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Autore: frisulimite    09/09/2011    3 recensioni
Cosa succederebbe se, in piena crisi della Repubblica, Obi-Wan Kenobi fosse terribilmente pedante e logorroico, Padmè una senatrice affamata di sesso, il conte Dooku un vegetariano intransigente, Palpatine sempre più pervertito, i Jedi ancora più inetti che nel film e l'eroe fosse Anakin, sempre più idiota?
L'episodio II, stravolto anche nei nomi.
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Conte Dokuu, Obi-Wan Kenobi, Padmè Amidala, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dunque, questa è la prima storia che pubblico da quasi tre anni, credo, che emozione! Buona parte dei capitoli sono già pronti, quindi pubblicherò abbastanza regolarmente (spero di non bloccarmi verso la fine!), e questa sarebbe una buona notizia, se la storia dovesse piacervi. Ho già scritto, appena iscritto, la parodia di Episodio III, e dopo cinque anni (come vola il tempo) ritorno con un'altra parodia. Se qualcuno fosse interessato, l'altra fan fiction c'è ancora, però non consiglio molto di leggerla perché... beh, avevo tredici anni appena compiuti quando l'ho pubblicata, quindi come forma non è il massimo. Però, tirando un calcione alla modestia (ammesso che ne abbia mai avuta), devo ammettere che quel ragazzetto di tredici anni qualche idea divertente l'aveva, perciò non rinnego quella storia. Ho in mente di riprenderla, correggerla un po', tagliare qualche pezzo e aggiungerne qualcun altro, in modo anche di far combaciare alcuni dettagli tra quella vecchia parodia e questa che state - spero - per leggere. 
Per ultimo, e poi ho finito, vi chiederei di perdere qualche minutino per lasciarmi il vostro parere. Non scrivo da parecchio e vorrei sapere le opinioni dei miei quattro lettori, che siano positive o negative, non importa. Dopo tutto, se sono positive significa che ancora me la cavo, se sono negative mi serviranno per migliorare... E dopo tutto, non scrivo da parecchio, no? XD
Con questo ho concluso, buona lettura!




STAR WARS

Episodio II

L’ATTACCO DEI QUOTI




C’è grande agitazione all’interno del Senato Galattico e non è una novità, perché sembra che in questa Galassia lontana lontana ci siano sempre dei problemi. Stavolta i guai sono causati da svariati sistemi stellari che senza una valida ragione hanno deciso di staccarsi dalla Repubblica, anche se qualcuno ogni tanto farnetica che il Senato sarebbe corrotto e il Cancelliere un criminale.
Il movimento separatista, rappresentato dal partito “la Galassia dei Valori”, guidato dal misterioso Marchese Marcky, continua a fare quel che diavolo gli pare, poiché il limitato numero di Cavalieri Jedi è troppo impegnato a combattere il problema dell’obesità, cresciuta del 4% su Coruscant.
La senatrice Amidala, ex-regina di Naboo, fa ritorno al Senato per votare la fiducia… cioè, per votare la creazione di una adeguata campagna d’informazione sulla corretta alimentazione, in appoggio ai Jedi in difficoltà…



