Giochi di Ruolo > Vampiri: la masquerade
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Autore: Luxen    05/09/2011    3 recensioni
Cosa succederebbe se non esistessero più le maledizione date dal primo? Cosa succederebbe ai Fratelli e ai loro Doni?
A Leonard, un tremere potente ma giovane, gli toccherà presto scoprirlo.
Perché Lui ha deciso di chiedere perdono e salvare i suoi figli.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era così che finiva tutto?
Era così che dopo 800 anni tutto sarebbe finito?
Era così che io e i miei Fratelli saremmo morti?

Un sorriso.. e nulla più..

Mi chiamo Leonard e sono nato nel 1190... secondo gli scritti
dell'epoca sono morto 21 anni dopo nel 1311. esattamente 800 anni fa.

Ma la mia non fu una morte reale.. fu il mio corpo internamente a
morire.. il mio cuore smise di battere... il mio sangue di scorrere...
e la mia pelle cominciò ad impallidire... ciò che diventai però fu un
non-morto... un vampiro... un cainita..

Successe la notte del mio 21esimo compleanno.. stavo tornando da una
battuta di caccia con grandi trofei quando all'improvviso qualcosa ci
attaccò.
Nel buio della notte vidi solo tanti occhi assetati di morte che ci
circondavano.. i cavalli scapparono disarcionandoci..
Alcuni però furono presi da quelle orrende creature e sventrati davanti a noi..
Eravamo paralizzati dalla paura.. estrassi al volo la mia spada
cercando di proteggerci..

Quando una di quelle bestie si avvicinò riusci a vedere cos'era..
sembrava un lupo.. ma grande come un orso.. ringhiava così forte da
terrorizzarci tutti.

Avanzai con la spada ben tesa davanti a me e pronto a colpire..

Quella bestia immonda mi saltò addosso in pochi secondi.. un solo
colpo suo mi scaraventò addosso a un albero lontano.. in qualche modo
riuscii a non svenire.. e così vidi ciò che accadde.

I miei compagni furono quasi tutti divorati da quelle bestie quando
qualcosa precipitò dall'alto..

Una tempesta di frecce volò su di loro.. quelle frecce risplendevano
da quanto le loro lame erano lucide.. quando entrarono nelle carni
di quelle bestie fecero non pochi danni.

Subito dopo 3 individui apparvero e finirono il lavoro incompiuto delle frecce.
Con una grazia e velocità irreali distrussero quelle bestie.

A quel punto persi i sensi.

Mi risvegliai in una piccola biblioteca.. non l'avevo mai vista..
sapevo leggere e frequentavo la biblioteca del convento del paese ma quella era
completamente diversa.. i libri che erano custoditi sembravano molto
più antichi anche se dalle pelli che ricoprivano le copertine
sembravano scritti di recente.

Perso nell'esplorazione visiva della stanza e dei libri quasi non mi
accorsi di Lei.
Una splendida donna di rosso vestita che di fianco a me stava seduta
guardandomi con uno sguardo che non dimenticherò mai.

Sembrava dolce ma i suoi occhi lasciavano trasparire grandezza e severità.

La sua pelle era pallida come la luna che dalla finestra entrava timidamente illuminando la sua figura


« chi sei? »
fu la mia unica domanda..

Quasi sorridendo lei mi rispose

« mi chiedi ciò che molti non mi chiedono da tempo.. chi di solito mi vede per la prima volta tende a volgere il chi a cosa portando quindi la domanda su un altro piano a volte spregevole da spiegare, tu invece hai continuato a chiedere chi, per questo sarò lieta di rispondere.
Lady Desirè.
Io invece con chi ho l'onore di parlare»

La sua voce era suadente e autoritaria nello stesso momento.

«Chiedo scusa Milady per non essermi presentato, mi chiamo Leonard della famiglia dei Issun»

«Se le voci e la memoria non ingannano ho davanti a me un giovane cavaliere allora.
Dimmi dunque, come è stato per un giovane cavaliere perdere miseramente contro quelle bestie»

Le sue ultime parole furono pronunciate con sarcasmo e la cosa quasi mi irritò, ma poi guardandola negli occhi mi tornò subito la calma.. ero ipnotizzato quasi da lei.

«i miei compagni sono morti tutti per colpa di quelle cose, con alcuni di loro ci sono cresciuto, non potrò mai perdonare quello che è successo.. spero siano morti tutti»

«lo sono... ma non sono morti tutti nella tua compagnia.. tu sei rimasto.. per così dire vivo»

In quel momento mi guardai e notai una cosa che fino all'ora, ipnotizzato da lei non avevo notato.

Avevo innumerevoli ferite sul corpo a causa del colpo contro l'albero ma stranamente sembravano che in qel momento le mie ferite stavano scomparendo piano piano.

«Per il diavolo che succede?»

