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Autore: Sarugaki145    10/09/2011    3 recensioni
Heiji correva a perdifiato, sentiva i polmoni lacerati dall’aria fredda di quel pomeriggio invernale, mentre delle gocce di sudore iniziavano a scorrere sulla sua fronte.
Dove poteva essere finita? Perché non era rientrata a casa dopo scuola??
Se solo quella mattina fosse stato più gentile, se solo non l’avesse ferita con quelle parole. La mente di Heiji continuava a ripensare a tutto ciò che era accaduto quella mattina, cercando una spiegazione di cosa poteva aver spinto Kazuha a sparire, ma più si sforzava più l’orribile sospetto che le fosse accaduto qualcosa di grave gli penetrava fin dentro le ossa.
Ma da ora non ti avrei più lasciata, sarei sempre stato con te, come il tuo angelo custode.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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_Your Guardian Angel_

 

La voce che uscì dall’altro capo del telefono fece rabbrividire il ragazzo, una voce tetra e gelida.

 

-Abbiamo noi la ragazza. Se vuoi rivederla viva vieni alla stazione di Hozanji senza farlo sapere a nessuno. Ti controlliamo ragazzo. Hai massimo un’ora, ripeto alla stazione di Hozanji, da solo.-

 

Subito dopo la chiamata terminò ed Heiji senza pensarci un minuto di più si rimise a correre verso la stazione della metropolitana più vicina, nella speranza di trovare subito un treno che portasse verso est, verso Hozanji. Se ricordava bene bastava prendere la metro e poi prendere il treno, ma non era sicuro di riuscire a trovarne uno in così poco tempo.

Corse senza considerare il dolore lancinante che provava in qualsiasi parte del corpo, arrivò fino in stazione dove si precipitò in biglietteria.

 

Prese il treno per miracolo, entrando mentre le porte si chiudevano e subito si appoggiò alla parete del convoglio per riprendere fiato. Ad Ikoma sarebbe dovuto scendere e dopo una decina di minuti a piedi doveva riuscire a prendere la coincidenza a Toriimae.

 

Ce la doveva fare.

 

Doveva riuscire a salvare Kazuha.

 

Il viaggio proseguì senza intoppi, mentre il cuore di Heiji quasi si abituava a quel  numero spropositato di battiti causati dalla tensione. Quando sentì la voce meccanica all’interno del convoglio che annunciava che la prossima fermata sarebbe stata “Hozanji” sentì un tuffo al cuore. Scese cauto dal treno, iniziando a guardarsi in giro alla ricerca dell’uomo che l’aveva chiamato.

 

La stazione però era deserta, le poche persone che erano scese con lui dal treno erano già scomparse andando dritte verso la loro meta. Un po’ demoralizzato Heiji si sedette su una panchina per decidere sul da farsi.

 

Lo squillo del telefono lo fece sussultare, Heiji lo prese dalla tasca irrequieto e lesse il nome della persona che lo chiamava: “Kazuha”.

 

Un tuffo al cuore.

 

Rispose con voce tremante:

 

-Pronto?-

 

-Bravo, sei arrivato in tempo. Prendi il treno che sta arrivando ora sul binario dove sei seduto e scendi alla terza fermata. La tua amichetta potrà vivere ancora un po’. Vieni a prenderla nella parte nord-ovest del bosco che troverai all’estremità della città.-

 

Heiji ascoltava senza fiatare, cercando di captare dei suoni che gli facessero capire se Kazuha fosse effettivamente con quel uomo, ma come sottofondo regnava il silenzio.

 

-Hai capito ragazzo?-

 

Chiese la voce dall’altro capo, Heiji rispose deciso:

 

-Si, arrivo.-

 

Balzò sul treno in partenza al binario stabilito e iniziò a scrutare fuori dal finestrino con aria preoccupata.

