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Autore: Nene_chan    02/09/2011    1 recensioni
Avverto tutti quanti che questa è una fanfiction EROTICA. Sono costretta a inserirla nei rating arancioni, in quato non potrei visualizzarla se la metessi assieme ai reting rossi.
Beeene... ecco pubblicata la seconda storia suoi miei adoratissimi Rin e Ioru! Poveri... che cose li obbligo a fare...
Credo che questa sia più imbarazzante della prima, ma non importa, mi va di pubblicarla.
Un “pooom” onomatopeico risuonò nella mia mente mentre si toglieva la canottiera e i suoi seni -oserei dire- abnormi le ricadevano rimbalzando.
Fatemi sapere se vi piacciono, però!
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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La vita precedente, quella di cui vi ho raccontato quella brave e strana vicenda, mi è piaciuta davvero. E’ un peccato che le nostre vite siano destinate a durare appena un anno e non più… è triste.
Ma lasciamo perdere questi discorsi malinconici. Volevo narrarvi ancora qualcosa, ve ne racconterò parecchie d’ora in poi. Non per capire o per sfogarmi come la volta scorsa, ma piuttosto per mettere su carta ciò che a breve noi due, io e Rin, dimenticheremo.
 
Successe un giorno d’estate, non molto lontano dalla vicenda scorsa. Era una bella domenica e avevamo deciso di stenderci in spiaggia e straci per tutto il giorno.
Era molto affollato tutto il tratto di spiaggia libera e noi trovammo solo un posticino al centro della mischia a metà strada tra il mare e casa nostra, praticamente.
Sistemammo gli asciugamani vicini, come sempre e lei, svelta, si svestì e corse verso l’acqua cristallina increspata dal vento e dal movimento delle troppe persone che facevano il bagno o comminavano.
- Ioru! - mi chiamò, immersa fino alla vita, sbracciandosi in mia direzione.
Sorrisi e mi svestii anche io, rimanendo in costume -semplici boxer larghi e grandi, a fiori di ibisco rossi e blu su sfondo nero. Mi avviai anche io verso l’acqua e la raggiunsi.
Mi voltai verso la spiaggia, per ammirarla al sole per intero. Una giovane donna catturò la mia attenzione. Era alta, slanciata e biondo platino; il fisico formoso che si intravedeva attravero la canottiera attillata e la gonna corta.
Un “pooom” onomatopeico risuonò nella mia mente mentre si toglieva la canottiera e i suoi seni -oserei dire- abnormi le ricadevano rimbalzando. Ma non feci certo in tempo a vedermi tutta la scena… Rin, forse aveva visto come la guardavo e doveva evidentemente essere gelosa. Saltando mi prese la testa e la spinse con forza, ficcandomela sott’acqua.
Riemersi sputando. - Sei impazzita all’improvviso o sei stupida? - chiesi arrabbiato.
- Lo stupido sei tu, cretino! Come ti permetti? - mi urlò, facendo voltare alcune persone a guardarci.
- Ssssh! Rin… avanti, lo sai che io amo te, sciocca. - cercai di rassicurarla. Ma lei, imbronciata, si voltò dall’altra parte e si immerse iniziando a nuotare a rana. Le presi le caviglie e la tirai indietro, verso di me, poi le presi le spalle e mi chinai, dietro di lei.
- Per me sei e sarai sempre la più bella, piccola. - le sussurrai all’orecchio. - Anche se lei ha le tette più grandi delle tue... - scherzai dopo, ma, logicamente, mi beccai un pugno.
- Ahi! Rin… aspetta… - ma era troppo tardi, mi ficcò di nuovo la testa sotto. Rimanemmo così, a giocare per un po’, fino a quando la nostra pelle non raggrinzì per effetto dell’acqua. Solo allora salimmo e ci sdraiammo al sole, vicini.
Mi addormentai così. Crogiolandomi nel calore del sole del primo pomeriggio sulla pelle e concentrandomi sul respiro appena udibile e regolare di Rin, al mio fianco. Piano sprofondai nel buio delle palpebre.
 
