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Autore: Furiarossa    05/09/2011    1 recensioni
Integra Farburke Wingates Hellsing, capo dell'associazione Hellsing dei cavalieri protestanti d'Inghilterra, e Alexander Andersen, punta di diamante dell'Iscariota, si incontrano e parlano.
Riusciranno a mettere da parte le loro divergenze o finiranno per picchiarsi?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alexander Andersen, Integra Farburke Wingates Hellsing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Hellsing's moments'
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Fuori, un ultimo tuono colorò di bianco intenso il cielo, poi si spense e lasciò che il grigio delle nubi pesanti si schiarisse lentamente.

Integra si appoggiò con le spalle al muro con un movimento lento, schiacciando dietro di se la sua bellissima chioma dorata che scendeva fino ai fianchi, ricadendo in ondulazioni leggere. Trasse dalla tasca della sua camicia, ovviamente di taglio maschile, un grosso sigaro cubano e lo indicò con il mignolo, in un gesto strano

«Qualcuno ha da accendere?» chiese, bruscamente, come se si aspettasse che qualcuno si gettasse ai suoi piedi all'improvviso e le porgesse un accendino d'oro

«Il fumo fa male» rispose Andersen.

Il prete era a una dozzina di metri da lei, fermo accanto alla finestra, rigido come i capelli biondi che gli stavano ritti in testa, tali e quali ad aculei di un riccio. Il giubbotto grigio scuro gli ricadeva intorno al corpo possente come le ali spezzate di un gigantesco pipistrello, ma non si muoveva di un millimetrò tanta era l'immobilità del suo indossatore.

«E a me cosa importa?» ringhiò Integra, che quel giorno, come avrete già capito, non si sentiva granché magnanima

«Importa che rovinerà la tua salute. Rovinerà il tuo corpo e il corpo è il tempio dello Spirito Santo, danneggiarlo è un peccato mortale ...»

«Ho già ucciso, rubato, non onorato il padre e la madre, non aiutato il prossimo mio come me stesso, perchè dovrei preoccuparmi del tempio dello Spirito Santo?».

Andersen la guardò con un'espressione neutra, le labbra assottigliate in una linea retta, poi spostò lo sguardo verso la finestra con un lento movimento del collo possente

«In ogni caso non ho da accendere» mormorò

«Hmm … Agenti dell'Iscariota ...»

«Cos'hanno gli Agenti dell'Iscariota?»

«Sono tutti così ipocriti».

Andersen girò di nuovo la testa di scatto ed emise una sorta di sbuffo

«Siamo di sani principi morali, non degli ipocriti» rispose, in tono duro

«Ah, davvero? Il vostro Dio dice che uccidere e ferire è giusto?»

«No, ma ...» Andersen si mosse sul posto, in imbarazzo «Questo cosa c'entra? Noi siamo dell'Iscariota. Noi sappiamo bene che andremo all'inferno, ma il nostro compito è di proteggere tutti gli altri fedeli del nostro Dio misericordioso»

«Iscariota, la Sezione Tredici del Vaticano. Voi non dovreste neppure esistere, Andersen, e tu lo sai bene. Il vostro Dio non è felice di voi, siete solo dei guerrieri che si fingono santi»

«Non siamo santi» la voce di Andersen era ridotta ormai ad un sussurro rauco e cavernoso «Io, almeno, non ho mai detto di esserlo. Siamo guerrieri e maledetti per giunta, ma qualcuno deve pur fare il lavoro sporco, non credi?»

«Si» Integra prese fra le dita il sigaro «Dopotutto è quello che facciamo noi dell'Hellsing. Ma almeno non siamo ipocriti»

«Hmm» Andersen tornò a fissare fuori dalla finestra «Che tempo atroce. Che sia una punizione di Dio?»

«Che tempo atroce. Che sia perchè siamo a Gennaio?»

«Beh, forse hai ragione tu ...»

«Sembri imbarazzato»

«Lo sono»

«Perché ti sbagli ad affidarti sempre al tuo Dio. Lui non guarda sulla terra, non si interessa di noi burattini se noi non ci facciamo notare»

«Stai iniziando a parlare come Alucard, Integra. Davvero ti fai influenzare dal tuo servo?»

«Se il mio servo è vissuto, se così si può dire, per più di cinquecento anni, beh, dev'esserci un motivo. Mi pare che il motivo sia che è il campione assoluto dell'evoluzione. Ha fatto le scelte giuste ed è stato premiato»

«Ma è il tuo servo, il tuo schiavo. Ecco a cosa lo ha portato l'evoluzione!»

