Serie TV > NCIS
Ricorda la storia  |      
Autore: VooJDee    08/09/2011    5 recensioni
Sento il tuo petto comprimere il mio a ritmo del tuo respiro veloce.
Il tuo corpo a contatto con il mio crea un’elettricità non indifferente. Nonostante vorrei farlo non riesco ad oppormi.
Riesco solo ad assecondare le tue mosse.
Riesco solo a lasciarmi andare.
Il che è strano da parte mia.
Mentre ancora mi baci, mi sento andare in paradiso.
Assaporo a fondo ogni secondo che passa, memorizzo il sapore dei tuoi baci.
Tony/Ziva One Shot
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tony
 
Una goccia di sudore percorre la mia fronte.
Non mollare, Anthony.
Sento i tuoi passi.
Sento la tua presenza accanto a me.
Continuiamo a correre, nel silenzio della notte.
-          Li abbiamo seminati?
Ti pieghi, poggiandoti di peso sulle ginocchia.
Una ciocca di capelli castani scivola davanti al tuo viso.
Mi guardo intorno, ascolto.
Silenzio.
-          Così sembra, David.
Ti avvicini a me.
Sei così sensuale quando cammini.
Muovi tutte le curve del tuo corpo perfetto.
Il tuo sguardo è furbo, schietto.
Prima che possa aprire la bocca per farti sapere che film mi ricorda questa scena il tuo indice mi blocca.
Socchiudi gli occhi, tendi il viso in avanti.
Ascolti, attendi.
Di colpo ti volti, schiacciandomi sul muro di un vicolo.
-          Beh, questo non è esattamente un posto carino per fare..
Avvicini l’indice alla bocca, mi guardi.
Sento il tuo petto comprimere il mio a ritmo del tuo respiro veloce.
Il tuo corpo a contatto con il mio crea un’elettricità non indifferente.
Sento dei passi veloci provenire dalla strada.
Delle voci, si dicono qualcosa. Li riconosco, sono gli uomini che cercavamo di seminare.
Ed ecco che gli anni di allenamento al Mossad si fanno avanti.
Scatti all’indietro, spari due colpi il cui rumore rimane sostenuto nell’aria circostante per troppo tempo.
Gli uomini cadono a terra, non hanno tempo di capire che è successo.
Afferro la mia pistola, la tiro fuori dalla fondina attaccata alla cintura.
Mi avvicino con cautela, mentre tu ancora punti la tua sui loro corpi.
Tocco il collo ad entrambi, nessun segno di vita.
-          Brava David.
Alzi le sopraciglia, e fai un giro su te stessa.
Sei fiera del tuo lavoro.
Passo una mano sui tuoi capelli, tu in fretta li recuperi, chiudendoli in un elastico.
Afferro il walkie-talkie.
-          Capo? Sono morti entrambi.
-          Bel lavoro.
La voce roca e distinta del capo rimbomba nel vicolo.
Ripenso alla scena di poco fa.
Ancora mi sembra di sentire il tuo respiro caldo addosso.
Ancora mi sembra di sentire il tuo seno spingere contro il mio petto.
Il tuo corpo contro il mio.
Rabbrividisco.
Il tuo corpo da perfetta israeliana suscita strane risposte da parte del mio.
Ci avviamo alla macchina, lasciando i due cadaveri abbandonati per strada.
Il furgone delle autopsie sarà già in viaggio.
Mentre ci avviamo alla macchina, il mio telefono squilla.
-          DiNozzo. Si capo? Va bene, a domani allora.
 
 
Ziva.
 