Un’astronave, ben scortata da graziose altre piccole navi di un allegro giallo limone, si stava avvicinando a Coruscant. La nave, come saprete se avete letto un po’ più sopra, portava nella capitale la senatrice Amidala, che aveva ottenuto un posto di tale rilievo in politica dopo aver partecipato ai cosiddetti “Bothan-Bothan party” del Cancelliere Supremo Palpatina. L’atterraggio avvenne senza alcun problema, e la senatrice stava scendendo con estrema grazia dal suo mezzo, sfoggiando una delle sue graziose e sobrie acconciature, mentre il capo della sicurezza diceva a un personaggio apparentemente insignificante a lui vicino:
-    Nessun problema! Forse mi sbagliavo, tutto è andato secondo… -
-    Non lo dire! – gridò il suo interlocutore, ma troppo tardi per fermare la catastrofe.
-    … i piani. –
Tutti sanno che dire che tutto va “secondo i piani” porta inevitabilmente un disastro che farà deragliare qualunque piano… e infatti d’improvviso l’astronave della senatrice esplose, e anche le astronavi vicine esplosero, le guardie esplosero, l’acconciatura della regina esplose, dei ninja saltarono fuori dal nulla e infilzarono svariate volte la senatrice e infine un piccione le cacò pure in testa. Superato lo sgomento, il capo delle guardie e il soldato misterioso, tra i pochi a non essere scoppiati, corsero dalla senatrice morente. Ma… sorpresa! In realtà il soldato misterioso era la senatrice!
-    Cordè… - le sussurrò Padmè, mentre Lelè, Pepè, Dovè, Cosè, Macchè e altre ancelle guardavano commosse.
-    Mi dispiace… milady. Ho fallito… - mormorò la guardia del corpo.
-    Ma veramente no, dovevi salvarmi la vita e l’hai fatto. Grazie, bambola! – fece Padmè, sorridendo a Cordè, ormai morta. – Che culo, eh? – aggiunse, poi, rivolta al capo delle guardie.
-    Sì, milady, ma ora è meglio andare, non è sicuro stare qui. –
E così i due (e tutte le ancelle) si allontanarono, mentre il capitano borbottava qualcosa come: “Neanche due minuti e cominciamo con le esplosioni…”.
Intanto, alcuni dei più importanti maestri Jedi erano nell’ufficio del Cancelliere Palpatina per organizzare il consueto torneo di briscola. Tra gli illustri presenti, vari senatori, il maestro Yoga, testimonial dei noti succhi di frutta, il maestro Windu, famoso per il suo carattere docile e processato per associazione a delinquere, e il maestro Ki-Adi-Mundi, da tutti chiamato Testa-Di-Cazzo per la forma del suo cranio. Ovviamente, era presente anche Palpatina, che, come al solito, faceva smorfie strane ogni volta che doveva pronunciare la parola “Jedi” ed emetteva versi di fastidio ogni qualvolta uno dei maestri apriva bocca.
-    Non so quanto a lungo riuscirò a rimandare l’inizio del torneo, amici miei. – disse Palpatina, facendo una smorfia alla parola “amici”.
-    Eppure non possiamo cominciare a giocare senza il maestro Kemale. – obiettò Yoga.
-    Non permetterò che questo torneo di briscola che si svolge regolarmente ogni estate da mille anni venga rovinato per mancanza di partecipanti. – rispose con tono deciso il Cancelliere.
-    Scusatemi, eccellenze, ma come la mettiamo con il partito separatista? – chiese un senatore, tale Bail Organa, che si era assunto il solenne compito di rompere le palle a tutti, sempre.
-    Ah, già, quella storia lì. – fece Palpatina. – Maestro Yoga, - disse poi rivolto al topo verdastro, senza trattenere un’espressione di disgusto. – credete che la guerra sarà inevitabile? –
-    Quale guerra? – domandò il maestro, sorseggiando il suo succo di frutta.
-    Ma… quella che stiamo per sfiorare! – rispose Palpatina. – Sapete, l’agitazione nel Senato, i sistemi che vogliono staccarsi, la campagna contro l’obesità infantile… -
