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Autore: LelleLaFolle    09/09/2011    10 recensioni
[Skip Beat!]
Con il volto affondato nel morbido groviglio di lana, intriso del dopobarba muschiato di Ren, Kyoko si rese conto che quello “scambio di saliva” non era poi così male.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È una questione di sapori
 
Kyoko Mogami era seduta su quella panchina da più di un’ora, ormai, e non aveva ancora avuto quel tanto atteso – per non dire implorato – colpo di genio nel quale riponeva le sue ultime speranze.
Stava per rinunciare e gettare via la spugna, quando una voce ben conosciuta la fermò dall’abbandonare quella scomoda asse di legno:
 « Mogami-san? ».
Sussultò, colta di sorpresa.
 « Tsuruga-san ».
L’attore le sorrise cordialmente, occupando lo spazio libero accanto al suo.
Ancora una volta Kyoko poté constatare quanto fosse di bell’aspetto ed affascinante; un semplice cappotto scuro e un paio di jeans non potevano stare bene a nessuno come stavano bene a lui. Non a caso era il suo lavoro risultare attraente con qualsiasi abbigliamento avesse addosso.
 « Mogami-san, cosa ci fai qui? »
La ragazza distolse lo sguardo dal pomo d’adamo che si intravedeva sotto la sciarpa, ripromettendosi di non distrarsi troppo da quell’attrazione che ultimamente l’attore esercitava su di lei.
 Deve essere la confusione del momento, pensò. Sì, non c’era altra spiegazione.
 « Sono venuta a prendere una boccata d’aria, l’inverno sta per arrivare ma, nonostante il freddo, non riesco a stare chiusa dentro uno studio per tutto il giorno », mentì.
Ren annuì, mentre una nuvoletta di vapore sfuggì dalle sue labbra a conferma di quelle parole.
Nel giro di pochi giorni la temperatura si era abbassata drasticamente, lanciando tutti nella disperata ricerca dei maglioni riposti infondo all’armadio. Lo stesso Ren, per quanto indossasse i guanti, aveva le mani gelate al di sotto di essi.
 « E tu, Tsuruga-san? », gli chiede la ragazza, « Perché sei qui? ».
 « Siamo usciti per fare delle riprese all’esterno e il set è qui vicino, al momento il regista ci ha concesso un’ora di pausa ».
Kyoko rispose con un semplice “Oh” e tornò a perdersi nei suoi pensieri.
Mentre la ragazza sembrava avere la mente altrove, Ren approfittava di quel momento per osservarla.
Da quando l’aveva vista la prima volta, all’agenzia, si era fatta molto più carina. Inoltre il freddo pungeva quelle guance nascoste dal bavero del cappotto, tingendole di un rosso acceso come la punta del naso. Gli venne da ridere paragonandola ad un’immagine di Rudolf, ma si trattenne per decoro. Rimaneva comunque molto, molto carina.
 « Mogami-san, è successo qualcosa? » domandò, circospetto.
Era particolarmente tranquilla quel giorno, caratteristica che proprio non le si addiceva.
Kyoko scosse la testa, ma non aggiunse altro.
Perdendo un po’ del suo buon umore, Ren si piegò in avanti per vederle meglio il volto accigliato.
 « Se c’è qualche problema è inutile nasconderlo ».
La ragazza si concesse qualche altro secondo di silenzio, prima di confessargli le sue preoccupazioni.
Prese un profondo respiro e…
 « Devo baciare un ragazzo ».
Pessimo inizio!
Per poco Ren non si strozzò con la sua stessa saliva!
Tossì leggermente e si ricompose, in modo che non trapelasse alcuna emozione dal suo volto allenato a fingere.
 « Puoi spiegarti meglio, Mogami-san? »
 « Vedi, nel film per cui sto lavorando la protagonista si innamora di un suo amico d’infanzia che rivede dopo molti anni; fra le scene finali è prevista anche la presenza di un bacio che si scambiano i due personaggi. Certo, non c’è più il problema del primo bacio – sempre se quello di Shou si può considerare tale -, ma si tratta pur sempre di uno scambio di saliva! ».
Ren non poté fare a meno di sbattersi una mano sulla fronte in modo decisamente teatrale.
 « Mogami-san, con quel “scambio di saliva” hai tolto tutto il romanticismo riposto in un gesto vecchio di secoli » commentò con rassegnazione.
Le guance della ragazza arrossirono ancora di più.
 « Bé, al momento, è l’unico modo in cui lo vedo » sussurrò piano, quasi inudibile.
Ren sospirò.
Già, si era quasi dimenticato che Mogami-san era praticamente incompatibile con quel fattore emotivo chiamato “Amore”.
 « Quindi ti imbarazza la scena del bacio? » utilizzò il tono più affabile e comprensivo che aveva.
Kyoko annuì, nascondendo la bocca nel morbido collo del dolcevita nero tirato su, fin sopra il mento.
 « Dato che il primo è stato un completo disastro, speravo almeno nel secondo e non mi piace per niente l’idea che questo sia finto. Inoltre è piuttosto eclatante il fatto che io non abbia la minima idea di come si bacia ».
Ren forzò una risata innaturale per nascondere la sua frustrazione.
Neanche a lui andava tanto a genio questa cosa.
 « Mogami-san, non dovresti neanche pensarci al saper o non saper baciare, è una cosa che dovrebbe venire naturale. Per quanto riguarda il tuo secondo bacio, ti posso solo consigliare di darlo il prima possibile alla persona che veramente desideri, invece che a un attore qualsiasi », mentre parlava strinse i pugni così forte da sentire la pelle delle nocche tendersi sopra le ossa.
Dio, si stava scavando la fossa da solo!
Kyoko sgranò gli occhi a quella proposta.