Mi volto, ti scruto per qualche secondo.
-          Che ha detto Gibbs?
-          Che per oggi abbiamo finito, di andare a casa.
Il tuo sorriso, che parte da un orecchio e finisce all’altro, provoca una stretta al mio cuore.
Ma una stretta piacevole.
Mi guardi, in attesa di qualcosa.
-          Che c’è Tony?
-          Ti va di andare a bere qualcosa?
Sorridi ancora.
Si, Tony, certo che mi va, volentieri.
-          No, non è il caso.
Maledizione.
Cos’era questo? Buonsenso? Abitudine?
Insisti, ti prego.
-          Eddai,  David, non fare l’asociale. Andiamo a prendere un drink per festeggiare la vittoria.
-          Non lo so..– mi guardi con insistenza. – Eh va bene Tony..
Sul tuo volto compare un espressione soddisfatta.
C’incamminiamo alla tua macchina, prendo il posto del passeggero.
Per tutto il viaggio non fai che parlare, parlare, parlare.
C’è una nota di euforia nella tua voce.
Improvvisamente freni.
Mi guardo intorno.
-          Tony? Non vedo nessun bar.
-          Ho mai detto che saremo andati in un bar?
-          Tony? Che intenzioni hai? – noto il nervosismo che improvvisamente s’impossessa di me.
-          Stia tranquilla signorina, voglio solo prendere una giacca.
Sospiro, giro su me stessa e torno in auto.
In pochi minuti sei di nuovo qui accanto a me, e l’abitacolo fino a poco fa molto silenzioso si riempie della tua voce.
Guidi piano fino ad un pub, poco lontano da casa tua.
Entri, ti seguo.
Ci avviciniamo al bancone.
Ordini due drink, non ho nemmeno ascoltato cosa.
La mia mente è assente.
Anche i miei riflessi lo sembrano.
Sono estremamente concentrata, eppure.
Concentrata a non perdere nemmeno uno dei tuoi respiri, nemmeno un’espressione.
-          Cos’è quella faccia concentrata David?
Cado dalle nuvole, esco dal mio sogno.
Sorrido, afferro il drink accanto a me e lo bevo d'un fiato, sperando tu non abbia notato che ti fissavo come un’ebete.
-          Niente Tony. Cos’è quella faccia, piuttosto. – la tua espressione ha un che di sconcertato.
-          Perché l’hai bevuto in quella maniera? È così che fate in Israele? –  l’ombra di un sorriso sul tuo volto.
-          Non ridere sotto la barba, Tony.
-          I baffi! – ti osservo, sguardo interrogativo. – ridere sotto i baffi, non sotto la barba.
-          Il concetto è quello. Avevo sete.
Aggrotti le sopracciglia e ne ordini un altro per la signorina.
Continuiamo a bere e parlare, inizio addirittura a divertirmi.
Inizio anche a sentirmi come un palloncino.
Ogni cosa mi sembra stranamente esilarante.
 
Tony
 
Mi alzo dallo sgabello, barcollo e mi apposto accanto a te.
Ma quanto avremo bevuto?
Tu continui a ridere, non ricordo nemmeno perché.
Ti afferro la mano, e usciamo.
Sento il vento freddo addosso, e mi affretto ad avvicinarmi alla macchina.
Vorrei che questa serata non fosse arrivata mai a questo punto.
Ora mi chiederai di riaccompagnarti a casa.
E dovrò salutarti.
Non voglio.
-          Ok, Tony. – mi guardi, sorridendo. Le tue guance sono arrossate, i tuoi occhi lucidi. Mi chiedo se dovrei guidare. – Portami a casa mia.
-          No. – Ok, questo non doveva accadere.
-          Come? – sorrido, grattandomi la nuca.
-          Intendo dire… - ancora mi guardi, stranita. Merda, non so che inventarmi. – Forse non dovrei guidare!
-          Ok, guido io. – sembri sicura.
-          Non credo proprio, Ziva. Ti voglio viva domani, possibilmente non all’ospedale. – scuoti il capo.
-          Non preoccuparti per me, Tony.
-          Ok, mettiamola su questi termini: tengo troppo alla..
-          Tua vita? Oh, andiamo.. Vai a piedi, ti porto la macchina domani!
-          No, è alla mia macchina che tengo. – Forse così smetterai d’insistere.
-          D’accordo. – agiti le braccia, e fai per scendere. – Vado a piedi. – chiudo gli sportelli.
-          No, Ziva, è troppo lontano.
-          Tony, e allora che dovrei fare?
-          Dormi da me, io sul divano tu sul letto. – alzi un sopracciglio.
-          Perché mai dovrei accettare? – sorrido.
-          Perché non hai altre alternative.
Durante il tragitto dal pub a casa rimani in silenzio, imbronciata.
Entrambi camminiamo a stento sul marciapiede.
Non ricordavo che la strada avesse tutte queste curve.
Fortunatamente manca poco a casa.
Improvvisamente delle gocce di pioggia iniziano a scendere come piccoli missili, e vanno a sbattere contro di noi.
-          Piove… - sorridi. So quanto ti piaccia la pioggia.
-          Già! Se non corriamo ci bagneremo i vestiti.
Acceleriamo il passo, ma nonostante questo al nostro arrivo a casa i vestiti sono fradici.
Ridi ancora.
La tua risata è bella come non mai.
La tua maglietta bianca aderisce perfettamente su di te, bagnata com’è e si appiccica alla tua pelle.
Mi avvicino a te, i tuoi capelli scivolano intorno al tuo viso facendo cadere gocce di pioggia sul pavimento del mio appartamento.
Ti sfioro una guancia bagnata.
È quel maledetto alcool che sta facendo tutto al mio posto.
Mi guardi.
Sento il mio cuore accelerare improvvisamente.
Il silenzio si fa pesante.
Sento una sorta di attrazione, come se fossi una calamita e tu un pezzo di ferro.
E improvvisamente le mie labbra come per magia sono sulle tue.
 
