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Autore: Junie    05/09/2011    12 recensioni
Sandra, particolarmente nervosa quella giornata poiché l’asciugacapelli si era rotto e così non si era potuta pettinare a dovere, scese le scale che la conducevano alla porta della sua casa, dove un baldo giovane dai capelli fiammanti la stava aspettando per affrontare una sfida difficilissima: insegnarle a guidare una macchina. Capirete che sforzo, la macchina aveva pure le marce automatiche, ma si sta parlando di Sandra: colei che è capace di fulminarti con gli occhi, la ragazza dal gestaccio facile e colei che ha una frusta sempre a portata di mano.
La capopalestra Sandra alle prese con... una macchina? E sì, con uno di quegli aggeggi! Chissà come se ce la farà... oppure la sfiga eterna le andrà contro? Recensite in tanti
P.s. il titolo forse è provvisorio..
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Era un'umida giornata di pioggia ad Ebanopoli, il sole era oscurato da oscure nubi e faceva molto freddo, ma questo non impediva alla gente della piccola città di vivere la propria routine.
Qualcuno, o meglio, una ragazza dai capelli color zaffiro però non era affatto tranquilla quella mattina, anzi, tutt'altro. Sandra, particolarmente nervosa quella giornata poiché l’asciugacapelli si era rotto e così non si era potuta pettinare a dovere, scese le scale che la conducevano alla porta della sua casa, dove un baldo giovane dai capelli fiammanti la stava aspettando per affrontare una sfida difficilissima: insegnarle a guidare una macchina. Capirete che sforzo, la macchina aveva pure le marce automatiche, ma si sta parlando di Sandra: colei che è capace di fulminarti con gli occhi, la ragazza dal gestaccio facile e colei che ha una frusta sempre a portata di mano.
“Hai cambiato pettinatura?” chiese, osservando la massa di capelli informi.
Non ci fu nessuna risposta, a parte sonora una parolaccia che, a quanto pareva, le veniva dal più profondo del cuore.
Se il buongiorno si vede dal mattino, chissà cosa il destino riservava all’irascibile Domadraghi?
Essi, lui con un sorriso dipinto sulla faccia e lei con una furia omicida che cresceva ad ogni passo, salirono in macchina. Lance per il momento stava al posto di guida, pregustandosi già la figura che farà la sua adorata cugina.
Giunti in un parchetto con qualche albero che abbelliva il paesaggio, lontano dalla rumorosa cittadina, i due si scambiarono i posti e, con fatica, Sandra si mise a posto il sedile.
Appena le forti mani della Capopalestra sfiorarono il volante, era come se il mondo avesse iniziato a ridere di gusto. La Domadraghi, sforzandosi di pensare che quello che stava vivendo fosse uno stramaledetto incubo, pigiò il piede sull'acceleratore, ma naturalmente la macchina non partì.
Lance, cercando di non far infuriare ancora di più la cuginetta, indicò la chiave che era inserita nel quadro di controllo.
"Stupida macchina, i miei draghi non hanno una chiave, sono molto meglio loro di questa schifosa..." iniziò a bofonchiare, girando con la delicatezza di un Tauros la chiave.
"Hai detto qualcosa?" domandò con aria di sfida il Campione.
"Assolutamente nulla" come poteva dire qualcosa?
Infondo in qualcosa doveva pur essere brava...  In fatto di lotta e dei draghi era più forte Lance, in cucina neanche a parlarne, a gestacci non la batteva nessuno, ma non è una dote di cui andare fieri... magari la guida sarebbe stata il suo forte, forse... altrimenti si sarebbe aggiudicata il premio di "Miss Impedita Sfigata 2011".
L'inizio fu abbastanza difficile poiché la ragazza non superava i 10 km/h "Mostro diabolico, vai vai!"
"Certo che se tieni il piede premuto sia sull'acceleratore che sul freno, diventa difficile andare avanti" commentò ironico il dolce cuginetto appoggiando la testa al vetro, quasi tentato di continuare a darsi delle capocciate sul finestrino, pur di andare un pochino più veloci.
Sandra iniziò ad osservare fuori dal finestrino e notò che un dolce Meowth la stava seguendo, chissà il perché poi, forse il motivo era che la macchina lo attirava o perché era un po’ calda e cercava un riparo; il piccolo micetto la continuava a fissare e lei non scollava gli occhi dal piccolo specchietto che stava sulla portiera.
Quel continuo essere osservata le stava dando su i nervi, iniziò così a fare zig zag col nulla, dato che la piazzettina era completamente deserta. Appena Lance se ne accorse di quel colpo... di genio?, della cuginetta, non poté fare a meno di mettersi a ridere come un pazzo "Sei per caso ubriaca? O vuoi semplicemente attirare la mia attenzione?"
La reazione della Domadraghi fu meccanica: un bel gestaccio rivolto al Campione. C'era d'aspettarselo dall'esuberante Sandra.
