Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: Fire Soul    05/09/2011    14 recensioni
Tra talent show, social network e concerti, Dudy dovrà fare i conti con nuovi sentimenti, amicizie e un amore che verrà messo alla prova. Riuscirà questa “vita virtuale” a prendere il sopravvento su quella “reale”? Un crossover, in cui i personaggi di Sailor Moon entrano a far parte della vita di Dudy divenendo reali.
Dal Cap.1:
“E va bene! Va bene! Allora … Tutto è cominciato grazie a quello!” Disse indicando il computer sulla scrivania in fondo alla stanza. I tre bambini cominciarono a fissarlo sorpresi e increduli non riuscendo a capire il nesso tra quell’oggetto tecnologico e i loro genitori. “Capirete tra poco! Fatemi continuare ...”
Jude saltò a sedersi sulle gambe della madre; Prudence fece lo stesso sedendosi sulle gambe del padre, mentre Michelle si sdraiò a pancia in giù per non perdersi neanche una parola.
“Allora circa dieci anni fa io e gli zii abbiamo partecipato ad un programma …”
-- STORIA SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO. --
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Seiya, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PREMESSA: questa storia, era stata pensata con pairing Usagi – Seiya, poiché, quest’ultimo, è il mio personaggio preferito. Tuttavia Marziolina86, alias Silvia, mi ha proposto di scrivere una storia in cui Seiya avesse finalmente una fidanzata  diversa da Usagi. Così, Silvia mi ha dato l’idea di scrivere una fanfic in cui fossi io stessa la protagonista. Perciò, ho deciso di cambiare pairing ma di mantenere invariata la trama. Ho accettato subito la sua proposta, nonostante sia più una sfida per me. Sarà la mia prima long; la protagonista sarò io e i personaggi sono irreali! xD Me la sono proprio cercata!
Ultimo avviso: la storia sarà ambientata in Puglia (poiché ci sono io deve per forza essere così xD) e per i personaggi di Sailor Moon userò i nomi usati nella messa in onda italiana, vista anche l’ambientazione (Lo so! È assurdo!xD)                                                                                   
Spero di poter fare un buon lavoro. Colgo l’occasione per ringraziare Silvia per l’idea del pairing (spero che la storia ti piaccia! ;D).
Non mi resta che augurarvi buona lettura!

 
 
 
 
 
 
 
 
POST@ IN @RRIVO

CAPITOLO 1. QUANDO TUTTO EBBE INIZIO

 
Una piccola luce, gialla e tenue, fuoriusciva dalla stanza. Una donna, dai lunghi capelli ricci e castani, si avvicinò all’uscio per ammirare quel momento.
Le piaceva osservare, nascosta e in silenzio, quei gesti che si ripetevano ogni sera, ordinariamente. Aprì leggermente la porta e, guardando la scena, sorrise.
Tre letti erano sistemati in fila nell’enorme stanza, piena di giochi e strumenti musicali vari. Come ogni sera, i tre bambini avevano unito i lettini per dormire vicini mentre un uomo sedeva su una poltrona rossa posta lì accanto.
“Papà … Ma io non ho sonno!”

“Jude avanti! Non puoi fare i capricci ogni sera!”

“Perché non ci canti qualcosa, eh papà?”

“E va bene! Una sola canzone però, Michelle … Ieri sera mi avete fatto cantare una compilation!”

“Perché invece non ci racconti una favola, papà? La mamma, quando tu non ci sei, le racconta sempre! Solo perché non sa cantare!”

“Ed è vero! Se l’avete sentita cantare siete salvi per miracolo! E’ stonatissima! Poi non potrà mai arrivare ai livelli di papà, vero Prudence?” disse facendo l’occhiolino alla piccola.

“Sì ma tu non sei bravo come lei a raccontare le favole. Non sei bravo come lei a preparare la pappa … E poi non sei bravo come lei a suonare la chitarra!” Jude cercò di difendere la mamma dagli attacchi di suo padre.

“Tu allora vuoi la guerra, vero signorino Jude?” l’uomo rise e gettò le mani sulla pancia del piccolo facendogli il solletico, mentre le due sorelline lo imitavano.

“Ehi non è giusto! Basta! Siete tre contro uno!” urlò il bambino tra risate e lacrime: il solletico sulla pancia era uno dei suoi punti deboli.

