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Autore: CandyFawn    06/09/2011    1 recensioni
Taylor Swift, lei quella ragazza che domina il palco, proprio come una leonessa regna sulla savana. Lei dai capelli color oro e gli occhi profondi come l'oceano. Lei che ora ha trovato un posto nel mondo, e non lo vuole lasciare, anche se qualcosa sembra cercare in tutti i modi di tenerla lontana. Taylor aveva tutto, nonostante la sua infanzia e la sua gioventù non fosse stata piena di pailletes e brillantini come a lei sarebbe piaciuto, ma ora aveva avuto la sua rivincita sulle persone che l'avevano fatta soffrire. Tutto era perfetto, il suo tour era andato a meraviglia, ed ora era rientrata a Nashville...Ma qualcosa aveva fatto si che quel ritorno non fosse tutto rose e fiori. Qualcuno l'aveva fatta cambiare, qualcuno l'aveva uccisa. Adesso Taylor si trova a fare i conti con una nuova "ragazza" identica a lei, ma completamente rinata.
Genere: Dark, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Hei ragazzi! Sono Taylor e sono rientrata a Nashville da poche settimane. Lo Speak Now Tour è stato fantastico..un' emozione unica che ho vissuto grazie a voi..Ed è per questo che voglio ringraziarvi. Inoltre annuncio che, mi prenderò una vacanza, non so ancora dove ma lo farò ho bisogno di un po' di relax, di stare a contatto con la natura in un posto tranquillo..sappiate però che scriverò sempre e continuerò a cantare..perchè ora che ho trovato il mio posto, non voglio perderlo. Grazie a tutti".
Eccomi qui, seduta sul mio letto alle 1.58 a ripetermi quelle parole, era quello che avevo detto quel giorno all'intervista via radio. La prima dopo il mio ritorno in città. Quello che avevo detto era tutto vero, il Tour era stato qualcosa di meraviglioso: io che cantavo, mi scatenavo sul palco, libera come una foglia che viene trasportata dal vento..senza barriere, potevo fare quello che volevo; e le centinaia di persone davanti a me, che urlavano, cantavano, qualcuno piangeva. Tutti insieme creavamo una barriera di emozioni che tratteneva la felicità all'interno della location, niente poteva rovinare quei momenti.
Mi addormentai ricordando quell'esperienza, ma a un certo punto mi ritrovai a Nashville, era notte, la luna piena brillava come non aveva mai fatto. Non sapevo dove andare ero in strada, ed era quasi mezzanotte, iniziai a camminare alla cieca. D'un tratto, notai che la cittadina era stranamente silenziosa e l'istinto mi fece fermare. Diedi una veloce occhiata intorno ed effettivamente era tutto buio...Quella situazione era stranamente familiare, ma non riuscivo a ricordare niente. Ripresi a camminare, ma notai che dietro di me c'erano due persone, non capivo chi erano, l'unica cosa che vedevo erano due figure nere che si avvicinavao a me. Il loro passo era sempre più veloce, e automaticamente anche io cercai di andare più veloce, senza far notare il nervosismo che improvvisamente mi sorprese. Sentivo i giovani sempre più vicini e d'un tratto caddi...o forse fui spinta. Le loro mani iniziarono a toccarmi, a scorrere sul mio corpo, ovunque e poi cadde nuovamente il silenzio. Iniziò a piovere, percepivo le freche gocce sulle mie braccia nude, non riuscivo a muovermi nonostante cercassi in tutti i modi di farlo, ma ad ogni minimo spostamento sentivo un fortissimo dolore, i miei occhi piano piano si chiusero e i respiri diventarono sempre più lenti e faticosi. E Mentre la notte mi avvolgeva, un raggio di sole penetrò dalla finestra. Mi svegliai, era stato solo un brutto sogno, o meglio un brutto ricordo, un ricordo di quella sera, la notte in cui tutto è cambiato, la notte in cui sono morta. Wow, sono passate circa 2 settimane da quella notte e non riesco a capire come mai sono ancora qui.
Dopo che i miei occhi si chiusero quella sera, rimasi sul marciapiede freddo per un'oretta e poi un flash d'un tratto si riaprirono, era notte fonda, ma tutto era più luminoso, mi alzai e i dolori erano spariti. Ripensare all'accudaduto mi metteva i brividi, quindi decisi che era ora di alzarsi. Corsi in bagno, per lavarmi e truccarmi molto velocemente, nonostante fosse mattino presto. Dall'armadio presi un abitino azzurro a fiori colorati dall'armadio, vi abbinai una cintura stretta in cuoio marrone e un maglioncino color crema, nel caso la mattinata fosse fresca come gli altri giorni; in seguito indossai le mie ballerine color pelle. Era il 14 Giugno, e mi dovevo recare in agenzia per il mio viaggio post-trauma, un trauma di cui nessuno era a conoscenza, nemmeno la mia famiglia. Quindi, feci velocemente colazione con un caffè e qualche pancake al succo d'acero e uscì.
La città era luminosa, frizzante, il country si sentiva già di buon mattino, ogni tanto mi capitava di camminare a ritmo di qualche canzone che gli artisti di strada stavano suonando, era meravigliosa, fin da piccola Nashville mi aveva incantata, era come un luogo magico dove i sogni diventano realtà..beh ancora non ho capito se è veramente così, ma il mio sogno si è realizzato. Passai davanti a "Sweet Secrets" il mio negozio di dolci preferito, le torte di Mary erano le più buone che avessi mai assaggiato. Le vetrine del locale erano piene di Marshmallow, muffins, cheesecake e tantissime altre dolcezze. Solo a vederle mi veniva l'acquolina in bocca, peccato che non avessi tempo per fermarmi, altrimenti ne avrei comprata una.
