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Autore: A l i c e    09/09/2011    1 recensioni
Lo so, dovrei fare altro, ma è stato più forte di me.
Oggi pomeriggio è venuta fuori questa one-shot, non propriamente su Tsubaki ma sulla sua mamma. Ho provato a immaginarla un po' e alla fine ecco il risultato.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Tsubaki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Tsubaki, la Camelia
Tsubaki, la Camelia

 

   Mi sentivo svuotata e sola.
   Con due parole mi si poteva definire, due semplici parole che bruciavano come ferro rovente sulla pelle: bambina e madre.
   Avevo amici ai tempi, ovunque mi girassi trovavo facce sorridenti di compagni di scuola e non. Sempre pronti ad aiutare, sempre disponibili. «Ci siamo noi, ma che ti preoccupi a fare?» mi rassicuravano.
   Ma ora, qui stesa su questo letto con le lenzuola calde e sfatte, mi accorgevo che è solo quando arrivi in fondo alla strada e ti volti, che ti accorgi di essere sola. Tutte quelle persone che ti circondavano... solo ora ti accorgevi che i loro sorrisi erano lame di coltelli pronti ad affondare nella tua carne e che le loro anime, altro non erano che fluttuanti nuvole di fumo.
   Ho fatto degli errori nella mia vita, è vero, ma forse li ho fatti anche perchè mi è sempre mancato un appoggio; una madre con la quale confidarmi, un rifugio sicuro durante le giornate di tempesta; un padre, con cui giocare e sedermi sulle sue ginocchia alla sera.
   Ero innamorata davvero di lui, nonostante la mia giovane età, avevo grandi progetti per il futuro: io e lui in un piccolo appartamento a dividerci il pranzo, io e lui al supermercato a fare la spesa, noi nel lettone di domenica a raccontarci i fatti della settimana, noi in chiesa, noi con il primo bimbo... lui sarebbe stato il mio rifugio, il mio appoggio, il mio tutto.
   Invece no, non era andata così. Io ero solo un passatempo per lui, più grande di me e con maggior esperienza con le ragazze. Era riuscito nel suo intento e io, stupida, mi ero lasciata travolgere dai sentimenti e dalla passione. Stesi uno affianco all'altra, io felice e lui soddisfatto, in quella stanza; il cuore sembrava esplodermi in petto, vergognoso ed euforico insieme.
   «Beh, ci vediamo allora», aveva detto alzandosi e rivestendosi, per poi uscire da quella porta e non farci più ritorno.
   Fu in quel momento che percepii la presenza di qualcuno nella stanza, dentro di me. No, non avevo già la nausea mattutina, era una cosa a livello del cuore, dell'anima.
   Posso aver fatto tanti errori nella vita, ma Tsubaki, no, lei non lo è affatto. La lascio ora che si affaccia alla straordinaria finestra della vita, i medici mi chiedono come la voglio chiamare, prima di andarmene.
   «Tsubaki», mormoro. Le voglio dare il mio nome, l'unico ricordo che le rimarrà di me.
   Significa Camelia, il fiore che non ha profumo, persino il modo in cui appassisce è lugubre e miserabile; ma la mia Tsubaki... no, lei profuma tantissimo, lei farà grandi cose.

 

Spazio dell'autrice:
Lo so, dovrei continuare l'altra ff che ho in sospeso, ma è stato più forte di me!^^" E' venuta fuori da sola oggi pomeriggio e l'impulso irrefrenabile di scrivere mi ha invasa.
Non conoscendo molto bene l'infanzia di Tsubaki e la storia dei suoi genitori soprattutto ho deciso di mettere "missing moments", anche se non so se sia appropriato.
Secondo me, Tsubaki potrebbe anche essere stata adottata, e questo spiegherebbe il perché lei è può trasformarsi in più armi e il fratello maggiore no.
Non è scritta bene, e non è corretta, ma ho deciso di postarla ugualmente, a costo di rovinare la magnifica opera di Soul Eater^^"
Grazie mille a chi sta leggendo, davvero!
Alice

   
 
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