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Autore: floricienta    03/09/2011    4 recensioni
La Wammy's House, l’orfanotrofio che ospita tutti quei ragazzi senza genitori con grandi potenzialità mentali. In questo posto vengono istruiti per poter un giorno diventare i successori di L, il più grande detective al mondo, in grado di risolvere qualsiasi caso gli venga sottoposto.
Fino a quel momento il ruolo di successore spettava a un ragazzino di nome Near, al secondo posto vi era Mello, in eterna rivalità con il primo, e al terzo Matt.
Proprio tra questi ultimi due, nella Wammy’s House era nata una profonda e sincera amicizia, se non qualcosa di più.
Una piccola OneShot con protagonisti Matt e Mello da piccoli. Spero vi piaccia :)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci qui con un'altra One Shot che ha per protagonisti Matt e Mello da puccioli! xD
Vi avverto che è estremamente OOC, quindi se non vi piace la cosa, non leggetela!
Altra cosa, è estremamente romantica e tenera! E alcune battute sono prive di senso, o meglio, hanno un senso solo che sono discorsi un po' strani! xD
Detto questo immergetevi nella lettura e spero che vi piaccia!!! Ciaaaooo!!!

 

Myself In Yourself

La Wammy's House, l’orfanotrofio che ospita tutti quei ragazzi senza genitori con grandi potenzialità mentali. In questo posto vengono istruiti per poter un giorno diventare i successori di L, il più grande detective al mondo, in grado di risolvere qualsiasi caso gli venga sottoposto.

Fino a quel momento il ruolo di successore spettava a un ragazzino di nome Near, al secondo posto vi era Mello, in eterna rivalità con il primo, e al terzo Matt.

Proprio tra questi ultimi due, nella Wammy’s House era nata una profonda e sincera amicizia, se non qualcosa di più.

 

Era l’ora di pranzo e Matt, ragazzo di quattordici anni dai capelli rossi e grandi occhi verdi, si stava dirigendo alla mensa dell’orfanotrofio. Solitamente non mangiava con gli altri, ma, con l’aiuto della cuoca, prendeva da mangiare in cucina e poi andava in un posticino tranquillo nel giardino dietro l’orfanotrofio.

Anche questa volta entrò furtivamente nella cucina.

Vide la cuoca dai lunghi capelli neri raccolti in una treccia, che stava maneggiando con i fornelli.

“Ciao Rose” salutò cordialmente il ragazzino.

La cuoca mollò un attimo le pentole e si girò con un gran sorriso delimitato da labbra rosse come il sangue.

“Buongiorno Matt” prese un contenitore dal tavolino “Vuoi andare anche oggi fuori?” glielo pose.

“Certo! È una bellissima giornata” prese la scatola.

Con una carezza sulla testa il ragazzo fu invitato ad uscire e Rose gli augurò una buona mangiata.

Matt uscì dalla cucina tutto felice, non sapeva perché la cuoca non facesse la spia con Roger, il direttore dell’orfanotrofio, ma dopotutto non gli dispiaceva.

Camminando per i corridoi fece attenzione a non incrociare nessuno.

Ad un certo punto la fragranza che proveniva dal contenitore gli fece venire l’acquolina in bocca.

“Chissà cosa c’è dentro...” lo aprì e il profumo di patatine fritte lo investì in pieno...e non fu l’unica cosa.

Mentre era intento ad analizzare i cibi contenuti voltò un angolo e andò a sbattere contro qualcuno, cadendo a terra e salvando fortunatamente il suo pranzo.

“Ehi! Stai attento a dove cammini!”

“Scusami, ma anche tu mi sei venuto addosso!” rispose Matt.

Alzò lo sguardo e vide un ragazzo della sua età forse (in realtà aveva un anno in meno) con degli occhi cristallini e un caschetto biondo che lo facevano sembrare molto angelo disceso in terra.

Il rosso rimase qualche attimo in silenzio poi gli chiese:

“Ma sei un maschio?”

L’altro sussultò e gli iniziò a tremare nervosamente un sopracciglio.

“Che cosa vorrebbe dire se sono un maschio! CERTO CHE LO SONO!”

“Eheh. Scusami, ma sei molto femminile”

Il biondo non ci vide più dalla rabbia e gli diede un colpo ben assestato nello stomaco.

“Q-questo non era molto femminile” si mise a tossire e si tenette il punto leso con l’unica mano libera.

“Se lo dici un’altra volta, ti riempio di pugni in faccia”.

Matt tirò fuori la lingua e gli fece un mezzo sorrisetto.

“Piacere, sono Matt. Il terzo in classifica” era normale presentarsi in quel modo, essere tra i primi era motivo di grande orgoglio.

“Sono Mello...”

“Wow! Allora tu sei il secondo!”

“Modestamente sì” lo ammiccò.

“Peccato che non superi Near, quel ragazzino è un mostro della natura! È bravissimo”

Mello strinse i pugni e lo guardò fisso negli occhi.

“Sappi che io supererò Near, costi quel che costi. Ne sono certo!”

Matt rimase a guardarlo incuriosito da quell’atteggiamento.

Il biondo poi si accorse del contenitore che teneva tra le mani Matt.

“Dove vai con quello?”

