«Perché all'inizio eri fidanzata con il mio migliore amico e quando l'hai lasciato lui era messo malissimo...»

Si stava arrampicando sugli specchi, però piano piano scivola, non aveva le ventose pulite a sufficienza.

«Insomma... Non lo so... So solo che non riesco ad allontanarmi da te!» a quest'ultima frase si avvicinò in maniera vertiginosamente pericolosa.

«Quante ragazze sei riuscito a far cadere ai tuoi piedi con questa frase?» cercai di mantenere un tono di voce abbastanza risoluto.

Sorrise e avvicinandosi ancora un po', disse: «Non l'ho usata con nessuna! Sto solo dicendo la verità!» era arrivato a sussurrare, talmente era vicino al mio orecchio.

Mattew continuava a suonare la chitarra che, anche se eravamo un po' lontani, si sentiva che intonava le note di una canzone conosciuta.

Le sue mani mi cinsero i fianchi e la sua bocca pian piano si avvicinava alle mie labbra.

Non sapevo che fare. Lo perdono e lascio indietro tutto il dolore che ho patito per questo cretino - con tutte le notti insonni - o lo lascio con le mani in mano? Se dovessi scegliere la seconda, però ferirei anche me stessa, perché, come sento dal cuore che si dice che non sappia imbrogliare, mi sono innamorata di quest'uomo. E non è una cosa positiva!

Le sue labbra arrivarono a sfiorare le mie. Posai una mano sul suo petto per allontanarlo un po' e non cadere in tentazione precocemente.

«Ti sei lasciato veramente? Non vorrei essere quella che rovina tutto!»

«Sì, te l'ho detto! L'ho lasciata perché con lei non mi sentivo bene come adoro sentirmi quando sono vicino a te!» sussurrò nell'orecchio.

Ok, ti prego smettila di sussurrare, se no, non riuscirei a reprimere la voglia che ho di prenderti quelle dannate labbra morbide e baciarle avidamente.

«Sei un cretino, lo sai?»

Fece una faccia fintamente sconcertata: «Io? Perché?»

«Perché, dannazione, io sono innamorata di te da quattro anni, e tu oggi vieni qui come se niente fosse e mi dici che sei innamorato di me da quando stavi con Cindy!?».

Sembrava sconcertato da quella mia rivelazione. Probabilmente non si sarebbe mai aspettato che gli dicessi una cosa del genere, ma prima o poi avrei dovuto pur farlo!

«Sei un cretino nato! E ti odio per questo!»

«Ma hai appena detto che mi amavi!» si allontanò lievemente

«Si, infatti, ti amavo e ora sparisci dalla mia visuale!» mi girai di scatto

«E dai!» mi fece girare nuovamente verso di lui per potermi guardare negli occhi. «Ti prego, perdonami! Sono che sono arrivato un po’ in ritardo, ma sono arrivato, no?» così stava solo che peggiorando le cose. Mi schioccò un bacio sulla guancia. «Pace?!» ed abbozzò un mezzo sorriso.

Sbuffai. Non ce la facevo ad essere arrabbiata per più di 30 secondi con lui. «Pace. E comunque ricordati che sei e rimarrai un cretino a vita!»

Sorrise appieno facendo vedere il fascino delle fossettine che aveva a metà guancia. Si avvicinò e questa volta lo lasciai fare. Premette le sue labbra sulle mie in un bacio lento e mortale. La sua lingua si fece spazio cercando la mia e quando la trovo, cominciò a giocarci. Baciava davvero bene, dovevo essere sincera. Era così dolce mentre danzava con quella lingua. Cinsi il suo collo con le braccia affondando una mano tra i suoi capelli e di risposta, lui mi strinse un po' più forte nell'abbraccio da poter avere a contatto ogni minuscola parte di me, con ogni parte di lui. Perfino con il suo amico nei pantaloni che sentii risvegliarsi.

Forse sarebbe stato meglio staccarsi per non perdere anche l’ultimo neurone rimasto vivo e vegeto dopo quel contatto.

Cercai di allontanarmi anche solo per respirare, ma non fui agevolata. Lui non mollava, stringendomi sempre più. Non mi dispiaceva affatto essere tra la sue braccia, ma non avrei mai pensato che sarei dovuta morire così!

Ad un certo punto allentò la presa per arrivare meglio con le labbra sul mio collo. Lasciò una scia di piccoli ed incandescenti baci.

Infine si staccò prendendomi entrambe le mani tra le sue. Non pensavo che avrei sentito la mancanza delle sue labbra sulle mie. Non volevo fare la figura della depravata che non riesce a staccarsi da due labbra ma le sue erano così morbide ed invitanti. E come se mi avesse letto nel pensiero, mi lasciò un altro bacio lento ed appassionato. Poi tanti altri piccoli e fugaci.

Infine, mi prese per mano intrecciando le dita con le mie e tornammo verso il fuoco dai nostri amici.

 

 


 

 

Momo’s  note:

salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction che scrivo. Spero vi piaccia!!!

Innanzi tutto volevo fare un ringraziamento speciale alla mia amica vero bigia che mi ha corretto questa one-shot e che mi ha anche incitato a metterla qui!

Volevo ribadire che accetto sia commenti positivi, che fanno sempre piacere, sia negativi, grazie ai quali riuscirò a correggermi dove ho sbagliato. Grazie ancora per aver letto questa ff!

Baci.

Monia

  
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