capitolo I
Prefazione
Immagina di percorrere un corridoio. Un normalissimo corridoio di una casa apparentemente anonima. Ora immagina che da un punto nel muro vi sia una porta, aperta. Hai il permesso di entrare. Al suo interno non vi sono cose di grande valore o mobili sistemati qua e la. È piuttosto vuota. Ma tu concentrati sul dietro della poltrona di vimini,posta in fondo alla stanza riesci a vedere soltanto il cuscino che fa da spalliera. Ora immagina che alla sinistra di quella spalliera esca un braccio. Quel braccio è nudo e peloso – ma senza esagerare – ora immagina che quel braccio stia per prendere un bicchiere sopra un tavolino, un bicchiere di rum con del ghiaccio – puoi vederlo senza o con la cannuccia. Avvicinati,prego. Man mano avvicina lo sguardo. Su quella poltrona vi è un uomo che mira al paesaggio. È bellissimo, un tramonto rosso fuoco che quando lo vedi dici di essere fortunato a essere vissuto in questa vita perché e una di quelle cose che non tornano più. Quell’uomo e alto con i capelli mielati che gli cadono di poco sulle spalle e nascondono a tendina il suo volto che è troppo intento a fissare il paesaggio, ma lasciano alcuni spazi qua e la. Ti permetto di avvicinarti ancora, ma sappi: non potrai più tornare indietro.
Sì è accorto di te. E naturalmente tu di lui. È un uomo oltre quarantina con gli occhi stanchi – che ultimamente lo sono sempre – e il corpo anche stanco che è totalmente appoggiato alla sua poltrona. Ha dei folti baffi mielati e dalla fronte di intravede una sola ruga lineare. Si gira verso di te. Anche se non è di ottimo e sembra un uomo “vissuto” non avere paura, pensa che in passato è stato bello. E non ti farà del male.
Adesso che ti ha visto vuole raccontarti la sua storia. La storia del suo grande amore. Che è anche la storia della sua vita. Perché prima di essa ogni cosa ha perso di significato. E tu sai che le cose senza significato possono essere facilmente dimenticate. Allora prendi la poltrona in fondo alla stanza. Che entrando non hai sicuramente notato e siediti. Lui non fa complimenti. Ma sarà disponibile a raccontarti quella storia bellissima. Immagina che la sua voce si calda e vellutata, e che mentre la racconta, non ti butta giù le parole senza riprendere fiato, molto spesso fa delle pause e spesso sospira quando pronuncia il suo nome. Per questo la storia non deve sembrarti noiosa ma delicata e sincera. E non è una storia come nei film iniziata in un pomeriggio d’estate o in una notte di bufera. Ma in un niosissimo giorno di marzo.