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Autore: F13    09/09/2011    3 recensioni
"Per gli aristocratici che popolavano il paese, i figli del signore del fuoco erano una visione rara, quasi leggendaria"
Piccolo esperimento per descrivere un momento post serie in cui apparirrano nell'ordine: Mai, relativi figli, aristocratici snob e eccessi di galateo.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mai, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi: Mai,OCinutile,Altri OC spero un po' meno inutili
Beta: Dantah Kuruccha ( si ne ho disturbate addirittura due di persone per questa storia ç_ç)
Parole:1599
Rating: verde
Time line: Tremendamente POST SERIE, una manciata di decadi in più e nasceva Korra
Paring: Io, come sempre, vivo di Canon, quindi se non fosse abbastanza palese, Mai/Zuko e, sebbene non nominati in realtà: Katara/Aang e Suki/Sokka

Discaimer: Nickelodeon e relativi autori detengono ogni diritto su qualunque personaggio di avatar io abbia nominato da Appa fino alle paperetartaruga.
purtroppo non posso rifilare ad altri la colpa di aver inventato i miei OC. Quindi, quanto trovere fra poco, che già non conoscevate, è meramente colpa mia °_°
( e ne ho a volontà di colpe eh °_° sopratutto verso la progenie di Sokka nonostante questa appaia per mezza parola)

Varie che precedono il resto: Questa storia mi causa profonde perplessità, ma ora lascio a voi il giudizio.
 

 

La Tigre e i Suoi Cuccioli
 

Per gli aristocratici che popolavano il paese, i figli del signore del fuoco erano una visione rara, quasi leggendaria.  
Anche fra personaggi altolocati non erano stati molti coloro che, fuori da alcune rigidissime cerimonie  ufficiali, avevano avuto occasione di avere un incontro con il re o con la regina alla presenza degli eredi al trono.

Di conseguenza sia le dame aristocratiche arroccate nei loro eleganti salotti, sia  insigni militari, in meno frivoli luoghi di ritrovo, saltuariamente condividevano l'occupazione di interrogarsi sulla prole di quel re così giovane e dallo strano passato.
Passato che loro, ovviamente, non osavano mettere in discussione, ma che si prestava bene a disquisizioni su onore, gloria e rivalsa che, anche dopo tanti anni dalla fine dei conflitti, ancora infiammavano la nobiltà di quella terra. 

E , si sa, i pettegolezzi portano alla nascita di voci discordanti. Le opinioni dei pochi che erano riusciti a incontrare la principessa e il giovane principe, fuori dal cerimoniale delle apparizioni pubbliche, erano più che mai varie.
Sembrava che i figli del sovrano fossero un impeccabile modello di educazione e compostezza, ma, a voce più bassa e solo a persone fidate, per non rischiare di essere accusati di calunnia, siraccontava anche di alcune stranezze.
C'era chi giurava di aver visto, per caso,  la giovane principessa arrampicarsi inelegantemente sui rami di un pesco nei cortili della reggia; altri di aver assistito, al rientro di una trasferta politica, il giovane principe travolgere il padre fino a farlo cadere nel corrergli incontro per salutarlo.



La  moglie del governatore delle regioni meridionali del regno rabbrividì nel profondo della sua rigida educazione all’etichetta, quando due bambini entrarono correndo nell’atrio dove l’altera e compostissima regina la stava accogliendo.
Brividi che non poterono che accentuarsi nel rendersi conto che quei due screanzati altri non erano che i principi ereditari. Non solo il piccolo Lu ten, ma anche la principessa Ursa. Che comportamento vergognoso.
 
La donna osservò di sottecchi i bambini, giudicandone con silenziosa disapprovazione i modi e l’aspetto scarmigliato. I vestiti di entrambi tradivano macchie di erba e polvere che denunciavano corse nel cortile e giochi al bordo del laghetto ornamentale all’interno del palazzo.
Quasi provò pena per la giovane regina, sicuramente in profondissimo imbarazzo per quell’incresciosa circostanza a cui lei stava assistendo, ma la regina, nonostante la poca creanza dei figli,  non si scompose minimamente al loro ingresso e nemmeno al sentirsi chiamare ripetutamente e solo “Mamma”, senza alcun rispetto dell’etichetta, oltretutto a voce indecorosamente alta.
 
