Mi
sveglio di soprassalto, ansante.
E' ancora notte fonda, e
probabilmente sono appena uscito dalla fase rem, dato che ho
l'impressione di non essermi mai addormentato. Mi passo la mano sulla
fronte, che scopro essere sudata, ed ora che la coscienza si
è di
nuovo fatta largo tra le mie membra, le sento tese, indolenzite, come
se avessi tremato a lungo. Prendo un lungo respiro e mi rizzo seduto,
ancora scosso, sentendo una brezza che mi gela il sudore sulla
schiena nuda e guida i miei occhi verso la grande finestra
spalancata: le tende svolazzano sinuose e sollevate da terra come
fossero spiriti danzanti animati di vita dalla luce delle stelle,
dato che questa, anzichè illuminarle, sembra nascere
direttamente da
esse.
E' una tipica notte d'estate. Di quelle calde, col cielo
sereno e illuminato quasi a giorno, fuori la Casa cantano i grilli.
Di quelle che pargono sospese su una nuvola di profumo di gelsomini
appena sbocciati, fuori dal tempo e dallo spazio.
Non è
dall'esterno, quindi, che viene la mia inquietudine.
Ho sognato.
Non ricordo cosa, ma l'ho fatto; altrimenti non sarei in queste
condizioni. Scosto il lenzuolo di seta dalle mie gambe e poggio i
piedi sul fresco pavimento di marmo, tastandone per un po' la fresca
e dura consistenza come per assicurarmi di essere davvero sveglio e
di trovarmi finalmente al sicuro, lontano dal regno degli incubi;
solo dopo aver preso un paio di lunghi respiri, il battito del cuore
accenna a placare il suo ritmo forsennato. Così mi alzo e mi
dirigo
alla finestra, nudo, attirato dal ballo di quelle ninfe lattescenti
la cui musica è quella silente del vento. Appoggio i palmi
sul
davanzale, sento la frescura donare leggero sollievo al corpo
accaldato, e il far scorrere gli occhi sulle lunghe scalinate e le
Case che esse collegano mi scuote dal torpore rimasto, ultima catena
che mi tiene legato al mondo di Oniro e Morfeo.
Il Grande Tempio
mi si offre alla vista in tutto il suo splendore notturno e
rassicurante, ma tutto ciò non basta a scrollarmi di dosso
quest'angoscia ormai radicata nelle ossa. Perchè non mi
serve la
memoria per sapere cosa ho sognato, non adesso che il mio sguardo si
posa sulla scogliera: è come se questa mi parlasse, come se
con la
voce delle onde infrangenti sull'impervia roccia mi rivelasse la
risposta a tanto tormento.
Ho
sognato te.
Ho
sognato te e quello che mi hai detto l'ultima volta che ci siamo
parlati.
E la cosa che mi lascia interdetto è che ad affliggermi
non è tanto quello che ti ho fatto, perchè so che
è stata la
punizione che meritavi, quanto le parole che ho sentito uscire dalla
tua bocca. Quella bocca che pochi giorni fa sono stato costretto a
mettere a tacere per le sacrileghe parole che ha vomitato. Ma allora
perchè la tua voce continua a vorticarmi nella testa come un
eco che
rimbalza da una parete all'altra, all'infinito?
Forse perchè mi
spaventa. Mi spaventa il fatto che, sin da quando eravamo bambini,
tutto ciò che hanno modulato le tue labbra è
stato per me come il
suono del flauto di un incantatore.
Tra i due sei sempre stato il
più deciso, quello che ha sempre saputo cosa avrebbe fatto
della sua
vita. O per lo meno, questo era quello che tutti pensavano di te, ma
unicamente perchè riuscivi a darne l'impressione. La
realtà è che
le tue chiacchiere hanno sempre avuto un grande ascendente su tutti,
compreso me. Facevi credere ciò che volevi, inducevi gli
altri ad
eseguire i tuoi capricci più assurdi come se fossero loro
volontà,
tutto con le parole azzeccate e quel tuo sguardo che ammalia.
Però
alla fine, e contro ogni aspettativa, sono stato io ad ottenere
l'onore di vestire l'armatura d'oro, guadagnandomi il rispetto di
chiunque e la nomina di uno dei più ammirevoli Saint, e ho
finalmente potuto mostrare a tutti chi realmente siamo: io un
Cavaliere e tu un aspide che vive di luce riflessa. Ma quanto poteva
durare questo idillio? Quanto potevi sopportare di vivere nella mia
ombra prima che la tua mente malvagia partorisse l'idea di servirti
di me per realizzare i tuoi ideali, pazzo?