“Ok! Bambine basta! Su mettetevi sotto le coperte!” l’uomo continuava a sorridere e ad ammirare le splendide creature che aveva davanti: sembrava che i suoi occhi blu brillassero.

“Papà adesso vi racconterà una favola …!” Continuò: “La favola di …”

“Scusa ma non hai imparato tu alla mamma a suonare la chitarra?”

“Si dice insegnato, Prudence! In un certo senso sì … Quando ci siamo conosciuti, la mamma sapeva già suonarla. Non era molto brava! Così le ho dato un po’ di lezioni!” si voltò verso la porta perché sapeva che lei era lì a osservarli. La vide e le sorrise, mentre lei con gli occhi pieni d’amore, ricambiò.
I tre bambini si guardarono attoniti: non capivano perché il papà continuasse a ridere guardando la porta. Sporgendosi sempre di più verso l’esterno del letto, cercavano di capire cosa, oppure chi, si trovasse lì dietro.
La piccola Michelle scorse un’ombra e dei riccioli muoversi vicino alla porta. Afferrò la sorellina per un braccio e le sussurrò qualcosa nell’orecchio, mentre Jude continuava a fissare l’uscio cercando di capirci qualcosa.
Le bambine iniziarono a ridacchiare sotto lo sguardo perplesso di Jude e di suo padre che voltandosi le vedeva complottare. Alzandosi dalla poltrona disse: “Cosa state architettando voi due?”
Le due bambine continuavano a scambiarsi dei complici sguardi, mentre l’uomo, sempre più stupito e sorpreso, si sedeva ai piedi del letto.

“Perché non ci racconti di come vi siete conosciuti tu e la mamma?” Michelle pronunciò la frase mentre alzava gli occhi, puntandoli verso il nascondiglio di sua madre.

“E va bene … Esco! Dovete mettervi subito a letto, però! Si è fatto davvero tardi!” la donna uscì allo scoperto e andò a sedersi sulla poltrona.

“Ora capisco …” l’uomo, dai lunghi capelli corvini, gattonò sui lettini e si sistemò al centro sdraiandosi vicino ai suoi figli. “Allora … Da dove potrei cominciare …”

“Dall’inizio! C’era una volta …”

“No Jude! Vedi, io e la mamma ci siamo conosciuti in un modo un po’ particolare … A dir la verità non è stato un incontro molto romantico …”

“Sei il solito! Ora non si addormenteranno più … Comunque … Non è stato un incontro da favola il nostro, anzi!”

“Vuoi dire che non sono come il principe azzurro che sognavi da piccola?”

“Dai mamma! Mettiti vicino a papà! Vogliamo sapere!”

“Arrivo! Fatemi spazio!” la donna imitò i gesti fatti poco prima dall’uomo, avvicinandosi e sdraiandosi accanto a lui. “Non sei arrivato cavalcando un bianco destriero! Strimpellavi una chitarra e cantavi stornelli! Eri più simile a un poeta maledetto!”

“Ah si? E cosa ti ha fatto innamorare di me, allora? A quanto pare il poeta maledetto ha prevalso sul principe azzurro! Ammettilo: non potevi resistermi! Ero troppo bello! Anche se ho dovuto penare parecchio per averti … E pensare che quello famoso ero io!”

“Sei ancora bello papà!” Michelle lo guardava estasiata.

“Grazie Michelle!”

“Non dimenticare che ho dovuto fronteggiare schiere di fan impazzite! E lo faccio ancora! Farebbero la fila per averti!”

“Tu non faresti la fila per avermi?”

“Ti ho già e poi … Diciamo che l’ho già fatta … Anche se la rifarei ancora! Dove posso prendere il numerino per mettermi in coda?”

“Li abbiamo finiti! E comunque non servono più … Ho già fatto la mia scelta!”

“Che peccato! Sono arrivata in ritardo! Vorrà dire che andrò a cercare il numero per la fila di uno di tuoi fratelli!”

“Cosa? Il più bello fra i tre sono io …”

“Guarda che anche i tuoi fratelli non scherzano! Magari un pensierino su di loro potrei anche farlo …”

“Mamma ha ragione … Anche gli zii sono belli!”

“Michelle ma tu da che parte stai?” La donna e i tre bambini cominciarono a ridere a crepapelle, mentre l’uomo li fissava senza batter ciglio: cercava di mantenere un’espressione seria ma non ci riuscì a lungo. “Dudy non è affatto divertente!” guardò sua moglie e scoppiò a ridere anche lui.

