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Autore: Spilled a cup of apple juice    05/09/2011    4 recensioni
Questa è la storia di Bonnie Caulfield.Una di quelle ragazze che odiano il paese in cui vivono e passano il tempo a fare a pugni con il mondo.
Bonnie è una ragazza insicura e spaventata dai giudizi della gente.
Ma un giorno qualcosa cambia. Dal giorno in cui Jesus Of Suburbia le rimbomberà nelle orecchie per la prima volta,nulla sarà più come prima.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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-Spegni quel cazzo di computer e vai a fare qualcosa di più utile!-
-Sto scrivendo,devo finire!-
-Non m'interessa,non è una cosa importante! Muoviti! -
 
"Non è una cosa importante". Ho guardato mia madre con uno dei miei soliti sguardi colmi di rabbia,sperando che in quell'espressione riuscisse a cogliere il vero perchè.
Ma come sempre non è servito a nulla.
Non capirà mai niente.
 
Mi chiamo Bonnie Caulfield e sono confinata al limite della sopportazione e della normalità.Mia madre ha un amante,anche se non sa che nessuno a parte me ne è a conoscenza.Non fa altro che darmi addosso sputandomi in faccia tutti i miei fallimenti,non capirà mai cosa significhi la scrittura per me.
Mi chiamo Bonnie Caulfield e piango un giorno sì e uno no.
E' inevitabile abbracciare frustrazione e paranoie quando si sta con me.
 
Dimenticavo,sono troppo timida. E insicura.
Ah,e nessuno ha voglia di capirmi.
Ah,e tutti mi pugnalano alle spalle. 
Ho un'amica,lei mi accetta ma non mi capirà mai fino in fondo.
No,non è colpa sua! Insomma,chi mi capisce?
Non mi lamento. Ma dico solo che è dura.E' dura mantenere il controllo quando anche il cielo ti cade in testa.

Riguardo alla scrittura,scrivo da quando avevo sei anni.
Sì,beh,a quell'età scrivevo soltanto bigliettini d'auguri e riempivo quaderni a righe intitolandoli: 'Storia della mia vita',come se a quell'età avessi molto da dire.
Eppure il rumore della mia mano che striscia mentre scrive sulla carta,mi fa entrare in un altro mondo.
Via da questa schifezza e da questa ipocrisia.
E,insomma,mi tiene in vita.
Non sempre però questo funziona.
Quando il dolore consuma anche l'ultima goccia di speranza nel tuo cuore,prenderesti una penna per conficcartela nel petto e non di certo per scrivere.
Quindi mi considero fortunata ad essere arrivata a quindic'anni.
 
Mi chiedo se arriverà mai un giorno in cui le cose andranno meglio.
Mi chiedo se la gente tacerà mai.
No,questo è chiedere troppo,giusto.
Allora mi chiedo quando la smetterò di ascoltare le loro voci e simpatizzare con il masochismo.
 
Ah,leggo poco.
Le uniche cose che leggo sono praticamente le raccolte di Poe o romanzi sdolcinati dal lieto fine.
Alterno commedia e tragedia,più o meno.
 
E questa è la mia vita.
  
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