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Autore: _Ella_    04/09/2011    4 recensioni
Ricordare poteva davvero essere più doloroso che perdere tutto?
Una frase, malinconica e forte come un uragano.
Una promessa, la promessa, calda e dolorosa come le fiamme che divampavano tutt’attorno.
«Ci rincontreremo nella prossima vita.»
Mentire poteva davvero essere meno doloroso che accettare la verità?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axel, Roxas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Siamo fatti per sbagliare e poi tornare indietro.

 

Siamo ancora in tempo per ricominciare a ridere,
siamo ancora in tempo per scrollarsi tutto e vivere.

Un ricordo, triste e lontano come la stella più bella e luminosa.
La notte buia, eterna, una frase amara. La delusione aveva avvolto quel corpo come la pelle del cappotto nero.
Un Nessuno poteva sentirla, la delusione?
«Nessuno sentirà la mia mancanza…»
Un urlo, che il vento portò via, che la notte colorò di nero.
La loro “vita” era stata sempre così monocroma.
«Non è vero… io la sentirei.»
Un nessuno poteva sentirla, la mancanza?
Ma il rumore dei passi si perse, cancellandosi. Così fecero i ricordi, per l’ennesima volta.

«Axel…» ma i ricordi affioravano, Roxas questo l’aveva imparato, dolorosi come non mai.
Ricordare poteva davvero essere più doloroso che perdere tutto?
Una frase, malinconica e forte come un uragano.
Una promessa, la promessa, calda e dolorosa come le fiamme che divampavano tutt’attorno.
«Ci rincontreremo nella prossima vita.»
Mentire poteva davvero essere meno doloroso che accettare la verità?
«Sì, aspetterò.»

Parole, rumori e giorni,
attese, speranze e sogni.
Lontani? Vicini?
Chi lo sa…

Quella bugia, forse la più difficile da accettare.
Hai mentito, Soffio di Fiamme Danzanti, hai mentito al tuo cuore – Roxas, lui era il suo cuore.
Sapevi che non vi sareste mai rincontrati, sapevi che dopo la morte non avresti avuto un’altra chance.
Morire significa smettere di vivere. Aveva mai vissuto, lui che non aveva un cuore?
Sei morto un tempo, anni prima, quando sei diventato un Nessuno, quando non c’era più quell’organo pulsante nel petto.
Avevi un’anima e l’hai data via per riavere il tuo cuore.

Ma il buio ti ha preso un’ultima volta, sei scomparso – è scomparso, questa volta non è morto – col sorriso su quelle labbra sottili, fissando quel ragazzo al tuo fianco, fissando i suoi occhi, gli occhi celesti di Roxas.
Riuscivi a vedere il tramonto, in quegli occhi, vero? Riuscivi a vedere la luce calda di Twilight Town, riuscivi a sentire il sapore agrodolce del gelato al sale marino sulla lingua, potevi ricordare il tocco delicato delle mani, il suono della voce, delle parole, ricordavi i suoi continui sogni, le sue speranze.
Ti avrebbe atteso, Soffio di Fiamme Danzanti, ti avrebbe atteso con l’ansia e le lacrime agli occhi.
Pioveva, su Twilight Town, il tramonto non era mai stato tanto spento.

Rispondi alle domande, non cercare di scappare
per non essere costretto a rincorrerti più in là.

Quella promessa, forse la più difficile da dimenticare.
Hai sperato, Chiave del Destino, hai sperato nel tuo cuore –
Axel, lui era il suo cuore, un tempo.
E adesso, sentendo quel battito nel petto, ti chiedi perché non sia accelerato, perché i tuoi occhi non piangano lacrime di dolore.
Speravi davvero che vi sareste rincontrati, alla fine di tutto, lo speravi più di ogni altra cosa.
Con rabbia, semplicemente, ti dicevi che non saresti mai dovuto andare via.
Andare via non significa essere liberi. Era mai stato libero, lui che non aveva mai deciso davvero?
Sei stato libero, un tempo, giorni prima, quando sei diventato un Nessuno, quando c’era il sole che tramontava e il sapore agrodolce sulle papille gustative.
Avevi la libertà e l’hai data via per avere delle risposte.
Ma le catene non ti hanno dato scampo, sei rimasto incatenato – è stato incatenato, questa volta non è andato via – con le lacrime agli occhi, fissando quel ragazzo che hai finalmente trovato, fissando i suoi occhi, i tuoi occhi, che tuttavia erano così diversi, perché sollevati, non piangenti.
Riuscivi a vedere scomparire la tue speranze in quegli occhi, vero? Riuscivi a vedere ogni cosa sgretolarsi ed unendosi a formare le catene che ti avrebbero tenuto rinchiuso, le vedevi formare un bavaglio per tenere chiusa la bocca, scavare nelle tue viscere e provocarti dolore.
Ti aveva cercato, Chiave del Destino, ti aveva cercato con l’ansia e le lacrime agli occhi.
Pioveva, sul Fuoco, le fiamme non erano mai state tanto deboli.

 Il dolore sai è normale se le storie poi finiscono,
maledette le ambizioni quando non si concretizzano.
Ma fra prendere e lasciare non si deve mai aspettare,
perché il tempo che perdiamo non ce lo ridà nessuno.

«Volevo rivedere Roxas, era l’unico che mi piacesse. Mi faceva sentire… come se avessi un cuore.»
Adesso lo sapeva, la Chiave del Destino.
Era meglio quando non ricordava, quando non sapeva ed avevano bisogno l’uno dell’altro.
Perché aveva il proprio cuore, e per esso Roxas era il suo.


 

Allora, ho un bel po' di cose da dire.
La prima, è che era passato quasi un mese da che non pubblicavo nulla di mio e questo mi ha scossa un po'.
La seconda, è che non ho passato delle belle settimane, ecco, visto che la voglia, la passione per la scrittura era completamente sparita, ormai pensavo che avrei completamente abbandonato questo mio sogno.
La terza, è che l'AkuRoku non mi piaceva più e questa penso sia la più scioccante, forse.
Ma poi la Baka_Kappa mi ha insultata dicendomi che era una cosa di passaggio, MihaChan mi ha detto che sarebbe passata e che era solo un brutto periodo e, infine, ma non meno importante, Hayley Black - il mio amore - mi ha fatto rendere conto che io non potevo permettermi di dire "Ho perso interesse per l'AkuRoku" o "Non mi piace più scrivere".
Quindi le ringrazio molto, soprattutto la mucca della mia migliore amica.
Che dire ora.
Mi spiace per tutte le cose che devo aggiornare e che sono bloccate, ma non penso di poter aggiornare prima di mercoledì, visto che ho un bel po' da studiare per gli esami di latino e matematica.
Ma che culo.
E nulla, spero di ritrovare il vigore e la passione di un tempo, che non sono ancora tornati e che si vede, visto che questa one shot non è chissà cosa, ma ammetto che ci tengo, perché l'ho scritta proprio quando credevo che non sarei riuscita a far più nulla.
Fatemi sapere se fa davvero così schifo, oppure se si può leggere senza che lo stomaco ne risenta.
Dio, ma si vede che sono addepressata? ;A;
Alla prossima, spero il più presto possibile ;_____;
P.S.: il titolo e le frasi a destra in corsivo sono prese dalla canzone "Parole, rumori e giorni" di Fabrizio Moro.

See ya! me spera

 

 

 

 

   
 
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