“Però devi ammettere che Michelle ha buon gusto, Seiya! Avrà preso da me!”

“Allora dovremmo controllarla di più rispetto agli altri due!”

“Ehi! Che vuoi dire?” Dudy gli rivolse uno sguardo un po’ minaccioso.

“Dai papà, raccontaci! Per favore!” Jude era impaziente di conoscere il passato dei suoi genitori, come del resto, le sue sorelline che annuivano insistentemente.

“Si è meglio cambiare discorso! Altrimenti vostra madre mi ammazza …”

“Sarà meglio per te!”

“E va bene! Va bene! Allora … Tutto è cominciato grazie a quello!” Disse indicando il computer sulla scrivania in fondo alla stanza. I tre bambini cominciarono a fissarlo sorpresi e increduli non riuscendo a capire il nesso tra quell’oggetto tecnologico e i loro genitori. “Capirete tra poco! Fatemi continuare ...”
Jude saltò a sedersi sulle gambe della madre; Prudence fece lo stesso sedendosi sulle gambe del padre, mentre Michelle si sdraiò a pancia in giù per non perdersi neanche una parola.

“Allora circa dieci anni fa io e gli zii abbiamo partecipato ad un programma …”
 

********************************************************************

 
Lo studio era completamente buio e scuro. Nel maxi schermo, che si trovava in fondo al palco, scorrevano i secondi che segnavano la fine del televoto. Una scritta, rossa a caratteri cubitali, comparve dopo pochi attimi: “Stop alle telefonate.”
Ad un tratto, due coni di luce avvolsero i protagonisti della scena.
Sulla sinistra, una ragazza dai lunghi capelli verdi e ricci, stringeva tra le mani il suo violino, con cui aveva incantato il pubblico e i giurati: Milena. Era stata la prima ad accedere alla finale. La maestria e la passione con cui suonava non erano di certo passati inosservati.
Sulla destra, tre fratelli, che avevano formato un gruppo vocale, si tenevano per mano aspettando il verdetto. Le tre voci riuscivano ad amalgamarsi perfettamente tra di loro, sembrando una sola: così erano riusciti a scaldare il cuore di chi li ascoltava. Erano i Three Lights.
Il presentatore comparve al centro del palco ed anche lui fu avvolto da una luce bianca e fioca.

“Ormai i giochi sono fatti. Dopo ben dodici puntate, finalmente, in questa busta, abbiamo il nome del vincitore della prima edizione di “Stars!”Ammetto che per voi telespettatori deve essere stata una scelta difficile. I finalisti erano dei veri professionisti! Ma … Non voglio farvi attendere oltre … Anche perché vedo i nostri ragazzi parecchio tesi! Bene! Apro la busta …
Un po’ me l’aspettavo, sapete?
Il vincitore della prima edizione di “Stars” … SONO I THREE LIGHTS!”

Nello studio ci fu un boato e i tre fratelli furono sommersi da una fiumana di coriandoli e accecanti flash fotografici. Finalmente, per loro, si aprivano le porte del successo e della notorietà. Avrebbero vissuto di musica e questa era la cosa che contava di più in quel momento: era ciò che avevano sempre desiderato.
 
Dall’altra parte dello schermo, una ragazza euforica ed entusiasta, non appena fu annunciato il vincitore di “Stars”, iniziò a saltare sul divano.
Il suo cellulare era stato iperattivo per tutta la sera: aveva inviato un numero spropositato di messaggi per tele votare i Three Lights e, circa, altri mille messaggi alle sue migliori amiche per commentare la puntata.
Subito dopo il verdetto, il cellulare sembrava come impazzito. Lei continuava a saltellare a ritmo di musica per la stanza, finché non rispose: “Si può sapere che cavolo stai facendo? Quanto ci metti a rispondere?”

“Scusa Rea! È che ho sentito il cellulare squillare e ho cominciato a ballare! Hai visto che puntata? Hanno vinto! Lo sapevo! Lo sapevo! I miei mille mila voti sono valsi a qualcosa!”

“Hai votato? Tu sei impazzita! Sei praticamente andata! Avevo notato un peggioramento della tua sanità mentale ma non credevo che il tuo cervello si sarebbe spento così in fretta!”