Io non sono più quello
di una volta e tu lo sai; nonostante ciò qualcosa ti ha
indotto a
credere che avrei dato retta a quelle tue ciance insensate, che alla
fine hanno avuto il solo effetto di ferirmi nell'onore e di
costringermi a prendere la più dolorosa decisione di tutta
la mia
vita. Porto una mano al petto. Ancora mi fa male, ancora è
difficile
trovare qualcosa che riesca a riempire questo cuore la cui
metà è
stata strappata e portata via, ma grazie alla mia forza d'animo ora
non potrai più usare e convincere nessuno, non ora che il
rumore del
mare riesce a sovrastare persino la tua voce e affogarne il
veleno.
Ma anche sapere che essa non potrà più
raggiungere le
mie orecchie non mi tranquillizza, perchè quello che ho
sentito
anche solo una volta mi si è annidato dentro come un
parassita, di
quelli che non hanno intenzione di andarsene se non quando hanno
ucciso il loro ospite, privandolo di ogni forza.
Hai detto che
avrei fatto cose orribili, che sarei stato il fautore di un'era buia
per il Grande Tempio, ma non mi spiego cosa ti abbia spinto ad
augurare un simile destino proprio a me.
L'angelo
sul
volto
e il demone nel cuore.
Non
sono sempre stato io uno dei cavalieri più potenti e devoti
alla
giustizia? Non ho sempre adempito al mio dovere con temperanza e
sacrificio? So quali sono i miei ideali, so cos'è per cui
combatto:
sarei disposto a morire per questa bella terra, per questa
umanità
così grande e splendida.
Perchè
credo in lei più di ogni altra cosa, tanto da rischiare la
vita ogni
giorno in sua difesa.
Credo
in queste creature che, nonostante siano da sempre state costrette a
strisciare come vermi nell'arida terra, non mancano mai di alzare gli
occhi a rimirare le stelle, pur consapevoli di non poter arrivare mai
a sfiorarle. E la nostra peggior debolezza, quell'unica
caratteristica che ci rende diversi dagli dei e che essi ci hanno
attribuito proprio per impedirci di raggiungerli, è stata la
nostra
forza: l'assaporare la morte
e il suo significato, ci ha reso attaccati alla vita e per questo
capaci di apprezzarne i più disparati risvolti e
sfaccettature; la
ricerca della verità, l'anelare alla giustizia, la
consapevolezza di
essere pronti a morire per difendere ciò in cui crediamo, ci
ha reso
capaci di imprese impensabili.
Capaci
di cose che
superano persino gli dei.
Sì,
non mi vergogno a pensare ciò, perchè questa
è giustizia, e la
giustizia è sopra ogni cosa.
Sono
un'umanista, in fondo. Che male c'è nel credere negli uomini
più di
quanto si creda negli dei?
Un bambino che viene al mondo,
l'abbraccio di una madre, il sopravvivere alle ferite e ai morbi:
questi sono i veri miracoli.
L'uomo
è il miracolo.
Non
li abbiamo raggiunti, li abbiamo superati, e questo non possono
sopportarlo. Perchè noi, imperfetta emanazione degli dei,
creati
solo per permetter loro di esercitare su qualcuno la loro tirannia,
siamo sfuggiti al
loro
controllo, tanto da indurli a impiegare tutte le forze in imprese di
capricciosa malvagità volte all'annientare le stesse
creature
partorite dal loro cosmo. E non lo fanno per punirci di eccessiva
malvagità o per purificare questo mondo che ci incolpano di
aver
reso marcio: lo fanno perchè siamo divenuti l'unica cosa in
grado di
spaventarli, l'unica in grado di minacciare la supremazia che
così
vanitosamente non mancano mai di ostentare, grazie alle nostre gesta
e al nostro cuore che ci fa rilucere così intensamente da
abbagliare
persino i loro occhi lassù nei cieli.
Il nostro splendore sta
nella nostra umiltà, nel riuscire a sorridere sebbene
soffriamo la
fame, nell'apprezzare il colore di un fiore o la brezza sulla pelle.
E quindi come possono essi, dall'alto della loro frigida
immortalità,
credere di sapere cosa è meglio per noi e ritenersi capaci
di
guidare chi lotta e vive per cose che sono per loro impossibili da
capire? Non c'è forse condottiero e signore più
adeguato di quello
che proviene dal popolo? Egli ben conosce i bisogni della gente,
avendo vissuto in mezzo a loro, mangiato dalle loro scodelle mezze
vuote, dormito con loro nelle brande di paglia secca e
pidocchi.
L'umanità ha bisogno di scuotersi, di raggiungere la
consapevolezza di poter andare avanti e combattere senza abbandonarsi
a culti che non fanno altro che renderla schiava di entità
che ormai
le sono completamente lontane e di cui non ha mai avuto bisogno.
Il
mondo è degli uomini.
Così
come lo diventeranno ben presto anche i cieli, senza che nessun dio
si permetta di interferire.
E
Atena? Atena è
diversa, ella è nata umana e nonostante in lei in futuro
brillerà
un cosmo superiore che la renderà tutt'altro che terrena,
assaggerà
per molti anni cosa vuol dire vivere come una mortale, a contatto con
gli uomini.
