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Autore: sapphire     05/09/2011    7 recensioni
Come promesso eccovi un'altra storia.
One shot divise in tre parti che hanno come filo conduttore Temptation Lane.
Un mezzo per arrivare ad un fine
Questa riguarda il passato.
Spero vi piaccia!
Buona lettura.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Temptation Lane'
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One shot divise in tre parti che hanno come filo conduttore Temptation Lane.
Un mezzo per arrivare ad un fine
Questa riguarda il passato.
Spero vi piacciano!
 
 
Temptation LANE
 
 
PARTE I – Past
 
 
<< Ottimo lavoro di squadra detective. Appena due giorni fa non avrei scommesso un centesimo sulla risoluzione del caso. Stavo già per telefonare al ministro degli interni >> il capo sorrise a stento  e si complimentò a fatica con il team riunito nel suo ufficio quel venerdì sera.
<< addirittura >>
<< Sì … addirittura detective Esposito , ma con mia sorpresa avete ottenuto un grande successo.  Vi faccio i miei complimenti >>
<< grazie capo >> mormorò Beckett stizzita mentre i due fratellini si battevano il pugno.
<< chiamerò il procuratore distrettuale immediatamente per convalidare l’arresto di Conrad Greene e se avremo fortuna torneremo a casa entro l’ora di cena >>
Esposito e Ryan si scambiarono un altro pungo amichevole << ah! Week and libero fratello! >>
<< non cantate vittoria troppo presto detective. Prima che ve ne andiate telefonerete a Sullivan, il capo dell’antidroga e lo informerete sui fatti. Quei trenta chili di eroina non devono sparire da questa città, chiaro? >> i due abbassarono il capo di fronte allo sguardo severo della donna.
<< sissignora >>
<< bene, potete andare e … ah Beckett >> la donna si fermò ad un passo dalla porta e ogni sua speranza di lasciare la stanza di quella vipera d’acciaio, come erano soliti chiamarla tutti, svanirono. 
<< Sì capo? >>
<< Potrebbe gentilmente comunicare al signor Castle che è inutile che si nasconda da me visto che  sono a conoscenza del fatto che gironzola nel distretto come se non gli avessi espressamente chiesto di sparire? >>
Beckett increspò le labbra e annuì << lo riferirò … >> e detto ciò richiuse la porta sbuffando.
Si guardò attorno e vide Esposito e Ryan darsi da fare per chiamare quell’agente prima che fossero troppo stanchi per parlare; quella donna stava loro col fiato sul collo da dieci mesi oramai ed era stata tentata di spararle diverse volte.
Scosse la testa e si diresse a passo sicuro verso l’unica pianta , leggermente  malconcia, del distretto e ne scostò le fronde spoglie sorridendo beffarda a Castle che si nascondeva come un perfetto criminale.
<< la vipera se ne è andata? >>
<< la vipera sa che ti nascondi e , lasciatelo dire, una pianta non è un posto molto sicuro, sai? >>
<< non ho trovato di meglio da quando mi ha buttato fuori a calci. La prossima volta chiamo Harry Potter e mi faccio spedire il suo mantello dell’invisibilità! >>
Beckett alzò gli occhi al cielo e lo afferrò per un braccio trascinandolo fuori dal vaso e gli puntò un dito contro il petto << risolvi questa faccenda ! Non voglio doverti tirare fuori dal carcere perché credimi, quella donna è capace di tutto pur di vederti sparire >>
<< vipera … io sono utile. Mi sento come Hitler! Prima accolti a braccia aperte e poi cacciato a calci … pessimo paragone vero? >>
<< decisamente >>
<< beh che cosa ti ha detto? >> domandò trotterellandole dietro mentre tornava alla sua scrivania .
<< si è complimentata a fatica con noi e … beh Esposito e Ryan devono finire il lavoro e chiamare quel Sullivan dell’antidroga prima di tornare a casa >>
<< pazzesco, non è nemmeno lavoro che compete a loro. Ma tu cosa fai adesso? >>
<< resto qui >> disse sedendosi comodamente sulla sua sedia << non voglio andarmene e lasciare soli quei due >>
<< ma sono già le otto … così ti perdi Temptation Lane! >> Beckett alzò gli occhi e lo fissò stupefatta . Le cadde addirittura il cellulare di mano.
<< tu … tu come fai a sapere … >> prese un respiro << tu come fai a sapere che il venerdì c’è Temptation Lane , Castle? >>
<< so tutto di te, detective, tutto … >> e sorrise picchiettandosi sulla tempia con fare malizioso.
<< incredibile. Tra poco verrò a sapere che sai anche di che gruppo sanguigno sono >>
<<  0 positivo >> Beckett si alzò in piedi di scatto e lo fulminò con lo sguardo .