Non aveva la minima idea a chi dare quel fatidico bacio e, se per questo, non se la sentiva neanche.
Ma, a questo punto, avrebbe preferito di gran lunga darlo a un comune conoscente, piuttosto che a un completo sconosciuto. Ancora di più, avrebbe voluto darlo a Tsuruga-san, se solo ciò non avesse compromesso il loro rapporto a vita. Perché era certa, anzi, sicura, che dopo l’attore le avrebbe rivolto ancora una volta uno di quei suoi sorrisi falsi ed eccessivamente luminosi.
Sì, perché Ren Tsuruga era troppo gentile per respingere con disgusto il bacio di una ragazzina; ma anche quel sorriso avrebbe fatto male a Kyoko, terribilmente male.
Dal canto suo, Ren si stava torturando a sangue l’interno della guancia al solo pensiero che ancora una volta qualcun altro – qualcuno che non fosse Lui – l’avrebbe dovuta baciare.
Quando sarebbe arrivato il suo turno? Doveva per caso prendere il numero e attendere pazientemente in fila? Cavolo, no!
Ne aveva abbastanza di sentirsi così dannatamente geloso!
Ignorando completamente la razionalità e il suo buon senso, si sfilò con i denti i guanti di pelle.
 « Perdonami, Mogami-san » disse, poco prima di prenderle il mento con la mano nuda e voltarlo dalla sua parte.
Kyoko non ebbe il tempo di riflettere, figuriamoci di respingerlo! Inoltre, la volontà di farlo non c’era proprio.
Le venne la pelle d’oca nel sentire la pelle fredda dell’attore a contatto con la sua guancia calda, una sensazione decisamente piacevole.
Ren le abbassò il collo del dolcevita e si avvicinò pericolosamente alle sue labbra. I loro respiri veloci, l’uno contro l’altro, formarono altre nuvolette che scivolavano via sopra le loro teste, come rondini in volo.
L’uomo si beò di quella breve frazione di serenità, assaporandone tutte le sfumature dolciastre, prima di avventarsi sulla sua bocca.
Inizialmente fu delicato, il primo tocco constatò soltanto un leggero sfioramento, ma non ci mise molto per andare a fondo. Si accanì con più determinazione su quelle labbra seducenti, lambendole con forza e delicatezza, con energia ed eleganza. Ciascun movimento di vigore era contraddistinto da un sottofondo di pura gentilezza.
Le mordicchiava leggermente il labbro inferiore, passando la lingua sui segni invisibili dei denti, e poi continuava a mordicchiarlo. Giocò così per diversi istanti, prima di premere su quella linea serrata, invitandola a dischiudere le labbra.
Con sua grande sorpresa, lei lo accontentò.
Quello che Mogami-san aveva chiamato “scambio di saliva” era in realtà estremamente erotico, e romantico. Non poteva neanche immaginare nelle sue più lontane fantasie perverse una cosa del genere.
Le stava letteralmente mandando a fuoco la bocca.
Si aggrappò con le mani tremanti alla sciarpa di lui, attirandolo ancora più vicino a sé, finché non ci fu nemmeno un centimetro a separarli.
Ren portò le braccia dietro di lei, stringendole le ciocche dei capelli corti fra le dita e accarezzandole con l’altra mano il collo scoperto al disotto della nuca.
 Dovunque lui la toccasse, o semplicemente la sfiorasse, Kyoko sentiva la pelle formicolare piacevolmente.
Quando lui finalmente si decise a liberare dalla sua tortura quelle labbra, ora rosse e bramose, sentì un vago senso di nostalgia. Ma questo venne quasi subito sostituito dallo smarrimento più totale mischiato a un euforia sorda e costante.
Kyoko si sentiva come Alice nel Paese delle Meraviglie. Incantata.
Si leccò lentamente le labbra, in un gesto che non riteneva affatto malizioso – a differenza di Ren -, mentre quest’ultimo la osservava, pentendosi di averla lasciata andare così presto.
Ci sarà una seconda volta, e una terza, e un’altra ancora. Tentò di consolarsi, per quel poco che poteva.
Ma ora il problema era un altro.
Stava per arrivare il momento difficile, quello che entrambi temevano e non avrebbero voluto affrontare.
Per evitare che il silenzio, e con esso la realtà, li raggiungesse, frantumando la fragile cupola di cristallo in cui si erano nascosti; Ren si sfilò la morbida sciarpa e vi avvolse il collo di lei, eliminando sul nascere qualsiasi principio di imbarazzo.
 « Fa freddo » fu l’unica cosa che disse, come per giustificarsi.
La ragazza annuì e si ricompose velocemente, per poi correre via.
Mentre ripercorreva il sentiero sterrato che portava fuori dal parco, l’idea le balenò in mente, veloce ed efficace: bastava immaginare Tsuruga-san al posto del suo collega. Basta che pensasse ad oggi.
Con il volto affondato nel morbido groviglio di lana, intriso del dopobarba muschiato di Ren, Kyoko si rese conto che quello “scambio di saliva” non era poi così male.
Nel frattempo Tsuruga-san, ancora seduto sulla panchina, si stava rimettendo i guanti, sentendo di nuovo il freddo pungente sulla pelle dopo che la scarica di adrenalina aveva esaurito il suo effetto, e, soddisfatto, sorrideva compiaciuto di se stesso.
Aveva giocato su quelle labbra abbastanza a lungo da lasciarvi impressa sopra la sua impronta.
Se anche quel maledetto attore l’avesse baciata, non sarebbe certo stato in grado di assaporare il delizioso retrogusto zuccherino di Mogami-san.
D’altronde, lui lo sapeva bene. Era tutta una questione di sapori
 
   
 
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