Cerimoniosamente Mai, si scusò brevemente con la donna  per l’interruzione della loro conversazione e si avvicinò di qualche passo  ai figli.
I principi ereditari stavano di sicuro per ricevere una notevole strigliata e un severo rimprovero per la loro eclatante mancanza di etichetta. La Nobildonna pregustò la scena e, soprattutto, accarezzò con piacere l’idea di poter riferire quel gustoso pettegolezzo negli eleganti salotti di altre aristocratiche dame del fuoco.
Rimprovero che però tardava ad arrivare, i bambini , infatti, proseguivano a  parlare con la madre in torno informale e brioso.
 
 – Mamma, sono arrivati  lo Zio Sokka e lo Zio Aang – era stata la principessa Ursa a parlare con voce chiara e squillante, facendo fremere l’ospite, non solo di disapprovazione, ma anche d’invidia, per via della familiarità che la bambina rivolgeva al signore degli elementi.
 – Ci sono anche Tseren e Dao, possiamo andare con loro a fare un giro su Appa? Ti prego- implorò il principe Lu Ten interrompendo la sorella e unendo le mani in preghiera, fissando la madre.
 

Mai  si abbassò leggermente per essere all'altezza dei figli,  ignorando deliberatamente le espressioni di disappunto che si rincorrevano sul viso dell’ospite alle sue spalle
- Andate pure, ma lasciate che sia Tseren a condurre Appa. Non voglio sentire storie -  disse, per poi rivolgersi alla figlia in tono perentorio -Ursa, bada che tuo fratello non si accapigli con Pian Dao questa volta. Li voglio entrambi privi di lividi quando tornate - Le proteste della principessa si estinsero sul nascere nel ricambiare lo sguardo categorico della madre.

La regina si rialzò e, scostandosi dai bambini, tornò a rivolgersi all’ospite rimasta immobile per tutto il tempo della conversazione
Vogliate scusarmi per la mia scortesia e prego venite, vorrei presentarvi i miei figli - Propose, tornando formalissima e impeccabile.
 
La donna si mosse titubante a quella proposta, certo le veniva concesso un grande onore, erano pochissimi i nobili del regno che potevano vantarsi di essere stati presentati ufficialmente ai due eredi al trono della nazione del fuoco, ma quei due bambini le apparivano eccessivamente concreti rispetto a quelli a cui era abituata, piccoli adulti silenziosi, ombra e accessorio dei genitori ai ricevimenti.
Nel suo intimo la donna stava associando i due principi quasi a ragazzini della plebe, privi di qualsivoglia educazione.
Troppo impegnata a dissimulare ogni traccia di disappunto e a scegliere le parole con le quali dirsi onorata  della proposta della regina,  per un istante distolse completamente l'attenzione dai bambini e  concentrò lo sguardo sulla figura di Mai, che attendeva una sua risposta.
E quando, dopo aver fatto aleggiare qualche vaga formula di cortesia nella stanza, riportò lo sguardo sui due eredi al trono era palese che i due principi avessero approfittato della sua disattenzione per rassettarsi rapidamente i vestiti.
Ora attendevano, perfettamente composti, di avere  la completa attenzione della donna aspettando il momento di presentarsi, sfoggiando una postura e una compostezza perfettamente degna di un membro della famiglia reale.
Quel cambio repentino di atteggiamento disorientò per un attimo la donna, lasciandola per un istante inelegantemente a bocca aperta in un vagito di frase non pronunciata.

Mai non sembro prestare attenzione allo sconcerto della sua ospite e introdusse i due bambini indicando prima la figlia maggiore come voleva l’etichetta.
-Onorata di conoscervi- iniziò la ragazza, in tono formale e misurato, giungendo le mani in un impeccabile e elegante saluto corredato da un lieve inchino - Spero che l'intrusione mia e di mio fratello non abbia disturbato troppo il vostro colloquio con nostra madre - Si scusò, fissandola con uno sguardo in cui si poteva leggere sincera apprensione e indietreggiando di un passo per lasciare spazio al fratello.
-Onorato – Confermò cerimoniosamente a sua volta il più piccolo e dopo aver rialzato il capo aggiunse - Mi auguro che la permanenza qui a palazzo sia stata di vostro gradimento, vi siete trovata bene? - Domando il bambino più piccolo  puntando enormi occhi marroni sulla figura della donna attendendo da lei  risposta, la quale però tardava ad arrivare.

La signora, dimentica di tutte le norme di galateo da lei padroneggiate, era rimasta spiazzata dal repentino cambio di atteggiamento dei bambini e, attualmente, faceva bella mostra di una proverbiale faccia da pesce lesso; rimanendo in silenzio e non dando  segni di reazione ad una domanda che, in realtà, aveva a malapena sentito.