<< e questo come fai a saperlo? >>
<< quando eri all’ospedale hai avuto bisogno di trasfusioni e tuo padre l’ha detto al medico >>
<< ah … ok . E il mio colore preferito ? >>
<< rosso >>  rispose subito con un sorriso ammaliante << e lo so perché il tuo cappotto preferito è  rosso ed è un po’ scolorito sui gomiti segno che lo indossi spesso e poi ti fermi sempre a fissare qualcosa di rosso acceso come un vestito o una rosa >> sbalordita e senza parole riuscì solo a balbettare qualche frase sconnessa prima di guardarlo con fare inquisitore .
<< dove ho il tatuaggio ? >>
<< inguine ne sono sicuro >> inghiottì a fatica e continuò.
<< che forma ha? >>
<< quello non lo so di preciso >> disse lo scrittore con fare meditativo << però … dunque. Secondo me ha una forma particolare, un simbolo secondo me, un simbolo importante. Non comune come delfini fiori o tigri ... però non lo so di preciso >>
<< mi stai facendo paura Castle >> disse dopo aver sorriso lievemente, scossa da quelle rivelazioni.
<< yo Beckett !>> esclamò Esposito andando loro incontro << ho rintracciato Sullivan, era ancora nel suo ufficio e ha detto che se ne occuperà subito. Gli ho mandato via mail i documenti >>
<< in conclusione week-and libero >> aggiunse Castle esultante.
<< già e Lanie mi aspetta a cena quindi devo scappare >>
<< Esposito con Lanie, Ryan sparito per il compleanno di sua sorella,  tu con Temptation Lane … week and perfetto >>
<< e tu cosa farai Castle? >>
<< cena con Alexis. Fra due giorni riparte per il college e voglio regalarle una cena come ai vecchi tempi >> Beckett gli sorrise commossa e prese le chiavi della sua auto.
<< ti accompagno >> si offrì ma lui negò con un cenno del capo.
<< no, ti perderai Temptation Lane se accompagni me a casa … non ti preoccupare. Oggi taxi >>
<< stai scherzando? Non è così importante … >>
<< sì che lo è, lo è per te e per i tuoi ricordi perciò taxi! Buon week and Beckett ! >> e detto ciò si diresse fischiettando verso gli ascensori lasciandola di nuovo basita a riflettere su ciò che le aveva detto. Possibile che non ci fosse particolare in lei che non conoscesse? E poi? Metteva una soap opera di seconda categoria prima di sé stesso?
Beckett scosse la testa rinunciando ad approfondire quel subbuglio di emozioni che provava dentro di sé in quel momento.
 
 
 
 
 
 
 
Castle ammirò la sua opera e sorrise compiaciuto .
Era tutto perfetto quella sera e Alexis sarebbe stata felice di quella sorpresa: una cena a casa come ai vecchi tempi con torta al cioccolato come dessert.
Sospirò orgoglioso di sé stesso e si voltò verso il frigo quando il suo cellulare cominciò a squillare.
<< Ciao papà! >> esclamò Alexis immediatamente.
<< ciao tesoro , dove sei? >> domandò confuso sentendo musica rock in sottofondo.
<< ah sapessi! Stavo tornando a casa e Paige mi stava accompagnando quando mi ha trascinata all’improvviso nel bar vicino alla mia vecchia scuola e … oh è incredibile! Mi hanno fatto una festa a sorpresa ! Ci hanno fatto perché c’è anche Ashley! Non è fantastico? >>
<< ah … sì fantastico ma … ne avrai per molto? >>
<< credo di sì! >> urlò per sovrastare la musica << non ti dispiace vero? Giuro che non me l’aspettavo papà! >>
<< Ma certo che no … insomma … divertiti è la tua festa. Ti devo venire a prendere ? >>
<< no, mi accompagnano i genitori di Paige. Papà sei sicuro? Non è che avevi altri piani ? >>
<< Io? No! Tranquilla! Divertiti anche per me ok? Domani ti porto a pranzo fuori però >>
<< Grazie papà! Sei il migliore! >> e riattaccò dopo essere stata chiamata a ballare dal suo ragazzo.
Castle si guardò attorno deluso e, con sconforto, ritirò in poco meno di cinque minuti ciò che aveva preparato per lei.
Avrebbe voluto che passasse una delle ultime sere con lui ma di certo era più felice che si stesse divertendo con i suoi amici dal tempismo perfetto.
Lasciò sul bancone della cucina solo la torta che aveva preparato prevedendo di avere solo quel dolce come amara consolazione di quella sera, anche se gli era passata la fame.
<< Ma tu guarda … fai i figli e poi te li fai rubare dagli amici! >> sbuffò .
