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Autore: micia95    08/09/2011    3 recensioni
La scuola è finita, come continuerano le vite dei ragazzi della Special A? In particolare quelle di Hikari e Kei, il quale deve andare a Londra ora che si è diplomato?
E' la prima volta che scrivo in questa sezione, spero che la mia storia non sembri banale.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei dare un avvertimento, negli "Avvertimenti" ho inserito OOC, l'ho fatto perchè ho cambiato un po' il carattere dei personaggi ma non fino a stravolgerli completamente.

ULTIMO GIORNO-PROPOSTA

Una fila di sette ragazzi si mise in posa per la foto di fine anno.

Kei Takishima.

Hikari Hanazono.

Jun Yamamoto.

Megumi Yamamoto.

Tadashi Karino.

Akira Toudou.

Ryuu Tsuji.

La Special A, la “classe” composta da i primi sette ragazzi della scuola. Tutti i giorni si ritrovavano nella serra a prendere il the, e tra litigi, sfide, scherzi, incomprensioni, problemi si susseguivano le loro giornate di adolescenti.

Ma adesso…adesso era tutto finito. Si erano diplomati e ognuno avrebbe preso una strada diversa e si sarebbero separati. Questi erano i tristi pensieri di Hikari Hanazono mentre sorrideva davanti alla macchina fotografica.

“Adesso il the!” esclamò tutta felice Akira mettendoli a sedere intorno al solito tavolino. Pochi istanti dopo arrivò con un carrellino da cui prese le tazzine da the e le mise davanti a ognuno degli amici; poi prese anche i biscotti e i dolcetti che aveva preparato per quell’ultimo giorno.

Tadashi si buttò letteralmente sui dolcetti ma prima che potessi mangiarli, Akira glieli strappò di mano rimproverandolo per l’ingordigia e la poca eleganza. Mentre i due litigavano Hikari li guardava assorta.

Le sarebbe mancato anche questo. Si chiese quando ancora avrebbe potuto vedere i loro litigi nonostante stessero assieme.

Solo quando non sentì più volare una mosca alzò lo sguardo dalla tazzina e si accorse che tutti –tranne Kei che stava sorseggiando tranquillamente il suo the con un libro in mano- la stavano fissando.

“C’è qualcosa che non va Hikari?” lesse sul quaderno di Megumi.

“Hikari! Che cosa ti ha fatto? Eh, Kei? Che cosa hai fatto al mio fiorellino?” gridò Akira abbracciando di slancio Hikari come a proteggerla.

“Sei sicura di sentirti bene?” ripeté Ryuu accarezzando un criceto.

“ Sì. Perché?”

“Ti ha chiamato < Signorina Numero Due >” spiegò Tadashi indicando Kei che stava allegramente leggendo il libro.

“Come ti permetti Takishima? Non chiamarmi Signorina Numero Due!!!!” urlò Hikari su tutte le liberandosi dall’abbraccio di Akira e alzandosi in piedi.

Le sarebbe mancato anche questo. Le prese in giro di Kei. Kei le sarebbe mancato. Lo sapeva bene: Kei sarebbe andato a Londra con Aoi, glielo aveva detto due anni prima. Fino al diploma rimaneva in Giappone, poi sarebbe andato Londra.

“Secondo me dobbiamo fare qualcosa, in grande stile, per festeggiare” propose Jun.

“Sì, è una grande idea!” si infervorò Hikari, adorava divertirsi e ancora di più divertirsi insieme agli amici.

“Propongo di andare al nuovo Luna Park” disse Ryuu mentre accarezzava il suo animaletto.

“Sì! E’ un’ottima idea! Perché non invitiamo anche Sakura e Yahiro?” disse entusiasta Hikari. Sarebbe stato magnifico trascorrere una giornata tutti insieme come ai vecchi tempi.

“Co… cosa?” esclamò imbarazzato Jun.

“E’ un’ottima idea!” scrisse Megumi sorridendo. Non vede l’ora di passare un po’ di tempo assieme al fidanzato e ai suoi amici.

“Allora è deciso! Domai tutti al Luna Park!” esclamò Hikari al settimo cielo.

La giornata trascorse come al solito, come se non fosse l’ultima, come se ci sarebbero stati tanti altri giorni da passare assieme, tante altre sfide, tante altre battute, tanti altri pranzi, tanto altro. Ma Hikari sapeva bene che non era così, e il suo cuore era stretto in una morsa dolorosa.

***

Era sera, sarebbe dovuta tornare a casa, ma aveva paura che lasciando la serra avrebbe lasciato i ricordi e gli amici  per non vederli mai più. Seduta al suo posto si guardava intorno ricordando scene passate, il sorriso sui volti di tutti come se stesse succedendo il quel momento.

“Hikari” la chiamò una voce. La sua voce.

“Kei” disse sobbalzando. Lo aveva chiamato per nome, lo faceva in rarissime occasioni e, se lo faceva, c’era un motivo. In quell’occasione il motivo non c’era; forse sentiva già nostalgia di lui, sebbene non fosse ancora partito. Chiamandolo per nome forse pensava che sarebbe rimasto, che avrebbero tutti avuto più tempo per rimanere insieme.

Lui rimase sorpreso ma si avvicinò alla ragazza che fuggiva il suo sguardo.

“Hikari, dopodomani partirò per Londra con l’aereo delle otto.” Fece una pausa per vedere l’effetto delle sue parole. Hikari strinse i pugni lungo i fianchi. Come aveva immaginato.

 “Vieni con me” proseguì. Hikari alzò di scatto la testa e Kei poté vedere alcune lacrime rimaste intrappolate nei suoi occhi.

“Non devi rispondermi adesso. Pensaci, io ti aspetterò” Detto questo se ne andò lasciandola sola, al buio, con i suoi sentimenti contrastanti e mille pensieri che le scombussolavano la testa.

 

  
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