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Autore: A g n e    08/09/2011    6 recensioni
Eccomi di ritorno con una Furt, stavolta. Beh, insomma, QUASI Furt.
Kurt è giù di corda e Finn fa il fratello maggiore consolatore.
Enjoy!
-Dannazione, Hummel, esci subito da lì o darò fuoco al tuo poster di Lady Gaga!
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Finn Hudson, Kurt Hummel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Pairing: Finn/Kurt (nel più profondo amore fraterno e no, Joey, niente p0rn)
Beta: la pervertita (ma pur sempre adorabile creatura) di cui sopra. La mia prima beta, awww *manda amore*
Summary:Un grugnito, proveniente dai recessi dalla pacchianissima coperta patchwork in cui il giovane si era sepolto, fu l’unico segno che Kurt Hummel era ancora vivo. Finn sospirò.
Note: fluff e zucchero a colate, proprio. Amanti del Furt, accontentatevi: Kurtino sarà di Blaine a tempo debito, e Finn è un adorabile fratellone etero, checchè ne dica quella debosciata della mia beta. Ultima nota: benedetti i Beatles. Benedetti, benedetti gli Scarafaggi.


A Joey, perchè in fondo se lo merita. Molto in fondo.

Two of us

-Kurt.

Un grugnito, proveniente dai recessi dalla pacchianissima coperta patchwork in cui il giovane si era sepolto, fu l’unico segno che Kurt Hummel era ancora vivo.

Finn sospirò.

-Kurt.

Questa volta l’interpellato non si sprecò nemmeno a mugolare qualcosa.
Si mosse di scatto, giusto per raggomitolarsi più stretto sotto le coltri, e perseverò nel suo imperterrito silenzio.

-Kurt Hummel, vieni fuori di lì!

Finn era abituato ai continui sbalzi di umore del fratellastro, anche se la sua proverbiale mancanza di pazienza lo portava a mal sopportare il muso lungo di Kurt, che, chissà perché, quella sera sembrava deciso a dar fondo alla riserva di bontà del quarterback.

-Dannazione, Hummel, esci subito da lì o darò fuoco al tuo poster di Lady Gaga!

La minaccia ebbe effetto. Kurt fece capolino dalla coperta e guardò con aria torva Finn, che sorrise e si sedette sul letto.

-Beh, eccoti qui. Vuoi dirmi cos’è successo o no?

Kurt accarezzò per un momento l’idea di spiegare a Finn il perché del suo cattivo umore.
Spiegarli cosa volesse dire essere giudicato continuamente per una cosa che non aveva certo scelto lui, spiegargli quanto fosse difficile fingere di non sentire gli insulti, spiegargli quanta fatica si facesse a tirare fuori dall‘armadio la maglietta attillata piuttosto che quell‘anonima e decisamente più tranquillizzante felpa monocolore.
Ma Kurt sapeva quanto in fretta ci si potesse dimenticare di lui e di quello che passava: i lividi procurati contro l’armadietto erano nascosti dalla maglietta e le voci non lasciavano tracce.
In fin dei conti era più semplice, molto più semplice, concludere che Kurt Hummel esagerasse: tutti i membri del Glee club erano dei “Losers”, perché avrebbe dovuto essere diverso, per lui?
Per cui, pro bono pacis, biascicò in risposta:

-Niente.

-Certo. E io sono Katy Perry.

Se c’era una cosa che Kurt non sopportava, era che qualcuno tentasse di farlo ridere mentre era arrabbiato, soprattutto visto che aveva serie difficoltà a rimanere imbronciato a lungo.
Appena ridacchiò e abbassò un poco le difese, Finn ne approfittò per scivolare sotto la coperta e iniziare a fargli il solletico.

-No! Finn, no! Il solletico no! Questo è sleale! Hudson, sei una persona orribile!

Ma per Kurt cercare di sfuggire al fratellastro era pressoché impossibile; Finn, in un moto di clemenza, smise col solletico, ma non lasciò andare Kurt, stringendolo forte a sé.

-Allora? Me lo dici, adesso, cos’hai?

Kurt distolse lo sguardo dagli occhi di Finn, si mordicchiò il labbro e per un attimo non rispose.

-È che… è che non è sempre facile essere me, Finn. Specie quando sono l’unico… l’unico…

Finn sorrise. Si chinò sul fratellastro e strofinò il naso contro il suo, poi replicò:

-Lo so, Kurt. Ma tu sei una persona speciale, e questo mondo così normale non sarà mai abbastanza per te. Devi metterlo in conto.

Kurt aggrottò le sopracciglia.

-Come consolatore lasci molto a desiderare, sai?

-Ma come ti permetti?!-, sbottò Finn, assestandogli un colpo a tradimento sui fianchi, ma ridendo sotto i baffi.

Kurt sogghignò.
Poi si raggomitolò contro il quarterback e mugolò qualcosa che assomigliava a un “grazie”.
Finn lo strinse forte ancora una volta.

-Sei splendido come sei, Kurt. Non lasciare che nessuno -nessuno- ti convinca del contrario.
-Ti voglio bene, Finn- sussurrò l’altro, contro le pieghe della sua maglietta.
-Anch’io, piccoletto-, replicò. Pur sapendo bene di suonare estremamente zuccheroso, aggiunse: -E non ti lascerò mai da solo. Mai.-
Poi, per buona misura, aggiunse un bacio sulla fronte.

-Ma che non diventi un’abitudine, Hummel.
-Così mi togli tutto il divertimento, Hudson.

Finn valutò la possibilità di soffocarlo sotto la coperta, liberandosi contemporaneamente di lui e di quell’orrendo prodotto d’artigianato. Poi incrociò gli occhioni sorridenti del fratellastro, e decise che avrebbe anche potuto sopportarlo ancora per un po’.

   
 
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