Si ritrovò ad accendere il suo portatile per rileggere, sconfiggendo la noia, gli ultimi capitoli scritti su Nikki Heat constatando che doveva ancora correggere le bozze di cento pagine .
<< La dura vita dello scrittore famoso >> borbottò sospirando affranto ridestandosi dal suo torpore domestico solo quando qualcuno bussò alla porta.
Castle aggrottò la fronte e si alzò dirigendosi verso l’ingresso << madre ! Se sei qui significa che hai dimenticato … Beckett >> esclamò infine quando, aprendo la porta, apparve la detective che gli sorrideva mesta ed imbarazzata. Incredulo la fissò per qualche secondo prima di realizzare che fosse davvero lì.
 << ehi >> disse solo con un filo di voce .
<< è successo qualcosa? Entra … >> si scostò per lasciarla passare ma lei rimase immobile .
<< io … non volevo disturbarti, in realtà non so nemmeno perché sono qui . So che avevi la cena con Alexis e … >>
<< No. Mi ha dato buca . E’ ad una festa a sorpresa in suo onore >> sorrise convincente <<  entra pure … >>
<< E Martha? >> entrò in casa con esitazione osservando il loft decorato con candele e ornamenti raffinati sgranando gli occhi sorpresa da tutta l’attenzione dei particolari che Castle riservava ad ogni evento speciale.
<< Mia madre è alle prove generali della commedia. La prima rappresentazione della sua scuola è domani. Sono solo … >>
<< a scrivere >> aggiunse con un sorriso indicando il pc .
<< già >> Castle la osservò bene . Aveva il viso stanco, gli occhi arrossati, come avesse pianto o si fosse appena svegliata e ancora non riusciva a capire perché fosse lì a casa sua, ma di certo non glielo avrebbe chiesto; avrebbe aspettato che fosse lei a parlargli .
<< Mi dispiace che i tuoi piani siano sfumati >>
<< anche a me, ma preferisco che si diverta. Ci vedremo domani a pranzo . Vuoi del caffè? >>
<< sì … credo di averne bisogno >> si scostò i capelli dal viso e sorrise ancora .
<< va bene … fai come fossi a casa tua! >>
Lo ringraziò con un altro sorriso e si sedette davanti al pc leggendo con malizia alcune righe del libro mentre lui era voltato a preparare il caffè .
<< Sai, non posso ancora credere di aver una figlia che va al college e che ha amici i quali  sconvolgono i miei piani da perfetto genitore >>
<< mh, sai Castle … il più delle volte i figli non si accorgono nemmeno di sconvolgerli.  Voglio dire, mio padre avrebbe voluto che io facessi l’avvocato o … la maestra e me l’ha detto solo un anno fa >>
<< ah ah non ti ci vedo proprio >> Castle si voltò e la vide con gli occhi incollati allo schermo e si precipitò per fermarla prima che arrivasse ad un punto di non ritorno.
<< Ecco! Non è ancora finito ! Devo … sistemare … >>
<< O mio Dio Castle! >> esclamò sgranando gli occhi con un sorriso incredulo in volto << non posso crederci. Dal lime alla panna? >>
<< te l’ho detto che non è finito! >> borbottò chiudendolo in fretta e nascondendo il pc dentro un’anta della credenza << e porta male leggere prima che … >>
<< Io sono Nikki, ho il diritto di leggere >>
<< tu sei Kate e come mia musa hai il diritto alla prima copia >> sentenziò sicuro di sé porgendole il caffè , fatto esattamente come piaceva a lei.
<< grazie … >>
<< vuoi una fetta di torta? >> chiese infine indicando il piatto di cristallo accanto a lei che emanava un profumo superbo.
<< l’hai fatta tu? >>
<< al contrario di quello che affermi sempre, detective, io sono un ottimo cuoco >> parlò pavoneggiandosi senza limiti.  Beckett annuì e lui le porse teatralmente la fetta di torta ,.
<< voilà … pesche e cioccolato >> lo guardò scettica e lui la incitò contento << assaggia, se non ti piace hai il permesso di insultarmi >>
Beckett ridacchiò e ne assaggiò un boccone prima di sgranare gli occhi e sospirare senza fiato.
<< oddio! >> strepitò << Castle, sei un criminale ! >>
<< che c’è? Non ti piace? Troppo zucchero? >> domandò apprensivo ma lei scosse la testa .
<< no! E’ … dio non ho mai assaggiato una cosa così buona >>
<< ti piace! Meno male! Temevo mi sparassi! >>sospirò
<< ti sparerò se non la metti via! >> 
<< cosa? Dai prendine ancora un po’ … >>
<< No! Non se ne parla! Rischio di mangiarla tutta e dovrei correre cento kilometri per smaltirla … >>
<< ora non cominciare a criticare il tuo corpo! Non ne hai proprio bisogno! >>ignorò quel complimento distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.