“Affari miei” rispose semplicemente il rosso.

“Perché non sei a mensa per il pranzo?” insistette l’altro.

“Potrei chiederti la stessa cosa...” ribatté Matt.

“Dai dimmelo!”

Ma che bambino.

“Sto andando a mangiare in giardino, ma non dirlo a nessuno”

“Portami con te!” gli prese il braccio il ragazzo.

“No” rispose secco Matt.

“Perché no?” piagnucolò Mello.

“Perché il posto è mio e voglio mangiare da solo in santa pace”

“Bene. Allora vado a fare la spia con Roger”

Davvero un bambino.

“Uffa, vieni!”

Mello si mise a saltare sul posto, ringraziandolo.

Un bambino molto carino.

Pensò guardando il suo tenero sorriso.

Andarono in giardino e si nascosero dietro dei cespugli per non farsi scoprire nel caso qualcuno avesse guardato fuori dalla finestra.

“Dici che siamo ben nascosti?” chiese Mello.

Matt annuì e prese in mano il panino che vi era nel contenitore e gli diede un gran morso.

Il biondo si sdraiò sul prato con le braccia dietro la testa e fece un lungo sospiro.

Mentre mangiava, il rosso lo scrutò, pensando che a prima vista dava certamente l’impressione di un piccolo angelo.

Mello aprì gli occhi e si accorse che il rosso lo stava guardando e gli fece un gesto come per dire:

“Cosa c’è?”

Matt scrollò la testa.

“Non hai fame?” gli disse poi porgendogli l’altro panino.

“Ma quello è il tuo pranzo”

“Un panino ciascuno” gli sorrise così dolcemente che per un attimo il biondo sentì imporporarsi le guance.

“G-grazie” afferrò il panino e gli diede un morso.

Dopo aver diviso anche le patatine, si sdraiarono entrambi sul prato verde.

“Perché non eri a mangiare con gli altri?” chiese ad un tratto Mello.

“Perché voglio passare un po’ di tempo con i miei pensieri” rispose semplicemente l’altro.

Mello alzò un sopracciglio.

“Cosa intendi?”

“Non ti capita mai di voler stare per conto tuo?”

Il biondo annuì e si girò verso Matt, poggiando la testa sulla mano sinistra.

“Come me prima. Ho saltato le lezioni questa mattina e me ne sono stato in camera”

“Per quale motivo?” chiese il rosso incuriosito.

“Nessuno in particolare, ma ogni tanto mi sento solo e triste e non ho voglia di vedere nessuno”

Matt fece un sorriso malinconico.

“È per lo stesso mio motivo”

In quel momento entrambi si resero conto di quando fossero uguali tra loro e che era già nato un legame indissolubile.

“Ti va di venire qua anche domani, Mello?” chiese ad un tratto il rosso.

“Ma non volevi stare da solo?”

“Stare con te è come stare con me stesso. Va bene”

“Certo, verrò” sorrise, facendo illuminare i suoi occhi come il cielo.

 

Nei giorni seguenti si incontrarono sempre all’angolo dove si erano imbattuti la prima volta e insieme si dirigevano dietro ai cespugli, in quello che era diventato il loro piccolo posto segreto per stare con se stessi.

Matt aveva convinto Rose, la cuoca, a preparare due cestini per il pranzo. Non era stato molto facile, ma neanche troppo difficile: Rose era una brava donna.

Quindi andavano a mangiare e dopo essersi rimpinzati si sdraiavano sul prato e iniziavano a discutere di loro.

In una settimana erano già venuti a conoscenza di tutti i segreti reciproci e si sentivano già amici per la pelle.

Scherzavano, si raccontavano quello che gli era successo durante la giornata e poi si separavano, contenti di aver passato da soli qualche ora.

Era strano che, nonostante in questi pochi giorni erano diventati molto amici, non si incontravano anche in un altro orario che non fosse quello del pranzo. Forse non ci avevano mai pensato o forse a loro andava bene così.

 

Erano passati esattamente dieci giorni da quando si erano conosciuti, e adesso erano distesi come al solito. Stavano guardando le nuvole passare.

“Guarda, quella assomiglia a Roger” disse Mello allungando il braccio sinistro per indicarla.

“Ma che stai dicendo? Io non vedo nulla di Roger”

“Questo perché tu non guardi con gli occhi dell’immaginazione. Non vedi la testa tonda senza capelli?”

Matt scoppiò a ridere e si tenne la pancia con le mani da quanto stesse ridendo.

“Non prendermi in giro!” lo ammonì Mello mettendosi a sedere e mettendo anche il broncio.

“Ahahah! Non ti sto prendendo in giro Mel! Ahah, mi stavo solo immaginando Roger in quella nuvola”

Anche Mello lo seguì in quella risata e poi si ritrovò a guardare il sorriso di Matt. Era davvero un bel ragazzo: capelli di un rosso acceso scompigliati che gli ricadevano sul volto, ma che non nascondevano lo splendore dei suoi occhi verde smeraldo, poi quel sorriso era davvero contagioso e le sue piccole labbra rosee davvero allettanti.

Ad un certo punto si ritrovò davanti al viso un fiore.

“C-cosa?” domandò perplesso.

“È azzurro come i tuoi occhi, tieni” glielo porse tenendolo solamente con il pollice e l’indice.