Ziva
 
Sento le tue labbra passare dalla mia bocca al collo.
Sento le tue mani muoversi su di me, sento i vestiti fradici scivolare via.
Nonostante vorrei farlo non riesco ad oppormi.
Riesco solo ad assecondare le tue mosse.
Riesco solo a lasciarmi andare.
Il che è strano da parte mia.
Mentre ancora mi baci, mi sento andare in paradiso.
Assaporo a fondo ogni secondo che passa, memorizzo il sapore dei tuoi baci.
Da quanto tempo ho aspettato questo momento, Tony.
Vorrei dirlo, ma sento quelle parole morire in gola.
Mi conduci nella tua camera da letto, mi spingi sul letto.
Ti osservo ancora.
 Noto che anche tu mi stai guardando.
Vorrei chiederti se non sarà come con le altre.
Se io non sono per te come le altre.
Vorrei chiederti perché lo fai.
Vorrei sapere se provi il sentimento che provo io.
Se mi ami allo stesso modo.
Credo di averlo finalmente ammesso a me stessa, io ti amo Tony.
Dovrei solo trovare il coraggio di dirtelo.
Continui a baciarmi, per qualche minuto.
Sento le tue braccia che mi stringono,le mani che premono contro la mia schiena.
Mi guardi un’ultima volta, prima di entrare dentro me.
 
Apro gli occhi, do una rapida occhiata alla sveglia sul comodino.
Sono le cinque in punto.
Mi stiracchio, e mi volto.
Tony, qui accanto a me.
Dormi, sul tuo viso giace un sorriso a dir poco divino.
La barba rende ruvide le tue guance ed i tuoi capelli sono scompigliati.
Poggio la testa sul tuo petto, sorrido anche io al ricordo di questa notte.
Non saremo diventati mica come Gibbs e Jenny?
Sorrido ancora, e continuo a ricordare.
Stringo il lenzuolo attorno al mio seno, l’unica cosa che mi copre in questo momento.
-          Buongiorno… - la tua voce mi fa tornare al presente.
-          Buongiorno, Tony.
-          Da quanto sei sveglia? – mi volto verso la sveglia.
-          Mezz’ora, poco più.
Sorridi, ti alzi, mi baci.
-          Ziva, questa è stata la notte più bella della mia vita.
-          Lo pensi davvero? Magari lo dici a ogni ragazza con cui vai a letto.
-          Tu non sei ogni ragazza… - la tua voce è lamentosa nel pronunciare questa frase.
-          Ah no, Tony? – cerco di sembrare calma, ma dentro di me sto per impazzire.
-          No, Ziva. Lo sai, ho girato mezzo mondo solo per te, questo te lo dovrebbe far capire. Tu sei sempre stata diversa e con me so che lo sarai per sempre. Altrimenti non saremmo qui ora. 
-          Voglio fidarmi di te Tony, ma dimmi.. chi ti dice che starò sempre con te?
-          Diciamo che ho i miei motivi per pensarlo. – sorridi fra te uscendo dalla stanza.
Ti osservo finchè non scompari dalla mia vista.
Forse hai ragione, anzi ne sono sicura: starò per sempre con te.
In questo momento sono sicura di due cose;
la prima è che ti amo, ma sappiamo entrambi che ci vorrà del tempo perché riesca a dirlo senza aver paura di essere ferita.
La seconda è che questo non è un’inizio qualunque.
Come lo so? Me lo dice l’istinto.
THE END
 
One-Shot Tiva. Dedicata ad una ragazza a cui devo un grande favore.
Spero di aver ricambiato al meglio e grazie ancora.
 
Un Grazie con la G maiuscola (e se la merita tutta) ad una grande scrittrice secondo me,
grazie  per aver stracollaborato a questa storia! 
Grazie Mille BiEsSe! Sei stata gentilissima! Un bacio, 
la tua fan <3

E Grazie in anticipo a chiunque leggerà,
o recensirà. [O a chi lo ha già fatto]
VJD
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS / Vai alla pagina dell'autore: VooJDee