<< ma dove hai imparato questa ricetta? >>
<< Da Phil! >> fischiò felice .
<< chi? >>
<< Phil. Un mio amico e fan che ha un ristorante italiano sulla 54^. Ha sempre sperimentato ricette innovative e me le ha passate. Ne ho una con fragole e panna che … >>
<< no, basta! Non parlare più di torte! >>  esclamò divertita cercando di allontanare da sé in piatto che Castle prontamente le rifilava sotto il naso.
<< mangia, non ingrasserai per una fetta. E poi il cioccolato fa bene e cura la tristezza >> e dicendo questo Castle colse nel segno lo stato d’animo della detective vedendola sospirare ed abbassare lo sguardo amareggiata.
Sapeva anche leggerle dentro, pensò sconfortata tornando a guardare i suoi occhi azzurri preoccupati.
<< Non voglio chiederti niente che tu non mi voglia raccontare però so che non saresti mai corsa qui da me, perdendoti Temptation Lane, se non fosse successo qualcosa di grave >> e quando finì di parlare le sorrise sfiorandole una mano con delicatezza.
Si creò un silenzio assordante fra di loro, fatto di sguardi e respiri incerti finché lei non strinse i pugni con forza prendendo la difficile decisione di rompere la quiete.
<< Sai Castle . La mia vita è sempre un caos e un fermento continuo e il venerdì è uno di quei pochi momenti che amo perché posso sperare di rilassarmi e pensare a mia madre, immaginando che sia ancora accanto a me a guardare Temptation Lane e addormentarmi sul divano tranquilla almeno per una sera >> lui la guardò resistendo all’impulso di abbracciarla .
<< ogni settimana ha almeno un giorno di relax e sana routine … io con il computer, tu con Temptation Lane … non c’è niente di più bello credo che dedicare un po’ di tempo a sé stessi e quindi qual è il problema ? >> sussurrò comprensivo .  Kate lo guardò con gli occhi lucidi ma resistenti alle lacrime e riabbassò lo sguardo di nuovo posandolo sulla mano dello scrittore, appoggiata sopra il tavolo.
<< gli ho chiesto quale fosse il mio colore preferito, il gusto del caffè che mi aiuta a superare la mattina , il mio gruppo sanguigno … il giorno della settimana che amo di più e lui … non lo sapeva >> sussurrò con lo sguardo perso oltre il muro.
Non sapeva cosa risponderle perché ancora una volta si stava parlando di Josh e delle sue mancanze nei suoi confronti, cosa che l’aveva sempre innervosito.
<< Kate, lui … >>
<< Lui parte, di nuovo. Due giorni fa abbiamo litigato e ora non capisce nemmeno il perché . Castle non è più tenere un piede fuori dalla porta per sicurezza … questo è … >>
<< Stare con un uomo che non ti ama abbastanza da volerti conoscere e rispettare per ciò che sei >> aggiunse per nulla timoroso che quell’affermazione potesse farla arrabbiare ed uscire di corsa dal suo appartamento.
Beckett lo fissò imperscrutabile aspettando che continuasse eppure lo scrittore rimase in silenzio a guardarla dispiaciuto per ciò che stava passando.
<< tu queste cose le sai >>
<< Kate, io scrivo su di te. E’ ovvio che sappia certi particolari e poi sono un abile osservatore.
<< non è questo … mi sento così confusa perché solo oggi mi sono resa conto che Josh non sa niente di me : dopo quasi un anno conosce a mala pena il mio lavoro, il mio indirizzo e … >>
<< tu non gli hai mai permesso di conoscerti >> Castle non riusciva a comprendere appieno la motivazione che lo spingeva a difendere quell’uomo se non per il bene di Kate che appariva così triste ai suoi occhi; di certo non lo stava facendo per sé stesso.
<< se è per questo non ho mai permesso neanche a te di conoscermi eppure non ti sfugge niente >>
<< scrittore >> e si indicò serio << musa  >> e indicò lei << è ovvio che non mi sfugge niente >>
<< no non è ovvio! >> sbottò risentita guardandolo aspramente  . Sbuffò agitata e si stropicciò il viso stanco lasciando Castle con il fiato sospeso per quell’atteggiamento.
<< che cosa è successo oggi Kate? >> roteò gli occhi per non guardarlo e li puntò, fissi, sulla sua mano ancora posata sul tavolo.
<< Il solito credo … ero tornata a casa e stavo mangiando >>
<< cinese immagino >> disse sapendo già di aver ragione.