“Grazie” rispose l’altro prendendolo e girandoselo davanti al naso.

Sembrava una rosellina, il suo colore sfumava dal contorno bianco fino ad un azzurro intenso e il centro tendeva al nero: assomigliava davvero al suo occhio.

Al gambo vi erano attaccate quattro foglioline verdi, ne staccò una e la poggiò sul naso dell’altro che adesso teneva gli occhi chiusi.

Matt sentì qualcosa dargli fastidio e prudergli sul naso, poggiò la mano e si accorse della foglia.

Si mise seduto e guardò Mello che lo fissava sorridendo.

“È verde come i tuoi occhi” gli copiò la battuta di qualche minuto prima.

“Grazie, davvero” sorrise e odorò la foglia, socchiudendo gli occhi.

Mello arrossì e torno a stendersi guardando estasiato quel fiore.

 

Dopo essersi salutati si diedero appuntamento al giorno successivo, al solito angolo e ognuno si diresse verso la propria camera.

Mello entrò e si buttò sul letto posto sul lato sinistro rispetto alla porta.

La camera era molto in disordine, piena di fogli sparsi dove vi erano i suoi compiti giornalieri.

Teneva in mano il fiore che gli aveva regalato poco prima Matt e lo guardava contento.

Matt è un vero amico. Così gentile e simpatico...e anche un tipo un po’ misterioso.

Sospirò e si portò il braccio destro sulla fronte, rimanendo con un sorrisino sulle labbra.

“Mi piace...” disse poi ad alta voce, come se stesse parlando con qualcuno “L’unico con cui posso dire che vado davvero d’accordo. La persona che capisce il mio me stesso e che lo condivide”

All’improvviso si ritrovò ad arrossire e il cuore accelerò i battiti.

Mi piace davvero.

Si ritrovò ad ammirare la rosellina e pensò nuovamente a Matt.

Si chiese anche il perché gli avesse fatto un regalo così...

...romantico forse? Uno regala un fiore alla propria amata e io...

Avvampò considerando l’idea di essere due innamorati.

“Ma no! Non lo siamo...però mi piace”

Si girò verso la parte del muro e continuò a riflettere sui suoi sentimenti.

Era certo di aver trovato un ottimo confidente e amico prezioso, ma poteva esserci anche di più?

In fondo lui aveva solamente tredici anni, non era così esperto riguardo all’amore, non aveva mai provato questo sentimento, nemmeno con i suoi genitori essendo orfano fin da quando riusciva a ricordare.

“Ho voglia di rimanere da solo ancora per un po’.”

Forse dovrei restare di più con Matt...

 

Anche Matt era tornato nella sua camera.

Quando entrò si diresse subito verso il comodino della sua scrivania, aprì un cassetto e tirò fuori un libro dalla copertina nera.

Lo aprì ad una pagina a caso e mise dentro la foglia regalatagli poco prima da Mello.

Non sono mai stato attratto così tanto da una persona come lo sono con Mello...

Si sedette sul davanzale della finestra chiusa e guardò fuori.

Dalla sua camera si poteva vedere il posto dove si nascondeva con il biondo.

Non ci beccheranno mai, è davvero ben coperto.

Sorrise pensando che qualche giorno prima faceva di tutto per rimanere da solo per qualche oretta e che invece adesso sperava sempre di trovare Mello all’angolo per dirigersi insieme in giardino e restare da soli con loro stessi.

Cominciava a pensare che Mello fosse davvero un angelo disceso dal cielo, nonostante il suo caratteraccio che mostrava alcune volte.

Si sentiva bene con lui e solamente con lui desiderava stare.

Forse mi sto addirittura innamorando di quel ragazzo...

“Probabile...insomma, gli ho regalato un fiore per non so quale motivo!” si mise a ridere da solo e continuò a guardare fuori dalla finestra.

“Domani voglio preparargli io il pranzo, salterò le lezioni apposta per andare in cucina e farmi aiutare da Rose”

Rimase qualche attimo in silenzio e estrasse qualcosa dai pantaloni: era un fiore molto simile a quello che aveva regalato al biondo.

Così se mi vien voglia di vedere i suoi occhi posso sempre ammirare questo gioiello...

“Penso di esser proprio fuori di testa, ahahah”

Un rumore lo fece sobbalzare: un tuono.

Vide il cielo scurirsi velocemente, forse si stava preparando per un bell’acquazzone. E pensare che fino a poco tempo prima il Sole spaccava i muri.

Optò per un riposino pomeridiano e si andò a stendere sotto le lenzuola.

 

Nel giro di pochi minuti era iniziato il secondo diluvio universale.

Mello era sul suo letto a fare alcuni esercizi di algebra, dato che il tempo non gli permetteva di andare a giocare fuori con gli altri ragazzi.

Sbirciò fuori dalla finestra e vide un lampo squarciare i cieli.

Sbuffò e si mise seduto a gambe incrociate, restando a fissare le goccioline di pioggia che colpivano il vetro della finestra.

Spero che finisca presto, altrimenti domani non potrò vedere Matt durante l’ora di pranzo.

Notò che a causa del tempo si erano appannati i vetri e divertito si alzò dal letto.

