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Autore: CatchingLightning    06/09/2011    2 recensioni
[…] -Che ci fai qui, Light Yagami?
L non avrebbe avuto motivo per porgli quella domanda.
L non ne avrebbe avuto alcuna ragione.
L sapeva tutto.
Ad L la risposta di Light non serviva.
Almeno, non a quel punto.
{Spoiler sulla fine dell'anime - Contesto: anime}
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Game Over

«Essere o non essere,
questo è il problema.»

Amleto, William Shakespeare (1564-1616)



Sapevo che quella era la fine.
La mia fine.
La fine di Light.
La fine di Kira.
Sapevo che prima o poi sarebbe dovuta comunque arrivare la mia ora, ma non pensavo sarebbe arrivata così presto.
Stremato per una corsa a perdifiato che mi aveva portato via tutte le forze, ferito per colpa di quello stupido di Matsuda e steso a terra, senza più un briciolo di energie, sulle scale di quel luogo a dir poco ameno: ecco com'ero, null'altro. La sensazione di aver perso era quella che più mi lacerava, ancor più del dolore delle ferite fisiche. Dopotutto, era una ferita anche quella.
Perdere è una cosa che non avevo mai sopportato... e sapere di essere stato battuto mi faceva andare fuori di testa.
    "È tutta colpa di quell'imbecille di Mikami!" conclusi, maledicendolo un sacco di volte per la sua idiozia.
Perché accidenti non aveva fatto come gli avevo ordinato? Come aveva osato disubbidire a me, il grande Kira? Come si era permesso di fare di testa sua? Come?
Già, il grande Kira... per colpa di quell'inetto il mito di Kira era stato distrutto, e con lui la possibilità di un mondo nuovo e migliore, senza criminalità o fannulloni a regredire la società.
Kira non esisteva più: il mondo non avrebbe mai riconosciuto come Kira un uomo oramai finito, grondante di sangue ed intento ad esalare i suoi ultimi respiri steso sulle scale.
Nessuno avrebbe mai accettato un nuovo mondo con un perdente come padrone unico ed indiscusso.
    -Che ci fai lì, Light Yagami?- mi domandò una voce stranamente familiare.
Mi chiesi che potesse essere arrivato fin lì e conoscere il mio nome: Near aveva fatto di tutto perché nessuno fosse a conoscenza del nostro incontro, tecnicamente non avrebbero dovuto esserci conoscenti né dei membri della polizia giapponese, né dei membri dell'SPK, né miei.
Racimolai le mie poche forze e sollevai il capo facendo leva sul gomito non ferito quel tanto che bastava per vedere chi mi avesse chiamato per nome.
Dopo circa mezzo secondo mi pentii della mia azione.
Ero proprio allo stremo, non avevo più nemmeno la forza di sorprendermi né di reagire alla sorpresa.
Per quello che mi restava da vivere, non valeva la pena.
Anche se a parlare era stato L.
Era il solito L, con le solite occhiaie e i soliti vestiti troppo larghi per lui, con la solita camminata stanca e i piedi rigorosamente scalzi, con gli immancabili capelli arruffati e con il solito sguardo scrutatore. Tutto come sempre, se non fosse stato per un piccolo, microscopico, irrilevante particolare: L era morto.
Veniva verso di me. Sentivo i suoi passi, sebbene fosse scalzo. Salì i gradini uno ad uno, prendendo tutto il tempo di cui necessitava. Come se non vedesse che mi trovavo sul baratro della morte.
    -Che ci fai lì, Light?- ripeté stando in piedi davanti a me.
Avevo voglia di rispondergli a tono, ma non ne avevo le forze. Sembrava che stessi combattendo una battaglia ormai persa con il mio cercare di sopravvivere. E io odio perdere.
    -Ah, Light, perdonami se non ti chiamo Kira.- aggiunse poi, portandosi il pollice sulle labbra, come chi ha appena ricordato qualcosa. -Ma chiamare il mio migliore amico con il diminutivo di killer non mi va molto a genio, spero che tu non me ne voglia per questo.
Ancora una volta non seppi dire se stesse scherzando o meno.
    -Ryuzaki...- mormorai, ma lui non mi sentì. O, per meglio dire, non volle sentirmi.
    -Sai, Kira ha un debito con me.- disse, mettendosi pigramente le mani in tasca e girando la testa verso sinistra. -Per colpa sua non posso più toccare nessun dolce... è peggio di una dieta.
    “Ma che accidenti va blaterando?” mi domandai, chiedendomi se fosse possibile che anche da morto Ryuzaki non facesse altro che parlare di dolci.