<< lui è arrivato e mi ha detto che dovevamo parlare . Mi ha detto di prendermi un mese di ferie per andare con lui in Thailandia con i medici senza frontiere. Molte mogli lo fanno! ha detto come se non avessi una vita o un lavoro o fossi sua moglie … >>
<< Kate … >> non resisteva più nel sentire quelle parole però lei continuò .
<< non sono stata nemmeno a sentirlo. Ero così stanca che mi sono voltata e ho continuato a guardare la tv e lui si è infuriato chiamandola telenovela da quattro soldi  … così sono corsa via urlandogli qualcosa e … >>
<< perché non gli hai spiegato quanto è importante per te ? Perché non gli hai spiegato di tua madre? >>
<< perché non avrebbe senso … non sa niente di lei … me ne sono andata e basta e sono arrivata qui senza nemmeno capire come o perché >> all’improvviso Kate si sentì libera da un grave peso dopo avergli raccontato questo , libera finalmente di sfogarsi davanti all’ultima persona con cui avrebbe immaginato di farlo.
<< come perché? Sei qui per la torta no? >> sdrammatizzò lo scrittore facendole scappare un sorriso e una lacrima solitaria che si fermò all’angolo delle sue labbra.
<< mi dispiace … >> sussurrò aprendo la mano e lasciando che quella di Kate vi si posasse sopra poi la strinse delicatamente infondendole sicurezza. Si guardarono, rapiti per minuti , respirando lentamente senza rompere quel momento straordinario che si era creato. Poi d’improvviso Castle si aprì in un nuovo sorriso ed entusiasta esclamò: << ho avuto un’idea ! >> Kate sobbalzò e gli lasciò la mano .
<< vieni con me ! >> l’afferrò per un braccio e la condusse a sedersi sul divano << adesso ci serve … dunque … una coperta … >>
<< Castle, che stai facendo? E poi ci sono quaranta gradi >>
<< giusto niente coperta >> biascicò perso nei suoi pensieri << allora … >> tornò in cucina e afferrò il piatto con la torta e glielo porse , poi accese la tv senza degnarla di risposta.
<< adesso abbiamo tutto ciò che ti serve. Torta al cioccolato che è un toccasana per il malumore, niente coperta perché fa caldo e Temptation Lane su schermo piatto >>
<< Castle apprezzo il gesto ma … sono quasi le undici e oramai … >>
<< Ssht! >> sibilò lui brusco << ho la tv satellitare detective! Questo mi permette di avere più di cento canali in differita. E’ iniziato da cinque minuti >>
Beckett lo fissò sbalordita mentre Temptation Lane cominciava e ogni personaggio veniva presentato dalla sigla. Non sapeva cosa dire, se assecondare il suo corpo che le comandava di  abbracciarlo o il suo cervello ancora perso a ricordare perfettamente ogni sua parola.
Alla fine sorrise e gli strinse la mano adagiata accanto alla sua sussurrando solo : << grazie >>
<< ci sarò sempre  Kate, te l’ho promesso e ci sarò anche per Temptation Lane >>
Entrambi si scambiarono un sorriso emozionato prima di rilassarsi sul divano e perdersi in quelle vicende a dir poco sconclusionate che facevano impazzire molte donne.
<< sai Rick, ogni volta che la guardo è come se riavessi per un po’ mia madre, posso far finta che nessuno me l’abbia strappata via  ; so che la trama è stupida e i personaggi sono idioti però è uno dei ricordi più belli che ho >> Castle cercò di non soffermarsi sul fatto che l’avesse chiamato per nome e di nuovo cercò di fare quello che gli riusciva meglio: sdrammatizzare.
<< dai, non demolire così questa povera soap opera. Ricordati che abbiamo conosciuto i personaggi e Angela  è … >> l’occhiataccia della detective lo costrinse a retrocedere.
Ci fu una pausa durante la quale loro si concentrarono sulla puntata. Castle non ci capiva quasi niente eppure non si lamentava: aveva accanto a sé la sua musa e questo gli bastava.
<< vuoi sapere il vero motivo per cui abbiamo litigato due giorni fa? >>
<< spara >> ridacchiò << in senso figurato ovviamente >>
<< prima di annunciami che sarebbe partito,  ha detto che ero bellissima e adorava  i miei occhi marroni >> Castle emise un sibilo dolente.
Kate gli rivolse un sorriso rassegnato e si strinse nelle spalle tornando a guardare la tv.
<< marroni … >> borbottò lui sdegnato << dopo tutto questo tempo dovrebbe saperlo che li hai verdi di una sfumatura più scura vicino all’iride >> Beckett sgranò gli occhi e lo fissò di nuovo esterrefatta e Castle sorrise fingendo di non accorgersi del suo sguardo puntato su di lui.