Si avvicinò alla finestra e alitò sopra, creando un alone tiepido.

Allungò il dito verso di esso e rimase un attimo indeciso su quello che voleva scrivere.

Ad un certo punto non ci pensò due volte e iniziò a scribacchiare una parola sul vetro.

Matt

Cercò di scriverlo con una bella calligrafia, per quando con lo scrivere con il dito si possa ottenere una bella calligrafia.

Sorrise e in un secondo non si rese conto che anche il suo viso si stava avvicinando alla finestra.

Chiuse gli occhi e lasciò il segno delle labbra sotto al nome.

Si staccò di pochi centimetri rimanendo ad occhi chiusi e trattenendo il fiato.

Si allontanò ancora di più e riaprì gli occhi, guardando le labbra stampate sul vetro e improvvisamente le sue gote diventarono rosse come i capelli della persona a cui stava pensando.

Riavvicinò il dito per cancellare tutto, ma ci ripensò e con un sorriso riprese in mano il libro di algebra e continuò con gli esercizi.

 

Il giorno successivo tornò a splendere il Sole e ogni traccia dell’acquazzone del giorno precedente scomparve.

Mello si svegliò felice e guardò fuori dalla finestra, spalancandola.

I raggi del Sole gli illuminarono il viso, facendogli risplendere ancora di più i capelli dorati.

“Aaah che bella giornata!”

Per fortuna anche oggi potrò vedere Matt.

Non seppe se stupirsi o se non farci caso che il suo primo pensiero mattutino andò subito a quel ragazzo.

Istintivamente portò lo sguardo verso il vetro della finestra, dove la sera passata aveva scritto il nome del rosso e gli aveva dato un bacio platonico.

Arrossì e sfiorò quel punto, anche se adesso non si vedeva più nulla, poi ritrasse la mano e se la portò alle labbra, avvampando ancora di più.

Non vedo l’ora di vederti...

Si preparò per la lezione mattutina e felice uscì dalla stanza, aspettando con impazienza che arrivasse l’ora di pranzo.

Appena suonò la campanella della pausa gli mancò un battito e vide uscire tutti gli altri ragazzi dalla stanza.

Oggi sono...davvero strano...

Aspettò con impazienza che tutti se ne andassero, battendo incessantemente il piede per terra.

Quando fu sicuro che non ci fosse più nessuno si alzò dal suo posto e uscì dalla classe.

In un primo momento stava camminando tranquillo, poi, senza saperne il motivo, iniziò a correre e arrivò con il fiatone al loro angolo.

Matt ancora non era arrivato, ma non si preoccupò perché lui arrivava sempre dopo e reggeva in entrambe le mani i loro cestini del pranzo.

Si poggiò con la schiena al muro e portò le braccia incrociate dietro di essa, rimanendo con lo sguardo fermo davanti a sé.

Passarono dieci minuti e si sporse per vedere se il rosso stesse arrivando, ma non vide nessun’anima viva.

Sbuffò e si mise seduto a terra, con le gambe distese.

Ma quanto ci mette?

Rimase ad occhi chiusi, pensando tra sé e sé e allungando le orecchie per captare qualche rumore di passi.

Trascorsero altri cinque minuti e Mello nuovamente si sporse oltre il muro, ma ancora nessuno.

Sentiva un formicolio provenire dal suo stomaco e non era la fame, ma preoccupazione e agitazione.

Altri tre minuti passati seduto per terra e questa volta, senza accorgersene, rimase per tutto il tempo con lo sguardo verso il corridoio adiacente, sperando nell’arrivo di Matt.

Si alzò serrando i pugni e iniziò a camminare con lo sguardo basso verso la mensa.

Arrivato in prossimità della stanza iniziò a sentire il fragore provocato dalle risate e dalle chiacchierate che stavano facendo tutti i ragazzi dell’orfanotrofio.

Entrò e si guardò intorno, cercando con lo sguardo il volto di Matt.

Vide alcune ragazze che spettegolavano di chissà che cosa, altri che si stavano prendendo gioco di un povero bambino più piccolo di loro.

Cosa ci trovano di divertente?

Poi spostò gli occhi verso un gruppetto di ragazzi che lo salutarono con la mano e lui ricambiò con un piccolo sorriso. Dietro al loro tavolo vi era Near, il suo rivale, seduto da solo con un puzzle sul tavolo accostato al suo pranzo.

Gli lanciò un’occhiataccia, che il ragazzino non poté vedere, e continuò a cercare il rosso.

Non c’era da nessuna parte.

Che sia andato senza di me?

A quel pensiero sentì una morsa stringerlo e lo ricacciò indietro, scuotendo la testa.

Iniziò davvero a preoccuparsi e decise di andare a cercarlo nella sua camera.

Ma quale sarà la sua?

Si girò verso la cucina, uscì dalla mensa e vi entrò.

Al suo interno trovò Rose, che come sempre era sommersa dagli odori dei più disparati cibi.

La cuoca lo vide e notò subito il suo sguardo preoccupato.

“Qualcosa non va Mello? Vi stavo aspettando per...” non finì di parlare che il biondo la bloccò.

“Dov’è Matt?” disse quasi urlando.

Rose rimase stranita non capendo che stesse succedendo.

Allora Mello fece un lungo respiro per calmarsi.