«Si, è il mio servo» Integra strizzò leggermente gli occhi dietro le lenti rotonde «E allora? Ogni volta che ne parlo con lui sembra che ne sia felice. Sembra che sia soddisfatto della sua posizione. Lui ama servirmi. Per lui è una sorta di gioco, ma immagino che possa permetterselo … tutto diventa solo un gioco passeggero, quando si ha di fronte a se l'eternità»

«Già» Andersen annuì cautamente «Ma noi siamo solo mortali, non scordarlo»

«Quindi è così? Anche tu sei un mortale?»

«E te ne sorprendi?»

«Beh, sei un rigeneratore … se ti sparano al cuore ti rialzi come se nulla fosse accaduto e guarisci, non è molto da mortali»

«Anche i licantropi lo sono … rigeneratori, intendo» Andersen ghignò e fece un passo in avanti, verso Integra «Eppure la loro vita ha una durata limitata, anzi, persino più breve di quella umana. Le loro cellule si esauriscono prima. Lady Hellsing, ogni volta che vengo ferito la mia vita si accorcia di qualche secondo, non lo sapevi?»

«No»

«Beh, ora lo sai»

«Sai, a volte mi chiedo cos'è che separa l'Iscariota dall'Hellsing … perchè dobbiamo combatterci, Alexander?»

«Alexander?»

«Che c'è, non ti chiami così?»

«Pochi mi chiamano per nome. Il tuo vampiro, per esempio, mi chiama Andersen»

«Oh, evidentemente a loro piace il tuo cognome … anche io vengo raramente chiamata per nome. Tutti preferiscono Lady Hellsing. O Sir Hellsing».

Andersen sghignazzò a denti stretti, emettendo un suono che somigliava vagamente al sibilo di un serpente arrabbiato.

Integra serrò un pugno fino a fare scricchiolare la morbida pelle del guanto bianco

«Cos'hai da ridere, prete?»

«Chh... chhh … Ti chiamano con appellativi maschili»

«Uhm … e cosa ci sarebbe da ridere?»

«Sei ben poco femminile, Sir Hellsing» Andersen sollevò esageratamente gli angoli della bocca, in un sorriso spietato

«Ah ah. Molto divertente. E tu sei ben poco prete, prete».

Alexander Andersen smise all'istante di sghignazzare e arrossì leggermente. Vedere un uomo alto due metri, con la barba ispida e il torace ampio come un camino che arrossiva era uno strano spettacolo, bisognava ammetterlo.

Integra, impassibile, si staccò dal muro

«Sai, è stato piacevole chiacchierare con te. Mi sembra sempre … rilassante … poter mettere qualcuno con le spalle al muro»

«Mettere qualcuno con le spalle al muro» disse Andersen, in tono incolore, poi si accorse di essere indietreggiato fino a toccare davvero con le spalle al muro.

Potevi essere grosso quanto volevi, cattivo, spietato, potevi essere minaccioso o folle, ma era ben difficile che Integra non trovasse il modo per intimorirti. C'era qualcosa nei suoi occhi, qualcosa nel suo modo di fare, nel timbro della sua voce, che ispirava rispetto … era la voce del maestro, quel genere di suono che convinse un'intera nazione a seguire Hitler nei suoi piani folli di sterminio o che portò i soldati di Napoleone a tentare di invadere la Russia solo perchè l'aveva detto il capo.

«Devo riconoscerlo» Mormorò Andersen, ma a voce abbastanza alta da farsi sentire «Sei un leader molto migliore di Enrico»

«Grazie» rispose Lady Hellsing.



Note: Questa one-shot è un estratto dalla nostra fanfiction "Kuroshihellsing". Come tutte le one-shot facenti parte della raccolta "Hellsing's Moments", tratta di quei momenti salienti con protagonisti i personaggi di Hellsing e che possono essere estrapolate dal contesto originale ed essere lette in chiave singola. 
Questa raccolta di one-shot è nata dal desiderio di far conoscere alcuni di questi particolari momenti anche a coloro i quali non conoscono Kuroshitsuji (Black Butler), cioè la serie che appare nel crossover Kuroshihellsing. Inoltre Kuroshihellsing è davvero troppo lunga, come fanfiction, quindi capisco benissimo chi non vuole leggerla XD
  
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