Senza resistere Kate tornò a mangiare quella torta iper calorica che le stava sciogliendo anche il cuore e una volta finita e con il palato quasi insensibile per la dolcezza di quel cioccolato, lasciò il piatto sul tavolino tornando accanto a lui. Solo in quell’attimo si accorse che le loro dita erano ancora intrecciate. In altre occasioni lo avrebbe guardato male scansandosi brusca da lui ma, quella sera era tutto assolutamente diverso dal normale.
Appena un’ora prima si era ritrovata a girovagare per New York  stanca della sua vita e di quell’uomo con cui non riusciva a neppure a farci più l’amore. La seconda chance, terza o quarta che si erano dati, era inutile , inutile perché non lo amava e perché non si sentiva amata riducendosi a girovagare così senza meta e capitando dal quello scrittore che tante volte l’aveva delusa quante l’aveva sorpresa. Lì ora stava bene, rilassata contro il divano a guardare quelle scene in attesa di ricordarsi il calore che le infondeva sua madre quando le sedeva accanto allegra e spiritosa nel schernire ciò che affermavano i personaggi.
Ora ricordava perfettamente cosa aveva urlato a Josh prima di uscire in fretta da casa sua quando lui le aveva detto di fermarsi e di non usarlo solo quando le faceva comodo e lei: sei un rimpiazzo. Non poteva credere di averlo detto eppure era ciò che da tempo pensava di lui. In rimpiazzo per quel vuoto che lo scrittore e sua madre avevano creato.
<< dai , non posso credere che Jane sia la madre di Angela! Si passano al massimo tre anni! >> borbottò Castle indicando lo schermo << mi proporrò come sceneggiatore! Sarei almeno più realistico! >>
<< e poi avresti tutte le attrici a trottarti dietro , vero ? >>
<< mh sento aria di gelosia! >> e rise << ah ma non preoccuparti! In qualsiasi posto vada continuerò a romperti le scatole detective! E nessuno me lo può impedire! Nemmeno quella vipera della Iron Gates … >> Castle si interruppe a causa dello sguardo che Kate gli lanciò . Era serio ma nello stesso tempo reso luminoso da una scintilla di impazienza che preannunciava qualcosa, qualcosa che non riusciva ancora a capire.
Beckett si morse le labbra e poi lasciò cadere le sue difese lasciandosi comandare solo dalle emozioni: gli levò il telecomando dalle mani e lo abbracciò affondando il viso all’incavo del suo collo.
 Strinse sempre più la presa respirando il suo profumo finché non fu impossibile riuscire a respirare .
<< Kate, ci stai … soffocando >> gemette lui ridacchiando nervoso e sorpreso da quel gesto.
Quante volte poteva vantare di aver abbracciato Kate? Si contavano sulle dita della mano e ora era lì, apparentemente fragile che si lasciava stringere senza che lui potesse riuscire a ragionare .
<< scusa >> mormorò lasciando la presa imbarazzata restando però lì, in ginocchio sul divano di fronte a lui.
Incatenarono di nuovo i loro sguardi e Kate perse la facoltà di pensare come voleva che accadesse. Posò una mano sulla sua guancia osservando la sua reazione esterrefatta e impietrita mentre si avvicinava a lui lentamente, superando quella breve distanza che li divideva.
Castle irrigidì il collo incredulo a ciò che Kate stava per fare.
Una grande parte di lui, poco nobile e istintiva,  gli urlava di annullare la distanza e prenderla in quell’istante. La sua piccola parte ancora razionale di lui gli urlava di chiarire quella situazione prima che fosse troppo tardi.
Da sempre aveva ascoltato la prima voce ma quella donna davanti a lui era la sua musa, la sua detective, la sua straorinaria Kate ancora ferita dalle vicende di quella sera.
Con uno sforzo sovraumano le accarezzò il viso prima che toccasse le sue labbra e fosse troppo tardi per tornare indietro.
<< Kate … aspetta >> lo guardò come fosse diventato matto e lui cercò di calmare il suo cuore impazzito per parlare << non lo fare … domani te ne pentiresti >>
<< Rick … cosa stai farneticando? >>
<< sto dicendo che sei ancora sconvolta e ferita e l’ultima cosa che voglio è confonderti di più e farmi cacciare dalla tua vita … >>
<< Rick >>
<< no, lasciami finire. La scorsa estate mi sei quasi morta fra le braccia e ti ho sussurrato che ti amavo credendo che fosse la fine poi non  … >> stava diventando isterico e l’unico confuso in quella stanza sembrava essere lui. Kate riprese ad accarezzargli il viso spezzandogli il respiro e sorrise incerta cercando di non pensare a quanto facesse male quella ferita ancora aperta.
