È successo ancora.
Hai posato ancora i tuoi occhi verdi sul mio volto,
rivolgendomi quell'unico sguardo complice
che so essermi riservato fin dal primo giorno.
Ed è accorgendomi che per l'ennesima volta
ho perso la lucidità di fronte all'immensità nascosta nei tuoi occhi,
che mi ritrovo a maledire quel giorno.
Quel giorno in cui ho commesso l'errore di sedermi al terzo banco
di quella vecchia scuola
e sorridendo ho alzato lo sguardo sul tuo volto sereno,
perché allora è stata firmata la mia condanna,
quell'eterna tortura che mi porta a dimenticare ogni cosa
ogni qualvolta ho a che fare con te.
Vorrei non essermi mai affezionata a te,
non essermi innamorata del giudice che firmò la mia condanna,
magari, adesso, sarei tranquillamente seduta a questo stesso banco,
domandandomi per l'ennesima volta quanto possa essere noiosa l'ultima ora del sabato.
Piccolo pezzo di vita tratto da un'esperienza passata.
Non siete tenuti a commentare se non lo desiderate, tuttavia vorrei sapere se in questo periodo ho migliorato il mio stile. La poesia è stata scritta all'inizio di quest'anno, contrariamente alle altre due postate il 5 e il 6 di questo mese.
Se meritano e ne avrete voglia, fatemi sapere come migliorare il mio stile... vorrei ambire ad aggiudicarmi un posto nell'albo degli eccellenti.
Vostra, Just a dreamer.