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Autore: babe93    04/09/2011    4 recensioni
E se fosse andata diversamente? Se Elena avesse incontrato il bel misterioso Damon prima del dolce e tranquillo Stefan?
Se avesse scelto di amare Damon?
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Dalla storia:
Avevo una vita normale e monotona prima del mio diciottesimo compleanno. Andavo a scuola, avevo i miei soliti amici, uscivo raramente. Non riuscivo a restare con un ragazzo per più di due settimane senza rovinare tutto. Quel maledetto 1 giugno, la data in cui sarei diventata adulta e responsabile, feci l’incontro più bello e sconvolgente di tutta la mia vita.
Incontrai lui.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Katherine/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

 

Avevo una vita normale e monotona prima del mio diciottesimo compleanno. Andavo a scuola, avevo i miei soliti amici, uscivo raramente. Non riuscivo a restare con un ragazzo per più di due settimane senza rovinare tutto. Quel maledetto 1 giugno, la data in cui sarei diventata adulta e responsabile, feci l’incontro più bello e sconvolgente di tutta la mia vita.

Incontrai lui.

 

 

 

CAPITOLO 1

Il sole mattutino entrava soave dalla mia finestra svegliandomi da un sonno irrequieto. Guardai l’orologio, erano le 7.30 del primo giugno. Oh diavolo, oggi sarei diventata diciottenne e non ne ero particolarmente entusiasta. Avrei voluto restare per sempre in quel limbo chiamato gioventù, senza dovermi preoccupare delle conseguenze delle mie azioni da ragazza impulsiva quale ero.

Mi sveglia pronta ad affrontare quella che sarebbe stata la giornata più speciale di tutta la mia vita. Mi vestii e mi guardai allo specchio per darmi una controllata. Cappelli castani lisci che cadevano morbidi sulle spalle, occhi color nocciola leggermente assonnati, pelle liscia e olivastra. Passabile, mi giudicai.

Scesi le scale ed entrai in cucina. Intravidi mia madre immersa nel preparare una colazione coi fiocchi.

Si voltò verso di me e in un secondo mi fu addosso nel più caloroso abbraccio che mi avesse mai dato.

“Tanti auguri tesoro mio. Benvenuta nel mondo degli adulti.” Disse con un sorriso a 35 denti porgendomi un pancake.

“Grazie mamma, comunque oggi penso di uscire. Vado a salutare papà e poi esco con le amiche.”

“Certo amore. Ma non dovresti andare da papà proprio oggi secondo me.” Disse con una vena di tristezza nella voce.

“Lo sai che mi fa piacere e non preoccuparti non mi rattristerò.” Le dissi sfoggiando il sorriso più convincente che potessi fare.

 

**

Mio padre morì quando avevo 9 anni in un incidente stradale. Ero in auto con lui quando un animale sbucò dal nulla e così perse il controllo della vettura. Finimmo nel fiume ed io fui l’unica a sopravvivere. Un miracolo dissero tutti. Ma io da allora mi sono sentita sempre terribilmente in colpa. Mi mancava, ma ormai ci avevo fatto l’abitudine. Non fraintendetemi, non mi ero a abituata alla sua morte ma almeno me ne ero fatta una ragione. Negli ultimi anni quasi ogni giorno lo vado a trovare al cimitero. Parlo con lui, si fa per dire, e scrivo il mio diario. Lo so, tenere un diario a diciotto anni è molto infantile ma è l’unico modo che ho di sfogarmi senza essere giudicata o compatita. Non sopporto la gente che prova pietà per me, mi fa sentire debole.

**

Arrivai al cimitero scesi dall’auto e mi diressi alla tomba di papà. Mi sedetti e cominciai a scrivere nel mio diario di quello che avrei fatto in quel pomeriggio così speciale.

All’improvviso una fitta nebbia si levò da terra e nel giro di un minuto non vedevo più un palmo dal naso.

Sentii un rumore provenire dietro di me. Mi alzai di scatto, mi misi a correre ed inciampai.

Non riuscivo più a muovermi, qualcosa mi tratteneva lì per terra. La paura pensai tra me e me. Un romore di passi mi distolse dalla mia catalessi. Mi sollevai da terra pronta a scappare via quando un ragazzo si avvicinò allungandomi una mano per aiutarmi annullando così il mio piano di fuga. Era bellissimo, esattamente il tipo di ragazzo dalle quali bisognerebbe stare lontano perché troppo tenebroso. Capelli corvini leggermente spettinati, occhi di un azzurro più intenso del mare, sguardo penetrante e misterioso. Indossava un giubbino in pelle nera e sotto una maglia blu notte che faceva risaltare il suo fisico scultoreo, jeans neri e mocassini classici neri anch’essi.