<< avevo freddo … un dolore lancinante al petto m’impediva di respirare ed ero così confusa e terrorizzata che quando ti ho sentito dire quelle parole ho creduto fosse un sogno … ma ti avevo sentito Rick … e ho capito che hai sempre avuto ragione tu >>
Frastornato da quelle parole riuscì solo a dire << a proposito di cosa? >>
<< di me, che mi nascondo per paura … >>
<< io quel giorno ero arrabbiato … non volevo … >>
<< però è vero . Ma solo ora so che ciò che sto per fare è la cosa giusta >>
<< credevo che non mi avessi sentito … >> sussurrò Castle pensieroso tracciandole i contorni del viso con le dita . Kate si morse le labbra e scosse la testa << ti ascolto sempre >>
<< incredibile >>
<< ora posso baciarti Rick ? >>
<< tutto quello che vuoi >> mormorò estasiato e Kate si avvicinò di nuovo salendo a cavalcioni su di lui ma fu di nuovo fermata e, di nuovo, lo guardò come fosse pazzo da legare.
<< aspetta, aspetta … non possiamo. Josh è a casa tua … >> gli tappò la bocca con due dita fissandolo impaziente.
<< Rick, Josh l’ho lasciato due giorni fa … >> si trattenne dall’esultare e finalmente la strinse a sé sollevato .
Kate rise e annullò la breve distanza che li divideva posando le labbra calde e bramose sulle sue.
Gesti attenti, delicati, incerti si trasformarono velocemente senza che potessero sentire quel cambiamento radicale fra loro.
Si baciarono, come avessero bisogno di quello per vivere, e si accarezzarono, senza esitazioni o pensieri, senza ricordarsi di respirare, assaporandosi, lasciandosi guidare dall’istinto che per troppo tempo era stato frenato.
Dopo quasi quella che parve un’eternità si allontanarono tenendo gli occhi chiusi e i loro nasi a sfiorarsi ritrovandosi avvinghiati su quel divano che cominciava a diventare stretto.
Castle sorrise quando percepì le dita di Kate intrufolarsi sotto la camicia e allentare i bottoni con non-chalance, mentre boccheggiava ancora stordito dal bacio.
Le accarezzò la schiena perso nel suo profumo, cercando di ritrovare quel minimo di lucidità che gli avrebbe permesso di ricambiare i suoi gesti, e d’un tratto si lasciò sfuggire un gemito quando la  lingua attraversagli  il collo  e il corpo scosso dai brividi spingersi ancor più contro di lui.
<< Kate >> sussurrò << che stai … cercando di fare? >> domanda idiota in un momento come quello però era troppo confuso per formulare frasi più poetiche.
<< Sto cercando di spogliarti Rick >> disse con un sussurro sfiorandogli il mento con le labbra << perché voglio fare l’amore con te >> gli girò la testa e la fissò sbalordito .
<< qui , adesso? >>
<< qui e adesso … consideralo un ordine >> Rick rise ed infilò le mani sotto la camicetta sentendo i suoi brividi sotto pelle arrivare fino a lui.  Era incredibile con quanta naturalezza e confidenza si scambiavano effusioni , come se non fosse la prima volta, come se fossero sempre stati parte uno dell’altra.
<< adoro eseguire i tuoi ordini sai? >> sussurrò ricambiando i brividi e i baci che riceveva.
<< ma non mi dire … >> mormorò maliziosa accarezzandogli il petto oramai nudo. Si morse le labbra, con il fiato corto e la bocca a pochi millimetri dalle sua poi d’improvviso s’allontanò lasciandolo sbigottito e a bocca asciutta.  Si alzò dalle sue gambe e gli si parò di fronte sorridendo in modo strano e indecifrabile prima di cominciare a slacciarsi i jeans aderenti con calma, lasciando Castle  senza fiato. Davvero voleva fare ciò che stava facendo?
<< non ti muovere >> ordinò lei prontamente scostando un lembo di tessuto di cotone dalla pelle mostrando quel tratto di inguine che celava il tatuaggio.
Castle lo osservò con un sorriso accarezzandone i contorni neri e definiti constatando quanto fosse bella in tutto. Era un piccolo disegno che rappresentava una fenice in volo.
<< ti rappresenta perfettamente >> affermò << leggendario volatile che rinasce dalle sue ceneri, per l’eternità >>
<< l’ho fatto il primo anno di accademia . Mi ricorda che devo rialzarmi sempre quando cado >> chiuse gli occhi e con innocenza posò le labbra su quel tratto di pelle . Tremò.
<< vieni qui >> disse allargando le braccia per accoglierla di nuovo.
<< come facevi a sapere che era lì? >>
<< ti ho già vista in costume e non l’ho notato da nessuna parte quindi ho tirato ad indovinare >>
<< ma come sapevi che era un simbolo importante ? >>
<< perché ti conosco  … per questo mi piaci >> per quelle parole ricevette alti baci e altre carezze da quella che aveva scoperto essere la vera Kate. Poteva persino immaginare la sua maschera d’acciaio caduta e dimenticata sul pavimento.