 

La terza fermata arrivò velocemente, quindi scese dal treno, uscì dalla stazione e si mise a cercare il sole. Non appena vide in che posizione si trovava alzò il polso su cui portava l’orologio e fece coincidere la direzione del sole con la lancetta delle ore. Dopo di che osservò il punto che cadeva a metà tra la cifra 12 del quadrante e la lancetta delle ore e si mise a correre nella direzione opposta, in quanto la direzione da lui trovata con l’orologio indicava il sud. Mentre correva diede un’altra occhiata al sole: tramontava alla sua sinistra, quindi doveva prendere l’uscita del paese che avrebbe trovato alla sua sinistra, per andare ad ovest.

 

Sfiancato dalla corsa arrivò al margine del bosco e subito iniziò a guardarsi in giro per trovare dove fosse quella ragazza che gli stava tanto a cuore.

 

La vide.

 

Era seduta ai piedi di un albero a cui era legata con grosse corde. La testa era appoggiata alla spalla e gli occhi erano chiusi.

 

Un altro tuffo al cuore ormai stanco di Heiji.

 

Il ragazzo si precipitò verso la ragazza, prendendole il viso tra le mani tremanti. Si sentiva pulsare piano il cuore della ragazza grazie ad una vena sul collo. Heiji sorrise felice nel costatare che era soltanto svenuta e decise di slegarla. Ma proprio mentre prendeva le corde per cercare di sciogliere il nodo che le teneva unite sentì un forte dolore alla testa e un attimo dopo vide tutto nero.

 

***

 

Si svegliò in un capanno illuminato da una lampadina che penzolava dal soffitto. Guardò attorno a lui mentre la vista tornava nitida sbattendo le palpebre più volte. Era probabilmente un capanno per gli attrezzi, infatti qualche pala e un rastrello erano ammucchiati in un angolo. Innanzitutto Heiji controllò di essere solo e quando si accorse di una presenza alle sue spalle si spaventò sussultando.

 

-Heiji!! Ti sei svegliato?-

 

Una voce a lui famigliare, anche se incrinata da una velatura di angoscia, lo fece tranquillizzare e lui rispose:

 

-Kazuha!! Stai bene??-

 

-Sisi- Lo tranquillizzò subito lei – E scusa..-

 

-Per cosa?-

 

Domandò immediatamente il ragazzo non capendo dove volesse arrivare l’amica.

 

-Per aver detto che il mio portafortuna è uno stupido ricordo di infanzia.. Perché Heiji io ti..- La ragazza si interruppe perché non trovava le parole. O forse perché non aveva il coraggio di pronunciare le uniche parole che le venivano in mente in quel momento.

 

-Lascia stare quello Kazuha!! L’importante è che tu stia bene e che non ti abbiano toccata!-

 

Affermò imperioso Heiji. Sul volto della ragazza spuntò un sorriso sincero e rispose, ora più tranquilla anche lei:

 

-No, non mi hanno toccata.. Stavo tornando a casa da scuola ed ero sovrappensiero per quello che mi avevi detto e ad un certo punto un uomo mi si è avvicinato e mi ha chiesto chi fossi. Io gli ho risposto in modo brusco e non gli ho detto nulla, allora penso mi abbiano addormentata perché mi sono svegliata qui..-

 

Spiegò lei, mentre Heiji ascoltava attentamente.

 

-Quindi tu hai visto in faccia il tuo rapitore?-

 

Chiese Heiji preoccupato, Kazuha ci pensò un po’ su e rispose:

 

-Si, ma non ricordo quasi nulla di lui.. Indossava degli occhiali da sole ed era un uomo corpulento.. Ah!! Ma perché sei pure tu qui??-

 

Chiese come se questo pensiero fosse passato in quel momento per la prima volta nella sua mente. Heiji, sorpreso, rispose:

 

-Beh, perché il tuo rapitore mi ha chiamato e io sono venuto a salvarti!-

 

-Ah, quindi hai avvisato mio padre e tra poco vengono a liberarci!-

 

Affermò felice Kazuha, ma non ricevendo una conferma dal ragazzo chiese titubante:

 

-Vero..?-

 

Heiji deglutì, rendendosi conto solo in quel momento di cosa avrebbe dovuto fare.