Mentre riemergevo dall’ombra pastosa del sonno, come se riemergessi dall’oceano, mi accorsi che qualcuno mi stava toccando. Un tocco lieve che scivolava dal petto verso il basso ventre. Mi tirai a sedere di scatto, mentre la testa, per il movimento brusco, si mise a girarmi. Mi portai una mano alla fronte, mentre le macchie nere che iniziavo a vedere scomparivano già.
- Ti ho svegliato? - mi chiese la voce più familiare che potessi sentire. Sembrava delusa.
- N-No… - borbottai mettendo a fuoco il suo viso, a fianco a me. Abbassai lo sguardo seguendo il suo braccio. La fulminai con con gli occhi. - Che stai facendo? - sibilai.
Sbuffò delusa. - Uff… volevo solo fare un esperimento… -
- E farmi venire nel sonno? - la ammonii ancora.
- Oh, Ioru, andiamo! -
- Siamo su una spiaggia affollata. -
- Guardati attorno, non c’è più nessuno… - mi fece notare. E feci come diceva. Mi voltai e guardai la spiaggia: deserta. Eravamo rimasti solo noi. Almeno entro i limiti dell’orizzonte. Ed era quasi calata la notte, il sole si gettava nell’oceano lanciando gli utlimi bagliori sanguigni e quasi violacei sull’acqua. La sabbia era fredda, tra le dita dei miei piedi.
- E allora? Non è il luogo giusto, Rin. - la guardai agrottando le sopracciglia. Lei fece un sorriso furbo e malizioso.
- Non è mai il luogo giusto per te. - disse seccata. Si mise a cavalcioni delle mie gambe e si sedette sulle mie ginocchia, allungando le mani verso l’elastico del mio costume e tirandolo giù.
- R-Rin! Basta! - cercai di fermarla. Alzò il viso e mi baciò teneramente, ma io volevo di più -almeno quando si trattava di semplici baci. Le presi la nuca e la sospinsi verso di me, intrufolandomi nella sua bocca, ma lei si ritrasse. Si soffermò solo un momento a fissare i miei occhi verdi e si abbassò sul mio sesso.
- Rin… dacci un taglio. Non qui, è fuori discussione. - la ammonii di nuovo, tentando di allontanarla, ma non ne voleva davvero sapere. Lo prese in bocca direttamente, senza attendere di farmi eccitare e senza esitazioni; reagii solamente quando lei iniziò a muoversi su e giù. Sapevo che non sarei più riuscito a fermarla finchè non fosse stata soddisfatta del suo lavoro, quindi mi lasciai ricadere supino sull’asciugamano, un braccio sulla fronte, l’altro a nascondere gli occhi e buona parte del viso che già non nascondevano i capelli.
Strinsi i denti e gemetti piano quando venni e rimasi immobile.
- Ioru… - ansimo con il fiato corto, non vedendomi muovere. - …tutto bene? -
- Secondo te? - le sorrisi senza allegria, sarcastico. Tenni le braccia sul volto, sicuro che se l’avessi guardata l’avrei trovata ancora a bocca semiaperta, con il mio sperma che in parte colava e in parte era già scivolato sull’asciugamano, accanto a me.
- Ti va di giocare con me? - rimasi allibito. Alzandomi a sedere all’improvviso la osservai: sembrava ostentare un’innocenza che tutto sommato non aveva.
Le sorrisi ancora, sarcastico. - Rin, piccola, non ti pare una richiesta… ehm… esagerata..? -
- Dai… - iniziò con voce lamentosa. Mugugnai, meditabondo.
- E va bene! - sentenziai alla fine, con fare risoluto. La ribaltai, stendendola un po’ sulla sabbia e un po’ sul mio asciugamano, e mi misi carponi sopra di lei.
- Posso fare tutto quello che voglio, dopo ciò che m’hai fatto nelle ultime settimane, vero? - le chiesi con fare provocatorio.
- Tutto… - sospirò, suo malgrado, dopo qualche istante. Senza attendere oltre posai le mie labbra sulle sue, infilando all’istante la lingua tra i suoi denti stretti e mettendomi a giocare con la sua, in una serie di baci dolci e morbidi. Nel frattempo le mie mani andarono ai lacci del suo reggiseno a fiori e li slegarono entrambi, facendolo cadere a terra.
Smisi di baciarla, scivolando fuori dalla sua bocca e baciandole il collo, scendendo giù, sul suo seno formoso. Gemette solo al pensiero di ciò che sapeva avrei fatto di lì a pochi secondi e i suoi capezzoli s’intirizzirono subito. Sogghignai soddisfatto e divertito.
Con la lingua, mi mossi verso il suo capezzolo sinistro, lo leccai in un movimento circolare, e lo mordicchiai giocosamente, mentre con una mano, giocavo con quello destro. Invertii i movimenti, passando a leccare il destro, e di nuovo feci una pausa per baciarla, mentre le muovevo i seni e li facevo strisciare tra loro.
Senza smettere di baciarla, smisi di muovere un seno e, con quella mano, scesi fino al suo sesso. Infilai la mano dentro gli slip del costume e li tirai giù -con un po’ di fatica dato che stavo usando una mano sola. Uscii dalla sua bocca e mi rimisi a giocare anche con il seno che avevo abbandonato, questa volta succhiandolo con tutta l’intenzione di lasciarci il segno.
Alzando le mani cercò d’allontanarmi, evidentemente non voleva avere rogne in palestra, quando avrebbe fatto la doccia con le altre ragazze. Ma io non demorsi, rimasi lì, ben attento a non staccarmi o m’avrebbe spinto via sul serio. Iniziai a massaggiarle il sesso, lentamente, attendendo un suo segno d’assenso a continuare. Poco dopo iniziò ad ansimare: quella ragazza è fin troppo sensibile ai miei stimoli. Ed io ai suoi.
Allora proseguii. Le infilai un dito dentro, iniziando a muoverlo su e giù, poi ne misi anche un secondo e li mossi in circolo, sempre più velocemente, mentre Rin iniziava a gemere di piacere. Non resistette più, si lasciò andare.
Soddisfatto, smisi anche di lavorare sul segno che le volevo lasciare attorno al capezzolo -che ormai era ben visibile- e la baciai.
Staccandosi m’abbracciò.
- Grazie, Ioru… - mormorò e la sua voce quasi si spense contro il mio collo.
- Di cosa? - le sorrisi, ben consepevole che lei si era divertita ben più di me.
Ci avvolgemmo negli asciugamani e, dopo aver raccolto le nostre cose, lasciammo la spiaggia, dirigendoci a casa.
Entrando, Rin abbandonò le cose che aveva raccolto accanto al divano e si diresse in bagno.
- Vieni a fare la doccia? - mi chiese, sorridente.
- Sì… arrivo. - mormorai.

  
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