L’avvicinò ancora di più a sé facendo scontrare i loro corpi violentemente e sorrise quando la sentì gemere poi tornò a guardarla ammaliato, rapito e succube di quegli occhi di un colore unico al mondo.
<< Kate … >> frusciò con un filo di voce spezzata dalle’emozione << la vera e straordinaria Kate che mai avrei sperato di poter abbracciare >>
<< mi dispiace … >> fermò le sue parole con un bacio che scivolò presto in un passionale gioco di provocazioni. Passò a torturarle il collo, poi il petto slacciandole bottone dopo bottone la camicetta sentendo le sue dita infilarsi tra i capelli e il suo nome , pronunciato con desiderio .
Udì parole prive di senso finché un nuovo mormorio si fece strada nei loro pensieri.
“Ti voglio”
<< lo so … >> rispose lei presa a contenere gli spasmi del suo corpo senza controllo.
<< non ho parlato >> obbiettò lui arcuando un sopracciglio . Entrambi scrutarono la tv ferma a mostrare una scena simile, tra due attori protagonisti della serie. Kate rise , afferrò il telecomando e la spense tornando a guardarlo maliziosa.
<< ma … Temptation Lane … è imp- >>
<< Non sono venuta qui per guardare Temptation Lane, Rick >> sussurrò << sono venuta per prendermi ciò che voglio >> a Castle mancò il battito per qualche attimo << voglio te Rick e mi dispiace di non averlo capito prima ma sappi che ora ho intenzione di fare l’amore con te per tutta la notte >> assimilò quelle incredibili parole in fretta  tornando a sorriderle sbalordito e felice.
<< allora speriamo che la notte non finisca mai >>
Tornarono avvinghiati nel giro di pochi attimi e risero, cercando di spogliarsi nel fervore dei loro gesti, cadendo a terra uno sull’altra senza smettere di baciarsi, sfiorarsi e provocarsi . Immersi nella loro bolla di felicità e passione non si accorsero che la porta dell’ingresso si era spalancata.
Solo quando Martha, fischiettando contenta, posò rumorosamente la borsa sul tavolo, Kate, ritrovò un minimo di lucidità , tappando la bocca a Rick con una mano.
Si scambiarono uno sguardo terrorizzato quando la madre lo chiamò.
Lo scrittore maledì l’intero mondo in quel momento e baciò Kate sulla fronte prima di essere supplicato di non rispondere. .
<< Richard, sei in casa? >> spuntò fuori con la testa sorridendole agitato.
<< ciao madre, già qui? >>
<< Richard che stai … >>
<< niente … ecco … ho perso …  te lo spiegherò dopo >> Kate ridacchiò e si sistemò velocemente la camicia sbucando fianco a lui imbarazzata e scarmigliata.
<< oh … >> esclamò Martha con un sorriso compiaciuto guardando fugacemente prima lui , poi lei.
<< Martha >> farfugliò lei a mezza voce.
<< ecco .. noi … >> cominciò Castle cercando una valida spiegazione che ovviamente non esisteva .
Si alzarono in sincrono con delle smorfie d’imbarazzo e colpa .
Martha sorrise maliziosa , riprese la sua borsa e voltò loro le spalle dirigendosi verso le scale.
<< Tranquilli,  io non ho visto niente … >> mormorò previdente, ridacchiando e salì al piano superiore borbottando: << sapevo che sarebbe finita così >>
<< oddio >> gemette Kate  una volta che Martha se ne fu andata. Scosse la testa cercando di riprendersi.
<< mi sento di nuovo quindicenne >> commentò lo scrittore passandosi una mano sul visto visibilmente sconvolto.
<< oh non ti preoccupare … ti sei solo aggiunto quattro anni >> lo schernì senza distogliere lo sguardo dalle scale. Non sapeva perché ma aveva la netta sensazione che Martha sarebbe sbucata dalle scale da un momento all’altro.
<< un  undicenne non potrebbe mai fare questo! >> esclamò con tono d’avvertimento afferrandola per la vita e le gambe tirandola su, contro di sé. Kate rise sorpresa e si aggrappò alle sue spalle arrivando alle sue labbra.
<< è ancora valida la proposta ? >>
<< assolutamente >> e senza lasciarla andare o separare le loro labbra arrivò alle scale dimenticandosi che, presto, per quelle scale, sarebbe passata anche Alexis.
In quel momento però la loro attenzione gravitava altrove e qualsiasi imbarazzo scomparve.
Avrebbero solo dovuto raggiungere la camera da letto in fretta e chiudesi dentro per il resto della notte. 
   
 
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