“Davvero interessante.” Disse con una voce così sensuale e misteriosa da fare venire i brividi.

“Che cosa scusa?” risposi di rimando.

È interessante trovare una così bella ragazza in un  posto simile.”

“Ah.” Fu l’unica sillaba che riuscii a sussurrare e mi sentii il viso colorarsi istantaneamente di rosso.

“Ti sei ferita?” chiese esaminandomi da capo a piedi.

“Oh no, sto bene grazie.”

“Ad ogni modo, io sono Damon Salvatore.”

“Piacere di conoscerti Damon.”

“E tu sei?”

“Oh, scusa, che maleducata. Mi chiamo Elena.. Elena Gilbert.”

“Ciao Elena, molto lieto.”

Ok, ma come parlava? ‘Ad ogni modo; molto lieto’, sembra di un altro secolo questo ragazzo.

La sua voce mi distolse dai miei pensieri.

“Andiamo ti accompagno fuori di qui.” Disse alzando solo un angolo della sua bocca trasformando quella smorfia in un mezzo sorriso.

Wow, che fascino pensai.

“Grazie mille, ma non devi disturbarti tanto per me. Sto bene.” Esclamai, mentendo più a me stessa che a lui. Non stavo bene, ero sconvolta, non tanto dalla caduta ma da lui.

“Oh, nessun disturbo, anzi.”

Arrivati all’auto mi senti girare la testa e per poco non cadevo se due forti e possenti braccia non mi avessero sorretto in tempo.

“Meglio che guidi io signorina.”

“Non si dovrebbe dare le chiavi della propria auto in mano ad un estraneo, lo sai?” replicai sorridendo ancora stordita.

“Hai ragione Elena, non dovresti fidarti di me.” Disse sornione.

C’era qualcosa in lui che mi trasmetteva sicurezza, fiducia, protezione. Gli porsi le chiavi senza nemmeno rispondere.

Mi scostò i capelli dietro l’orecchio ed una scossa mi attraversò tutto il corpo.

Mi fece salire dal lato del passeggero e in un attimo fu al posto di guida.

“Ti porto a casa mia se non ti dispiace. Magari ti offro un thè caldo finche non ti riprendi un po’ di più.”

“Dovrei uscire con…” non finii la frase che subito me ne pentii. Le amiche potevano aspettare oggi.

“Ok d’accordo.” Dissi appoggiando la testa sullo schienale.

**

Dopo circa dieci minuti di strada imboccammo una stretta via ricoperta di ghiaia bianchissima.

Stavamo attraversando il bosco di MysticFalls.

“Abiti in mezzo al bosco? Inquietante direi.” Dissi ridendo.

“Non spaventarti non sono un pazzo maniaco. Era la casa dei miei genitori, un eredità tramandata nei secoli.”

“Impressionante.” Risposi.

“Eccoci arrivati.” Disse mentre parcheggiava di fronte ad un enorme casa, anzi villa stile italiano antico.

“Avanti entra pure.” Mi incitò accompagnandomi alla porta.

Quando entrai rimasi stupita dalla bellezza e dalla maestosità di quella casa. Gli arredamenti classici che decoravano quell’immensa casa potevano essere scambiati per pezzi rari da esposizione.

Pareti color panna la facevano apparire calda ed accogliente.

“Wow Damon è bellissima.”

Fece spallucce e si diresse in salone. Io lo seguii senza esitare, mi sentivo quasi a casa.

“Prego serviti pure.” Aggiunse mentre mi porgeva una tazza di thè.

Presi coraggio e mentre sorseggiavo quella bevanda così calda e buona aprii la conversazione più strana ed appassionante che avessi mai intavolato con un ragazzo.

“Allora Damon, qual è la tua storia?”.

Angolo autrice:

Sono nuova nel campo, questa è la mia prima FF perciò siate clementi. Spero di aver stuzzicato la vostra curiosità con questo primo capitolo. Inoltre spero vivamente vi sia  piaciuto. Sentitevi liberi di recensire a vostro piacimento, i vostri consigli e le vostre opinioni saranno molto utili per me.

Vi ringrazio in anticipo.

Babi.

  
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