Ma, a rigor di logica, stavo parlando con un morto (e, vi giuro, non era un ammasso di ectoplasma verdognolo di fantasma), quindi tutto era possibile. Quello che non capivo è perché cavolo fosse venuto da me.
    “Vorrà rinfacciarmi la sconfitta!” conclusi. “Accidenti a te, Ryuzaki!”.
Notai che il dolciomane aveva ripreso a guardarmi.
    -Ma tu sei Light, non dovresti avere debiti con me.- aggiunse poi, sempre con l'usuale dito in bocca. -Basta che tu mi dica se sei Light oppure Kira, ovvero se sei il bene oppure il male.
    -Io sono Light e Kira... proprio come ha detto Near...- risposi, con quella poca voce che mi rimaneva.
    -Già, Near...- rifletté Ryuzaki, e per un attimo mi parve di vedere un bagliore di soddisfazione nel suo sguardo mentre pensava al ragazzo dai capelli color platino, ma il presunto detective cambiò discorso in fretta. -Per me tu non sei nessuno dei due.- disse semplicemente.
    -Stai dicendo che non sarei nessuno?- gli chiesi, volevo urlare ma la situazione non sembrava collaborare a mio vantaggio.
    -Per quanto possa trattarsi di stupidaggini, dovresti prestare più attenzione a quello che dico.- rispose L, tranquillamente. -Ho forse detto che non avresti identità?
    -No, ma...- risposi in fretta, stranamente sentivo il dolore attenuarsi un po' mentre parlavo.
    -E allora, perché quella domanda?- replicò lui, guardandomi.
    -Non intendevi...- cominciai, per poi essere fermato da Ryuzaki ancor prima di spiegare.
    -Io intendevo dire solamente che tu non sei né Light né Kira, perché non puoi essere entrambi.- spiegò lui, tranquillamente. Sembrava che non si fosse accorto che ero pressoché in punto di morte e la cosa era leggermente irritante. -Tu per me non sarai né Light né Kira, sarai solo “il mio migliore amico”. Punto.
Non sapevo cosa pensare.
Nemmeno un po'.
Mi considerava il suo migliore amico, sebbene lo avessi ucciso (d'accordo, era stato Rem, ma ero stato io a creare la situazione adatta per sbarazzarmi sia di Ryuzaki sia di quello shinigami paranoico).
    -Light, tu sei il mio migliore amico.- ripeté il moro.
Avevo sempre pensato che fosse completamente fuori di testa, ma non credevo che la sua demenza arrivasse fino a questo punto.
    -Come... come puoi non odiarmi?- gli domandai, alzando la voce più che potevo. -Io ti ho mentito e ti ho praticamente ucciso, Ryuzaki!
    -No, Kira mi ha ucciso.- dissentì lui tranquillamente, scuotendo la testa. -Kira, non Light Yagami.
    -Ryuzaki... Kira sono io, ormai lo sai.- gli feci presente, ma non parve esserne stupito.
Ma se lo sapeva già, perché accidenti faceva certe affermazioni idiote?
    -Sì, lo so.- annuì Ryuzaki. -Ma adesso tu sei Light, non Kira. Non puoi essere entrambi...
    -Ma...- protestai. Dopo tutta la fatica per ottenere il rispetto sotto il nome di Kira, sentirsi dire di non poter esserlo era un affronto bello e buono! -Ma che devo fare perché tu mi creda?
Ryuzaki sembrò rifletterci sopra per qualche istante.
Poi, tranquillamente, se ne uscì con un: -Nulla, io ti credo.
Sebbene potessi utilizzare quegli attimi che mi restavano per pensare a come il mondo sarebbe stato spacciato senza di me, senza il potente Kira a giustiziare i malvagi, li usai per maledire Ryuzaki ed il suo modo contorto di pensare. Voleva forse dire che non potevo essere Kira perché troppo debole? O per che altro? La cosa mi faceva letteralmente saltare i nervi!
    -Ma se mi hai appena detto che non posso essere Kira!- esclamai, se quella si poteva definire un'esclamazione. In teoria avrei voluto sbraitarlo, ma ne uscì una cosa decisamente penosa a causa della mia poca forza e della mia poca voce.
L era irremovibile, sembrava che qualunque cosa dicessi fosse a favore della sua teoria palesemente demenziale.
    -Infatti.- confermò lui. -Light non può essere Kira, come Kira non può essere Light.
Ma che andava cianciando? Che qualcuno gli avesse offerto qualcosa di avvelenato per strada? No... perché Ryuzaki era morto. Ma poteva essere proprio questa la causa dei suoi deliri.
    -Penso che l'esser morto ti abbia fatto rincitrullire...- constatai, sempre facendo una fatica immane a parlare.
