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Autore: niKwolstenholme    04/09/2011    2 recensioni
Inizia con una serata in casa, dove finirà non lo so nemmeno io, provate a capirci qualcosa
Genere: Drammatico, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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nda.
Ho modificato leggermente il testo al fine di renderlo meno vomitevole. Non credo di aver fatto chissà quale lavoro, infatti più rileggo questa storia più mi fa ribrezzo. Volevo solo tentare di non precludere completamente la lettura degli altri capitoli che anche se non dicono nulla di interessante, sono scritti con una maggiore attenzione. Non aspettatevi molto da tutto questo.



Finalmente da sola, senza nessuno che disturbasse il suo relax.
Genitori e fratello che uscivano e andavano al cinema, un occupazione che li avrebbe tenuti lontani per un pò di tempo.
Il tempo necessario a sdraiarsi in pace sul divano, guardare la sua serie preferita, e poi rilassarsi in totale tranquillità.
Ne aveva bisogno, nessuno che la disturbasse, la chiamasse inutilmente.
Sola e in pace.
Questo pensava Samantha, mentre la sua famiglia la salutava uscendo di casa. Mancavano ancora quindici minuti all'inizio del suo programma, così decise di andare a cercare la sua gatta, che con il recente trasloco era diventata più isterica e più cattiva del solito.
Ultimamente si nascondeva per casa, oppure in giardino, e non degnava più di uno sguardo i suoi padroni.
Samantha notò che la porta che dava sul giardino e le finestre adiacenti erano tutte chiuse, voleva dire che era in casa. Girò per le stanze della nuova e grande casa ancora abbastanza vuota e inquietante, ma non la trovò. Era sicuramente nascosta da qualche parte.
Decise di rimandare la caccia al gatto a dopo il suo programma, che ormai stava per incominciare.
Si diresse verso il soggiorno ricompiendo un rapido giro della casa per dare un occhiatta a tutte le finestre per vedere che fossero tutte ben chiuse. La console dell'allarme le dava ragione con la sua spia verde accesa, la sua gatta non era fuori, e prima o poi si sarebbe fatta viva.
I cinquanta minuti di trasmissione trascorsero veloci e piacevoli anche grazie all'accoppiamento di pizza e gelato.
Non aveva voglia di leggere o fare altro, così rimase sul divano a fare un giro dei canali, magari avrebbe trovato qualche film interessante.
Stava soppesando qualche possibile alternativa per la serata, quando Saphira spuntò dal corridoio, il pelo bianco e nero, ben curato e lucente.
Si fermò davanti al divano a fissarla, con gli occhi gialli coperti interamente dalla pupilla dilatata per la luce soffusa del soggiorno.
Dopo alcuni secondi di stallo si gettò sul tappeto e iniziò a stiracchiarsi per terra. Sam evitò di accarezzarla ricordando quanto odiasse essere toccata, così si limitò ad osservarla finchè andò ad acciambellarsi con grazia su una sedia e si addormentò.
Samantha ammirava i gatti, la loro indipendenza e indifferenza e la loro grazia.
Decise di rimanere sul divano a guardare la tv, e gettare un occhio ogni tanto a Saphira, magari dopo saerbbe venuta a farsi accarezzare come faceva nella vecchia casa.
In tv non c'era nulla di interessante, Sam si limitava a cambiare pigramente canale in cerca di qualcosa che attirasse la sua attenzione, ogni tanto si girava a guardare Saphira che incurante, dormiva come un ghiro.
Sarebbe bello essere un gatto pensava, dormire, mangiare, bighellonare in giro, saltare qua e là senza nessun problema o preoccupazione.
Rivolse la sua attenzione allo schermo sul quale adesso c'erano due giovani che correvano in un dedalo di esplosioni e colpi di pistola, nel fragore della televisione però, sentì un rumore improvviso.
Anche Saphira se ne era accorta, aveva gli occhi aperti e vigili anche se era ancora acciambellata sulla sedia. Sam abbassò il volume e si mise in ascolto, niente.
Il rumore proveniva dalla cucina quindi si alzò e andò a controllare attenta, prima ad accendere la luce del corridoio buio.
Arrivata alla soglia della cucina si fermò in cerca dell'interruttore e, una volta premuto, attese che la luce illuminasse l'ambiente.
Non c'era nulla di anomalo. In quel momento udì un altro rumore provenire dall'angolo cottura, che era invisibile dalla porta.
Nello stesso istante realizzò che la lavastoviglie era in funzione ed era quella la fonte del rumore, infatti nel piccolo spazio sotto i fornelli si sentiva il suono dell'acqua che fluiva. Tranquillizzata tornò in soggiorno lasciando però le luci accese dietro di se.
Tornata in soggiorno notò che Saphira non era più sulla sua sedia e di lei non c'era traccia.
Non aveva alcuna intenzione di ricercarla per la casa, quindi si abbandonò nuivamente sul divano a guardare la televisione.
Adesso i due giovani si trovavano in una casa buia, ansimavano ed erano spaventati, si avviavano verso un corridoio lungo e oscuro dove sicuramente si nascondeva qualche cattivo pronto a fare capolino dal primo angolo.
Nel momento di massima tensione, Samantha sentì un rumore provenire dall'altro corridoio, quello che portava alle camere da letto.
 Il rumore simile a un tonfo fu seguito da un miagolio un po strozzato. Saphira, che aveva combinato? Si alzò e si avviò verso il corridoio, nemmeno quando era da sola aveva un po di pace.
Si affacciò sulla porta che usciva dal soggiorno e fissò l'oscurità," Saphira!" chiamò a voce alta.
Ovviamente nessuna risposta e la gatta non apparve davant a lei. Qualsiasi cosa avesse combinato non voleva andare a vedere, le era cresciuta dentro un po di paura, colpa del film del rumore misterioso della lavastoviglie e del buio del corridoio che si stagliava dinnanzi a lei.
Fece quindi dietrofront e tornò verso il divano.
Nel voltarsi, si accorse di una cosa molto strana, la console dell'allarme.
La spia della chiusura di porte e finestre era spenta, possibile che Saphira fosse riuscita ad aprire la finestra?
E' solo un gatto, non hanno nemmeno i pollici opponibili!
Bloccata davanti alla piccola spia spenta, adessoera davvero agitata.
Magari era stato il vento, o chissà che cosa.
Finalmente prese una decisione, accendere tutte le luci e andare a controllare, non doveva perdere la testa, sicuramente non era nulla.
Si voltò per tornare da dove era venuta.
L'ultima cosa che Sam vide prima che su di lei calasse il buio, fu un sagoma nera davanti a lei, e un oggetto dalla forma allungata, un tubo forse, che veniva calato sul suo volto.


Quando non trovarono loro figlia sul divano i coniugi Taylor, pensarono che fosse andata a letto, ma la camera da letto di Sam era vuota e molto in disordine.
I vestiti non c'erano più, mancavano la sua borsa e la sua valigia, e anche il suo computer era sparito.
John Taylor scoprì inoltre che la cassaforte di camera sua era stata aperta e mancavano all'appello cinquecento dollari, e qualche gioiello della moglie.

Qualche tempo dopo fu presentata all'ufficio di polizia di Sanford, Maine, la scomparsa di Samantha Taylor, diciasette anni, fuggita di casa.

  
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