“Matt doveva venire qua a prendere il pranzo come sempre, ma non è ancora venuto e non c’è da nessuna parte. Mi sai dire dove si trova la sua stanza?”

Perché sono così nervoso? Perché, dannazione!

La cuoca glielo disse e il biondo corse fuori.

“Ehi! Ma non prendi il pranzo?” ma ormai se n’era andato e Rose sorrise.

 

Mello corse e arrivò davanti alla camera di Matt con il respiro affannato.

Poggiò le mani sulle ginocchia per riprendersi un attimo e poi bussò senza pensarci.

“Avanti”

Sentì quella flebile voce e, con un battito in meno del cuore, entrò.

Vide il rosso sotto le coperte, con una mano che si teneva la testa e gli occhi leggermente socchiusi.

“Mello...” disse sorpreso il rosso.

“Matt!” esclamò il biondo avvicinandosi al letto “Ma che hai?”

“Scusa se non sono venuto al nostro angolo” sorrise “Mi sono sentito male questa notte”

Per qualche strano motivo anche Mello sorrise, forse perché adesso sapeva che non l’aveva abbandonato e che non si era stancato di lui.

Si sedette sul suo letto e guardò per terra.

“Adesso come stai?”

“Mi gira un po’ la testa, ma sto bene”

“Mi sono preoccupato” si girò verso Matt.

“Perdonami, ma non sapevo come avvisarti” lo guardò anche lui fisso negli occhi cristallini.

Mello si sentì in imbarazzo e voltò di scatto il viso, nuovamente verso il pavimento.

“Non importa, sono felice comunque”

“Di cosa?” chiese Matt perplesso “Che mi sono sentito male?”

Mello sobbalzò e si girò immediatamente verso il rosso, scuotendo le braccia davanti a lui.

“No, no! Non intendevo quello...”

L’altro scoppiò a ridere vedendo i gesti impacciati del biondo.

“Ho capito cosa intendi...” aggiunse poi togliendosi la mano dalla fronte, prendendo quella dell’altro e stringendola forte.

“D-davvero?” avvampò visibilmente Mello.

Santo cielo... penso di essere davvero innamorato di Matt. La sua forte presa sulla mia mano...

Forse davvero Mello era riuscito a capire che cos’era l’amore grazie al rosso e da parecchi giorni il suo se stesso, nascosto da qualche parte, glielo stava urlando a gran voce.

E guardando gli occhi verdi dell’altro si era accorto della stessa scintilla che vi era nei suoi.

Matt annuì.

“Non ti lascio solo con te stesso, ci sei già stato abbastanza con lui”.

“Ma io voglio rimanere da solo con me stesso, ma con il me stesso che è in te”.

“Anche te inizi a fare strani discorsi?” Matt sorrise e cercò di tirarsi su a sedere, ma la testa che ancora gli doleva lo costrinse a rimanere sdraiato.

“Ehi, attento. Non sforzarti se stai male...” lo rimproverò Mello.

Il rosso gli lasciò la mano e si spostò su un lato del letto, battendo la mano sul materasso per dirgli di sdraiarsi.

Mello andò sotto le coperte insieme al ragazzo e rimasero a fissarsi per un po’ di tempo.

“Ti fa ancora male la testa?” ruppe all’improvviso il silenzio, il biondo.

“Non come prima” lo rassicurò Matt e gli prese ancora la mano, portandola tra i loro visi sul cuscino.

Mello si avvicinò un poco e mise la testa proprio sulle loro mani, chiudendo gli occhi e sentendo il calore che proveniva da quella stretta.

“È a causa tua se faccio questi discorsi. Mi hai messo in testa un sacco di fesserie” fece con una nota di scherno.

“Se sono fesserie, come dici te, allora perché le dici?”

“Mi piacciono...” rispose semplicemente il biondo.

E mi piacciono ancora di più quando sei tu a dirmele. Avanti Mello, dillo! Digli qualcosa di carino...

Al contrario dei suoi pensieri, il biondo non riuscì a dire niente, bloccato in una timidezza che non gli era mai appartenuta.

“Matt?”

“Mh?” fece come risposta il rosso.

Al diavolo le parole!

Pensò Mello e così si ritrovò a poggiare la mano libera sul materasso, oltre il corpo dell’altro ragazzo, e a sporgersi verso il suo volto.

Lo guardò per un istante e si ritrovò specchiato nel verde brillante per poi chiudere gli occhi e posare le morbide labbra su quelle carnose di Matt.

Riteneva che forse fosse stata una mossa troppo azzardata, ma cambiò subito idea quando sentì la presa del rosso sul suo braccio.

I capelli dorati ricadevano sul viso di Matt e intorno a quel casto bacio, quasi come se lo volessero nascondere.

Mello, appena rosso in viso, si staccò e rimase a pochi centimetri di distanza dall’altro, fissandolo.

Lo stesso fece Matt con un piccolo sorriso stampato in faccia, poi prese un ciuffo di capelli biondi e lo portò dietro all’orecchio dell’amico e gli accarezzò una guancia.

Tenendo la mano sul suo viso lo riportò vicino e gli morse dolcemente il labbro inferiore per poi dargli un altro bacio.