-    Giusto! – esclamò Yoga, fingendo di aver capito. – Sì, sì, assolutamente, guerra totale, bisogna schiacciarli tutti. –
-    … Ma questo non è da Jedi! – protestò Palpatina.
-    Lo decidete voi? Ma che ne potete sapere della Forza! – lo derise Yoga.
In quel momento entrò nell’ufficio Padmè, e tutti i maestri Jedi smisero di considerare il Cancelliere (che borbottava stizzito qualcosa come “La vedremo, la vedremo!”), perché un po’ di gnocca ha sempre una presa maggiore, sull’attenzione di vecchi asceti che hanno fatto voto di castità, di un anziano politico libidinoso.
-    Senatrice Amidala, l’unica donna dell’intero Senato, vedervi incolume il cuore di gioia mi riempie. – disse Yoga, zoppicando verso Padmè, che lo guardò con aria perplessa e disse:
-    Ma come parlate, venerabile cretino? Lasciatemi comunicare con qualcuno che non sia ancora consumato dalla demenza. – poi guardò gli altri presenti, scegliendo a chi rivolgersi. Scartò Testa-Di-Cazzo, per ovvie ragioni, non considerò nemmeno il Cancelliere che ammiccava con fare (secondo lui) molto seducente verso di lei, leccandosi lentamente, di tanto in tanto, le labbra, e rifiutò anche di parlare con Organa, perché nessuno poteva sopportare il suo continuo lamentarsi di tutto. Perciò, alla fine scelse don Windu, che era l’unico a non sembrare seriamente menomato mentalmente, anche se non era comunque un tipo raccomandabile. – Chi può essere il mandante dell’attentato? – chiese.
-    Il MOIGE, scontento della vostra condotta scandalosa, secondo i nostri informatori. – rispose il maestro, col suo forte e improbabile accento siciliano. – O il Centro Culturale San Giorgio, che la considera un’atea sionista, oppure i Gungan, che sono troppo stupidi per avere una valida ragione per volerla morta, o le vostre ancelle, stufe di essere usate come scudo, o il Cancelliere, che è sempre invischiato in ogni complotto… O anche il Consiglio dei Jedi, stiamo indagando. -  aggiunse poi.
-    Per me il mandante è il marchese Marcky. – annunciò Padmè.
-    Ma smettetela, tutti sempre addosso date al marchese, una così brava persona egli è. – disse Yoga, ingenuamente.
-    Senatrice, Marcky una volta era un Jedi. – spiegò don Windu. – In realtà questo non significa niente, però ci tenevo a specificarlo. Inoltre è un vegano convinto, non farebbe del male a nessuno. Non è nella sua natura. A meno che non si parli di broccoli e carote, ma voi non sembrate un ortaggio, milady. –
-    Ma di certo, in grave pericolo voi siete. – intervenne Yoga con sguardo allucinato, cercando di sembrare saggio.
-    Posso dire la mia? La dico? – disse Palpatina avvicinandosi goffamente agli altri a causa delle dimensioni improbabili delle sue vesti. – Propongo di mettere la senatrice sotto la protezione di voi Jedi. -  e qui il volto del Cancelliere fu scosso da tic.
-    Non necessario esso pare a me. – fece Yoga. – Di ben altri problemi occuparci dobbiamo. –
-    A me invece sembra un’ottima idea. – intervenne don Windu, lanciando un’occhiata truce a Yoga.
-    Che esattamente quello che ho detto è. – si affrettò a dire il piccoletto, tornando a ciucciare il suo succo di frutta.
-    So che non vi sembra che la situazione sia così grave… - riprese Palpatina, mentre Padmè provava a dire:
-    Ma veramente a me sembrava un’idea carina. –
-    … però magari una presenza discreta, un amico di vecchia data come il maestro Kemale! –
-    Oh, no! – esclamò la senatrice, in preda al terrore. – Tutti ma non lui! Si esprime in modo ridicolo, non l’ho mai sopportato! –
-    È deciso allora, sarà il maestro Kemale. – dichiarò Windu, ignorando le proteste di Padmè. – È appena tornato, c’era da risolvere il mistero dell’omicidio di Melania Rea. –

