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Autore: AlexysBlack    02/09/2011    4 recensioni
Elena era come la pioggia, lui la sentiva, e si sentiva vivo, umano : per questo odiava amarla. Ma se la pioggia era fredda lei lo riscaldava, come fa il sole con la pelle umana, come fuoco che brucia, doccia calda che risveglia i muscoli intorpiditi, semplice pioggia infuocata.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Set fire to rain

 Set fire to the Rain

Damon corse in giardino, come da bambino. Aveva sempre amato la pioggia, ma da quando era un vampiro -troppo tempo, ormai- la trovava ancora più bella. Ricordò che anche sua madre adorava la pioggia e una delle ultime volte che l'aveva vista era un giorno uggioso, di quelli con il cielo grigio fastidiosamente luminosi che ti costringono a strizzare gli occhi per guardare la luce e che di solito rendono nervosi ed incredibilmente irritabili. Lei lo aveva preso in braccio, ridendo, i capelli corvini e gli occhi di ghiaccio come i suoi, ed era corsa fuori di casa, mettendosi a roteare e facendo volare il bambino come un aeroplano sulla propria testa.
Si tolse la giacca di pelle allargando le braccia verso l'esterno, lasciando che l'acqua si infrangesse sul proprio corpo.
“La senti, Damon?”, aveva chiesto sua madre fra le risa, mentre suo padre e uno Stefan davvero minuto li rimproveravano dalla veranda. Forse Stefan non sapeva neppure parlare, ai quei tempi, ai bei tempi. I due continuavano a giocare, però, sotto la fresca pioggia estiva e protetti da un alone di innocenza che poche volte il vampiro aveva avuto l'occasione di provare, in seguito. “Cosa, mamma?” Lei si era fermata, stringendoselo al petto, sorridendogli con il viso rigato di lacrime celesti, e gli aveva scompigliato i capelli. “La vita, Damon.” E lui la sentiva, ancora oggi, quando nemmeno c'era una vera vita da assaporare. 
Si sdraiò per terra sull'erba bagnata, la giacca appallottolata sotto la testa a mo' di cuscino. 
La pioggia la sentiva, non come il freddo o il sole sulla pelle. La pioggia, come la neve, la grandine, o il fuoco, era solida. Percepiva ogni singola microscopica particella infrangersi sulla superficie del suo corpo e produrre un suono particolare, addirittura un colore particolare, un odore persino. Aveva gli occhi aperti rivolti verso il cielo per ammirare la danza delle centinaia di gocce che stavano per infrangersi sul suo volto centenario, e la sentiva: la sentiva da morire anche se non ne aveva il diritto, e forse era questa la sua colpa. 
“Damon ma che stai combinando qui fuori?” Gli urlò un' Elena bagnata come un pulcino, i capelli lisci e morbidi pressati sul viso, le gote arrossate, un vago sorriso sulle labbra. “La sento”, aveva risposto a bassa voce, senza smettere di guardarla, e lei non smetteva di guardare lui: solo la pioggia a vegliare su entrambi. Elena era come la pioggia, lui la sentiva, e si sentiva vivo, umano : per questo odiava amarla. 
Ma se la pioggia era fredda lei lo riscaldava, come fa il sole con la pelle umana, come fuoco che brucia,  doccia calda che risveglia i muscoli intorpiditi, semplice p
ioggia infuocata. “Senti, cosa?”
Lui aprì la bocca, assaporando la pioggia come da bambino, ed Elena fece lo stesso, ridendo. Lui la guardò attentamente: rideva come sua madre, Elena. Damon si alzò di scatto, la prese per i fianchi e sollevandola in aria iniziò a girare su se' stesso, guardando come le gocce percorressero quel suo volto perfetto e...umano. “Le somigli così tanto”, aveva detto lui, smettendo di ridere, mentre lei si aggrappava al suo collo per non cadere a causa di tutto quel volteggiare; ma a cadere fu lui, trascinandola sul proprio corpo. Ghiaccio e fuoco, nero e bianco, notte e giorno. Elena non aveva parlato, in silenzio, come se quell'incantesimo si potesse spezzare, chiedendo solo con gli occhi e con il suo sorriso gentile. “A mia madre”, aveva risposto lui, accarezzandole i capelli bagnati. “Ridi come lei” e lei aveva sorriso di più, dolce e pura, opposta a lui come sempre.  Ma la pioggia lavava i suoi peccati, lavava i suoi difetti, e rimanevano solo due corpi stesi sull'erba fresca, uniti da qualcosa di piccolo e fragile come una goccia di pioggia e uno spiraglio di luce lontana. Elena aveva posato le mani sul petto di Damon, sorridendogli. “Le saresti piaciuta”, e la ragazza era scesa dal corpo di lui, stendendoglisi accanto e intrecciando le dita della sua mano. Si poteva sentire il sole quando pioveva? Forse era quello l'arcobaleno, sentire il sole quando piove, sapere che c'è nonostante tutto. Si voltarono contemporaneamente facendo combaciare le loro fronti e i loro nasi. Non erano poi così diversi, Damon ed Elena, ma come ogni altro opposto potevano sfiorarsi solo in alcuni speciali momenti, quando la pioggia copre il mondo e il sole sta per tornare, sempre sul limite di una soglia invalicabile ad entrambi. 
Elena gli aveva sorriso di nuovo, sfiorando il suo volto bagnato e innaturalmente
umano, annegando in quei suoi occhi profondi ed avvolgenti come la pioggia. “Io ti sento, Damon”, aveva sussurrato prima di sfiorargli le labbra per una frazione di secondo che ad entrambi parve lunghissima. Ma la pioggia era terminata e lei era corsa via fulminea, sapendo che quella soglia non poteva essere sorpassata.
Loro dovevano rimanere semplici fuoco e ghiaccio, lontani l'uno dall'altro ma estremamente necessari al proprio opposto, come la vita e la morte che prendono significato solo insieme.

Angolo Autrice:                                                                                                                                                                                       Secondo tentativo, anche se cornologicamente ho scritto prima questa dell'altra.
Il titolo è la canzone di Adele, ed è quello che Elena rappresenta per Damon, cioè ciò che "da' fuoco alla pioggia" ed anche la pioggia stessa che prende fuoco: lo so, forse non ha un senso. Probabilmente è meno "strana" dell'altra, ma mi è piaciuto scriverla come spero sia piaciuto a voi leggerla.                                                                                           
Non so se la madre dei fratelli Salvatore si vedrà mai, ma mi è venuta fuori naturalmente, spuntando fra le righe di questa One-shot autonomamente, come se fosse reale
Sono certa che la "vera" Elena non bacerebbe mai Damon (non che sia questo grande momento di passione), ma fra loro c'è un'intesa particolare e secondo me lei doveva capire le sue parole anche se probabilmente non hanno un senso oggettivo e -soprattutto- doveva reagire.
I commenti sono ben accetti (:
Hope you liked it,

   -Alexys- 

  
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