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Autore: JoyBrand    10/09/2011    2 recensioni
In quel momento avrei dovuto odiarlo, odiarlo con tutta me stessa, ma non ci riuscivo. Riuscivo solo a provare rammarico per il dolore che esprimeva la sua espressione. Ce l’avevo irrimediabilmente con me stessa, mentre una parte di me era consapevole che quell’espressione era apparsa sul mio volto molte più volte, e per colpa dell’uomo che in quel momento si rifiutava persino di guardarmi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Bellamy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prefazione

 

 

“And tears come streaming down your face
When you lose something you can’t replace
When you love someone but it goes to waste
Could it be worse?”
 

L’unico rumore percepibile nella stanza era il basso ronzio di musica proveniente dall’esterno. Non parlavamo da diversi minuti, l’attesa stava diventando snervante.
“Dannazione” pensavo tra me e me “dì qualcosa ti prego, qualsiasi cosa!”
“Come siamo arrivati a questo?” mi costrinsi a dire, rompendo quel silenzio così carico di tensione. Mi accorsi con sorpresa che la mia voce non usciva nel modo corretto. Lacrime sgorgavano sulle mie guance. Chissà quando avevo iniziato a piangere.
Rimase in silenzio per qualche secondo, immobile sulla sedia. Mani giunte, capo chino.
“Non lo so” sussurrò infine.
In quel momento avrei dovuto odiarlo, odiarlo con tutta me stessa, ma non ci riuscivo. Riuscivo solo a provare rammarico per il dolore che esprimeva la sua espressione. Ce l’avevo irrimediabilmente con me stessa, mentre una parte di me era consapevole che quell’espressione era apparsa sul mio volto molte più volte, e per colpa dell’uomo che in quel momento si rifiutava persino di guardarmi.
“Matt. . .” piagnucolai implorante, sperando di smuoverlo dallo stato catatonico nel quale era entrato.
Ottenni l’effetto desiderato. Alzò la testa e mi fissò con quei suoi occhi azzurri, che tanto volte mi avevano tolto il respiro.
“Cosa vuoi che ti dica?” mi guardò con astio.
Avvertii un doloroso colpo allo stomaco. Ma non solo. Un profondo senso di ingiustizia per l’odio che mi stava dimostrando prese il sopravvento.
“Non trattarmi come se la colpa fosse esclusivamente mia!”
“Ma sì” si alzò con violenza dalla sedia “sediamoci a tavola e decidiamo quant’è grande la colpa di ciascuno in questa faccenda!”
“Non era questo che intendevo, lo sai.”
Mi guardò per qualche secondo, con un’espressione indecifrabile sul volto, i pugno chiusi.
“Non va bene” si stropicciò gli occhi con una mano, nervoso. “Non ce la faccio”.
Uscii a grandi passi dalla stanza. No, non poteva scappare, non così.
“Matt!” Mi alzai a mia volta per tentare di fermarlo.
Spalancai la porta. Un vendo freddo mi accolse all’esterno. Lo cercai disperatamente, ma si era già confuso tra la folla.

 

“I promise you I will learn from my mistakes “

[Fix you – Coldplay]

 

  
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