“Sono diventata così da quando sono tua amica! Perciò inizia a porti qualche domanda! E, comunque, non ci credo che tu non abbia mandato nemmeno un misero messaggio per votarli! Ti conosco troppo bene! So che uno dei fratelli ha stregato il tuo cuore!”

“Hai finito di ridere? Comunque … Si! Ho votato anch’io! Quando hanno fatto un primo piano su Yaten non ho resistito! È così carino! Dai, smettila! E poi, quando ti ho conosciuto io eri già così! Anzi sono io, che da quando ti ho incontrato, non sono più tanto normale!”

“Ammettilo Rea! Non lo siamo mai state! Già dai tempi del liceo … Hai dimenticato tutte le cavolate che facevamo io, te, Bunny, Morea ed Ami?”

“Non dire così che mi fai sentire vecchia! E poi facevamo … Le facciamo ancora! E non cercare di cambiare discorso: anche tu sei stata ammaliata dagli occhi blu di uno dei fratelli!”

“Effettivamente hai ragione! Seiya stasera è stato meraviglioso! Hai visto quanto è bello? Comunque siamo diventate vecchie davvero! Non abbiamo più la tempra di una volta!”

“Dudy! Abbiamo solo ventidue anni! Non centonovanta! Siamo ancora nel fiore degli anni e per di più single! Tranne Bunny, naturalmente!”

“Credo che si sposeranno quei due, sai? Come la invidio! Marzio è un ragazzo fantastico: lavora per mantenersi gli studi; è uno studente modello e poi è un gran figo: che non guasta! Bunny è stata molto fortunata! Dopo stasera ho deciso che io voglio fidanzarmi con Seiya! Lo sai che adesso che hanno vinto il talent faranno parecchi concerti da queste parti, perché sono originari di qui! E noi andremo a vederli tutti!”

“Sai che se ti sentisse Bunny saresti fritta, vero? Scusa … ma senti le cose che dici? Seiya fidanzato con te? Allora io mi fidanzo con … Ah, non lo so! E comunque anche tu potresti essere molto fortunata. Moran, ultimamente, ti sta troppo addosso! Sarete anche migliori amici ma, secondo me, finirete per mettervi insieme!”

“Smettila! Per me, Moran, è il fratello maggiore che non ho mai avuto! E per lui è la stessa cosa! E comunque, a parte tutto, non mi piace! Quindi: stop! Discorso chiuso! E, poi, Seiya mi ama ma non lo sa ancora perché non mi conosce! Appena mi vedrà capirà che siamo fatti l’uno per l’altra. Mi guarderà negli occhi; scriverà una canzone per me; mi chiederà di sposarlo e avremo tanti bambini! Oh si! Che scena meravigliosa!”

“S.O.S! Qualcuno la salvi! Rea chiama Dudy! Rea chiama Dudy! Torna con i piedi ben piantati sulla Terra! A volte ho l’impressione che tu non riesca a distinguere la realtà dalla fantasia!”

“Lo so sogno troppo! Lasciami sognare in pace! Finché posso, lasciamelo fare!”

“Secondo me, esageri! Ehi! Stanno per ricantare i vincitori!”

“Spero che cantino Under pressure*! Mi sono innamorata di loro proprio con quella canzone! Seiya dà il meglio di sé nelle parti da solista: che acuti! E poi è stata una delle loro performance migliori! Allora ci vedremo domani a casa! Prendo il treno con Ami!”

“Perfetto! Io durante la mattinata sarò a lezione … Dovrei tornare per l’ora di pranzo! Ci vediamo a casa! Allora a domani futura moglie di Seiya! Solo a pensarci muoio per le risate!”

“Non è per niente divertente! Faremo i conti! Hai visto? Canteranno la canzone che ho detto io! Vedi? Seiya mi ha ascoltato: mi ama! Ora chiudo! A domani!”