Da sempre ci illumina la via della giustizia,
ergendosi a scudo per proteggerci e a spada per guidarci in
battaglia, ogni volta disposta a combattere contro i suoi simili,
senza mai tentennamenti.
Ma allora cos'è che non mi convince di
tutto ciò?
E'
il
principio.
Il principio di dovere ciò che siamo stati in grado di
costruire da noi a qualcuno che di fatto non è un uomo,
benchè ne
abbia le spoglie.
Dobbiamo liberarci di questo virus che ci
infetta sin dai tempi del mito impedendoci di realizzare la nostra
reale e completa grandezza.
Qualcuno dovrà macchiarsi di sangue e
di rovinose colpe, ma tutto è lecito per il conseguimento di
un'ideale così alto.
E'
per gli uomini, per permetter loro di regnare senza dover abbassare
il capo.
Ma chi, tra tutti? Qualcuno
dovrà pur farlo. Qualcuno che avrà il coraggio e
la forza d'animo
di dare la scintilla a questo legittimo spurgo e prendersene le
responsabilità, guidando una massa inizialmente spaurita e
disorientata verso il trionfo che merita.
Potremmo essere Noi. D'altronde, sappiamo bene di essere il Saint più potente e rispettato del Grande Tempio. Chi più di Noi sarebbe disposto a tale sacrificio e il più credibile nel rivestire questo ruolo?
Serro i pugni poggiati sul marmo, mentre permango nel guardare quel mare ancora impegnato, come lo è da sempre, nella sua eterna ed estenuante lotta contro la scogliera. Esso sa di non poter nulla contro il baluardo di roccia, ma è proprio la sua perseveranza a permettergli di consumarla piano piano, fino a quando di lei non rimarrà solo che una misera spiaggia, sconfiggendola dolcemente senza nemmeno averle dato modo di accorgersene.
Potranno
volerci
anni,
ma la pazienza non ci manca di certo.
Sospiro.
Se
nemmeno la roccia è in grado di resistere all'oceano, quanto
passerà
prima che il mio cosmo smetta di sentire il tuo, gia flebile per la
continua lotta contro la marea?
Forse
non meritavi un simile destino.
Forse
avrebbero potuto esserci altre soluzioni, piuttosto che questa.
E'
con la tua immagine davanti agli occhi, e il fragore delle onde nelle
orecchie, che torno al letto; è certo però che
non dormirò, non
ora che una strana sensazione mi corre lungo la schiena, giungendo a
rigarmi la fronte di solchi gravi:
la brezza si sta tramutando in
vento, vento vigoroso che sta cambiando direzione, portando con
sè
nuovi profumi, nuovi rumori, nuove consapevolezze...
Forse,
per la prima volta, le tue non sono state solo vili fandonie,
fratello mio.
Sì.
Il tempo
degli dei
è giunto
al suo
termine.
Domani,
l'universo
intero assisterà
alla loro
rovinosa caduta.
Domani, sarà un uomo a salire sul trono di Terra e Cielo.
Saaaaalve a
tutti. <3
Chiedo sempre scusa per la mia incostanza nel
leggere, commentare, pubblicare, ma tra una cosa e l'altra mi ritrovo
ad avere sempre pochissimo tempo, ma cerco di fare più che
posso
T_T
Qualcosa ho postato, qui sopra, ma se devo dire la verità
non
sono molto soddisfatta.
Ci tengo a specificare che non sono una fan della prima persona, nè tantomento del tempo presente, però mi sembrava una scelta opportuna proprio per far sì che il lettore potesse ritrovarsi lì con Saga, in diretta mentre in questo avveniva il cambiamento. Spero di non aver fatto troppi danni però :)
Come molti sapranno o avranno capito, i
Gemellacci sono i miei personaggi preferiti (in tutte le epoche!), e
in particolar modo Saga è in assoluto quello che amo di
più (in
verità vado a periodi, qualche mese fa in cima alla
classifica c'era
Deuteros e Saga poteva anche prendersi una polmonite. Sono una
sottona senza etica, lo so -_-), però, come capita spesso
alle cose
che vogliamo siano perfette, alla fine non ci soddisfano. Avevo
riposto tanta fiducia nella prima fic a lui dedicata, e invece
è
venuta fuori una robetta che nemmeno si avvicina a quello che aveva
in mente, anche se comunque era sì mia intenzione raccontare
di come
mi piace immaginare che il suo cambiamento sia avvenuto... Spero sia
anche stato chiaro lo strano formato che ho usato per rendere
maggiormente l'idea del suo bipolarismo. Però la pubblico lo
stesso,
sia mai che a qualcuno piaccia :) Fatemi sapere che ne pensate
(incasso bene ogni critica xD), e prometto che prima o poi me ne
uscirò con una fic degna di lui e del gran personaggio che
è. Baci!