Le labbra di L si incurvarono in un leggero sorriso enigmatico. Era strano, ma forse era il primo sorriso apparentemente divertito che gli avessi mai visto addosso.
    -Non capisci ciò che voglio dire, Light?- chiese L, ma più che altro mi suonava tanto come una domanda retorica. Insomma, non mi considerava abbastanza intelligente da capire il suo ragionamento? Non potevo sopportarlo.
Tuttavia non gli risposi e lo lasciai continuare a blaterare, sembrava averci preso gusto.
Ryuzaki si sedette di fianco a me, sempre nella solita posa bizzarra le cui origini si perdono nella notte dei tempi, e cominciò a spiegare.
    -Bene, partiamo da presupposto che Kira sia il male e Light il bene.- cominciò L. -Light non può essere Kira, perché il bene non può essere il male. Per lo stesso concetto, Kira non può essere Light, perché il male non può essere il bene.- spiegò, portandosi il pollice alla bocca. -Due modi di essere e di pensare così differenti non possono conciliarsi, anzi, continueranno a combattere finché una delle due non prevarrà sull'altra.
    -Che...?- cominciai, ma Ryuzaki non mi lasciò parlare.
    -Perciò, da quando hai toccato il Death Note, la tua parte malvagia, che chiameremo “indole Kira”, ha preso il sopravvento sulla tua parte buona e razionale, che definirei “indole Light”.
    -Quindi... io sarei un malvagio?- gli domandai, incuriosito da quel discorso ed incavolato nero perché non volesse riconoscermi il titolo di “Kira, il grande giustiziere che porterà la pace nel mondo eccetera eccetera”. Definireste mai malvagio un uomo che difende la brava gente? Evidentemente Ryuzaki sì.
La sua non sembrava una teoria formulata lì, su due piedi, pareva che ci avesse riflettuto molto. Tuttavia, più che la sua teoria, che altro non era se non un ammasso di stupidaggini belle e buone, mi stupì la risposta che diede alla mia domanda.
    -No, non sei malvagio.- rispose L. -Sei umano.
    “E andiamo!” pensai con sarcasmo. “Adesso si mette a fare Einstein, questo pazzo!”.
    -E questo che significa?
    -Ogni umano ha dentro di sé una parte buona ed una malvagia. Se non le avesse entrambe, non sarebbe definibile persona, forse neppure essere umano. È nella natura delle cose che due modi di pensare diversi convivano... ma ognuno di noi prima o poi, è costretto a fare una scelta tra i due.
Ryuzaki terminò la frase con tranquillità, come se fosse normale parlare del senso della vita, eccetera eccetera. Io fissai le travi del soffitto, pensando alle parole del detective.
    -Light?- mi chiamò poi.
Mi voltai nuovamente a guardarlo.
    -Non ti sei mai chiesto perché esistano i criminali?- mi domandò, con aria impassibile.
Lo guardai assumendo lo sguardo più interrogativo che mi riusciva, ma il risultato non fu un granché.
    -Immagino di no.- sospirò L. -Hai semplicemente adottato lo pseudonimo di Kira e ti sei messo a far fuori gente come se nulla fosse. Ma hai mai riflettuto su chi uccidevi?- mi domandò, guardandomi dritto negli occhi. Era uno sguardo particolarmente penetrante, ma non mi feci intimorire da un morto.
    -Chi uccide deve essere ucciso.- risposi, schietto. -Chi fa soffrire deve soffrire. Chi fa del male deve subire del male. Chi fa un torto deve subire un torto.
    -La legge del taglione è passata di moda.- sbadigliò Ryuzaki, mettendosi una mano davanti alla bocca solo per educazione. -E comunque, anche ragionando così, chi sei tu per giustiziare i criminali? Infondo, tu uccidi chi uccide e che, secondo te, perciò merita di essere ucciso... ma quindi meriti anche tu di essere ucciso, poiché tu uccidi, no?
Altri interrogativi. Possibile che non potesse fare un'affermazione completa?
    -Come chi sono?- replicai, incredulo. Dopo tutto adesso passato a dire “che Kira è la tua parte malvagia” eccetera eccetera, mi salta fuori con una domanda del genere? Ebbi la sensazione che la morte non gli permettesse di ragionare come si doveva. -Io sono Kira, il potente Kira, il creatore del nuovo mondo!- risposi.
Ryuzaki fece spallucce.
    -Sarà.- disse il moro, con aria placida. -Ma per me Kira è un criminale che ha perso il lume della ragione. Per me non si è neppure reso conto che, uccidendo tutti i criminali come stabilisce il suo regime, l'unico criminale rimarrebbe lui.

