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Autore: LivingTheDream    03/09/2011    2 recensioni
"Sally, che era appena entrata nella stanza, si voltò a bocca aperta verso Anderson. John si avvicinò al cadavere ed iniziò ad analizzarlo, senza fare una piega.
«Ah-ha! Ma io lo sapevo, lo sapevo fin dall'inizio!» sussurrò tronfia al collega.
«Ma se dicevi che lo strambo lo avrebbe mollato nel giro di poco!» obiettò Anderson.
«Non fare il solito guastafeste!»"
Cosa vuol dire, in fondo, essere fortunati?
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anderson, John Watson , Lestrade , Sally Donovan , Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Oh, ecco lo strambo! Già mi sembrava di stare in un manicomio, qui, ma ora ne ho la certezza.»

«Risparmia il cervello per l'indagine, Sally, o comunque non lo sprecare per partorire certe battute. Dopotutto, già non ha un granché, in quella sua scatola cranica.»
«Odio ammetterlo ma ha ragione.» intervenne Lestrade, uscendo dalla porta dello studio veterinario per venire incontro a Sherlock e John, intenti ad infilarsi sotto i confini della scena del crimine. «Non sulla scatola cranica, ovviamente, ma si calmi, agente Donovan. Lui è qui per aiutarci.»

Sherlock si voltò verso la donna, che lo guardò in un modo che, se uno sguardo potesse uccidere, lo avrebbe già fatto cadere morto a terra da molto tempo.

«Allora? Cosa abbiamo?» chiese poi, ignorando bellamente il sarcasmo di Donovan e strofinandosi le mani.
«Suicidio, apparentemente. Ma ci sono alcuni elementi incongruenti.» rispose l'ispettore, facendo strada verso la sala operatoria dell'ambulatorio. «Il corpo è stato trovato dal ragazzo delle pulizie, appeso alla lampada scialitica. L'uomo è salito su quella sedia, quella rovesciata, e si è impiccato. Nessuno ha toccato nulla, ovviamente.»
«Bene, ma avete comunque commesso il primo errore. Abbiamo a che fare con un assassino – c'è, inutile ignorarlo –, vendicativo, che si crede furbo ma che invece è solo uno stupido, dato che la sedia è stata rovesciata dal lato sbagliato. Che altre incongruenze ci sarebbero?» Lestrade impiegò qualche secondo per tradurre il ragionamento lampo di Sherlock, poi fece per rispondere.
«Oh, sì, ovviamente oltre alla sedia ci sono anche alcune strane impronte di qualcuno che sarebbe uscito dalla finestra nella stanza adiacente, per poi scappare dal giardino sul retro.»
«Oh, magnifico. Spero davvero che la mandria di bufali di Scotland Yard non si sia come al solito impegnata a calpestare ogni centimetro di prato che poteva presentare prove.» ribatté sarcastico Sherlock. «Andiamo, allora – vieni, John!»

«Ah, no, un secondo, dottor Watson!» intervenne l'agente Anderson, intento a pulirsi le mani su uno strofinaccio. «Vorrei il suo parere su alcuni ematomi e su dei tagli presenti sulle braccia della vittima, se non le dispiace.»

John, sentendosi chiamare, alzò la testa sorpreso, ed il suo sguardo passo dal pavimento, ad Anderson, al cadavere e poi infine a Sherlock, per poi fermarsi su quest'ultimo. «Sì, certamente. Non ci sono problemi.»

«Ti aspetto, allora.» borbottò Sherlock, ma Lestrade intervenne.
«Non penso sia possibile, dobbiamo darci una mossa se vogliamo ancora trovare il terreno intonso. Non posso trattenerli tutti, i miei bufali

Sherlock sbuffò. «Va bene. A dopo, blogger
«A dopo!» sorrise John, e prima che potessero allontanarsi, si alzò leggermente sulle punte, e l'altro gli venne incontro.

Fu questione di un attimo, un bacio a fior di labbra e nulla di più, come una solida coppia innamorata da anni, dopodiché il cappotto di Sherlock sparì svolazzando nel corridoio, seguito da Lestrade.

Sally, che era appena entrata nella stanza, si voltò a bocca aperta verso Anderson. John si avvicinò al cadavere ed iniziò ad analizzarlo, senza fare una piega.

«Ah-ha! Ma io lo sapevo, lo sapevo fin dall'inizio!» sussurrò tronfia al collega.
«Ma se dicevi che lo strambo lo avrebbe mollato nel giro di poco!» obiettò Anderson.
«Non fare il solito guastafeste!»

John, nel frattempo, cercava di dedurre il più possibile da quel cadavere martoriato, provando ad applicare i metodi di Sherlock, le sue teorie ed i suoi trucchi. Ci teneva a sorprenderlo, solo, in senso positivo. In poche parole, voleva che fosse fiero di lui.

Intanto, nel giardino, Sherlock stava esaminando il prato, gettato a terra carponi come suo solito.

«Il nostro uomo è alto più di un metro e settanta, ma decisamente meno di uno e ottanta; è biondo e magro, così tanto da essere quasi innaturale. Ah, ed il nostro uomo è una donna. Poi, se posso avere una-» una leggera risata lo interruppe.
«Sono divertente, Lestrade?» chiese senza voltarsi, alzando le sopracciglia.
«Ah, no – assolutamente, anzi – il fatto è che» cercò di spiegare, ridacchiando, mentre con la mano scacciava un pensiero. «scusa, ma lo sapevo!»
«Cosa? Che era una donna? Ovvio, è così evid–»
«No, sapevo di voi due! L'ho sempre saputo.»
«Noi du–» Sherlock si voltò «Chi te l'ha detto?»
«Ah, Sherlock» sospirò, ridacchiando «so che non mi giudichi una persona estremamente intelligente, ma non immaginavo che mi ritenessi cieco e stupido oltre ogni limite.»

L'altro sbuffò, alzandosi. «Non dovrebbe essere così palese. Ora, torniamo dentro. Non posso ricavare altro da questo posto.» sentenziò, pulendosi i pantaloni.

«Già. Il tuo blogger ci starà aspettando.»

L'occhiata assassina di Sherlock suscitò una sonora risata di Lestrade. «Intendevo per dirci qualcosa sul cadavere!» scherzò, divertito dalla situazione.

«Aah, Sherlock, Sherlock, sei fortunato a non essere nato nel millenovecento, sennò tu e il dottore stareste già con le manette ai polsi. E ve le avrei messe io

L'altro alzò leggermente la testa, e, non visto, sorrise. John era lì, a parlare con Anderson, e quando sentì la voce di Lestrade lo vide voltarsi verso di loro – verso di lui.


Ed entrambi, guardandosi ancora una volta negli occhi, si ritennero fortunati – non tanto di vivere nel ventunesimo secolo, quanto più di essere l'uno al fianco dell'altro.

Nessuno dei due lo avrebbe mai ammesso, ma si sarebbero considerati fortunati anche in catene, dietro le sbarre, costretti a pesanti lavori forzati, ma, ancora una volta, insieme.




Nda: Un possibile 'coming out' implicito - ma nemmeno troppo - da parte dei nostri slashati preferiti. Tutto qui.
Ah, e se ve lo state chiedendo, perché sarebbe strano il contrario, una 'lampada scialitica' si usa per fare luce sul tavolo delle operazioni chirurgiche. Può sostenere il peso di un uomo, ho chiesto! u.u

Grazie per aver letto, e, se vi sembrano OOC, ditemelo, così aggiungo l'avviso!
A presto,
Dream.

   
 
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