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Autore: ReiraIchinose99    06/09/2011    1 recensioni
Dopo aver letto il capitolo speciale Nobu,un tributo alla sua fragilità emotiva,che lo ha posto nella condizione di soffrire per il resto della vita.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Nana Komatsui, Nobuo Terashima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Presente: Dirty feeling
 
Le mani ossute e nodose di un ragazzo stringevano convulsamente i lembi accartocciati di un lenzuolo. Stretta a quel lenzuolo c’era la sua ragazza, ma lo sarebbe stata ancora per poco.
Lei giocava coi ghirigori del lenzuolo, e si stringeva le mani fino a farsele sanguinare. A sanguinare però non erano solo le mani, ma anche il suo cuore.
Era come se la sua anima richiedesse di disperdersi nel vento,o almeno ciò che di questa rimaneva,ovvero scaglie di felici ricordi che si stavano infrangendo violentemente sul presente.
Il presente stava scheggiando il mosaico della vita di Hachi. Stavano cadendo tutti i castelli ipocriti che avevano per un attimo simulato un’intensa e duratura parvenza di felicità. Nobu,il ragazzo accanto a lei,ne stava subendo le conseguenze.
Quello di Hachi,doveva essere un sacrificio,mentre in realtà era l’ennesima ripetizione della dinamica chiamata “Sindrome di Stoccolma”.
Dopo Nobu, afflitto dal pianto cercò di cavare dalla bocca di Hachi una sola parola,una di quelle parole che non era riuscito a dire a Chiho,il giorno in cui si lasciarono.
Dopo aver tentato invano, Nobu rimaneva distrutto, appoggiato al letto dove stava sdraiata Hachi, con le gambe sulle umide piastrelle rossastre. Non riusciva a rimettere in piedi i pezzi che lo componevano e non riusciva ad aiutare Hachi a rialzarsi dal baratro in cui era precipitata. Questa era la sua più grande colpa:non avere avuto la forza di rialzarsi.
Per questo era rimasto schiacciato,come una pedina in balia degli eventi,vittima della crudeltà del tempo.
La sua vita era segnata da una continua ed infinita sofferenza,dal momento in cui era nato con la fragilità cucita addosso.
I suoi occhi color ambra in cui erano impresse iridi giallognole, scrutarono l’esile figura della sua fidanzata sommersa dalle lenzuola.
Non riuscì ad aggiungere altro. I muscoli delle sue gambe sembravano volersi incidere al suolo. Una paura e un impaccio gli gelarono i movimenti rendendoli convulsi.
Dopo essersi crogiolato nel dolore provocato dal silenzio di Hachi,Nobu si rialzò e sperando fino all’ultimo di ricevere risposta si allontanò con gli occhi investiti da lacrime profumanti di salsedine.
Una salsedine che gli ricordava quel giorno. Mentre la salsedine del mare e delle lacrime di Chiho impastarono la sua mente,lui iniziò brancolare nella tacita essenza di passate vicissitudini.
Un futuro roseo e fulgido assieme ad Hachi spezzato dalla sua fragilità. Nobu si morse il labbro e rimase sospeso, fluttuante nell’incertezza,cercando un richiamo,una voce che lo riportasse nella realtà.
In realtà lo voleva davvero?
 
 
 
 
 
No…
 
Gli bastava lasciarsi cullare tra le braccia di un sogno, sperando di non risvegliarsi più e di non ricadere nell’incubo della cruenta realtà, quella realtà che stava accartocciando la sua felicità.
 
Nel passato gli era bastato essere un principe salvatore dall’armatura scintillante che soccorreva le amabili e fragili fanciulle.
Adesso voleva essere liberato da quella fragilità che stava scheggiando la sua esistenza.
Sarebbe riuscito a liberarsi da quella morsa glaciale?
 
 
Forse no.
  
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