Le due amiche riattaccarono il cellulare per potersi godere al meglio la perfomance dei tre fratelli.
Rea, studentessa di Giurisprudenza, dai lunghi capelli neri e occhi dello stesso colore, s’infilò sotto le coperte. Era sola in casa e ne approfittò per alzare il volume della televisione e non perdersi neanche una nota.
La bruna divideva l’appartamento con le sue amiche delle superiori: Dudy e Ami. Dopo il liceo, tutte e tre avevano deciso di intraprendere la carriera universitaria nella stessa città, Bari, e per non separarsi, avevano deciso di prendere una casa in affitto e diventare delle studentesse fuori sede.
Qualche volta, nel fine settimana, le tre ragazze ritornavano dai propri genitori e nel loro paese: Ostuni. Questo distava da Bari circa ottanta chilometri, quasi un’ora di treno. Nonostante la distanza tra le due città non fosse così esorbitante, le tre amiche preferivano non tornare spesso ad Ostuni: sia perché passavano da periodi pieni di lezioni, a periodi pieni di esami, non avendo neanche un minuto libero; sia perché Bari, essendo una città universitaria, offriva più divertimenti e distrazioni di un piccolo paese di provincia.
Frequentavano corsi di laurea diversi e i loro atenei si trovavano in posti abbastanza distanti tra loro nella città: Ami aveva superato brillantemente il test per la facoltà di medicina; mentre Dudy, era riuscita a superare i test per la facoltà di scienze biotecnologiche.

Vivevano insieme da quasi tre anni in una casa nel centro di Bari che era equidistante da ogni ateneo per tutte e tre. Era stata arredata con ogni possibile agio e confort: il proprietario aveva comprato loro una cucina nuova; aveva fatto installare la lavatrice e aveva fatto ridipingere per intero l’appartamento. Il bagno era leggermente striminzito, ma essendo in tre, potevano accontentarsi. Ognuna di loro aveva una stanza tutta per sé, con una scrivania, un armadio, una libreria, la tv e un letto matrimoniale. Alcune notti dormivano tutte nella stessa stanza, soprattutto quando i ritmi diventavano più frenetici e durante la giornata riuscivano a vedersi poco. Passavano la nottata a raccontarsi tutto ciò che avevano fatto durante il giorno, oppure iniziavano a ricordare i tempi del liceo, tra gite, assemblee d’istituto e gli immancabili esami di maturità.
Altre volte, invece, invitavano le loro compagne di liceo, Bunny e Morea, a stare da loro per il fine settimana. Quest’ultime erano iscritte al corso di laurea di Scienze sociali, che aveva sede a Brindisi. Essendo più vicino a Ostuni e avendo lezione solo per tre giorni a settimana, le due ragazze riuscivano a frequentare l’università facendo le pendolari. Così, non appena avevano un po’ di tempo libero, si rifugiavano nella casa barese delle loro amiche per passare più tempo con loro.

Finita la trasmissione, Rea impostò la sveglia per il giorno successivo e si abbandonò ad un sonno profondo e ristoratore.

Dudy, invece, si sedette a pochissimi centimetri dal televisore, sul grande tappeto del soggiorno. Non riusciva a distogliere lo sguardo: lo mantenne fisso per tutta la durata della canzone, cantando tra sé e restando ammaliata dai salti che riuscivano a fare quei tre ragazzi attraverso le loro voci.
Un po’ dispiaciuta per la fine del programma, spense le luci e si diresse in camera dei suoi genitori per augurare loro la buonanotte. Li trovò che dormivano già, così andò in camera sua e finì di preparare la valigia per il suo ritorno a Bari.
Continuando a canticchiare il motivetto ascoltato pochi minuti prima, si sdraiò sul letto addormentandosi con il sorriso sul volto, sperando di riuscire a fare qualche incontro speciale almeno nei suoi sogni.
 
 
 
*“UNDER PRESSURE” E’ UNA CANZONE DEI QUEEN
Spero di avervi incuriosito almeno un po’ con questo primo capitolo.
La scelta di quei nomi per i tre bambini non è casuale: capirete tutto continuando a leggere la storia (almeno spero che continuerete a farlo!)
Spero sempre di ricevere i vostri commenti a riguardo, sia positivi sia negativi. Sicuramente ci saranno parecchie cose da rivedere ma spero che ci siano anche cose che vi siano piaciute xD
Ringrazio Gabry per aver sopportato i miei “scleri” relativi alla storia e per avermi consigliato e ascoltato. Scrivo questa storia pensando a lei e alla mia Love Ely e alla mia Mamma Faby; alle altre amiche trovate attraverso questo fandom; alle “donne Seiyane”e alle persone conosciute attraverso un GdR su fb. Mi hanno ispirato la trama e, inoltre, non potrei mai smettere di ringraziarle per la loro amicizia.
A presto!
Dudy
   
 
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: Fire Soul