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Autore: Rita Scheen    10/09/2011    1 recensioni
In un futuro imprecisato, lunghe guerre stanno portando alla morte Arthur Kirkland (England), distruggendo la sua nazione.
Ma prima di arrivare alla fine, c'è ancora una storia che Arthur deve raccontare alla sua sorellina Ally F. Jones (Fem!America), che potrebbe cambiare il destino di entrambi.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'americana sistemò con dolcezza un cuscino dietro le sue spalle, con il viso tirato in una smorfia di dolore e preoccupazione.
La sua bella pelle, liscia e compatta, un po' tirata sugli zigomi, sembrava spenta.
Mai in altro momento quella frase, che si trovava tanto spesso dentro la carta dei cioccolatini, le era sembrava più vera.
Quelle ultime, lunghe, buie guerre stavano toccando le regioni vitali dell'Inglese, portandolo lentamente alla morte.
Solo in quel momento capiva quanto gli volesse bene.
Sul viso provato di Arthur si faceva strada un debole sorriso, mentre alzava e abbassava lentamente le palpebre sugli occhi lucidi.
La ragazza intuì in disagio causatogli dalla luce, e senza una parola si alzò a chiudere le tende.
Nel cielo terso splendeva un sole luminoso.
Non era la giornata ideale per morire, o almeno non per l'Inglese.
Ally era sicura avrebbe preferito una giornata grigia e piovosa.
Una giornata umida, nebbiosa, di quelle che ti fanno penetrare il gelo nelle ossa.
Quelle giornate di Londra, con quell'umidità che si condensava al respiro contro i baveri dei cappotti scuri, con quella nebbia che avvolgeva le cabine telefoniche rosse, donando a quel luogo severo un aspetto soffice di sogno.
Una di quelle giornate dove la pioggia cadeva incessante e fitta, scurendo l'asfalto delle strade e creando muri invisibili tra le persone.
Arthur le strinse la mano.
Dopotutto, pensò la ragazza, sebbene il suo aspetto fosse sempre lo stesso, giovane e composto, gagliardo e severo, il suo amato fratellone era una nazione molto vecchia.
Forse, pensò ancora mentre una smorfia di dolore le si dipingeva sul viso, era una nazione troppo vecchia, e troppo provata, perché potesse reggere il suo dolore. Un dolore che era sempre esistito, ecco.
Se in Inghilterra cadeva quella pioggia sottile tanto spesso, era perché Arthur aveva molti, molti dispiaceri che gli pesavano sul petto, e che nessuno avrebbe mai potuto distruggere.
Ma quello, forse, era stato troppo.
Una rosa bianca, poteva essere paragonata a lui. Non era forse il suo simbolo, simbolo della sua nazione, della sua regalità e di tutto il suo essere?
Ed ecco, tante mani, farsi avanti, con rabbia, afferrando i petali e staccandoli con violenza, stropicciandoli, uno ad uno, provocando un dolore a ogni strappo, lasciando il fiore nudo, senza petali, indegno d'essere chiamato rosa.
Perché così era l'Inglese.
Come se gli avessero strappato i polmoni, il fegato o la milza di dosso, rendendolo più debole, più gracile, indegno di portare ancora il nome di nazione.
E forse era proprio quello che gli stavano facendo.
Il ragazzo le strinse la mano con più forza.

« Voglio raccontarti una storia, Ally.»

Mormorò con voce roca e graffiante, nella quale si poteva comunque intuire una nota di dolcezza.
Una.. storia?
L'Inglese le raccontava sempre delle storie quand'era bambina.
Un giorno aveva smesso. Ally non sapeva perché. L'unica cosa che sapeva, un filo sottile che la teneva appesa al suo passato con l'inglese, era quella promessa, fatta velocemente, ma con una certa solennità.
La promessa di una storia stupenda ed eterna, aveva detto così?, che Arthur un giorno le avrebbe raccontato.
Era quello il giorno? Ed era quella la storia? L'americana avrebbe preferito di no.
Non sarebbe mai morto senza raccontarle quella storia, se lo sentiva. Quindi, se stava per raccontargliela, significava che era pronto a morire?
Che il suo fratellone, la sua guida, il suo Arthur, era pronto ad abbandonarla, lasciandole tra le mani quell'ultimo filo, che raccontando avrebbe tagliato, staccandola definitivamente da sé e dal suo passato?
Non voleva che quella fosse l'ultima storia.
Voleva che ce ne fossero altre e altre ancora, perché fino a poco tempo prima, l'Americana nutriva ancora una traccia appena visibile di speranza.
Una traccia così sottile che le sembrava di non potere più vederla. Forse non era solo una sua impressione.
Non voleva essere abbandonata. Sentiva le lacrime premere dietro le palpebre.
Avrebbe voluto che fosse tutto semplice come quando da bambina faceva un incubo, quando si svegliava, e piangeva stretta ad Arthur, che la rassicurava parlandole dolcemente all'orecchio e la riportava nel letto.
Ma quello non era un incubo, e lei non era una bambina. E per quanto lo desiderasse, non poteva stringersi al ragazzo piangendo e aspettando che la paura tacesse e sprofondasse nella sua mente, dissolvendosi all'apparenza come un banco di nebbia.
Forse era giunto il momento che la ragazza affrontasse la vita, una volta per tutte.
Cacciò indietro le lacrime e strinse le mani sulle ginocchia, bloccando il tremore che le percuoteva le gambe. Era seduta sul pavimento, con la schiena appoggiata al materasso e la giacca sulle spalle.
Nonostante il sole, sentiva un gran freddo, che le partiva da dentro, e l'attraversava come tante piccole scosse pungenti.
Gli volgeva la schiena, per evitare che s'intristisse vedendola così.
Perché lei era quella solare e spensierata. Già, era. Sarebbe potuta esserlo ancora, senza il suo Arthur?
Quella ragazza, se si fosse voltata a guardarlo in viso, non sarebbe più stata capace di trattenere le lacrime.
Si fece forza e parlò, con grande fatica, cercando di controllare la voce, perché non fosse troppo stridula, e perché non si spezzasse come un bicchiere di un cristallo troppo sottile a metà della frase.

 «  Mi racconterai la tua storia, oggi, Inghilterra? »

Domandò, chiamandolo col nome della sua nazione, per fargli piacere: un tipo di delicatezza che Ally non aveva mai saputo di avere.
Arthur doveva ricordarsi di essere una nazione. Doveva ricordarsi che aveva ancora qualcosa, per cui vivere.
Che aveva ancora qualcuno.

« No, Ally. E' una storia più importante, molto più importante, quella che ti racconterò oggi.»

La ragazza rimase interdetta. La sua ultima storia doveva parlare di lui. Doveva illustrarle tutto ciò che aveva passato, doveva darle la forza di andare avanti.
Doveva darla la forza di proseguire senza di lui. Doveva parlare di lui. Lei aspettava quella storia. Lei ne aveva bisogno.
Quel filo, quell'ultimo filo del suo passato. Il suo passato era Arthur. Quella storia doveva parlare di Arthur.


« Oggi ti racconterò una storia d'amore..»
 
 
 


 
  
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