    “È una mia impressione o si tratta di un déjà-vu?” mi domandai tra me e me. Ryuk, al nostro primo incontro, mi pareva mi avesse fatto una ramanzina del genere. Magari lui e Ryuzaki erano dello stesso segno zodiacale, per questo dicevano pressoché le stesse cose.
Tornai a fissare L, scacciando via quell'idea folle.
    -Ebbene, ti spiegherò due cosucce sul perché Kira ha potuto operare.- decise Ryuzaki, annuendo da solo alla propria proposta.
Dal canto mio, ero curioso di scoprire quale altra scempiaggine sarebbe stato in grado di tirare in ballo.
Non lo interruppi, lasciandolo proseguire nel suo sproloquio.
    -Come ho già detto, le persone hanno una parte buona ed una cattiva: queste due parti della personalità umana dovrebbero equilibrarsi vicendevolmente.- esordì L. -Ma a volte non è così: alcune persone, soffocate dalla noia e dalla monotonia quotidiana, scelgono di cambiare, spezzando inevitabilmente questo equilibrio, già precario di suo.
Fui costretto ad ammettere che non era un ragionamento così folle: infondo, tutto era partito dalla mia noia e da quella di un egocentrico shinigami, stufo di starsene nel suo mondo a svolazzare qua e là ed a guardare giù quella sottospecie di reality show che noi chiamiamo “vita”.
Ancora una volta, decisi di non interrompere il detective.
    -Alcune persone cambiano in meglio: si danno da fare per non trovare il tempo di annoiarsi, sfruttandolo per il bene della comunità. Altri, invece, sentono il bisogno di osare e i addentrarsi nel proibito, violando quelle poche regole alla base di una società definibile civile: questi sono i criminali, soprattutto killer, che fondamentalmente uccidono perché non sapevano cos'altro fare.- concluse il moro, rimettendosi il pollice in bocca.
    -Quindi...- ansimai, mi sentivo sempre più debole. -... Kira ha utilizzato il suo potere a favore della comunità! Non ho fatto altro che migliorare questo mondo lasciato alla rovina!- esclamai con fervore. Ormai stavo iniziando a riferirmi anche io a Kira utilizzando la terza persona anziché la prima e, sinceramente, mi dava un po' fastidio. Kira ero io, accidenti!
    -Palesemente, questo è ciò che può sembrare.- ribatté Ryuzaki, con calma. -Ma in realtà Kira ha solo eliminato una determinata categoria di persone perché si annoiava o perché non gli andavano a genio. Se fosse stato un giustiziere, in primo luogo non avrebbe avuto bisogno di uccidere né me né Lind L. Taylor: invece ha ucciso entrambi solo per una contestazione da parte nostra riguardo il suo modo di fare.- soggiunse.
Era decisamente troppo per le mie orecchie. Mi stava dicendo che avevo solo peggiorato il mondo? Mi stava forse dando dell'incapace? Ma come osava?
Il nostro gioco l'avevo vinto io!
Io lo avevo ucciso prima che lui potesse mandare me sulla forca o in gattabuia! Come poteva ancora pensare di essere più in gamba di me?
    -Ma che cosa stai dicendo?- gli domandai, arrabbiato. Dopo tutta la fatica che avevo fatto per ripulire il mondo, questo era quello che mi meritavo... no, non avrei permesso che un morto venisse lì ad insultare il mio operato!
    -Non capisci, Light Yagami?- mi domandò, inarcando un sopracciglio. -Eppure mi sembra lampante il punto a cui voglio arrivare: ti sei comportato come un idiota.- spiegò, come se nulla fosse.
    -E secondo te io sarei un idiota?- replicai, mentre qualcosa mi ribolliva dentro.
    -Affatto.- rispose il moro, guardandomi con un mezzo sorriso. -Sei molto intelligente, Light.- aggiunse.