Lance non si era accorto del piccolo micio che li stava seguendo da dietro l’auto, così disse a San di provare a fare retromarcia. La Capopalestra iniziò a guardarlo in malo modo, certo le stava dando fastidio essere fissata da quel Pokemon, ma di certo non voleva ucciderlo, così diede un pugno sulla testa allo sfrontato compagno e, fatto ciò, riprese a guidare con i suoi fidati 10 km/h.
Il cugino, che era ancora intontito, si riprese appena la frenata affatto delicata dell’apprendista lo fece strozzare con la cintura e spiaccicarlo contro il vetro della macchina. Però, appena si accorse del motivo della frenata così brusca, si mise di nuovo a ridere e una risata, la più grande e la più beffarda di tutte, arrivò quando scorse il viso irritato della cuginetta: un Pidgey stava beccando il terreno in mezzo alla strada e pareva non volersi spostare.
 " Allora?" chiese dubbioso Lance "ti fai spaventare da così poco?"
"Tu, pazzo omicida di felini, non mi provocare, ci tengo ai Pokemon, IO" marcò quell'ultima parola con tono strafottente.
"Prova a suonare il clacson" consigliò indicando il centro del volante.
Sandra iniziò a studiare l'arnese con molta attenzione, cosa aveva indicato di preciso il suo cugino? Non riusciva a darsi risposta. 
<< arnese demoniaco, suona, suooooonaaaaaaa! >> pensò, lanciando un occhiataccia al quadro di controllo. Ma ovviamente non successe nulla.
 Demoralizzata, iniziò a sbattere ripetutamente la testa sul "arnese demoniaco" provocando così una serie di suoni a lei affatto graditi.
<< ma che cavolo di rumore produce questa cosa...? Sembra un Rhydon che sta partorendo un Rayquaza, ma dico io >>
Anche se la scoperta del clacson rallegrò di molto  Sandra, il piccolo uccellino continua imperterrito a beccare la terra e questo le fece ritornare la rabbia e gli occhi assassini.
Pioveva, era stanca, aveva una pettinatura da pazza, il ruolo che in quel momento le si addiceva di più, il un micio l'aveva seguita per circa sei o sette giri del parchetto, suo cugino era un deficiente e aveva cercato di "ammazzare" un piccolo Meowth e ora un Pidgey la stava prendendo in giro.
Furiosa, scese dalla macchina, infischiandosene altamente della pioggia, di alcune persone che la stavano guardando da circa mezz'ora, piegate in due dalle risate, e di Lance che, nonostante l'occhiata furente della cugina, non era riuscito a mascherare il suo divertimento, ormai sfociato in una sonora risata.
Come una statua si posizionò davanti al piccolo uccellino strafottente, inspirò a pieni polmoni e piantò un urlo pazzesco che fece smettere tutti di ridere e fece calare un silenzio di tomba "tu, essere inutile e menefreghista dei sentimenti altrui, tale e quale a mio cugino, VATTENE!"
Neanche due secondi, che gli spettatori batterono la ritirata, il piccolo Pidgey svenne e, aiutato da dei suoi amici, se ne volarono via.
Sbattendo i piedi sul terreno bagnato, ritornò di fronte alla portiera del Campione dove prima gli fece un gestaccio che gli sbatté sul finestrino e poi gli ordinò "scendi, ora".
Il ragazzo obbedì, cercando di smorzare le sue continue risate, e riprese il posto di guida, felice che quel supplizio sia finito.
"non una parola" ruggì Sandra sbattendo la portiera e riposizionando il sedile.
"però ammettilo, qui ci sono solo Pokemon suicida!" esclamò appoggiando la testa al volante, poiché non riusciva più a tenere il busto ritto.
"ho detto: NON. UNA. PAROLA" sbraitò paonazza tirandogli un pugno.
<< le macchine non sono il mio forte... magari proverò a guidare un elicottero >> pensò appena vide che il parchetto della sfortuna eterna era orami lontano.
"Lance, mi insegni a guidare un elicottero?"
"PASSO" fu l'unica parola che disse prima iniziare di imprecare mentalmente, come diavolo si poteva essere tanto sfrontati? Poi non ci voleva salire con lei su un elicottero, altrimenti di sicuro avrebbe investito uno stormo di qualche accidenti di Pokemon tra le eliche, no la lezione di guida di un’auto, neanche poi tanto complicata, gli era bastata.
Si concluse così la lezione di Sandra, con l’ammontare di: due Pokemon suicidi, andiamo, se ti metti a seguire o a sfidare San in una giornata come quella devi essere proprio un pazzo, due pugni, due gestacci e una parolaccia. Una giornata pressoché normale per la Capopalestra.
<< un lato positivo c’è: ora sono diventata “Miss Impedita Sfigata 2011” >> rifletté San, facendo un sorriso sarcastico.
 
Note dell’autrice:
 
questa storia la dedico alla mia sorellona di fic Akemi_Kaires, spero che ti piaccia!!
Ho preso ispirazione dalla mia lezione di guida che ho avuto con mio padre, certo non sono stata così terribile, ma mi duole ammetterlo la parte del Pidgey suicida è vera (non è svenuto per è volato via spaventatissimo).
Spero vi sia piaciuta! Recensite in tantiiiiii!
Un grosso bacio Little Queen TB.

  
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