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Autore: Aicchi    05/09/2011    1 recensioni
Gli SHINee vengono invitati da G-Dragon a trascorrere un allegro weekend in compagnia sulla propria isola...ma al loro arrivo ad accoglierli non ci saranno i loro amici e colleghi artisti, bensì una villa apparentemente abbandonata e un'allegra quanto inquietante filastrocca incorniciata sul camino...
Genere: Comico, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi col secondo capitolo, e il mistero si infittisce...

2 Capitolo:  LA FILASTROCCA.
 
Era buio. Non vi erano finestre aperte e ciò costrinse i cinque ragazzi a fermarsi sulla porta.
“Qualcuno accenda la luce, non si vede niente!” si lamentò Jonghyun.
Qualcuno di loro cominciò a tastare sui muri laterali, in cerca di un interruttore e, dopo tanto cercare, lo trovò. Il grande lampadario al centro del soffitto si accese ed emanò una luce molto potente, che illuminò ogni singolo metro quadro dell’edificio.
La sala d’ingresso era enorme, con uno scalone monumentale che si espandeva in alto dal centro e portava al piano di sopra dividendosi in due direzioni laterali. Al di sopra del grande pianerottolo si imponeva un vasto balcone semi circolare, che sovrastava gran parte del salone. Vista da dentro, era ancora più grande di quanto si potessero aspettare. Minho andò ad aprire tutte le finestre presenti e, quando ci fu luce abbastanza, spensero il lampadario.
“Però…mica male come residenza estiva…voi che dite, ce la possiamo tenere??” propose Key.
Nessuno gli badò, erano tutti troppo occupati a guardarsi intorno e ad ammirare quel lusso e splendore.
Le pareti erano tappezzate di carta da parati di color rosso, a dir poco regale e principesco, con disegni e trame degne di famiglie nobili. Su di essa erano appesi molti quadri: alcuni ritraevano ambienti e spazi aperti di città e di campagne, altri invece erano autoritratti di antichi signorotti.
Pavimento e scalone erano in marmo bianco, molto pregiato e poco rovinato dal tempo…
Gli Shinee si diressero verso la stanza ad ovest della scala, dove scoprirono trovarsi la cucina.
Molto grande, ben attrezzata, simile a quelle dei ristoranti, ma siccome sembrava deserta e priva di ristoro non si prolungarono oltre. Tornarono invece al salone, per scoprire cosa ci fosse nella stanza ad est…
Era la sala di ritrovo probabilmente. Un salotto ben arredato, con un grande tappeto di stampa araba al centro e un tavolino da fumo con uno specchio a fare da piano di appoggio. In fondo alla stanza vi era un maestoso caminetto, sempre in marmo, al cui interno non si vedeva altro che l’oscurità.
Il gruppo si avvicinò ad esso.
“Cavolo, questo sì che è un bel pezzo di camino!” commentò  Jonghyun, appoggiandocisi con un braccio.
Key strizzò gli occhi in direzione di Jong. Accanto a lui c’era una cornice ricca di dettagli che sembrava riportare qualcosa come una preghiera. La prese.
“Ehi guardate qua.”
“Cos’è, Key?” si avvicinò Jonghyun.
Il gruppo gli fece eco e circondò Kibum.
“E’ una filastrocca. Dice:

"Dieci poveri negretti
Se ne andarono a mangiar:
uno fece indigestione,
solo nove ne restar.
Nove poveri negretti
fino a notte alta vegliar:
uno cadde addormentato,
otto soli ne restar.
Otto poveri negretti
Se ne vanno a passeggiar:
uno, ahimè, è rimasto indietro,
solo sette ne restar.
Sette poveri negretti
legna andarono a spaccar:
un di lor s'infranse a mezzo,
e sei soli ne restar.
I sei poveri negretti
giocan con un alvear:
da una vespa uno fu punto,
solo cinque ne restar.
Cinque poveri negretti
un giudizio han da sbrigar:
un lo ferma il tribunale
quattro soli ne restar.
Quattro poveri negretti
salpan verso l'alto mar:
uno se lo prende un granchio,
e tre soli ne restar.
I tre poveri negretti
allo zoo vollero andar:
uno l'orso ne abbrancò,
e due soli ne restar.
I due poveri negretti
stanno al sole per un po':
un si fuse come cera
e uno solo ne restò.
Solo, il povero negretto
in un bosco se ne andò:
ad un pino s'impiccò,
e nessuno ne restò."

Il sangue di tutti si raggelò.
“Davvero…inquietante, non c’è che dire…” riuscì a dire Taemin.
“Perché dovrebbero mettere una cosa del genere su questo caminetto?? Spaventa la gente” si chiese Minho.
“Non mi sorprende che non ci sia nessuno qua dentro, allora” concluse Onew.
Tutti lo fissarono con uno sguardo sgomento.
“Perché devi uscirtene con certe cose?? Cosa vorresti dire con questo?!” si lamentò animatamente Key, mimando un leggero spintone alla spalla del leader.
“Io? Non volevo certo insinuare che…” non riuscì a concludere la frase. No, non voleva certo dire che le persone che abitavano quella villa forse…erano tutte morte, uccise secondo il racconto della filastrocca.
“Guarda che qui quello che deve stare maggiormente attento sei tu, Condition” lo riprese Key.
“…E perché mai?” chiese incredulo il povero Onew.
Gli altri che avevano capito a cosa si riferiva la Diva cominciavano già a ridacchiare.
“Rileggi la prima strofa!” gli suggerì.

“…E poi sono io quello che insinua le cose! Pensate che potrei essere il primo a….’sparire’ perché mi piace mangiare..?”
“Il pollo” fece per concludere il discorso Key.
“Incredibile…” commentò Onew.
“Avanti ragazzi, non facciamoci prendere dal panico adesso solo perché c’era una vecchia filastrocca omicida sul caminetto di una villa abbandonata!” cercò di sdrammatizzare Taemin.
Ma ricevette solo occhiatacce e commentacci sotto voce, soprattutto da parte di Key.
“Andiamo al piano di sopra” suggerì Minho.
Tornarono per la seconda volta nel salone d’ingresso e si accinsero a salire lentamente le scale. Tranne Key, il quale fece un rapido scatto fino al pianerottolo per ammirare al di sotto di sé quei poveri comuni mortali!
“AH! Chi osa introdursi nella mia umile dimora senza il mio permesso?” si atteggiò Kibum, con una mano sul fianco e l’altra appoggiata sul corrimano.
“Ci perdoni, sua maestà!” lo seguì Jjong, imitando un inchino solenne “Ci siamo persi! E non vi era alcun rifugio nei paraggi, se non questo!”
“Tsk! Come se una cosa del genere potesse importarmi! FUORI DA CASA MIA!” ordinò puntando l’indice verso gli altri componenti.
“Ah sì, eh?” appena arrivati in cima, quei poveri mendicanti aggredirono la Diva, che prese a cacciare urla e gridolini di disappunto! Jonghyun se la montò in spalla e cominciò a girare su se stesso, provocando a entrambi una leggera instabilità e un forte mal di testa.
“Smettetela, andiamo” li incalzò Minho, mentre al suo fianco Taemin si faceva delle grasse risate.
Ma non si erano accorti di un piccolo particolare…abbastanza rilevante.
 
  
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