 

-E’ colpa tua.-

 

Sbottò irritato pensando che quando c’era di mezzo l’incolumità di quella ragazza lui non capiva più nulla.

 

-Perché?-

 

Chiese Kazuha con un tono tra il sorpreso e l’irritato.

 

-Perché ero troppo concentrato sul fatto che tu stessi bene per pensare a quella cosa.-

 

Rispose secco Heiji rendendosi conto solo dopo del significato delle parole che aveva appena pronunciato. Le guance di Kazuha si imporporarono e un sorriso imbarazzato si stampò sul suo viso e tra i due cadde un silenzio quasi imbarazzante.

 

Fu Kazuha a rompere quel silenzio chiedendo con tono incerto:

 

-Heiji.. Come facciamo ad uscire da qui? E quando tornerà il rapitore cosa ci farà?-

 

Il ragazzo ci mise qualche secondo per rispondere, poi con tono calmo disse:

 

-Secondo i miei calcoli tra poco torneranno a vedere se ci siamo svegliati. Vedi quel mozzicone di sigaretta? Sta asciugandosi solo ora e considerando il freddo che fa saranno un paio d’ore che è stato lasciato li. Io sono arrivato a Hozanji verso le quattro, se ora guardi la luce che filtra dalla finestrella puoi intuire che è quasi il tramonto, sono quindi passate un paio d’ore dal mio arrivo. Probabilmente ha fumato quella sigaretta quando mi ha portato qui e presumibilmente tra poco tornerà a vedere se mi sono svegliato.-

 

Heiji si fermò qualche secondo per pensare, poi riprese:

 

-Quando entrerà tu farai finta di essere ancora addormentata, in questo modo se mi slegherà e in quel momento tu dovrai riuscire a farti legare meno stretta di ora, in modo che quando uscirà riuscirai a slegarti e scappare..-

 

-E tu?-

 

Chiese angosciata Kazuha, Heiji le strinse la mano legata affianco alla sua e rispose:

 

-Io me la caverò.-

 

-No Heiji io non ci sto!! Potrebbe farti di tutto!-

 

Replicò Kazuha con le lacrime agli occhi.

 

-Quando ti sarai liberata scappa verso il paese, noi dovremmo essere nei pressi del monte Ikoma, quindi se vai verso est dovresti trovare il paese. Li chiama tuo padre.-

 

Il tono di Heiji era duro. Kazuha doveva riuscire a scappare, non poteva permettere che lei si trovasse in pericolo.

 

La ragazza era invece contrariata da questa decisione del ragazzo. Non voleva lasciarlo da solo, doveva aiutarlo a scappare con lei, non si sarebbe mai perdonata il fatto di lasciarlo indietro.

 

Kazuha però non fece in tempo a ribattere che i due ragazzi sentirono una chiave girare nella serratura.

 

-Fai finta di dormire.-

 

Sibilò Heiji a Kazuha. La ragazza, capendo che non poteva ribattere nulla per la mancanza di tempo, appoggiò la testa sulla spalla e chiuse gli occhi.

 

La porta si aprì lentamente sotto gli occhi vigili di Heiji.

 

-Oh, il principino di è svegliato..-

 

Disse il nuovo arrivato con voce roca, evidentemente rovinata dall’alcool. Heiji lo fissò: quel uomo gli ricordava qualcuno, ma non riusciva a focalizzare chi.

 

L’uomo tolse gli occhiali da sole e guardò il ragazzo con disprezzo.