Gli lambì le labbra rosee con delicati baci, catturandole e giocando dolcemente.

Dopo qualche minuto di baci innocenti si staccarono e Matt carezzò le labbra del biondo, diventate rosse e paffute.

Mello lasciò scappar fuori la lingua per umettarsi le labbra e sfiorò accidentalmente l’indice dell’altro ragazzo che sorrise.

“S-Scusa...” disse imbarazzato il biondo.

Matt scosse la testa e sentì sbattere forte la finestra.

Mello sobbalzò e guardò verso di essa e vide fuori le piante muoversi in una danza diretta dal grande potere del vento.

I suoi occhi si posarono poi sulla sveglia posta sul comodino di fianco al letto e si alzò di scatto.

“Matt io devo andare! Ho delle lezioni speciali in biblioteca! Scusami”

“Ok, allora ci vediamo domani spero”

“Sì, rimettiti presto...” fece un cenno con la mano come saluto e scappò fuori dalla camera.

Mello si appoggiò con la schiena contro la porta della stanza di Matt e ripensò al bacio di poco fa.

Improvvisamente divenne bordeaux in volto.

L’ho...l’ho baciato! Poi mi ha baciato anche lui...il cuore non lo sento più da quanto batte veloce. Sento di star per morire. È stato fantastico...

Mentre pensava ciò aveva un sorrisino incantato stampato in volto e chiunque l’avrebbe visto avrebbe sicuramente pensato che fosse un idiota.

“Mi piaci da impazzire” sussurrò tra sé e sé “Oh accidenti! Devo andare in biblioteca!”

Iniziò a correre e, nonostante questo, arrivò in ritardo e ricevette una sgridata dal professore, ma in quel momento Mello aveva la testa da un’altra parte.

 

L’orario del coprifuoco era già passato da un pezzo e tutti i ragazzi erano nelle proprie camere a dormire.

Tutti tranne Matt.

Il rosso stava camminando furtivamente per i corridoi, cercando di arrivare alla stanza di Rose, come era solito fare quando non riusciva a dormire.

Arrivò davanti alla porta e bussò.

Dopo pochi secondi si ritrovò davanti la figura della cuoca in vestaglia, che lo accoglieva con un sorriso.

“Entra Matt”

Il ragazzo obbedì e si sedette sulla sedia della scrivania, mentre Rose rimase in piedi vicino a lui.

“Cosa succede?” chiese poi la donna “Non riesci a dormire?”

“Non proprio. Oggi è successa una cosa meravigliosa!” rispose con gli occhi che sprizzavano gioia.

“Cioè?”

“Ho trovato una persona che mi sta rubando il cuore poco a poco”

Rose gli accarezzò la chioma rossa e spettinata.

“Sono felice per te”

“Posso chiederti un favore?” disse serio il ragazzo.

La cuoca annuì e Matt continuò.

“Sai dov’è la camera di Mello?”

“Ma cosa succede oggi? Questa mattina Mello mi ha chiesto dove si trovava la tua stanza e adesso me lo chiedi tu. Mi sfugge qualcosa” si mise a ridere e si sedette sul letto.

Matt diventò paonazzo per poi rispondere.

“Mello?”

“Sì, sembrava molto preoccupato per te. Non è venuto nella tua camera?”

“S-sì...”

“E adesso tu vuoi sapere dove si trova la sua?”

“S-sì...”

“Ma signore! Non potevi fartelo dire da lui? Ahahah”

Matt si alzò visibilmente imbarazzato.

“Non mi prendere in giro!”

“Ok, ok”

Rose aveva capito che stava succedendo tra i due e fu felice della cosa perché avrebbe fatto bene ad entrambi questo sentimento. Così gli disse dove si trovava la camera (tutti quelli che lavoravano in quell’orfanotrofio erano a conoscenza di qualsiasi cosa riguardasse tutti i ragazzi) e, dopo che Matt se ne fu andato, si coricò sotto le lenzuola.

 

Matt si trovava davanti alla camera del biondo e bussò dolcemente.

Non arrivò nessuna risposta, allora poggiò l’orecchio contro la porta e provò a ribussare.

“Ho detto avanti!”

Aprì la porta e si ritrovò davanti Mello, seduto alla scrivania con un libro davanti che non lo guardò neanche.

“Scusami, non ti avevo sentito”

Appena il biondo si rese conto di saper a chi apparteneva quella voce si girò di scatto verso la porta e vide davanti a sé Matt.

“Cosa ci fai qui?” chiese alzandosi dalla sedie e andandogli incontro, chiudendo poi la porta.

“Vuoi che me ne vada?” lo ammiccò il rosso.

“N-no, non è quello...è che...il coprifuoco è già iniziato e tu non ti sentivi bene”

“Non preoccuparti, adesso sto bene e del coprifuoco non m’importa” sorrise “Volevo stare un po’ con te e parlare”

Mello annuì e spense la luce della lampada sulla scrivania, facendo rimanere la stanza al buio se non fosse stato per la Luna, e si sedette sul letto.

Lo seguì anche l’altro che si accomodò al suo fianco e gli prese la mano.

Il biondo tremò e tenne il capo chino.

“Grazie Matt”

“Mh?”

“Grazie per non farmi restare solo”

“Te l’ho già detto mi sembra...”

