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Autore: Lim Poia    09/09/2011    5 recensioni
«Sai, gli angeli non hanno bisogno di dormire.» gli disse Castiel, sedendosi rigidamente sul bordo del letto e distogliendolo dai suoi pensieri.
«Lo so.» rispose, sorridendo. «Infatti non dormirai...»
Castiel lo guardò come sempre a metà tra lo spaesato e l'interdetto.
«E cosa dovrei fare quindi?»
Flashfic leggera e senza pretese, un breve ed ipotetico momento tra Dean e Castiel.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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What part of sex don't you understand?





A Chis,
perchè è sempre colpa sua
e perchè modificando una frase della canzone 'Raise Your Glass' di Pink, ha saputo dare un titolo a questo disastro che oserò chiamare Flashfic.





Una delle tante note negative del vivere viaggiando era sicuramente riposare nei Motel, non che in macchina fosse meglio, ma la sua Impala aveva decisamente un odore più gradevole.
Non sapeva spiegare bene il perchè, ma trovava i Motel tristi, tutti uguali. Stessa carta da parati, stessi letti scomodi, stesse tv risalenti agli anni '50 e... Stessa puzza. Non che fosse un tipo schizzinoso, tutt'altro, forse a parlare era solo la voglia di voler vivere in un luogo fisso, di voler una casa, una camera da letto, un bagno che fossero solo suoi.
O meglio loro.
«Sai, gli angeli non hanno bisogno di dormire.» gli disse Castiel, sedendosi rigidamente sul bordo del letto e distogliendolo dai suoi pensieri.
«Lo so.» rispose, sorridendo. «Infatti non dormirai...»
Castiel lo guardò come sempre a metà tra lo spaesato e l'interdetto.
«E cosa dovrei fare quindi?»
Possibile che non avesse capito?
Possibile quando si trattava di Castiel.
Dean si tolse la maglia ed iniziò a slacciarsi i jeans.
«Tu cosa vuoi fare?» gli rigirò la domanda.
Castiel parve pensarci un attimo, più di un attimo in realtà, prima di capire effettivamente le intenzioni di Dean.
E ciò che mormorò fu un semplice: «Oh.».

Sam era andato al College quanto bastava per sapere che una cravatta sulla maniglia della porta poteva significare solo una cosa. Quella cosa.
Ecco perchè Dean non si era presentato all'appuntamento che si erano dati al bar, si disse, aveva trovato compagnia.
Sorrise, scuotendo la testa.
Dean non sarebbe mai cambiato, e questo, di sicuro, si poteva considerare solo una buona cosa.
Si allontanò immediatamente dalla porta della loro stanza. Solo una volta aveva commesso l'errore di tentennare qualche minuto lì fermo sulla soglia e ciò che aveva sentito, l'aveva perseguitato per giorni. D'allora aveva capito che rintanarsi in qualsiasi altro posto per qualche ora era decisamente la cosa migliore da fare.
Era questa la procedura da seguire quando Dean aveva una delle sue notti di fuoco, notti che nell'ultimo periodo erano notevolmente diminuite, ma che certo non erano una novità. Era una novità, invece, la cravatta sulla maniglia, un tocco di classe, si ritrovò a pensare, meglio del calzino.
Solo quando si fu seduto sullo sgabello del bar ed ebbe ordinato una birra, si rese conto di aver già visto quella cravatta. Non era una di quelle che usavano nelle loro ore da finti agenti del FBI, no. Era come quella di...
Castiel.
Spalancò gli occhi, guardandosi intorno come per verificare, stupidamente, se qualcun'altro oltre a lui fosse arrivato alla sua stessa conclusione e ne fosse altrettanto sorpreso.
Suo fratello e Castiel...?
Sospirò rumorosamente.
Dean era cambiato, assolutamente, e molto più di quanto avesse mai potuto immaginare.

  
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