«non è opera del diavolo, tranquillizzati, anche se alcuni lo definirebbero così, ti ho dato solo una cosa la notte scorsa che ti ha curato e che ti ha permesso di svegliarti ora, sei stato in fin di vita per quattro giorni, non ho potuto continuare a vederti soffrire e mi sono imposta di aiutarti»

«sei una strega?»

«buffo, voi cavalieri avete ben poca gratitudine verso chi vi salva la vita, non importa come ti ho salvato, ma il fatto stesso che mi sono adoperata per farlo, o preferivi forse che ti lasciassi morire?»

Chinai lo sguardo per rispondere, mi sentivo addolorato per averla offesa, qualcosa in me non andava, conoscevo quella persona da poco ma era come se l'avevo sempre vista, era quasi come se l'amassi.

«chiedo scusa, tutta questa situazione, io non so più quello che dico o faccio»

«allora stai zitto e non parlare più, tu mi devi la vita giovane Leonard, e io pretendo che tu paghi il tuo debito donandomi la tua vita stessa, mi servirai qui in questa casa e in questa biblioteca altrimenti ti caccerò e ti lascerò morire fuori da queste mura mentre cercherai inutilmente di avvicinarti di nuovo al mio grembo»

Queste ultime parole pronunciate con autorità e non più con dolcezza entrarono in me come i rintocchi della torre del paese.
Risuonarono nella mia testa pesantemente.
Dovetti ripeterle un po' di volte prima di assimilarle.
Nella mia vita ero sempre e solo stato un cavaliere.
I miei genitori sul punto di morte mi diedero il necessario per intraprendere la vita da cavaliere, un piccolo terreno, un cavallo e i soldi per un fabbro buono che mi forgiò armi e armatura.
Da quel giorno solo mi ero dedicato alla vita da combattente e nei pochi momenti liberi alla vita di campagna.
Ogni tanto mi recavo dai frati a leggere qualche passo della bibbia per tenere allenata la capacità di lettura insegnatami da mio padre.

Non avrei avuto nessuno a rimpiangere la mia scomparsa, il mio cavallo e i miei amici erano stati uccisi da quelle bestie.

«Accetto»

L'unica parola che dissi prima di vedere sorridere la mia signora e uscire dalla stanza chiudendola a chiave.

Rimasi in quella specie di stanza-biblioteca per 3 giorni senza più vederla.
Quando mi svegliavo trovavo su un tavolino il cibo necessario per tutto il giorno e una mattina trovai anche una tinozza di acqua calda per lavarsi.
Cominciai a leggere quei libri per passare il tempo.

Erano libri su antiche leggende di mostri e esseri demoniaci, su poteri particolari e alcuni libri erano scritti con carattere così arcaici che non riuscii a capire niente di quello che c'è scritto.

La quarta sera successe una cosa terribile.
Cominciai a sentire degli strani rumori che mi circondavano, erano fortissimi, crollavo a terra dal male per quelli più forti.
Non riuscivo a capire cosa succedeva.
Fuori cominciò a tempestare e la cosa non fece che peggiorare le cose.
I primi lampi furono quasi letali per me, la luce del lampo e il fragore del tuono sembrarono quasi accanto a me.
I miei sensi stavano impazzendo e non capivo il perché.

Mi sentivo come se mi mancasse qualcosa.
Cominciai ad urlare quando vidi entrare di corsa dalla porta Desirè.
Mi vennè vicino ma io mi divincolavo e non la facevo avvicinare.

Lei mi guardò fisso negli occhi e mi parlò con tono secco.

«ora ti metterai nel letto e ti calmerai, fatto questo starai in silenzio e mi darai retta»

Eseguii il suo ordine senza batter ciglio e senza neanche capire quello che facevo.. la sua voce mi era entrata nella testa e io eseguivo.

«mio caro Leonard, a quanto pare ciò che ti ho dato per curare le tue ferite ha terminato l'effetto molto prima di quanto credessi»

«cosa mi succede?»

«Sei in astinenza, ecco cosa ti succede, speravo di tornare prima che succedesse, ma per qualche motivo che non capisco non ti è bastato»
«ridammelo allora, cosa aspetti»

«non è così semplice»

«perché?»

«perché l'altra volta dormivi, ora sei sveglio e consapevole di quello che stai facendo»
« e quindi?»