“Sì, è solo che...” non riuscì a terminare la frase che il rosso gli prese il mento e unì le due bocche.

“Hai finito con le preoccupazioni?” disse Matt dopo che si staccò dal bacio.

Mello annuì felice e lo abbracciò.

“Mi piaci tanto Mello...”

“Stupido” rispose subito il biondo.

“Perché?”

“Volevo dirlo prima io...”

Matt lo guardò negli occhi e gli diede un altro bacio per poi stendersi sul letto insieme al ragazzo.

Si fecero delle coccole, con gesti impacciati e un po’ timidi per poi rimanere abbracciati con lo sguardo fisso l’uno nell’altro.

Nel loro riflesso vedevano se stessi felici come non lo erano mai stati e in quel momento decisero di affidare il loro io all’altro, pregando che ne avesse cura e che non lo avrebbe mai abbandonato.

 

La mattina seguente Mello si svegliò, sbatté gli occhi e sentì un tepore sul suo stomaco: era il braccio di Matt che lo stringeva.

Sorrise e si voltò verso di lui, cercando di non svegliarlo, e rimase a pochi centimetri dal suo viso.

Gli carezzò la guancia, toccandolo con la sola punta delle dita e passò il pollice sulle sue palpebre rilassate.

Avvicinò di più il viso e sentì il respiro caldo di Matt sul suo naso.

Dopo qualche attimo sfiorò le labbra carnose del ragazzo con le proprie e si ritirò subito indietro per paura che si svegliasse.

“...Mello...”

Il biondo sgranò gli occhi, pensando che se ne fosse accorto e provando un forte imbarazzo, ma poco dopo si rese conto che il rosso aveva parlato nel sonno.

Tirò un sospiro di sollievo e rimase ancora qualche minuto a guardarlo dormire.

Decise di alzarsi, ma la stretta di Matt non lo lasciava andare.

Possibile che mentre dorme ha questa presa forte?

Si chiese confuso Mello e provò a togliere il braccio dell’altro dal suo fianco, rendendosi conto che c’era qualcosa che faceva pressione.

Improvvisamente Matt aprì un occhio e gli fece la linguaccia.

“Matt!” sobbalzò Mello “Mi hai fatto spaventare! Eri sveglio! D-da quanto?”

“Due minuti neanche...” lo strinse ancora di più a sé e gli posò un bacio sulle labbra “Buongiorno”

Mello arrossì vistosamente e tossicchiando sbiascicò anche lui un “Buongiorno”.

“Saltiamo le lezioni oggi?” chiese il rosso.

“Certo che no!” si alzò in piedi l’altro e prese dal cassetto dei vestiti per la giornata “Non vorrai mica che si abbassi il mio quoziente intellettivo!” scherzò.

“Ma sentilo!” si tirò su a sedere anche il maggiore “Sei tu quello che salta le lezioni di solito” gli fece un’altra linguaccia.

Velocemente entrambi si alzarono, si cambiarono e andarono in mensa a far colazione.

Come Rose li vide, le si formò un gran sorriso sulle labbra e tornò tra le sue amate pentole.

“Ci vediamo a pranzo vero?” chiese Mello mentre finiva di mangiare.

“Sì, al nostro angolo” gli fece l’occhiolino il rosso e si alzò, lasciandolo solo al tavolo.

 

Anche questa volta Mello aveva raggiunto il corridoio prima di Matt e se ne stava a guardare fuori dalla finestra, con un piccolo venticello che gli accarezzava la chioma bionda.

Si grattò una spalla e dopo neanche un secondo sentì una mano prendere la sua.

Si girò e vide Matt con uno sguardo raggiante e che teneva in mano un sacchetto con due contenitori del pranzo.

“Andiamo?” chiese il rosso.

“Mh”

Lo seguì camminando a due passi di distanza.

I suoi occhi cristallini guardavano verso il basso, fissi sulla mano libera del maggiore.

Se io volessi dargli la mano?...

Arrossì a quel pensiero e allungò la mano, protesa verso quella dell’altro, ma senza prenderla davvero.

C’era l’imbarazzo che lo bloccava, ma allo stesso tempo era quella l’unica cosa che voleva fare in quel momento.

Deglutendo tese ancor di più il braccio e strinse la mano del rosso.

Questo si girò e gli sorrise, unendo perfettamente le dita.

Arrivarono nella parte di giardino dove stavano sempre nascosti e si misero seduti sul prato a gambe incrociate.

Matt porse una scatola all’altro e lo fissò come se fosse in attesa di qualcosa.

Il biondo iniziò a mangiarne il contenuto e Matt inghiottì saliva a vuoto.

“Com’è?” chiese dopo che Mello aveva mandato giù il boccone.

“Davvero buono, come tutti i giorni” rispose semplicemente il biondo.

Sul volto del rosso si formò un sorriso enorme, da un orecchio all’altro.

“L’ho cucinato io...”

Mello sgranò gli occhi, non se l’aspettava una cosa simile.

“D-davvero?”

L’altro annuì e Mello gli diede un bacio sulla guancia.

“Proprio un bravo cuoco”

“Ho cucinato con tanto amore solo per te”

Mello si bloccò improvvisamente al sentire della parola amore.