 

-Il figlio del capo della polizia di Osaka e la figlia del capo ispettore.. Una coppia alquanto interessante..-

 

-E’ per questo che ci hai rapiti?-

 

Chiese Heiji con tono sprezzante. L’uomo scoppiò in una risata e rispose:

 

-Come sei sveglio ragazzino, vedo che le voci su di te e sulla tua perspicacia sono fondate..-

 

Heiji sorrise sicuro di se e disse calmo:

 

-E so anche che tu ci hai rapiti per poter ricattare la polizia di Osaka. Tu sei il fratello di Shintaro Miyamoto, il noto criminale che è stato arrestato pochi mesi fa, non è vero?-

 

L’uomo scoppiò nuovamente a ridere ed Heiji sentì un brivido corrergli lungo la schiena per la viscidità di quella risata.

 

-Hai indovinato ragazzo. Sono suo fratello Atsushi Miyamoto e voglio liberare mio fratello.-

 

-Quindi hai intenzione di lasciarci liberi?-

 

Chiese speranzoso Heiji, ma l’uomo lo fissò con quello sguardo viscido che lo contraddistingueva e rispose:

 

-Ovviamente no. Morirete tutti e due. Soprattutto te ragazzino, ormai sai troppe cose.-

 

Kazuha iniziò a tremare ed Heiji le prese la mano, senza farsi vedere dal rapitore, stringendola nella sua e iniziando ad accarezzarla con pollice.

 

-Ma la ragazza non sa nulla. Perché uccidere anche lei?-

 

-Perché potrebbe ricordarsi il mio volto.-

 

Rispose quello secco.

 

-Allora è a causa della tua incompetenza che hai mostrato la tua orribile faccia.-

 

L’uomo tirò un pugno ad Heiji facendogli sbattere la testa sulla colonna con cui era legato.

Il ragazzo lo guardò con uno sguardo di sfida e disse:

 

-Potrai anche eliminarmi, ma la tua puzza di marcio ti farà raggiungere dalla polizia.-

 

Kazuha sussultò sentendo Heiji sbattere un’altra volta contro la colonna, probabilmente colpito da un altro pugno.

 

-Ragazzino, vedo che vuoi porre fine alla tua vita velocemente.-

 

Disse Atsushi prendendo Heiji per la maglietta ed avvicinandolo alla sua faccia. Per tutta risposta Heiji lo guardò con uno sguardo di superiorità, che fece perdere ancora di più le staffe all’uomo.

 

-Sbaglio o il caro fratello che vuoi tanto liberare ti considerava un buono a nulla? Forse vuoi liberarlo per poter farti dire dove abbia lasciato i soldi di quella rapina che ha fatto..-

 

-Non sono un buono a nulla!! I piani erano tutti miei, tutti studiati nei minimi dettagli. È stato quello li a prendersi tutti i meriti dandomi del buono a nulla perché l’ho fatto catturare.. Perché anche questo era previsto!-

 

Gli occhi dell’uomo erano iniettati di sangue e il fiato che puzzava di alcool continuava ad entrare prepotente nelle narici di Heiji. Il ragazzo, sicuro di se, sapeva che facendolo arrabbiare in quel modo, l’uomo avrebbe voluto ucciderlo. Ora non restava che riuscire a fargli compiere il delitto fuori da quel capanno, in modo che Kazuha potesse fuggire.

 

-Sicuro che non sia stata un tuo errore di calcolo? In fondo succede a tutti di sbagliare.-

 

Chiese Heiji in tono di sfida. Atsushi perse le staffe e tirò un altro pugno al ragazzo, il quale incassò in silenzio. Dopo di che il rapitore slegò velocemente Heiji e lo portò fuori dal capanno in cui erano rinchiusi, pronto a porre fine alla sua vita.

 

Kazuha rimase li, sola, con le mani slegate grazie al trucco raccomandatole da Heiji.

La ragazza tremava: cosa poteva fare??

 

Come poteva far in modo che quel uomo non facesse del male ad Heiji?

  
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