Attraversai il parco, dove già nelle prime ore del giorno i bambini giocavano allegri e spensierati, passando mi venne da ridere, non so perchè, ma vedere i bimbi mi metteva sempre tanta allegria. Finalmente arrivai all'agenzia di viaggi con cui avevo preso l'appuntamento ed entrai. La stanza era spaziosa e luminosa, con grandi finestre che davano sulla strada; le pareti erano di un azzurro leggero, c'erano due scrivanie in legno a entrambi i lati, e due donne sedute che lavoravano tranquillamente ai loro computer «buongiorno» mormorarono appena entrai. Mentre osservavo il luogo, una donna mi venne incontro, era bassa, beh tutti erano più bassi di me e magra. Indossava dei Jeans scuri e aderenti, abbinati a una camicetta bianca. I capelli erano lunghi, lisci e neri, le ricadevano sulle spalle in modo leggero, come se le sfiorassero. Aveva due occhi grandi, come quelli di un cerbiatto, ma marroni, molto scuri, quasi non riuscivo a distinguere l'iride dalla pupilla, erano luminosi, brillanti come le stelle. Camminando verso di me, sfoggiava un sorriso puro, semplici, ma allo stesso tempo emozionato.
«Buongiorno, lei deve essere la signorina Swift immagino» disse «io sono Amber, seguirò il suo viaggio e la aiuterò a scegliere la sua meta, è un onore per me lavorare per lei» porse la mano destra e gliela strinsi accennando un sorriso.
«Piacere di conoscerti, ti prego, chiamami Taylor» Il mio sorriso si fece più marcato, quella ragazza dai capelli color pece, con tutta la sua semplicità, mi ispirava fiducia. Mi fece strada in un corridoio piuttosto stretto, con molte porte color smeraldo, noi entrammo in una delle ultime, precisamente la numero 13.
«Prego, siediti pure» indicò una grande scrivania in legno massello. L’ufficio era enorme, forse il più grande di tutta l’agenzia, strano dato che lei era solo una dipendente. Appoggiai la borsa su una delle due sedie e mi sedetti sull’altra. Amber prese vari libri e gli appoggiò sulla scrivania, già invasa da milioni di fogli, penne album. Si Sedette anche lei «Allora Taylor, qui ci sono le varie mete che ti può offrire la nostra agenzia, ci era stato detto che ancora non sapevi dove andare, ma volevi rimanere negli Usa, giusto?» Chiese lei, mentre sfogliava uno dei tanti libri che aveva preso.
«Esatto» dissi io «Mi piacerebbe un posto qui, in America, nonostante l’abbia già visitata molto spesso, continua ad affascinarmi e in più continuano a esserci posti ancora nascosti, per me».
«Perfetto» Scostò su un lato un mucchio di libri e ne tenne solo quattro, probabilmente quelli che trattavano di vacanze negli States. «Raccontami un po’ di te, cosa ti piace fare, come passi le tue giornate, o meglio, il tuo tempo libero» si corresse, effettivamente di giornate libere ne avevo veramente poche…ci pensai un attimo. «Beh» iniziai « Mi piace passare il tempo a contatto con la natura, boschi, cascate, prati..adoro cavalcare, per cui direi di andare in un posto tranquillo, lontano dalle grandi metropoli. Un posto in cui possa rilassarmi, essere per una volta solo Taylor» Abbassai lo sguardo, essere famosa non aveva cambiato più di tanto la mia vita e l’aveva resa assolutamente migliore, finalmente le persone mi conoscevano, mi volevano bene semplicemente perché ero me stessa..però gli ultimi mesi erano stati veramente duri, avevo bisogno di un po’ di tempo per me.
«Bene..direi che allora ti rimane se scegliere Nord» La ragazza prese uno dei fascicoli «O Sud» Gli alzò entrambi e sorrise. Pensa Taylor, Pensa. Mi misi una mano sulla fronte, ero veramente indecisa, per sud si parlava di Carolina e Virginia, ma era come non muoversi nemmeno..andare al nord sarebbe stato più ragionevole..si, era la scelta giusta. «Nord!» dissi alzando la voce, quasi urlando, tanto più che Amber fece un piccolo scossone, probabilmente era assorta anche lei nei suoi pensieri.
«Magnifico, allora abbiamo a disposizione una deliziosa villetta in Michigan, nella contea di Oceana, l’abitazione è veramente meravigliosa» Mi porse l’album fotografico e mi fece vedere la casa, non c’era che dire era un sogno, grande quanto bastava, a piano terra si trovava la cucina, due soggiorni, uno più grande e l’altro più piccolo e un bagno. Al piano superiore, al quale si accedeva con delle scale vi erano ben tre camere, una matrimoniale e due singole, che sarebbero rimaste vuote; in più c’era un enorme bagno. Il giardino era molto grande e non si notava dove finisse, poiché in torno alla casa c’erano campi e boschi..era davvero meravigliosa. «è perfetta» mormorai.
«In oltre» iniziò Amber « è a pochi passi da un laghetto con una cascata veramente meravigliosa, immersa nel bosco e a pochi chilometri si trova il lago Michigan».
«Splendido, andrò in Michigan!» Amber si alzò e andò a prendere le carte per il contratto di affitto, che firmai in fretta, ero entusiasta di quel viaggio. In seguito, parlammo del volo e dell’auto che avrei noleggiato appena arrivata.
Quando uscii dall’agenzia, chiamai subito mia madre e le raccontai tutto, del viaggio, della meta, era fantastico e lei era felice, proprio come me. Sarei partita due giorni dopo, il 16 Giugno, per cui tornai velocemente a casa a preparare i bagagli.
  
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