Dopo qualche secondo di immobilità, Mai, dietro un espressione completamente neutra, nascose qualche dozzina di commenti sarcastici e fuori luogo sulla reazione della donna e decise di sbloccare la situazione particolarmente ridicola che si stava creando.
 Si rivolse ai figli  concedendo alla sua ospite del tempo per ricostruire una facciata più adatta al suo rango.
 
 - Lu ten, Ursa, non disturbate ulteriormente la signora. Andate a chiamare Aang e Sokka, per favore. Dite loro che io e vostro padre li aspetteremo nella sala del The -  I bambini alle parole della madre annuirono semplicemente e rivolto  un  formale saluto di commiato in direzione dell’ospite della madre, scapparono correndo disordinatamente.


La regina osservò per un breve istante i due bambini correre via  e si concesse, non vista, un ampissimo ghigno prima di girarsi nuovamente in direzione della sue ospite, scusandosi per il fatto di non poterla intrattenere ancora a lungo, in quanto era tenuta a presenziare al colloquio con l'avatar e il capo della tribù dell'acqua del sud.

Accompagnandola presso l’ala del palazzo dove erano situate le stanze dedicate agli ospiti, Mai non poté fare a meno di ascoltare soddisfatta il silenzio che aveva preso posto al precedente chiacchiericcio riferito a fastosi ricevimenti a cui la sua ospite  aveva avuto occasione di partecipare, o del grande prestigio che il marito di lei aveva presso le popolazioni del sud.
In quegli istanti silenziosi, per poco non si fece scappare una risata di scherno, rischiando di distruggere la facciata di impeccabile padrona di casa, ripensando alle innumerevoli smorfie di fredda disapprovazione che si erano dipinte sul viso della sua ospite, terribilmente in contrasto con la faccia imbambolata che aveva esibito  poco prima, non riuscendo a rispondere al saluto di due bambini.

Sulla bocca di Mai, non visto, riapparve il ghigno di poco prima. Silenziosamente, gioì per la piccola rivalsa presa dai i suoi figli sulla spocchia ingessata tipica dell’aristocrazia. Non avrebbe permesso che nessuno di quei bambini fosse costretto, più del minimo necessario accettabile, ad assecondare tediosi e snervanti protocolli di buona educazione che invece avevano caratterizzato la sua infanzia.
 
E, mentre affidò la donna alle cure di una cameriera, allontanandosi dalle terribilmente noiose incombenze da padrona di casa, già pregustava la riunione con i loro amici: il the, le battute sarcastiche di Sokka su tutte le lungaggini burocratiche e sociali della nazione del fuoco e  la tipica innocenza di Aang nell’ignorare una buona metà di quelle consuetudini con una noncuranza senza pari, forte del fatto che nessuno ormai si sarebbe permesso  di rimproverare l’avatar.

Difficilmente i giorni successivi sarebbero stati  noiosi come il pomeriggio appena trascorso e, distrattamente, Mai si chiese come riuscire a presentare alla sua insopportabile ospite, tra un noioso ricevimento e l’altro, quei due modelli di galateo incarnati dall’avatar e dal capo della tribù dell’acqua meridionale, per il solo gusto di osservarne la reazione.


 

 Angolo dell'autrice
[leggasi anche: loft dedicato al delirio di una personalità bipolare]

 
Hum… parliamo un po’ di questa storia, che se lo merita parecchio in quanto ha subito una gestazione quasi da parto.

Le prime battute e tutta la struttura della cosa, infatti, hanno visto la luce in febbraio/marzo…
poi io sono sparita dalla circolazione per un po’; in seguito l’ho riletta, non mi è piaciuta; riscritta, ha continuato a non piacermi; è passata sotto le mani mie, di Dantah e di Kuruccha, è riuscita a continuare a causarmi perplessità ; ha subito ulteriori due settimane di ritardo causa “come diavolo chiamo il figlio di Aang???” correlando le relative votazioni e , infine,  è stata pubblicata.
 
Ora  questa fanfiction è qui e vi fissa con gli occhioni lucidi e lacrimosi in attesa di un vostro inclemente commento e giudizio. Quindi quando (e se) commenterete ricordate che questa storia ha già avuto un infanzia travagliata e non è stata troppo amata da chi l’ha concepita. Quindi non meriterebbe ulteriori maltrattamenti; io gliene ho già inflitti un sacco >.<
( in realtà criticate liberamente e spietatamente °_° me lo merito tanto, io , non la storia )


 
Andando a parare un po’ sul tema in sé,  avrei moltissimo da dire , per spiegare i perché e per-come dei comportamenti di Mai, dei figli e di chiunque e dare un minimo di senso a quanto ho scritto qui sopra.

