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Autore: Pandora86    08/09/2011    4 recensioni
Cosa farebbe Ryo se fosse impegnato nell'indagine più importante della sua vita. la scomparsa di Kaoeri, e fallisse? Dov'è andata Kaori e perchè è scomparsa? ma soprattutto, come ha fatto a sparire nel nulla sotto gli occhi dello sweeper numero uno del Giappone?
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Eccoci al primo capitolo della storia. Grazie mille a tutti quelli che hanno letto, che hanno inserito la storia tra le seguite e a chi ha recensito. Mi raccomando continuate a seguirmi….
Buona lettura
 
 
Capitolo 1. Il caso

Ryo continuò a sorseggiare la sua birra non riuscendo con la mente a ritornare al presente. Solo due frasi risuonavano nella sua mente. 
Ti avevo avvertito di non seguirmi era questa la prima frase che lo tormentava anche di notte. Non solo la sua socia lo aveva giocato prevedendo che l’avrebbe seguita ma on solo. Neanche contattando tutti i suoi informatori nei quartieri più disparati e Saeko nei giorni successivi  era riuscito a sparire nel nulla. Kaori era stata più furba di quanto lui riuscisse ad immaginare. Sembrava sparita nel nulla ma a quanto pareva era venuta a sapere che lui non si era arreso al primo smacco seguito e aveva mandato un secondo messaggio che aveva trovato sotto la porta di casa questa volta un po’ più lungo dell’altro.

Tornerò prima di quanto tu possa pensare. Ti prego, non continuare a cercarmi, a tempo debito forse saprai tutto. Avrai capito anche tu che è inutile. Non preoccuparti.
 Kaori.

E poi più nulla. Ryo aveva letto più volte il messaggio. Avrai capito anche tu che è inutile. Era questa la seconda frase che lo tormentava. Si ,Ryo aveva capito che anche se l’avesse continuata a cercare non l’avrebbe trovata.  Kaori aveva previsto tutto. Per un attimo fu tentato di chiedere se qualcuno avesse visto chi aveva messo quel biglietto ma poi ci ripensò. Sicuramente anche questa volta Kaori non aveva lasciato tracce e lui non ci teneva a fare la figura dello stupido più di una volta. Avrebbe rispettato la sua volontà e non avrebbe indagato più. Forse come aveva scritto avrebbe saputo tutto ma questo non era importante. Evidentemente le sue ricerche la mettevano in difficoltà e lui non voleva. Lo atterriva il pensiero che se si fosse trovata in pericolo lui non avrebbe potuto salvarla. Ma a questo punto si trovava di fronte ad un vicolo cieco, costretto a prendere una decisione anche contro la sua stessa volontà. Doveva fidarsi di lei.
“vuoi un’altra birra Ryo?” Miki lo ridestò dai suoi pensieri con sguardo preoccupato
“si grazie poi tolgo il disturbo” le rispose con sguardo assente
Miki e umibozu si guardarono. Miki osservò i suoi occhi tristi e gli si avvicinò per consolarlo ma le parole le morirono in gola. Cosa mai avrebbe potuto dirgli per consolarlo? Come si faceva a consolare un uomo che era devastato da un dolore così grande? Lei non lo sapeva. Si avvicinò al marito con gli occhi colmi di apprensione
“fino a quando continuerà così?”
Non lo so Miki… dobbiamo solo sperare che Kaori torni presto”
“è un’egoista ecco cos’è” affermò Miki con gli occhi pieni di lacrime “sono la sua migliore amica, anzi lo ero”
“sai benissimo che lo sei ancora” desse serafico il marito
“se lo sono allora perché non mi ha detto nulla? Solo un biglietto con poche righe di saluto, è solo un’egoista.” affermò stringendo il bicchiere che stava asciugando con più forza del dovuto.
Lui le si avvicinò togliendole il bicchiere da mano.
“se Kaori ha agito così avrà i suoi motivi quindi non dire cose che non pensi.”
“ma allora cosa possiamo fare?”
“fidarci di lei” e con quest’ultima frase chiuse il discorso.

