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Autore: formerly_known_as_A    03/09/2011    4 recensioni
Tino è consapevole dell'ombra che attraversa lo sguardo di Berwald, ogni volta che lo corregge e gli dice che non è sua moglie.
Ne è consapevole, eppure è certo che sia molto meglio così. Bisogna mettere in chiaro le cose dal principio, per non creare illusioni, no?

[Personaggi: Svezia; Finlandia]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Finlandia/ Tino Väinämöinen, Principato di Sealand/Peter Kirkland, Svezia/Berwald Oxenstierna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tino è consapevole dell'ombra che attraversa lo sguardo di Berwald, ogni volta che lo corregge e gli dice che non è sua moglie.

Ne è consapevole, eppure è certo che sia molto meglio così. Bisogna mettere in chiaro le cose dal principio, per non creare illusioni, no?

E anche se vivono insieme, se si dividono i compiti giornalieri, se si occupa di suo figlio -che per qualche motivo lo chiama mamma- non sono sposati.

E a Tino non piacciono gli uomini, proprio no. Per questo continua a frequentare ragazze, nonostante quegli appuntamenti rimangano sempre un evento unico. Non ha ancora trovato la donna giusta, che avesse le particolarità che cerca, ma questo non vuole di certo dire che sia gay.

Per questo, quando capita, al centro commerciale, di incontrare Nadja e riceve un invito per un caffè, non ci pensa due volte a seguirla. E' cambiata, sembra molto più matura, rispetto a due anni fa, quando le aveva concesso ben tre appuntamenti di fila.

Si volta verso Berwald e Peter e con un sorriso spiega che ha ricevuto quell'invito e che rimarrà un po' in quella tavola calda, con quella ragazza. Possono andare a casa, quando hanno finito, non c'è bisogno di aspettarlo.

Peter, inaspettatamente, gli si aggrappa ad una gamba, stretto, nascondendo il viso in quell'ammasso di maglioni e cappotto che il padre -iperprotettivo?- gli fa indossare ogni volta che escono. Lui lo stacca, dolcemente, gli scompiglia i capelli e si volta verso Nadja.

Gli fa poche domande su quell'uomo con il bambino, a cui Tino ovviamente risponde con la solita formula -mio fratello e mio nipote- e quando lei accenna al fatto che il “fratello” abbia uno sguardo terrificante, entrambi ridono, divertiti.

In realtà, da un po' di tempo quello sguardo lo mette a disagio. Come quando torna a casa e lo trova sul divano, ad aspettarlo. Lo guarda e va' a letto, senza una parola, ma lo aspetta fino ad orari improbabili.

Nadja è una giovane donna interessante, lavora in una società di elettronica e sta facendo rapidamente carriera. E' il tipo di persona che ha degli obiettivi e fa di tutto per arrivarci. Ha dei valori morali forti, una vasta cultura letteraria e musicale... per Tino è una compagnia piacevole ma, come sempre, fa fatica a pensare a lei come una partner.

Per cui si lasciano, fuori dal centro commerciale, con la promessa di chiamarsi, anche se entrambi sanno perfettamente che quello non sarà il caso.

E' scesa la sera ed è tempo di tornare a casa. Scende lentamente i gradini ghiacciati, tentando di non scivolare, ma riesce comunque a mettere il piede su una lastra e scivolare come un perfetto idiota -Nazione Nordica di cosa?!- salvo poi essere afferrato all'ultimo e tirato su come se non pesasse nulla.

Non gli serve guardarsi alle spalle per riconoscere il tocco del coinquilino ed arrossire violentemente. Si rimette in piedi e si volta, trovandosi davanti entrambi.

Sealand ha un'espressione ancora più terribile del padre e gli punta la manina contro, arrabbiato. “Fa freddo! Ci hai lasciati soli tre ore! Mamma degenere!” sbotta, visibilmente inviperito. “E chi è quella? E' brutta! E sono sicuro che è cattiva e puzza, anche!” aggiunge, picchiando i piedi per terra. “Papà era così triste che credevo piangesse! Quando ti comporterai da vera mamma con lui?!”

Era... Era triste?

Alza lo sguardo, stupito, verso quello dello svedese. E' sempre terrificante ma... Quell'ombra, che non è mai riuscito a separare dalla rabbia, nella propria mente... è davvero tristezza?

Non c'era bisogno di aspettarmi... Avete preso freddo?” chiede, un po' preoccupato.

Eravamo in una sala da tè, papà mi ha comprato degli scones e due fette di torta al cioccolato! Ci siamo divertiti tanto, però tu non c'eri! Non ci sei mai quando ci divertiamo, io e papà! E quindi lui è sempre triste e quando è triste sono triste anche io!” racconta il microstato, tirandolo per la stoffa dei pantaloni ed attirando così la sua attenzione. “Ti abbiamo aspettato perché...!”

C'è il ghiaccio. Potresti scivolare.” borbotta Berwald, porgendogli un braccio per aggrapparvisi e prendendo in seguito Peter sulle spalle.

Ah-ah! Sono altissimo! Inchinatevi alla mia superiorità, applaudite Sealand il grande!” declama il piccolo, facendolo ridacchiare. Guarda un attimo il braccio, dubbioso, poi fa finta di niente e scende il primo scalino, mancando di sfracellarsi in terra.

Il braccio di Berwald, che lo blocca e lo tiene stretto per la vita, per qualche secondo gli fa un effetto strano, facendolo arrossire. Poi fa spallucce e si dice che l'importante è arrivare a casa sani e salvi.

Riesce a scendere le scale e, sul momento, pensa di staccarsi, ma vedendo le condizioni del marciapiede desiste e continua a camminare in quel modo.



Quando arrivano a casa, guardando il telefono, si accorge che ha un messaggio e lo apre per leggerlo, con un guanto tra i denti.

Siete una famiglia meravigliosa. Non cercare altrove. N.

Guardando padre e figlio che lottano per venir fuori dai numerosi strati in cui è avvolto il bambino, non può fare a meno di sorridere, Tino.



Forse non è poi tanto sbagliato.

   
 
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