Possibile che anche Matt provasse davvero lo stesso sentimento che provava il biondo nei suoi riguardi?

Per Mello era una cosa nuova, come quando un bambino assaggia per la prima volta una caramella e poi continua a chiederne ai genitori. La sensazione era la stessa.

“Cosa c’è Mello?”

Dopo qualche istante di silenzio il minore aprì la bocca, ma non emise nessun suono.

“Tu mi...ecco, insomma. Come dire...”

Matt non riusciva a capire cosa intendesse dire il ragazzo e sorrise vedendolo così impacciato.

Allungò una mano e la poggiò sulla sua testa, sentendo tra le dita il fruscio dei capelli biondi e gli ricambiò il bacio sulla guancia.

Continuarono a mangiare senza dirsi nulla, scambiandosi qualche sguardo ogni tanto e il rossore rimaneva fisso sulle guance di Mello.

Dopo aver finito il pranzo Matt si sdraiò con le braccia incrociate dietro la testa.

“Era davvero tutto buono?”

“Certo che sì” sorrise Mello “Se poi rimetto in queste ore comunque saprò a chi dare la colpa”

“Stupido...” allungò una mano verso il suo viso e lo accarezzò dolcemente, premendo sulle labbra.

Mello si abbassò sul suo viso e gli lasciò un bacio sulla bocca.

Si staccò, ma la mano del rosso lo spinse nuovamente su di lui e gli divorò le labbra con piccoli baci a schiocco.

Il rosso si sentiva davvero felice e non riusciva a smettere di baciare l’altro ragazzo, che non si opponeva al contatto.

Continuò in questo modo per qualche minuto, mentre Mello gli teneva un polso e lo stringeva forte.

Poi rimasero a guardarsi negli occhi che erano diventati lucidi per entrambi senza sapere bene il motivo.

Si diedero un altro casto bacio e poi il biondo si posò sul torace dell’altro, abbracciandolo.

Matt gli iniziò ad accarezzare la testa con movimenti lenti e circolari e si lasciarono andare a quell’attimo di beatitudine socchiudendo gli occhi e calmandosi l’uno nelle braccia dell’altro.

Ad un certo punto Mello tirò su la testa.

“Matt credo di amarti.”

L’altro rimase per qualche millesimo di secondo scioccato da quell’improvvisa dichiarazione, poi sorrise e gli diede un’altra carezza sul collo.

“Per favore” continuò il biondo “Non lasciarmi solo, di nuovo solo.”

“Per la milionesima volta, Mello, non ho intenzione di lasciarti con te stesso. Voglio colmare la solitudine che abbiamo, insieme.”

“Grazie Matt...” sussurrò vicino al suo orecchio.

Rimasero ancora qualche minuto in silenzio abbracciati: Matt guardava il passare delle nuvole trasportate dal vento mentre qualche ciocca bionda gli passava davanti agli occhi ogni tanto, Mello, invece, aveva la testa poggiata sul petto dell’altro e una mano sul suo collo, con il pollice che gli carezzava la soffice pelle.

“Mello posso chiederti una cosa?” ruppe il silenzio il rosso.

“Certo dimmi”

“Posso sapere come si chiama il tuo te stesso?”

“Mihael Keehl”

“Adesso Mihael Keehl non ti disturberà più dicendoti di rimanere in solitudine e di non attaccarti sentimentalmente a qualcuno, perché anche lui avrà la compagnia del me stesso che vive in te e il me stesso avrà la compagnia del tuo che vive in me.”

“Sempre a fare questi discorsi strani...” lo ammonì scherzosamente.

“Capisci cosa intendo, vero?”

“Sì, perfettamente” si accoccolò di più sul corpo del maggiore “Posso sapere anche io come si chiama il tuo te stesso?”

“Certo. Si chiama Mail Jeevas”

Mello gli diede un piccolo bacio sulla fronte e si distese nuovamente sul suo torace.

Rimasero in silenzio ancora per qualche istante e poi Matt prese la parola.

“Sai, ti sta proprio bene il nome Mihael”

“Grazie, anche il tuo è un bel nome, ma preferisco Matt” gli sorrise.

“E io preferisco Mello, perché tu sei Mello. Ricordalo”

“Lasciamo andare Mihael e Mail e rimaniamo soli noi due, l’uno nell’altro.”

Una nuvola coprì il Sole per un breve istante e poi continuò il suo vagare in cielo spinta dal soffiare del vento.

 

 

Fineeeeeeee ^^
Flor: Ed ecco qui finita anche questa! E' stato un parto scriverla, ci ho messo un sacco di tempo perchè l'ispirazione andava e veniva...solo che quando tornava scrivevo 5 righe e poi scompariva di nuovo! xD
Mello: Come sono tenero in questa fanfic. Puah! U.U
Flor: Aww Mello tenero! *-*
Matt: Peccato che non sia così anche nella realtà ç_ç
Mello: Ehi! Cosa avete da dire voi due?! é_é
Flor e Matt: Niente =D
Flor: E con questo è tutto! Ci rivedremo con un'altra storiella! (spero...xD)
Ringrazio tutti quelli che commenteranno, leggeranno, aggiungeranno tra preferiti ecc..ecc..!
Ciaaoooooo!!!! :)

  
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