Saeko entrò con passo spedito nel locale. Era chiuso ma sapeva che li avrebbe trovati li. E soprattutto che avrebbe trovato lui. Con eleganza si accomodò su uno sgabello, accavallando le gambe e scrutando gli occhi dell’uomo che le era seduto di fianco e che al suo ingresso non aveva neanche alzato gli occhi. Sapeva che Ryo non ce l’aveva con lei, anche se otto mesi prima non era riuscita a rintracciare la sua Kaori. Lui in realtà ce l’aveva con se stesso e con la sua incapacità di agire di fronte ad un evento che tempo prima avrebbe considerato utopia, come la scomparsa di Kaori. Tuttavia, anche se era dispiaciuta per Ryo, non aveva intenzione di essere tenera con lui. I primi tempi era stata comprensiva, aveva aspettato che lui se ne facesse una ragione. Successivamente aveva sperato che Kaori tornasse al più presto visto che Ryo era sempre più intrattabile. Ma ora basta, erano passati otto mesi e , per quanto ne sapeva, ne sarebbero potuti passare altri sette fino al ritorno di Kaori e lui non poteva continuare ad autodistruggersi. E soprattutto doveva decidersi a darle una mano.
“Sapevo che ti avrei trovato qui Ryo, visto che a casa non rispondi” gli disse con tono deciso.
“evidentemente se sono qui è perché voglio essere lasciato in pace” le rispose con tono indifferente “a meno che tu non voglia saldare qualche mokkori che hai in sospeso” le disse con la faccia da maniaco provando a saltarle addosso.
“temo che per quelli dovrai aspettare ancora un pò” rispose la donna con noncuranza assestandogli una sonora ginocchiata sotto il mento.
“povero piccolo Ryo, se la prendono tutti con lui” piagnucolò sedendosi a terra a gambe incrociate massaggiandosi il mento dolorante.
“se hai finito di dare corda a questo demente” intervenne Umibozu senza voltarsi  continuando ad asciugare i bicchieri “forse potresti dirci il motivo per cui sei passata Saeko”
“mi serve il vostro, e sottolineo vostro, aiuto per un caso che mi è stato affidato”
“è la volta buona che tu prenda in considerazione l’idea di imparare a cavartela da sola” intervenne Ryo con più asprezza del dovuto. Non accusava la poliziotta di nulla, eppure perché non imparava a fare il suo mestiere? Non era stata nemmeno in grado di rintracciare Kaori. Ma ecco che la stava accusando di nuovo. Non voleva ma non poteva farci niente. Se razionalmente sapeva che Saeko aveva fatto tutto il possibile e, per lui anche l’impossibile, era diventata il suo capro espiatorio.  La parte razionale continuava a ripetergli che se neanche le fonti dello sleeper numero uno del Giappone, molto più aggiornate della poliziotta, erano riuscite a fargli avere qualche informazione, allora come poteva accusare Saeko che, seppur molto brava nel suo lavoro, era pur sempre una poliziotta con più limiti dei suoi e con fonti di informazione più limitate di fronte alle sue? La parte irrazionale però non tardava a farsi sentire e cercava di convincere la sua parte razionale che la donna non avesse fatto abbastanza.
Fa parte della polizia dannazione, a cosa le servono tutti quei computer e quelle diavolerie moderne, si ripeteva in quei momenti, se non erano serviti a rintracciare la sua Kaori. A volte non poteva fare a meno di domandarsi come diavolo avesse fatto a sparire nel nulla. Perché, anche se Ryo aveva deciso di fidarsi di lei, sapeva che Saeko avrebbe continuato a cercare, anche se in maniera più discreta, e pure lui in fondo non si era mai arreso. Ma Kaori non si era più fatta viva. E lui aveva fallito.l’indagine più importante della sua vita e lui aveva fallito.  E così continuavano a passare le sue giornate, in preda ad emozioni contrapposte che si alternavano come in un circolo vizioso, senza che lui potesse farci nulla. Con tono più calmo riprese.
“Scusami, sono stato brusco, ma non intendo lavorare a nessun caso”
“e invece questa volta mi aiuterai Ryo, perché se non l’hai capito, Kaori non è l’unica persona su questa terra” ribatte lei con tono duro “ce ne sono altre che potrebbero morire se non ti decidi a darmi una mano. Se inoltre consideri che sei totalmente al verde poi…”
“non ricordo nessun pagamento da parte tua, ne in denaro ne in altro… ma, se vuoi cominciare a pagarmi allora….” Le rispose con la bava alla bocca provando a tastarle le gambe
“non ho detto questo” e gli assestò un’altra ginocchiata “questa volta non sarei io a pagarti, ma i grandi capi, e in contanti” sottolineò seria sicura che lui capisse a cosa volesse alludere.
E infatti Ryo non tardò a capire.
“che cosa?!” i tuoi capi ci pagano? Non sanno proprio dove sbattere la testa allora.”
“esatto. Ci sono due assegni pronti per voi due e un altro per Mick Angel, che tra l’altro ha già accettato, in cambio dell’aiuto informale” e calcò sulla parola “che ci darete. Ovviamente questa cosa non dovrà in nessun modo trapelare” concluse accavallando le gambe.
“la faccenda si fa interessante, spiegaci i dettagli” intervenne Miki che fino a quel momento era stata ad ascoltare “perché ovviamente posso sapere anch’io di cosa si tratta” e guardò sospettosa la poliziotta.
“ovviamente” rispose Saeko prendendo la ventiquattrore che aveva con se “avvicinatevi che vi spiego i dettagli” continuò mettendo sul bancone diverse foto.