    “A che gioco stai giocando?” pensai, frustrato. Era ufficiale, si stava prendendo gioco di me.
    -Ma se hai appena detto il contrario!- protestai.
    -Credo che Matsuda ti abbia dato anche una botta in testa, non riesci più a ragionare come si deve, Light.- constatò il moro.
    -Disse il morto, al massimo delle sue capacità fisiche e mentali.- replicai con sarcasmo. -Un attimo mi dici che sono un idiota, subito dopo mi consideri intelligente...-.
    -Io non ti ho mai considerato un idiota.- replicò lui. -Ho solo detto che ti comporti da idiota. È diverso.
    -In che cosa sarebbe diverso?- sbraitai.
    -Nel fatto che ci sono gli idioti veri e propri che, poveretti, non potranno mai fare a meno di esserlo. Poi c'è un'altra categoria, quella degli intelligenti che si comportano da idioti: queste persone sono le più stupide di tutte, perché scelgono di non sfruttare le proprie potenzialità operando in modo sensato, ma agendo in maniera completamente priva di qualsiasi fondamento logico.- disse L, mordicchiandosi il dito. -Kira, per l'appunto, rientra in questa seconda categoria: si è lasciato abbindolare dal potere... è solo un debole.
    -Ora basta, mi sono stufato di queste scemenze!- urlai con quanta più voce avevo in corpo. -Ho vinto io! Il nostro gioco l'ho vinto io! Io ti ho ucciso prima che tu uccidessi me!
    -Tu dici?- fece L, inarcando un sopracciglio con fare accigliato. -Eppure, sebbene io sia morto prima, tu adesso sei ridotto così per il piano che io ho architettato con la complicità di Mello e Near, sebbene loro non fossero consci dei miei fini. Non sapevano neppure di essere parte di un mio stratagemma, pensa un po'.
    -Ma la partita era tra te e me!- protestai.
    -Beh, mi è sembrato un po' sleale da parte tua tirare in ballo Misa Amane, o sbaglio?- replicò L. -Light, la vita non è come una partita a scacchi. Anche se muore il re, la partita non si ferma nella realtà. Gli altri pezzi sono vivi e continuano a giocare. E possono sempre tenderti una trappola quando meno te l'aspetti. Per questo, oltre che i tuoi nemici, in questo gioco è fondamentale conoscere anche i tuoi amici, altrimenti sei spacciato sin dall'inizio.
    -Stai dicendo che ho perso?- strillai, con gli occhi fuori dalle orbite per l'abnorme dose di follie, sproloqui e deliri che avevo sentito in così poco tempo.
    -Direi che non c'è né un vinto né un vincitore.- rispose L, dopo un attimo di riflessione. -Entrambi siamo morti per mano di uno shinigami, quindi credo che siano loro i veri vincitori.
    -In che senso “entrambi”?- domandai, con il terrore per quella che avrebbe potuto essere la sua risposta.
    -In questo istante, Ryuk sta scrivendo il tuo nome sul suo Death Note. Immagino che dovesse finire così.- disse L, guardando il cielo dalla finestra.     -E credo che per me sia ora di andare.
    -Aspetta!- lo fermai appena si fu alzato, prima che potesse muovere anche un solo passo.
    -Sono qui.- rispose Ryuzaki.
    -Appunto! Se tu sei morto... perché sei qui?- gli chiesi. Era la domanda più ovvia di tutte, ma da quando me lo ero ritrovato davanti mi era sembrata la più futile ed inopportuna; malgrado questo, non volevo morire con la curiosità.
    -Semplice.- rispose L. -Sono venuto a prenderti. Game over, Light.
In quell'istante, quando vidi solamente il nero nella sua tutt'altro che ostentata immensità, morii portando con me Light e Kira. Ormai, dopo il discorso di L, pensavo di non essere più né l'uno né l'altro... tuttavia, fu in quel momento che capii: morivo come Light e morivo come Kira, non assieme a loro.
Kira e Light, due entità diverse del mio essere... due mentalità nate con me e che, al momento del trapasso, non mi avevano abbandonato come il resto del mondo.
Ed allora, solo il Mu.


«La morte può essere l'espiazione delle colpe,
ma non può mai ripararle»

Napoleone Bonaparte (1796-1821)

Game Over

My little corner:
Salve a tutti! :3
State ancora bene? Si spera di sì.
Che dire...  sono la novellina di turno nel fandom, e spero di non venire linciata già da subito.
L'alquanto stupida idea m'è venuta guardando l'ultimo episodio dell'anime (che brutta cosa non possedere il manga ç-ç), verso la fine: era da tanto che volevo scrivere qualcosa su DN e nel vedere L comparire davanti a Light ormai morente mi si è accesa la lampadina (anche se, forse, sarebbe stato meglio se fosse restata spenta... ^^").
Avevo in mente di postare questa storia sin da maggio, ma, vittima di continui ed assillanti ripensamenti, mi sono decisa solamente oggi.
Lo so, non è un granché, ma mi farebbe molto piacere ricevere qualche parere al riguardo.
Grazie per essere giunti fin qui, e complimenti per la pazienza.
Aly.

Credits:
Characters © Tsugumi Ohba, Takeshi Obata
Title Font = Death Font 1.0
Text Font = Traditional Arabic

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
   
 
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