«non sai quello che è l'antidoto.. non puoi capire»

Stavo diventando nervoso.. dovevo avere assolutamente quella cosa, qualsiasi cosa fosse.
Urlai quasi
«cos'è?»
Lei per risposta mi mollò uno schiaffo
«non alzare la voce con me, vuoi sapere cos'è stupido, è il mio sangue ecco cos'è»

detto ciò si tagliò con un piccolo anello il polso, da dove cominciò a sgorgare una piccola quantità di sangue che avvicinò alla mia faccia.
«allora sei ancora così sicuro di volerlo.. urli tanto e poi.. sei lì imbambolato.. «

Vedevo quella goccia color rubino scorrere sul suo polso.
Non so che mi prese.
Ma avvicinai subito la mia bocca e cominciai a bere.. e mentre lo facevo inspiegabilmente cominciai a piangere

Lei si avvicinò a me e mi abbracciò come una madre.
Capii cosa volesse dire la frase che mi aveva detto sere prima riguardo al suo grembo.
Ero legato a lei per qualche motivo, il suo sangue era la mia droga.

«spiegami tutto»

Lei mi guardò con compassione e cominciò a raccontare.
«Io sono una vampira, una discendente di Caino, il primo di noi, mi nutro di sangue e le mie maledizioni mi impediscono di uscire di giorno e il fuoco mi potrebbe uccidere, ma in cambio nel mio sangue scorre molto potere, quando ti ho visto morente non ho potuto non portarti con me, ti ho donato qualche goccia del mio sangue che ti hanno curato e reso più potente.. prestò capirai di avere una piccola parte dei miei doni.. non ti preoccupare non sei un vampiro.. sei quello che definiamo Ghoul... un servitore..»

mentre parlava la guardavo negli occhi, ciò che mi diceva non mi scandalizzava, ad un certo punto vidi una piccola lacrima rossa scendere dai suoi occhi

«scusa, avrei dovuto chiedertelo ma non ho resistito»

la guardai e asciugai le sue lacrime.. poi l'accarezzai.. e senza pensarci la baciai.

Lei ricambiò il bacio, un bacio freddo ma subito dopo si alzò e dopo avermi mollato un altro schiaffo si alzò e corse via... provai a inseguirla ma la porta della mia stanza si richiuse di colpo davanti a me e rimasi di nuovo chiuso lì dentro.

Cominciai a capire che i miei sensi, grazie al magico sangue della mia signora, si erano sviluppati all'inverosimile.

Cominciai a studiare su tutti i libri che c'erano dentro quella stanza.

La mia signora aveva detto che dovevo servirla ma lei non si faceva mai vedere.
Passai quasi un mese senza vederla.

L'astinenza da lei si stava cominciando a farsi sentire ma io continuavo a studiare senza pensarci.

Senza rendermene conto stavo prendendo consapevolezza del mondo che mi circondava, delle oscure creature che lo popolavano, dai Lupini, quelle bestie che mi avevano attaccato quella notte ai Vampiri e i loro Clan, ai demoni, fate e fantasmi.

Più studiavo e più prendevo consapevolezza del mondo della mia signora e dei miei doni.
Incredibilmente una sera riuscii a fare qualcosa che ritenni straordinario.. mentre studiavo una piuma con cui prendevo appunti mi cadde per terra.. per sbaglio mi concentrai su di essa e senza capire come essa si sollevò e volò verso di me.
Capii che era anche quello un dono..

Quella stessa sera passò a farmi visita la mia signora, sembrava affaticata e stanca.
«mia signora sta bene?»
«sì vieni, sono qui per la tua dose»
Mi avvicinai al suo braccio, ma mentre stavo per bere la vidi stanchissima.
«mia signora che succede?»

«ho dovuto combattere, sono stanchissima e senza sangue ma tu ne hai bisogno prendi»

Non feci in tempo a rispondere che un'esplosione arrivò da un'altra parte della casa.

Corsi fuori con lei e scoprii finalmente di essere in un piccolo maniero.
Arrivammo all'ingresso dove una cinquantina di persone lanciava sassi e torce addosso alla casa urlando e chiamando la mia padrona dimonio o strega.

La mia padrona era stanchissima e non poteva reagire.. avevo letto molte cose sulla sua razza.. dovevo aiutarla.. senza pensarci su afferrai la prima cosa affilata che trovavo e mi tagliai una vena del polso e gliela porsi

«mia signora si salvi»

«no cosa hai fatto? Perché?»

«Vi prego accettatelo, non fatemi morire per niente»

Lei si avvicino e cominciò a bere dal mio braccio.. lentamente un piacere immenso si faceva largo in me mentre sentivo mancare le mie forze..

Non sentii niente di quello che accadde.
L'unica cosa che ricordo è la mia signora che dopo quella che sembrò un eternità arrivò vicino a me..
Sentii le ultime forze abbandonarmi e poi un dolore tremendo. Credevo di bruciare.

Quella fù l'ultima volta che vidi la mia signora.. mi trasformò quella sera prima di morire.. il suo ultimo gesto fù di farmi diventare vampiro.. un Tremere.

Sono passati 800 anni da quel giorno.. e oggi LUI ha deciso che tutto deve finire..

LUI HA DECISO DI CHIEDERE PERDONO.

  
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