Ma, senza scendere in prolissità eccessive e ampollose:
Tolto il fatto che su di Mai io sono pronta a scrivere un trattato di psicologia tanto sto rimuginando sul personaggio.
Secondo me Mai farebbe di tutto per evitare che i suoi figli crescano sotto la campana di vetro del galateo come è successo a lei, però è terribilmente irrealistico che i principi di un regno possano crescere liberi felici e privi di obblighi sociali e di rappresentanza.
Quindi questa storia nasce per descrivere come Mai scenda a patti, anche rispetto ai suoi figli, con le regole del aristocrazia che la esaltano poco ma con cui, sposando Zuko, dovrà convivere obbligatoriamente.
Per quanto riguarda invece la questione che di queste due creature , quasi nessuno sappia nulla,  anche qui mi sembra una cosa relativamente realistica, nella stessa serie vediamo che di Toph le persone comuni non sono nemmeno a conoscenza.
Quindi mi sembra lecito immaginare che, con un minimo di volonta da parte dei genitori, è più che possibile che le occasioni mondane in cui conoscere i figli vengano pressochè azzerate.

Per il resto è presente l'annosa questione della prole:
io mi sono fatta dei trip mentali delle dimensioni di gardaland sui figli dei protagonisti, ormai ste creature nel mio personale universo di pan di zucchero, hanno nomi, identità, personalità estese e loro personali ship ( si sono una persona con dei problemi e, evidentemente, tempo libero in eccesso)

In particolare qui appaiono a vario titolo i figli di Zuko e Mai e sono nominati, uno dei figli di Sokka e Suki ( Pian dao, sì era il figlio ) e il primo figlio di Aang e Katara ( Tseren).
Ora a tutte queste creature sono stati appioppati nomi ben umilianti( non per accampare scuse, ma, giuro, che non li ho decisi da sola XD) in particolare i figli di Zuko e Mai ereditano i nomi di altri membri della famiglia perché mi sembrava adeguato; nelle famiglie aristocratiche non è una pratica strana e , sebbene non ci sono altri casi frai membri della famiglia reale che conosciamo, la trovo una scelta ragionevole.
Se poi devo essere squisitamente lacrimosa, in quella famiglia sono sparite/morte, un po' di persone, la trovo una scelta abbastanza tenera, sopratutto per quanto riguarda Lu ten.

tutte queste belle parole per poi aggiungere che io ho problemi notevoli nell'inventare nuovi nomi per gli OC (si vedrà in seguito a che livelli) e ripiegare sui nomi ereditati mi ha salvato da un po' di problemi >.<

Pian dao? no, per Pian Dao si è trattato di mera crudeltà °_°


 

Per qualunque dubbio o critica sulle mie idee su quanto esposto scrivetemi  liberamente. Nemmeno io sono paladina delle mie ragioni XD parliamone verrà fuori sicuramente qualcosa di interessante >.<

 
Ulteriori informazioni che non sono di interesse alcuno:


Doverose delucidazioni in proposito del figlio di Aang, questa creatura che appare in una riga e mezza scarse, mi ha mandato in prostrazione mentale per un sacco di tmepo XD per giorni e giorni ( ammettiamolo: mesi) al posto del suo nome era segnata una parentesi che recitava [ciao figlio di aang ancora senza nome!]
 
Per dare un nome a questa creatura, spalleggiata da una santa donna (dantah) ho cercato una lista di nomi  in lingua tibetana ( e relativi significati) e ho implorato che qualcuno mi aiutasse a scegliere.
 
Quindi per coloro che avessero partecipato al magico “totoscommesse nome del figlio di Aang” seguono le relative votazioni che alla fine ho  biecamente concluso con un’estrazione di bigliettini fra i tre nomi con 2 voti >.< ( e un provvidenziale voto aggiuntivo di Kuruccha che legalizza il tutto XD)
 
Ariun [sacro]
Naran [sole]  2 voti
Oyun [saggio] 1 voto
Tseren [lunga vita] 2 voti (+ magico voto di Kuruccha)
Ulzii [prospero]
Tashi [buona fortuna] 2 voti
   
 
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