Poco più tardi, infatti, il maestro Ohi-Wan Kemale e il suo padawan Anakin Landwalker stavano raggiungendo la senatrice per metterla sotto la loro protezione. Il giovane Anakin era molto teso nell’ascensore.
-    Ho l’impressione, che ritengo essere esatta, che tu sia teso. – osservò sagacemente Ohi-Wan. - Non ti percepivo in siffatta condizione dallo sfortunato dì in cui cademmo in quella tana di testimoni di Geova. –
-    Ci sei caduto tu, maestro, se non ricordo male! – esclamò Anakin, sghignazzando.
-    Rimembri goffamente, mio giovane padawan. – lo corresse Ohi-Wan. – In effetti, sono stato terribilmente impreciso nell’usare il plurale, poiché a onor del vero fosti tu soltanto a vivere quella tanto incresciosa disavventura, e fui io a porti in salvo. –
-    Oh. È vero. – fece Anakin, conscio dell’ennesima figuraccia.
-    Presumo che la tua trepidazione sia dovuta all’imbarazzante acconciatura di cui fai sfoggio. – commentò poi il maestro osservando il ridicolo taglio di capelli dell’apprendista, che rispose, indignato:
-    La mia pettinatura è meravigliosa e molto alla moda! La usano tutti i padawan. –
-    Cosa vai farneticando, mio giovane apprendista? Sei l’unico a portare un codino a tal punto penoso. – disse Ohi-Wan, che riusciva ad essere seccante quanto il senatore Organa.
-    Beh, in ogni caso non è per i capelli. – rispose Anakin, per cambiare discorso. – Sono dieci anni che non ci incontriamo, sono emozionato. –
-    Oh, certamente, ho compreso. – disse Ohi-Wan, mentre le porte dell’ascensore si aprivano.
I due Jedi entrarono nella stanza, dove ad accoglierli c’era l’essere più inutile dell’intero universo: Jar Jar Binks. In molti ancora si chiedono come sia possibile che i Gungan abbiano scelto lui come primo proprio rappresentante al Senato galattico. Il fastidioso individuo saltellò incontro ai due malcapitati esclamando con una fastidiosa voce che dovrebbe sembrare simpatica e divertente per i più piccoli:
-    ANI! ANI! Me felicissimo te veder! Baba! Papa! Bupi! Ani! –
-    Non riesco a comprendere perché eri così turbato all’idea di incontrare di nuovo questo soggetto. – fece Ohi-Wan al suo padawan.
-    Ma io non mi riferivo a lui… - mormorò Anakin, sconsolato nel constatare di non essere la persona più stupida dell’intera Galassia.
-    Brav’uomo, il suo Galattico standard è decisamente al di sotto della media. Potrei forse consigliarle di prendere qualche lezione da me, assolutamente gratuitamente, di modo che lei riesca finalmente a esprimersi in forma almeno vagamente adeguata. – disse poi Ohi-Wan, rivolto stavolta a Jar Jar, che faceva insensati giri su se stesso battendo le mani.
-    Ohi! Bello riveder te pure! – continuò a farneticare il senatore, senza smettere di girare.
-    Le assicuro che sarei ben lieto di poter dire lo stesso. – rispose il saggio maestro Jedi scostando il Gungan, poiché aveva visto entrare la senatrice Amidala in persona.
-    Milady, il mio cuore è pieno di letizia nel rivederla. – disse Ohi-Wan inchinandosi a Padmè, cosa che il suo volgare apprendista chiaramente non fece.
-    Il piacere è esclusivamente suo, maestro Kemale. – rispose Padmè, guardando con estremo fastidio Ohi-Wan.
-    Ehi, ciao, Padmè! – esclamò Anakin, cercando di attirare l’attenzione della senatrice, che continuò ad ignorarlo.
-    Voglio sapere chi è che vuole uccidermi. – annunciò Padmè ai due Jedi, dopo che si sedettero tutti su dei divanetti.
-    Sarebbe vana impresa, milady, i suoi potenziali antagonisti sono invero molteplici. – disse Ohi-Wan. – Senza contemplare il fatto che la nostra mansione è unicamente tutelarla ,e non già condurre indagini. –
-    Troveremo l’assassino, Padmè! – esclamò Anakin, totalmente a sproposito.
-    … Mmmh, e… tu saresti…? – domandò la senatrice, guardando con aria perplessa il padawan per la prima volta da quando era entrato.
-    Anakin! Anakin Landwalker, ovviamente. – rispose lui, sorridendo, una delle poche espressioni di cui era capace. Padmè continuò a fissarlo con aria interrogativa. – Il bambino che hai conosciuto su Tattooine dieci anni fa, ricordi? –
-    … Sei sicuro di non confondermi con un’altra Padmè? –
-    N-non ricordi? – piagnucolò Anakin, in preda al panico. – Durante l’invasione di Naboo, tu eri su Tattooine! –
-    Tesoro, probabilmente era una delle mie tante ancelle tutte uguali a me. – spiegò Padmè, sorridendo in modo compassionevole.  – Ora, scusatemi, ma sono stanca e vorrei sbarazzarmi della vostra fastidiosa presenza il prima possibile. –
E così dicendo la senatrice corse via dalla stanza, lasciando Ohi-Wan e Anakin in compagnia del colossalmente stupido Jar Jar. Il padawan si rivolse al Gungan, l’unico con un intelletto basso in modo simile al suo, e disse:
-    Non mi ha riconosciuto, Jar Jar! Io mi sono ammazzato di seghe per dieci anni pensando a lei… e lei mi ha dimenticato! –
-    Mi pensa di non capire quello che tu stare dicendo! – esclamò Jar Jar con la sua perenne espressione beota. Ohi-Wan si avvicinò, pestò un piede al Gungan e disse al padawan:
-    Cogiti negativamente, Anakin. La senatrice non ci ha rimosso dalla sua memoria, anzi! Era piuttosto palesemente tediata dal rivederci comparire in modo sì repentino e invadente nella sua già sufficientemente travagliata esistenza. –
-    Non sono sicuro di aver capito, maestro. – disse Anakin, dopo qualche secondo di pausa.
-    Tal contingenza non suscita in me sbigottimento alcuno. – fece Ohi-Wan avviandosi verso l’uscita più in fretta possibile per allontanarsi da Jar Jar, che saltellava da un divanetto all’altro emettendo strani versi disarticolati, presto imitato anche da Anakin. 
  
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