I tre si avvicinarono con l’attenzione alle stelle.
“chi sono queste persone?” domandò Miki con sguardo truce 
“chi erano vorrai dire” la corresse Saeko . “ Non conosciamo la loro identità. Sappiamo solo che appartenevano ad un’organizzazione. Abbiamo trovato i loro cadaveri disseminati in punti sparsi del Giappone, ma fonti certe ci dicono che ne sono stati trovati altri in almeno due continenti diversi, e neanche troppo recenti.
“cosa sapete di quest’organizzazione?” domandò Umibozu
“molto  poco purtroppo. Sappiamo solo che recluta giovani e li sottopone ad un’ addestramento, per poi utilizzarli per i loro scopi”
“un po’ come l’armata nera insomma” intervenne Ryo, suscitando un po’ di disagio nelle due donne con quell’affermazione visto che era un chiaro riferimento a Kaori e visto che negli ultimi tempi loro, come un tacito accordo, evitavano di nominarla.
“non esattamente Ryo” lo corresse Saeko “perché, se l’armata nera rapiva una ragazza già preparata all’uso delle armi e la metteva sotto controllo ipnotico servendosi poi di mercenari, quest’organizzazione punta su giovani che si sottopongono di loro iniziativa al loro addestramento e che una volta addestrati diventeranno membri attivi dell’organizzazione e addestreranno a loro volta”
“come fai a sapere con certezza che tutti i morti trovati sono della stessa organizzazione?” domandò seria Miki
“se hai osservato le foto devi aver notato un particolare che hanno in comune”
“parli dello scorpione?”
“si Miki proprio di quello”
“è il loro marchio quando uccidono suppongo” intervenne serio Umibozu
“non esattamente. È il loro marchio, questo si, ma non lo usano quando uccidono come segno del loro passaggio. Le nostre indagini ci portano a credere che quelle persone siano state marchiate da vive. Crediamo in pratica che sia il loro segno di appartenenza al gruppo e di riconoscimento. Le persone trovate morte dovevano appartenere già all’organizzazione ma probabilmente hanno tradito in qualche modo o non erano più utili e quindi sono state eliminate”
“da vive?” esclamò Miki osservando l’orrendo scorpione sulla schiena dell’uomo nella foto “Mio Dio, è orribile. Però i marchi sono diversi2 continuò prendendo altre foto “alcuni lo hanno su un polso, altri lo hanno su entrambi e uno li ha addirittura sia sui polsi che sulla schiena”
“noi crediamo che sia un loro modo di stabilire le gerarchie”
“quindi quello che li ha tutti e tre è il loro capo” concluse  Ryo.
“esatto”
“ma perché li hanno uccisi e a quando risalgono queste morti Saeko?”
“posso darti informazioni solo sui ritrovamenti dei corpi Ryo; questi due” disse indicando due foto “ sono stati trovati un anno fa, mentre gli altri sono più recenti. Quanto al perché sono stati uccisi, come ho detto prima, possiamo solo ipotizzare. Non sappiamo neanche con certezza se sia stata la stessa organizzazione ad ucciderli. Riguardo ai cadaveri di un anno fa siamo propensi a credere che siano morti in una delle loro missioni. Quelli più recenti invece potrebbero essere morti al loro campo di addestramento e poi fatti ritrovare altrove. Siamo in alto mare insomma”
“c’è la possibilità di morire al loro addestramento?” domandò sorpresa Miki
“più di quelle che pensi. Anzi probabilmente sono di più quelli che muoiono rispetto a quelli che sopravvivono al completamento dell’addestramento a cui vengono sottoposti.”
“ma perché la polizia si muove solo ora?” esclamò Miki alterandosi “se quei morti risalgono ad un anno fa?”
“la polizia se ne sta occupando da molto tempo Miki. Si può dire che addirittura Jeff lavorò al caso. Solo che allora quest’organizzazione era piccola e poco pericolosa. Non pensavamo che durasse in realtà. Ora invece la situazione è preoccupante ed è venuto il momento di agire. Abbiamo sempre più informazioni e per questo è stato chiesto il vostro aiuto.. ed è sempre per questo che  anche l’FBI lavora al caso.”
“L’FBI collabora con voi?” domandò sorpreso Umibozu
“si. All’inizio non erano propensi allo scambio di informazioni. Ma ora hanno cambiato idea e sono diventati più collaborativi visto che abbiamo un’occasione unica per incastrarli”
“e quale sarebbe?” si intromise Ryo
“sappiamo per certo che si sono spostati in Giappone, ma non sappiamo dove”
“in Giappone? E come avete fatto a non trovarli ancora?” domandò sorpresa Miki
“per questo abbiamo chiesto il vostro aiuto. Inoltre a breve dovrò incontrare una persona che non conosco e che, secondo i piani altri, ci porterà le informazioni decisive per incastrarli. Un aiuto esterno per  usare il suo nome in codice usato per lui o lei sulle carte in cui è archiviato il caso. Fino ad ora sono stati astutissimi, ma noi lo saremo ancora di più. Per stasera è tutto. Ci vediamo domani mattina a casa di Ryo per i dettagli”
“non ho detto che ho accettato”
“e da quando rifiuti un caso di Saeko?”
Non si erano accorti che qualcuno era appoggiato con la schiena sullo stipite della porta d’ingresso del locale con le braccia incrociate e un sorriso furbo in viso. Ma soprattutto ci misero un po’ a realizzare chi fosse la persona che aveva parlato.
Solo Ryo riuscì a dirlo a voce, ma forse più rivolto a se stesso che agli altri.
“Kaori”.
  

  
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